Circa il ruolo dei mass-media nella diffusione del messaggio di Medjugorje

Other languages: English, Deutsch, Français, Hrvatski, Italiano

La Santa Vergine non ha mai e in nessuna parte del mondo, parlato cosi' a lungo e con tanti messaggi agli uomini di questa terra. Questo fatto stesso è di per sè cosi' unico che ci sorprende. I messaggi non sono ne spettacolari ne sensazionali come noi, giornalisti, ci aspettiamo e siamo abituati sul mercato dell'informazione. Molti messaggi sono delle ripetizioni, degli approfondimenti del contenuto, degli aiuti per poter fare dei piccoli - anche molto piccoli - passi nella fede. Sono degli appelli ripetuti per, infine, fare e vivere quello che la Gospa ci ha già chiesto. Ci chiama ancora a rivolgerci a Lei per imparare la fede, per trovare Gesù e noi stessi. Tutto questo non è particolarmente interressante dal punto di vista di un giornalista. I messaggi evidentemente non sono come le farfalle e le notizie che sembrano sensazionali il giorno stesso, ma che sono già "passate" il giorno seguente, come dice il proverbio: "Non c'è niente di più vecchio del giornale di ieri." Non è veramente cosi' per i messaggi. Essi sono un sostegno ed un aiuto per una crescita continua, dritta e semplice.

Era un'emozione quando le apparizioni continuavano a durare qualche giorno di più rispetto ad un altro luogo di apparizioni. Era sensazionale quando duravano già cinque anni. Il decimo anniversario è stata ancora un'emozione. Forse lo sarà ancora, presto, per il quindicesimo anniversario, se ci arriveremo. Nel frattempo, Medjugorje vive il quotidiano che è appena ? interessante per i giornalisti. E' il quotidiano fatto di milioni di sforzi per pregare, vivere il Vangelo, amare il prossimo, incontrare Gesù nelle piccole cose della vita di ogni giorno dei bambini, dei genitori, degli uomini e delle donne, dei veggenti e dei preti. Penso poter affermare che oggi, dopo più di 5000 giorni d'apparizioni, non possiamo ancora dire quale sia il piano della Gospa e dove Dio vuole portare il nostro mondo; non possiamo ancora misurare tutta la portata delle apparizioni di Medjugorje. Una grande parte resta per noi ancora un segreto nascosto alla nostra intelligenza. Ecco perché non ci resta che continuare a crescere.

La Gospa non domanda mai troppo, qualunque cosa sia. A Medjugorje impariamo che ha molta pazienza con noi. E' evidente che Dio potrebbe cambiare il nostro mondo in tre giorni o in un istante, per renderlo come Lui lo vorrebbe. Ma allora noi uomini, che cosa avrenno a che fare con tutto ciò? Questo "che cosa avremmo a che fare con tutto ciò", è quello che chiamiamo libertà, che Dio rispetta profondamente; ne facciamo l'esperienza a Medjugorje. Questa libertà, determina anche il nostro comportamento verso chi si è allontanato da Dio, chi è stato ferito interiormente da altri nel nome di Dio, che forse si sente ferito da Dio stesso. Molti si allontanano da Dio e dalla Chiesa per le mancanze di chi Li rappresentano. Sappiamo tutti quanto è difficile avvicinare queste persone. Come possiamo conoscere le cause delle altrui ferite e perché sono quello che sono, se non siamo neanche capaci di conoscere le nostre proprie ferite e perché ci è cosi' difficile accettare e vivere i messaggi? Chi ascolta i messaggi della Gospa è invitato a compiere sempre lo stesso passo, a ricominciare senza stancarsi. Non abbiamo alcuna ragione per considerarci migliori, più religiosi o più aperti di quelli della nostra società che non sentono, che non hanno voluto sentire o non hanno ancora sentito i messaggi. Sono fermamente convinto che sono solo i messaggi e non noi che apriremo il cammino verso Dio agli uomini e alle donne della nostra società, rendendo possibile il contatto con Dio e l'esperienza di Dio. Dio ci dona di riconoscere la sua esistenza attraverso i messaggi della Gospa, nello stesso modo toccherà ogni persona di questa terra e della nostra società con il Suo amore - quando lo vorrà e come lo vorrà.

Vuol dire che siamo diventati utili per la nuova evangelizzazione? Qual'è il nostro ruolo, se questa evangelizzazione in realtà riposa nelle mani di Dio e nella Sua responsabilità, se è Lui solo che può avvicinare i cuori che si sono allontanati? Abbiamo ancora della responsabilità nel nostro lavoro con il pubblico e nella diffusione dei messaggi? E qual'è? Come posizionare la nostra responsabilità e il nostro lavoro di giornalisti?

Le notizie e la trasmissione delle informazioni hanno acquisito un'importanza inestimabile ed incomparabile in Europa e in America. Possiamo dire di essere esposti ad una immensa marea di notizie che determinano la nostra vita, che hanno influenza sulle decisioni nella politica, nell'industria e nella vita sociale come nella nostra vita privata e personale. Ed in misura maggiore di quanto vogliamo ammettere o realizzare. Gli sviluppi nel campo della trasmissione di notizie e i mass media perfezioneranno questa influenza in modo inimmaginabile e in tempi brevi.

Nel campo dei media - stampa, televisione, radio - un'intera armata di giornalisti si occupa della nostra informazione e disinformazione quotidiana. Maneggiano un'immensa quantità d'informazioni di tutto il mondo, per ridurle ad un volume che può essere sopportato da noi. Questa selezione è necessaria. Sottointende una grande coscienza della responsabilità e rappresenta un potere. Le notizie sono un potere e una merce che può essere comprata e con la quale si possono fare degli affari. Si compra e si vende.

Chi lavora con questa merce, i giornalisti, contribuisce in modo decisivo a ciò di cui si parlerà in una società. E' attraverso di loro che delle notizie diventano dei temi. Nessuna notizia, nessun orgomento. Eccone la potenzialità ed il pericolo, la responsabilità e la mancanza di responsabilità.

Una merce può essere più facilmente venduta quando è interessante per il cliente, quando sembra unica o quando è sensazionale. L'ordinario in un'informazione, non è vendibile, non passa. Un'informazione semplice sarà, cosi', gonfiata fino alle dimensioni del sensazionale, sarà più o meno modificata, resa digeribile, imbellita, rivestita per essere meglio venduta. La quantità di notizie aumenta, la fiducia nella verità delle notizie che ci vengono proposte diminuisce. In effetti le persone sono sempre più critiche e scettiche sul contenuto di una notizia. Corrisponde alla verità? E' vero quello che promette? Diventiamo scettici non solo per la quantità e per l'impressione di essere sommersi e di non potere verificare, ma soprattutto anche a causa della forma, della formulazione e della veridicità dell'autore di questa notizia.

Il problema della veridicità di una notizia, diventa il problema della veridicità dell'autore. Non diventiamo sempre più esitanti ad accordare la nostra fiducia all'informazione? Non diventiamo sempre più increduli verso il contenuto di quello che ci viene proposto? E' anche vero che tendiamo ad attribuire tutta la verità, e senza nessun senso critico, a chi ha guadagnato la nostra fiducia.

Nella nostra società si può notare che la sfiducia aumenta sempre di più. La gente si sente abusata, delusa? e ferita nella fiducia, a causa delle informazioni inesatte e false. Si sente anche ferita a causa della scelta, non solo da quello che è detto ma anche da quello che è evitato, non detto, della verità. Bisognerebbe una volta esaminare a che punto le persone sono ferite perché i mass media ? "il bene nel mondo" e accordano la preferenza alle informazioni negative. Come può una società sviluppare una coscienza positiva riguardo i valori umani e religiosi, se non si parla del positivo e se il positivo non diventa un orgomento? E' su questa base che si pone la domanda sull'importanza di Medjugorje e dei messaggi, sulla la forma di diffusione e di pubblicazione, per la nostra riflessione.

Un anno fa, il 25 marzo '94, la Gospa ci ha dato un messaggio che, secondo me, tocca esattamente questo problema: "Cari figli, oggi gioisco con voi. Vi invito ad aprirvi a me, a diventare uno strumento nelle mie mani per la salvezza del mondo. Desidero, figlioli, che voi tutti che avete sentito l'odore della santità tramite i messaggi che vi do, la portiate in questo mondo affamato di Dio e d'amore di Dio. Io ringrazio tutti voi che avete risposto in tal numero e vi benedico tutti con la mia materna benedizione. Gazie per aver risposto alla mia chiamata."

Non siamo di certo i salvatori del mondo! Siamo degli strumenti nelle sue mani. Il mondo non è nelle nostre mani. La nostra parte è essere strumenti nelle sue mani. La nostra importanza non è forse, cosi', ben delimitata? Noi ci apriamo a Lei per essere strumenti e non per essere formati come dei salvatori.

Non trovo in questo testo nessuna critica verso la nostra società, nessun rimprovero dipreferire il negativo al positivo. Non vi vedo nessuna accusa contro chi porta la responsabilità nella diffusione delle notizie. La Gospa piuttosto parla dell'uomo che desidera il bene, parla di questo desiderio inconscio di santità, dell'uomo che ha fame di Dio e dell'amore di Dio, di ciò che gli uomini non possono dare. La Gospa non parla delle tendenze negative dell'uomo, vede ciò che è positivo, vede nell'uomo il punto sul quale si può costruire la sua salvezza, dove l'uomo può iniziare a camminare verso la pienezza della vita e verso la sua realizzazione. Può uno strumento agire differentemente della mano che lo guida? Possiamo agire in modo diverso da Lei, essere litigiosi, agire con arroganza e accusando gli altri, senza differenza? e senza amore per chi è amato dalla Gospa, mentre Lei ci dona un esempio diverso?

Il teologo Paul Zulehnr, professore di teologia pastorale a Vienna (Austria), durante una sessione per i sacerdoti a Paderborn (Germania), diceva a proposito della rievangelizzazione di che si è allontanato dalla Chiesa, che soprattutto non si dovrebbe rincorrerli per riprenderli. Più velocemente li si rincorrre, più velocemente scappano. Trovo che sia molto vero poiché dobbiamo controllare il nostro zelo e cedere il passo a Dio stesso, che da solo sa come e quando, per tale o tale persona, un incontro con Dio può essere possibile. Il nostro dovere è amare gli uomini e con questo abbiamo già abbastanza da fare.

Nel 1984, lavorando su un film su Medjugorje, ho avuto l'occasione d'incontrare ed intervistare il Vescovo di Mostar, Mons.Pavao Zanic, che ha apertamente espresso i suoi dubbi e la sua avversione. Già all'epoca mi domandavo perché Dio, nella sua saggezza e provvidenza, prima delle apparizioni non avesse previsto per Mostar un Vescovo che facilitasse le apparizioni di Medjugorje. Riflettendo umanamente, potremmo esserci domandati la stessa cosafino ad oggi, non capiamo le relazioni interiori e perché Dio, nella sua libertà, ci dona la nostra propria libertà. E' perché non capiamo perché le cose sono come sono, perché la gente é come é. Per il piano di salvezza di Dio, questo non ha evidentemente nessuna importanza. Forse Vicka ha ragione quando, nella sua esperienza, dice che la Vergine ama in modo uguale tutti gli uomini, anche quelli che noi non amiamo. Anche questo è un segreto che sarà rivelato solo in un'altra realtà.

Il nostro compito è seguire l'appello di Maria, lasciarci toccare dai suoi messaggi. Non c'è ragione che esso sia diverso per chi non ha fatto l'esperienza di Medjugorje. Anch'essi devono lasciarsi toccare dall'appello della Gospa. Lei chiama e non dobbiamo sforzarci a completare questa chiamata, sforzandoci di provare che appare veramente e con sicurezza a Medjugorje. Non crediamo che sia capace di chiamare anche chi pensiamo debbano essere chiamati? Qualche volta si ha l'impressione che Medjugorje sia un terreno d caccia dove si possono vincere dei trofei. Non corriamo forse il rischio di bloccare il cammino di Medjugorje a chi noi vogliamo trasmettere la "nostra" Medjugorje?

Quello che è veramente interessante per il mondo di oggi che ha fame di Dio, è il messaggio che Dio è Amore, che. malgrado i falli e le ferite, Lui ama ognuno di noi personalmente e individualmente. Noi abbiamo bisogno di fare esperienza di ciò che dorme in qualche parte, dentro di noi. Non mi sembra necessario rendere Medjugorje più interessante decorandolo con delle piccole sensazioni. La possibilità di raggiungere il punto al quale miriamo negli altri, e che Dio sceglie per toccarli, è abbastanza ridotta. Non sarebbe abbastanza dire molto semplicemente e quando ci viene domandato, come Dio ci ha toccati? Medjugorje non sarà migliore e più attiva se noi aggiungiamo agli avveninementi e ai messaggi le nostre proprie idee come decorazioni. Madjugorje parla da se stesso attraverso il ruolo che la Gospa ha dato alla parrocchia. Anche le Resoluzioni dell'anno passato esprimono questo punto: il "fenomeno Medjugorje" non ha bisogno di essere completato o correatto. Medjugorje è autentica. La vicinanza della Gospa ne è la garanzia.

Nel lavoro di un giornalista esiste sempre un pericolo: volere sottolineare la verità di quello che si dice, dando l'impressione di disporre d'informazioni particolarmente importanti o esclusive, o d'avere un accesso speciale alla sorgente dell'informazione stessa. Tutto con lo scopo di far accettare l'informazione. Sul mercato delle notizie, l'esclusività è un mezzo che ha molto effetto: si diventa una persona interessante. Questa vicinanza alla sorgente dell'informazione è spesso una illusione e quasi sempre il segno di un'informazione falsa o manipolata che si divulga tanto più velocemente quanto si accorda la sua credibilità all'informatore. La verità non dipende dalla vicinanza alla sorgente. Spesso è al servizio del vantaggio personale dell'informatore e non ha niente a che fare con l'essere o non essere uno strumento nelle mani di Dio. Conduce piuttosto a diventare una vittima della sua propria febbre da cacciatore.

Vorrei attirare l'attenzione su un altro pericolo del lavoro con il pubblico.

Sfortunatamente si sa che le informazioni false si divulgano più velocemente di quelle vere. Forse perché siamo più aperti allo straordinario che all'ordinario. Tutti quello che lavorano nel campo dell'informazione, giornalisti e non, hanno qui una grande responsabilità. Ecco perché vorrei proporre che differenti Centri di Medjugorje nel mondo cerchino d'attirare o di formare dei giiornalisti sufficentemente qualificati che abbiano in mano il mestiere di giornalista. La diffusione della fade e dei messaggi mi sembra altrettanto importante, se non più importante, della diffusione di altre notizie, in generale assicurata da specialisti ben qualificati.

Per finire, ritornerei sul messaggio del 25 marzo 94. " Cari figli, oggo gioisco con voi. Vi invito ad aprirvi a me, a diventare uno strumento nelle mie mani per la salvezza del mondo. Desidero, figlioli, che voi tutti che avete sentiito l'odore della santità tramite i messaggi che vi dò, la portiate in questo mondo affamato di Dio e d'amore di Dio. Io ringrazio tutti voi che avete risposto in tal numero e vi benedico tutti con la mia benedizione materna. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

E' detto "tutti". La Gospa di tutti e pensa a tutti quelli che hanno conosciuto i messaggi e che hanno riconosciuto la loro responsabilità. Non hanno tutti a che fare con il pubblico. Numerose persone del nostro ambiente ci osserverenno esaminandoci, per sapere se Medjugorje potrebbe essere interessante per loro. Dovremo accoglier sempre di più il pensiero di essere lo strumento, lasciando trasparire la mano che lo guida. Questo è anche valido per la spiritualità di Medjugorje. Siamo responsabili della trasparenza della spiritualità di Medjugorje. Attraverso le apparizioni e i messaggi, Dio oggi parla in un modo moderno e contemporaneo, in questo nostro tempo che nasconde tanti pericoli per l'umanità, tante difficoltà per la Chiesa, tanti conflitti, che sembrano senza scopo, tra i popoli. La Gospa parla della "salvezza del mondo", necessaria e nel piano di Dio. Non si tratta di un'apocalisse. E' una chiamata a un nuovo inizio, al rinnovamento del mondo. Dovremmo distinguere il fenomeno Medjugorje e non confonderlo con altri fenomeni di apparizioni. Come una spiritualità di rinnovamento del nostro tempo non come restaurazione dei tempi antichi. Noi che lavoriamo con il "pubblico", portiamo la responsabilità di rendere possibile la continuità dello sviluppo dell'autentica spiritualità di Medjugorje, che siano i messaggi messi al primo posto e non dei desideri generosi che desidereremmo essere uniti a Medjugorje. Siccome gli avvenimenti non sono conclusi, mi sembra poco opportuno fare un collegamento tra i messaggi e l'escatologia generale della salvezza. La Gospa ha scelto questo luogo per dire quello che vi dice. Avrebbe potuto fare in un'altro modo. Ha scelto Medjugorje così com'è e noi dobbiamo prenderlo seriamente.

Ciò che deriva da questo messaggio è che Dio vuole delle persone rinnovate per una nuova epoca e una nuova Chiesa. Medjugorje non è, lo credo fortemente, una semplice polvere cosmetica lanciata sulla Chiesa e il mondo in difficoltà. Nei messaggi è ripetuto che l'uomo è chiamato alla pienezza della vita con Dio. La Chiesa riceverà un volto nuovo e un aspetto nuovo. Noi siamo chiamati a collaborare come strumenti, dobbiamo pensarci ancora e cambiare il nostro lavoro di giornalista, con le sue abitudini, i suoi usi e le sue leggi. Dobbiamo riscoprire la dignità della persona che riceve le informazioni e, per amore nei suoi confronti, dobbiamo trasmettere delle verità che possono costruire la personalità di chi le ascolta, per rendere possibile un contatto con Dio. Dobbiamo trasmettere delle notizie che provochino la fame di Dio e del suo amore e che li soddisfino. Dove si possono formare dei giornalisti pronti per questa responsabilità, se non là dove si respira il profumo della santità.

Hans Schotte , 1995

Hans Schotte - nato nel 1944. Diplomato presso il ginnasio serale episcopale di Essen. Studia teologia, filosofia e porta a termine lo studio della pedagogia dei media presso l'Università di Bonn. Dopo una pluriennale attività giornalistica e dopo aver ricoperto l'incarico di direttore dell'Ufficio Stampa Episcopale di Augsburg, si occupa di attività giornalistica per l'opera missionaria cattolica MISSIO a Monaco (Germania). Dal 1983 opera presso la diocesi di Augsburg come pedagogo dei media e giornalista cinematografico. Grazie alle esperienze fatte nei numerosi viaggi in Asia, Africa ed America Latina, ha diretto e distribuito anche una quarantina di documentari per la televisione ed a favore dell'attività pedagogica ecclesiastica tra i quali vi sono anche due progetti televisivi su Medjugorje come luogo di pellegrinaggio. Al momento Hans Schotte sta lavorando ad un nuovo film su Medjugorje.

 

Perché Dio possa vivere nei vostri cuori, dovete amare.

`