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www.medjugorje.ws » Eco di Maria Regina della Pace » Eco di Maria Regina della Pace 115 (Novembre 1994)

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Novembre1994 - Mese di tutti i Santi -Indir.: Eco di Medjugorje,cas.post.149,46100 Mantova, Italia
A.9 - n.11, Sped. abb. mens.pub. inf. 50%., Aut. Trib. MN, 13: 8.11.86, Fax 0376/245075,ccp 10799468
Ecco il messaggio di Maria del 25.09.94:
Cari figli, Io gioisco con voi e vi invito
alla preghiera. Figlioli, pregate secondo la
mia intenzione. Le vostre preghiere mi sono
necessarie. Per mezzo di esse desidero av-
vicinarvi a Dio: Lui é la vostra salvezza.
Dio mi manda per aiutarvi e condurvi
in Paradiso, che é la vostra mèta. Per que-
sto, figlioli, pregate, pregate, pregate. Gra-
zie per aver risposto alla mia chiamata.
Maria vuol condurci alla mèta
mentre siamo fermi alla terra.
Io gioisco con voi...con chi gioisce Maria?
Forse con i figli di quella terra che hanno
goduto la presenza del «Figlio più amato»,
realizzando il sogno dei Padri! (25 sett.). O
non si tratta forse della gioia incontenibile che
la Madre prova nel vedere quei figli che l’ascol-
tano, che pregano e quindi l’aiutano a condurli
dall’esilio terreno alla Patria? La Madonna
guarda molto oltre le nostre vicende terrene e
gioisce che i nostri nomi siano scritti nei cieli
(Lc 10,20).
Dio mi ha mandato per aiutarvi e per
condurvi in Paradiso. Non c’è altra mèta, non
ha altro senso la vita. La Madonna ci ricorda il
vero scopo della vita, tutta proiettata secondo
il Vangelo al Regno dei Cieli, per contrastare
la mentalità corrente che concentra la nostra
attenzione e il nostro sforzo al benessere di
quaggiù.
Difatti l’influsso della mentalità materiali-
stica è arrivato a eliminare quasi del tutto
persino dalla predicazione cristiana la morte, il
giudizio, la risurrezione, l’inferno e il paradiso,
ritenute da molti favole da bambini, assieme al
demonio, con il conseguente venir meno della
coscienza del peccato. Così la generalità dei
cristiani dimentica la dimensione escatologica
(cioè il futuro eterno che ci aspetta) e si allinea
tragicamente alle attese mondane di sviluppo e
di progresso, nella costruzione di un ordine
terreno, che ignora la «diversità» del cristiano
il quale è in attesa della beata speranza e vive
il suo tempo di prova sulla terra come in esilio:
La vostra patria é nei cieli (Fil 3,20).
Pregate secondo la mia intenzione. Altre
volte aveva detto: le mie intenzioni. Questa
volta, dal contesto, punta non a necessità con-
crete o a scopi pur buoni della nostra esistenza
terrena, ma all’ unum necessarium, a ciò che è
il fine ultimo ed eterno: Dio nostra salvezza,
dove tutto è compreso, anche la pace e la bontà
di questa vita, come anticipo dell’altra. Mentre
siamo sommersi da problemi sempre più gravi
e irrisolvibili, e le vicende politiche e sociali
sembrano l’unico interesse che assorbe la vita,
la Madonna ci conduce all’essenziale, a ciò
che non passa. Sembra dirci: Ciò che non è
eterno non è niente;
e che vale all’uomo gua-
dagnare il mondo intero, se poi perde la pro-
pria vita? (Mc 8,36).
Ma Lei ha bisogno delle nostre preghie-
re: Chi ha creato te senza di te, non può
salvare te senza di te (S.Agostino). Pregai...-
implorai e mi fu dato lo Spirito di Sapienza
(Sap 7,7)
per capire che possedere Dio vale più
di tutti i beni terreni: ciò che il giovane ricco
non ha capito e difficilmente si è salvato. Ma
salvarsi non è possibile presso gli uomini, ma
è possibile presso Dio (Mc 10,22-27).
Per
questo occorre pregare per ottenerlo.
Quindi le vostre preghiere mi sono ne-
cessarie. Ma la preghiera che Lei chiede a noi
non è il Rosario? la catena con cui ci porta a
Dio? Così voleva prepararci con il messaggio
di fine settembre al mese del SS. Rosario, di
quel Rosario che è l’arma della sua vittoria!
Afferriamola anche noi!
Le nostre cristianità «evolute»
di fronte al «Pregate, pregate...!»
La Madonna fa eco alla parola di Gesù:
Bisogna pregare sempre senza stancarsi mai
(Lc. 18)
. Ma le nostre cristianità «progredite»
ci credono? Certo ammettono il fatto preghiera
(ci vorrebbe altro!), ma storcono il naso quan-
do si scende alla pratica della preghiera, come
essenza della vita cristiana e fanno capire che
si deve cambiare registro: e i sacerdoti dietro a
loro.
Succede spesso che nelle parrocchie quelli
che hanno scoperto la preghiera come l’essen-
ziale, vengono emarginati di fronte alla urgen-
za del «fare». Così al richiamo occorre prega-
re, pregare, pregare
e poi fare, essi oppongono
in pratica: fare, fare, fare e poi pregare, se c’è
tempo! Eppure senza di Me non potete fare
nulla,
dice Gesù.
Pregate, pregate, pregate! Non a caso la
Madonna da 13 anni ci martella così, pur con
la sua delicatezza materna, tanto è rovinosa e
senza scampo la china in cui si sta precipitan-
do. Non ci siamo ancora accorti che la Ma-
donna ci propone un radicale capovolgi-
mento delle cose?
Senza la debita apertura a
Dio, che opera sempre, ci siamo lasciati irretire
dai canoni, in apparenza gratificanti, dell’effi-
cientismo mondano, facendo diventare la no-
stra «missione» una concorrenza, e per di più
scadente, all’efficientismo umano.Con la con-
seguenza di una sterilità sempre più evidente.
Maria invita all’attività principale dell’uo-
mo, la preghiera, nella quale facciamo interve-
nire Dio , che manda il suo Spirito e la sua
potenza. Allora parleremo e agiremo sì, ma nel
nome del Signore Gesù
! Andremo sì, ma mossi
dallo Spirito di Gesù; getteremo le reti, ma nel
nome del Signore. E tornerà a essere il Signore
a salvare, non l’uomo, e noi porteremo molto
frutto
.
Ma quella di Maria è una voce profetica
ben poco ascoltata, che vuol distoglierci da un
modo sbagliato di affrontare i mali del >
Ecco il Messaggio del 25 ottobre 1994
Cari figli, Io sono con voi e anche oggi
gioisco perché l’Altissimo mi ha fatto dono
di stare con voi, di istruirvi e di guidarvi
sulla via della perfezione.
Figlioli, desidero che voi siate un mera-
viglioso mazzo di fiori da offrire a Dio nel
giorno di tutti i Santi. Vi invito ad aprirvi
e a prendere i Santi come vostri modelli. La
Madre Chiesa li ha scelti perché siano per
voi uno stimolo per la vita quotidiana.
Grazie per aver risposto alla mia chiama-
ta.
Io sono con voi per farvi santi
Imitate i santi
Io sono con voi: è il principale e il più
ripetuto di tutti i messaggi. Anche oggi Maria
gioisce perché Dio le ha dato di essere con
noi
nei tempi presenti in modo singolare e
straordinario, come maestra e guida sulla via
della perfezione:
perché questo è il fine di noi
cristiani creati per essere santi e immacolati al
cospetto di Dio nell’amore, come figli adottivi
(Ef 1,4); siate perfetti come il Padre vostro
celeste (Mt 5,48)
.
Io sono con voi: “Noi non siamo consa-
pevoli di quanto Dio ci ha dato attraverso
Maria; purtroppo lo capiremo quando sarà
tardi. Dio ha mandato Maria tra noi in questo
tempo perché si prenda cura di noi come una
mamma. E voi sapete bene quanta preoccupa-
zione vi è da parte di una mamma verso il
figlio, quante volte si alza durante la notte per
guardarlo: anche nel sonno è legata ad esso”
(P.Tomislav V.,I^vol,26.10.85). Ella ci terrà
sotto le sue ali anche nei tristi eventi che ci
aspettano.
Lei ci vuol presentare come un mazzo di
fiori, letteralmente un bouquet, un omaggio
floreale al Dio tutto Santo per averci fatto
partecipi della sua santità in modo che arri-
viamo alla nostra santificazione (cfr 1Cor
1,2)
. Il mazzo però è composto>> (a pag. 6)
>mondo. Come opporre alla potenza di satana
le cartucce bagnate dei nostri incontri, discus-
sioni, ordini del giorno, metodologie e pro-
grammi ben elaborati e mucchi di carte a non
finire? Tutta roba che fa ridere il diavolo,
perché non mettiamo in moto con la nostra
fede l’Unico che lo può sconfiggere. E venia-
mo sconfitti anche noi mentre crediamo di
servire alla causa ( quella vera?). Lei ripete: è
Dio che ci salva.
d. Angelo
Maria ci invita a imitare i Santi. La Chiesa antica ce li poneva sempre davanti come modelli.
115
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Festa delle famiglie
col Papa in Piazza S. Pietro
"Voi siete Chiesa domestica,
voi siete gioia e speranza!"
L’8 ottobre sera tutta Piazza S.Pietro era
una fiaccolata per il gioioso incontro mondiale
del Papa con le famiglie provenienti dai 5
continenti. Un pomeriggio di festa, di canti, ma
soprattutto di testimonianze di vita famigliare
vissute, ad ogni latitudine, con coraggio e con
fede cristiana. In un discorso appassionato, per
metà letto e per metà improvvisato, così ha
detto il Papa tra l’altro:
Famiglia, che dici di te stessa? Troviamo
una risposta già nei primi tempi cristiani: «Io
sono la Chiesa domestica». Vediamo lo stesso
parallelismo: Famiglia-Chiesa: dimensione
apostolica e universale della Chiesa da una
parte; dimensione famigliare, domestica, della
Chiesa dall’altra. L’una e l’altra vivono delle
stesse sorgenti. Hanno la stessa genealogia in
Dio Padre, Figlio e Spirito Santo e si costitu-
iscono attraverso il grande mistero del divino
Amore...
E parallelamente alla vita consa-
crata, di cui si parla nel Sinodo: Non è vero che
gli sposi nel Sacramento del matrimonio si
consacrano quasi a Dio? Si consacrano per
creare un ambiente d’amore e di vita. Amore
e vita: questa è la vostra vocazione.
Ricordando i documenti e le catechesi sulla
famiglia di questi ultimi tempi, il Papa parla
del merito imperituro di Paolo VI per averci
donato l’Enciclica Humanae Vitae (’68), a suo
tempo non compresa in tutta la sua portata, ma
che col passare degli anni è venuta rivelando
la sua carica profetica. In essa il grande Papa
indicava i criteri per salvaguardare l’amore
della coppia dal pericolo dell’edonismo
egoistico che, in non poche parti del mondo,
tende a spegnere la vitalità delle famiglie e
quasi sterilizza i matrimoni...
Poi lascia i fogli e parla a braccio: Caris-
simi, queste luci che si vedono vengono da
tutto il mondo. Ogni famiglia porta una luce, è
una luce, un faro che deve illuminare la strada
della Chiesa e del mondo futuro...
Cari sposi, la comunione dell’uomo e
della donna nel matrimonio risponde alle esi-
genze proprie della natura umana ed è insieme
un riflesso della bontà Divina, che si fa pater-
nità e maternità. La grazia sacramentale - del
Battesimo e della Cresima prima, del Matri-
monio poi - ha immesso un’onda fresca e
possente di amore soprannaturale nei vostri
cuori. E’ amore che scaturisce dal seno della
Trinità di cui la famiglia umana è immagine
eloquente e viva; è una realtà che vi aiuta a
santificare le gioie, ad affrontare le difficoltà
e le sofferenze, a superare le crisi e i momenti
di stanchezza; è per voi sorgente di santifica-
zione e forza di donazione e cresce con l’ora-
zione costante e la partecipazione ai Sacra-
menti della Riconciliazione e dell’Eucaristia.
Forti di questo sostegno soprannaturale, siate
pronte, care famiglie, a «rendere testimo-
nianza della speranza che è in voi» (1Pt 3,15).
La vostra sia sempre una testimonianza di
accoglienza, di dedizione e di generosità. Con-
servate, aiutate, promuovete la vita di ogni
persona, specialmente di chi è debole, infermo
o handicappato; testimoniate e seminate a
piene mani l’amore alla vita. Siate artefici
della cultura della vita e della civiltà del-
l’amore. Nella Chiesa e nella società questa è
l’ora della famiglia. Essa è chiamata a un
ruolo di primo piano nella nuova Evangeliz-
zazione. Dal seno di famiglie dedite alla pre-
ghiera, all’apostolato e alla vita ecclesiale,
matureranno genuine vocazioni non solo per
la formazione di altre famiglie, ma anche per
la vita di speciale consacrazione.
Famiglia! che dici di te stessa? «Ecco, io
sono». Perché tu sei? Io sono perché Colui che
ha detto di se stesso «Solo Io sono quello che
sono» mi ha dato il diritto e la forza di essere
«io sono», sono famiglia, sono l’ambiente del-
l’amore, della vita.
Che dici allora di te stessa? Io sono gaudium
et spes (gioia e speranza). E così possiamo
terminare questa improvvisazione, perchè ci
sono le carte è vero, ma metà del mio discorso
è stato improvvisato, dettato dal cuore e ri-
cercato da parecchi giorni nella preghiera.
Il giorno dopo, domenica 9, 200.000 per-
sone, giunte da ogni parte del mondo, hanno
partecipato alla Concelebrazione eucaristica
presieduta dal Papa, il quale nell’omelia ha
dato alle famiglie una consegna: Ecco, questo
dice Gesù a tutte voi oggi: «Andate in tutto il
mondo e ammaestrate tutte le famiglie,
annunziando loro il Vangelo della salvezza
eterna
». Red.
discussione sui problemi reali dello sviluppo
umano, in combutta nientemeno con gli
integralisti islamici!» In realtà anche questo
pronunciamento europeo è imbevuto di men-
talità individualistica ed esclude la famiglia
come fattore centrale della crescita della so-
cietà a tutti i livelli, esclude il concetto di
procreazione responsabile e non prevede nes-
suna forma di sostegno per le maternità difficili
o anche indesiderate, che non sia la soppres-
sione della nuova vita. Red.
Al Cairo si è evitato il peggio
ma non si è lavorato per la vita
Difatti, per la determinante posizione del
Vaticano e di altri Stati, sono stati tolti i punti
più negativi del documento preparatorio, come
per es. l’affermazione dell’«aborto come me-
todo di controllo delle nascite»; ma non sono
stati chiaramente risolti problemi fondamen-
tali, come il valore della vita, i diritti della
famiglia e lo sviluppo economico e sociale dei
popoli meno abbienti, unico mezzo per arriva-
re alla procreazione responsabile: ma ciò esi-
geva un salto di qualità inconcepibile da parte
dei paesi ricchi. Per contenere la sovrappo-
polazione del mondo rimane solo, per loro, la
riduzione programmata delle nascite (con i
metodi che sappiamo).
E’ stato già un buon risultato che il docu-
mento finale della Conferenza dica di tutelare
la famiglia e il matrimonio, la condizione
sociale delle donne e altri punti, diciamo così,
teorici. «Ma la S. Sede -aggiungeva il capo
delegazione Vaticano Mons. Martino- a mo-
tivo della sua specifica natura, non ritiene
opportuno unirsi al consenso sui capitoli ope-
rativi del documento». Il che significa che,
oltre ai vaghi ideali umanitari affermati dalla
Conferenza, nei capitoli operativi è emersa la
radicale inconciliabilità di essi con la fede
cristiana. Su tutti la inclusione dell’aborto come
fattore componente la sanità e tra i metodi da
usare, e la assoluta inesistenza di un serio piano
di educazione sessuale degno dell’essere uma-
no. Il Vaticano ha dovuto precisare, di fronte ad
alcuni malintesi, che non ha modificato la sua
posizione morale riguardo all’aborto e agli
anticoncezionali, alla sterilizzazione o all’uso
di profilattici nei programmi di prevenzione
dell’AIDS.
In conclusione di questa vicenda desolante
per l’umanità intera, vogliamo sottolineare che,
alla radice, il conflitto tra Vangelo e pro-
grammi dell’ONU, tra il pensiero di Cristo
(1Cor 2,16) e il pensiero del mondo, non è
solo occasionale, ma conseguenza di una men-
talità di fondo che rende la cosiddetta morale
laica inaccettabile al cristiano. Difatti nel testo
ufficiale delle «riserve della S. Sede», parlando
di etica sessuale, si dice che «il Documento del
Cairo rimane marcato da una interpretazione
individualistica (e quindi egoistica) della
sessualità, che non rivolge la dovuta attenzione
all’amore reciproco e alla capacità di decisione
che caratterizza il rapporto coniugale».
Il conflitto è destinato a ripresentarsi ogni
volta che i potenti dell’occidente, che si ritiene
sviluppato (ma non lo è), vorranno pensare a
delle iniziative in campo morale. E così si
spiega anche una risoluzione del Parlamento
Europeo (29 sett.) che ha deplorato il Vaticano
(quindi anche il Papa) per l’atteggiamento te-
nuto al Cairo, in quanto ha fatto «sviare la
Voci dal Sinodo per i religiosi:
la vita consacrata scelta d'amore
Il S. Padre ha aperto il 2 ottobre il sinodo
dei Vescovi che ha come tema La vita consa-
crata e la sua missione nella chiesa nel mondo
,
ricordando che le Comumità religiose sono
chiamate a un impegno di perfezione, chiara-
mente espresso da Cristo nel colloquio con i
giovani:
Se vuoi essere perfetto...(Mt. 19,21).
E nell’Angelus dello stesso giorno: La loro
scelta di vita specialmente, mediante la pratica
dei consigli evangelici di castità, povertà, e
obbedienza, non è che una grande scelta
d’amore
, si direbbe una sovrabbondanza
d’amore. Essa nasce dall’ascolto della voce di
Gesù: Se vuoi essere perfetto, va’, vendi...poi
vieni e seguimi!. L’adesione a questo invito
colloca i consacrati nel cuore stesso della
Chiesa...E la loro diventa un’esistenza-se-
gno: tutto in loro deve echeggiare il grido di
amore dell’apostolo Paolo: per me vivere è
Cristo (Fil. 1,21)...
I consacrati, infatti, proprio perché dediti
totalmente a Dio, si sentono anche natural-
mente votati, a seconda dei carismi propri di
ogni Istituto, al servizio dei fratelli special-
mente dei più poveri. Il consacrato è per
antonomasia il «fratello universale», su cui gli
altri fratelli sanno di poter sempre contare,
trovando ascolto, accoglienza, condivisione. Il
servizio più specifico che ai consacrati è oggi
richiesto è di andare incontro alla più grande
delle povertà del nostro tempo: a causa del
rifiuto di Dio, molti oggi hanno smarrito il
senso della vita. Il consacrato si pone in mezzo
a loro come vivente profezia dell’amore
salvifico di Dio e, per ciò stesso, come testi-
mone di gioia e di speranza, come costruttore
di futuro nella prospettiva del Regno.
Le altre confessioni cristiane, compreso il
Patriarca di Mosca, hanno dato la loro testimo-
nianza il 15 ottobre. Tutti a dire la loro com-
mossa gratitudine e felicità per la comunione
di vita con la Chiesa cattolica sperimentata in
quei giorni: gli ortodossi la venerazione da cui
è circondata la vita monastica nelle loro Chie-
se; i luterani e i riformati, la riscoperta della
vita consacarata nelle loro comunità: «Dopo la
distruzione di ogni ordine religioso, a distanza
di secoli, lo Spirito Santo ha scosso anche le
nostre comunità, facendovi germinare la sete
della consacrazione totale a Dio, rifacendoci a
S. Benedetto e a tutta la tradizione spirituale
precedente alla riforma».
Gli interventi di alcuni Vescovi, come il
Card. Messner e l’algerino Duval, avevano
tutta l’ispirazione e il vigore dei primi Padri
della Chiesa: «Dopo la secolarizzazione che ha
fatto perdere il senso di Dio, non resta altra via
per raggiungere le coscienze che questa: la
testimonianza di vite in cui Dio si specchia,
perché possedute da Lui risultano essere mo-
tivo di attrazione e promessa di più piena
realizzazione della propria vita. E i religiosi
sono loro i testimoni più credibili appunto
perché in essi la presenza di Dio si fa più
trasparente» (5 Ottobre).
Madre Teresa di Calcutta ha detto il 6
ottobre: «La nostra vita come religiose e so-
prattutto come donne deve essere quella di
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Pregare é vivere un rapporto vivo
con Dio che cambia completamente
ogni atto della vita
All’inizio delle apparizioni della Madonna
a Medj. la gente ha subito scoperto un profondo
bisogno di pregare. La presenza della Madonna
o di un santo o di qualsiasi momento straordi-
nario di grazia apre la nostra anima a Dio e ci
fa conoscere la strada per andare a Lui.
Noi possiamo avvicinare Dio solo nella
preghiera, ma in una preghiera che coinvolge
tutto il nostro essere e lo porta a Dio, come una
pianta che gira verso il sole perché vi trova il
centro della sua esistenza; così si scopre il tesoro
nascosto nelle nostre anime, si mette Dio al al
primo posto, ci si immerge in Lui.
Alla presenza straordinaria della Grazia,
l’uomo scopre come è facile e naturale pregare.
Dobbiamo soltanto creare le condizioni dentro
di noi: nella nostra mente, nel nostro cuore,
nella nostra famiglia e nella nostra giornata. Se
non prepariamo tutto perchè avvenga questo
incontro semplice con Dio, la nostra preghiera
diventa pesante, impossibile e cerchiamo inu-
tilmente tanti maestri e tanti libri.
Preghiera come spazio per Dio - La Ma-
donna, a Medj., nel messaggio del 2.10.86 ci
parla di un tempo da dare a Dio per la preghie-
ra, in cui nessuna persona o cosa è importante
fuorché Dio
. Vedete, la Madonna ci prepara e
desidera che noi prepariamo lo spazio per la
preghiera, che capiamo l’importanza della pre-
ghiera, fino a dire: “Io desidero adesso essere
immerso in Dio”. Questo cammino ci prepara
a una apertura quotidiana, continua verso Dio,
a sentire la presenza di Dio. Allora non potremo
essere staccati da Dio nel nostro quotidiano.
Noi sentiremo la presenza di Dio, un bisogno di
Dio. Sentiremo un beneficio dalla sua presenza,
sentiremo il bisogno di essere gioiosi in Dio.
E’ per questo che la Madonna ha detto:
Consacratevi ogni mattina al mio Cuore Im-
macolato, la vostra giornata sarà diversa.
Questa apertura che avviene tramite la preghie-
ra cambia totalmente la nostra vita. Come
nella preghiera noi incontriamo Dio in tutta la
sua bellezza, la sua ricchezza, così abbiamo
bisogno di stare in rapporto con Lui tutto il
giorno. Questo rapporto era normale per i Santi,
per la gente semplice.
Potete vedere in Gen 24 come Abramo
mette tutto in questo rapporto con Dio, anche il
suo futuro. Abramo decide di far sposare suo
figlio Isacco restando sulla strada delle promes-
se di Dio, non vuole fare null’altro che quello
che Dio vuole. Manda allora un suo servo nel
paese di origine perchè porti una ragazza della
sua stirpe per suo figlio. Il paese è lontano. Il
servo compie tutti i passi con Dio. Prega per
ogni passo. Chiede da Dio i segni e Dio lo
precede, lo porta dalla ragazza giusta, alla fami-
glia giusta.
Oggi non si fa così. I ragazzi si accompa-
gnano con le prime ragazze che trovano e
viceversa. Non c’è immersione in Dio. Tutte le
cose, tutte le persone, tutti gli avvenimenti
devono entrare in questo rapporto con Dio.
Quando noi preghiano, entriamo in questo rap-
porto, ma non soltanto per stare qualche attimo
con Dio, ma per entrare in un rapporto di vita
con Lui. Allora, quando la persona vive in un
continuo rapporto con Dio scopre come tutte
le sue parole, i suoi desideri, i suoi pensieri
rientrano nel programma che Dio ha per ognuno
delle sue creature. Si scopre che cos’è la vita
cristiana. Allora si può sentire la grandezza di
Dio, la bellezza di vivere con Dio.
Finché non entriamo in questo rapporto, la
nostra vita di cristiani resta superficiale, non
diventiamo consapevoli del fatto che Dio è il
padrone della nostra vita, che Dio ci dà la vita,
che Egli è il padrone del nostro passato, presen-
te, futuro. Non scopriamo che in Dio stanno
tutti i nostri problemi e che da Dio vengono
tutte le risposte ad essi, anche per le cose più
insignificanti. Vedete, nel Vangelo ci sembra
una cosa superficiale che durante il banchetto
delle nozze di Cana gli invitati fossero già
ubriachi. Eppure Gesù trasforma l’acqua in
vino. Sembra irrilevante questo fatto. Ma è
bello capire come tutte le cose stanno in Dio,
che possiamo contare su di Lui in ogni situazio-
ne, perché Egli è presente, vuole farsi presente.
Anche quando non sembrava che fosse il mo-
mento per Gesù, la Madonna ha semplicemente
detto: Fate tutto quello che Vi dirà.
Dio Padre vuole farci capire che ogni uomo
è prediletto al Suo Cuore. Sapete cosa vuol
dire “prediletto”? Vuol dire sentirsi amati da
Dio dentro, sentire che l’amore penetra tutto di
noi. E’ nella preghiera che tutto questo si può
vivere se noi siamo aperti dal di dentro.
Pregare con il cuore - La Madonna ci
invita per questo a incontrare Dio con il cuore.
Ecco che allora la nostra preghiera deve pre-
valere su ogni situazione.
Perchè deve preva-
lere? Perchè in ogni contesto, in ogni condizio-
ne riceviamo sempre più da Dio che dagli
uomini, che dalle cose. Egli sempre ci aiuta,
sempre desidera donarci ciò di cui abbiamo
bisogno; con Dio siamo più felici, più sereni e
gioiosi. Quando preghiamo con il cuore è perchè
siamo innamorati di Dio e sentiamo nel cuore
che nessuno può amarci quanto ci ama Lui. Se
preghiamo con il cuore sentiamo come Egli ci
attrae, sentiamo che nessun’altra cosa può por-
tarci a Lui.
Maria, che in questo desidera esserci guida,
ci consiglia di vivere la nostra giornata scan-
dita dal ritmo della preghiera.
Al mattino
mettersi davanti a Dio e, invocando il Suo
Spirito, leggere la parola del Vangelo, sce-
gliendo quel passo che più ha colpito il cuore.
Durante la giornata riprendiamo con amore
questa parola e, meditandola nel cuore, faccia-
mo sì che ci accompagni durante tutto il nostro
operato. Alla sera troviamo un pò di tempo per
pregare, ringraziare Dio e confidare a Lui ogni
nostra manchevolezza per poterci addormenta-
re in pace, lasciando che la nostra anima con-
tinui incessantemente a far salire la nostra pre-
ghiera a Dio.
La preghiera e le preghiere - Come devo-
no essere le nostre preghiere? Dobbiamo, a
questo punto, discernere tra la preghiera e le
preghiere. Le preghiere sono tante e diverse:
comunitarie, formali, vocali etc. Naturalmente
esse sono importanti in quanto, come essere
umani, viviamo nella “forma” del nostro corpo
umano, nella forma della nostra mente, nella
forma sociale. Ma molto importante è che que-
ste preghiere siano pregate con il cuore.
Come vedete, la nostra vita cristiana è im-
mersa nella preghiera.
La Madonna. Chiama in particolar modo
alla preghiera personale, alla preghiera in fami-
glia, alla preghiera della Chiesa. Punto centrale
di questa preghiera è la Confessione e la S.
Messa come Sacramenti di introduzione al cam-
mino e alla vita di ogni cristiano.
La preghiera non è però solo importante dal
punto di vista individuale, ma essa è per il
beneficio di tutta la Chiesa, di tutta l’uma-
nità.
Nella preghiera si scopre la chiamata di
Dio per ogni uomo. Anche Mosè, come S.
Francesco, doveva ritirarsi in preghiera per
scoprire il tesoro nascosto che era in lui.
Spesso abbiamo sentito dalla Vergine come
con la preghiera si possono fermare anche le
guerre. Ma quale preghiera ferma le guerre? La
preghiera che ci unisce a Dio. Sappiamo che
Mosè pregava con le braccia alzate mentre
Israele combatteva e, mentre Mosè pregava,
Israele vinceva. Ecco la forza della preghiera!
La preghiera è anche fonte di lode e di adora-
zione a Dio che ci fa tuffare in Lui, immergere
in Lui per gioire di Lui e in Lui.
P. Tomislav Vlasic’
(Da una meditazione a Briatico (CZ) - 22.01.94)
aver sete con Gesù e di assumere su noi stesse
la sete della nostra gente... Per essere in grado
di divenire vere donne consacrate è necessario
innamorarci sempre più di Gesù
. I nostri
voti, il nostro apostolato e la nostra vita comu-
nitaria sono il frutto del nostro amore e della
nostra unione con Gesù.
Il voto di castità ci rende totalmente libere
di contemplare Dio e di prestare il nostro
gratuito servizio a tutti gli uomini... Ella ha
invitato tutte le suore a guardare alla Vergine
«che è stata la prima donna consacrata. Noi
dobbiamo diventare pure e umili come Ma-
ria
, così da diventare sante. La nostra vita
consacrata dovrebbe essere una vita di amore-
vole fiducia, totale sottomissione e gioia, come
lo furono la vita di Gesù e quella di Maria nel
Vangelo».
Singolare omaggio al Papa
tra umorismo e commozione
Un omaggio veramente toccante quello che
il Card. Presidente O’Connor ha fatto al Sinodo
dei religiosi per il 16° anno di pontificato di
Giovanni Paolo II. All’inizio ha assunto un
tono scherzoso: «Stando alle notizie che dànno
il Papa gravemente ammalato e quasi moribon-
do dovrei chiedermi: E’ il Santo Padre che ora
siede qui nell’aula sinodale, o un sosia, una
comparsa? Un Papa così malato non potrebbe
star qui ora dopo ora, giorno dopo giorno,
sempre vigile e attento, mentre non pochi di noi
dormono! Sappiamo bene che Lei non ha biso-
gno di sosia, è lo stesso Papa che conosciamo da
16 anni sempre forte e instancabile e che lavora
molte più ore al giorno di quanto potrebbe
sopportare la maggior parte degli uomini con la
metà dei suoi anni. Possiamo dire al mondo che
Lei è pronto a servirci per altri 16 anni». Così
ha detto il Cardinale, suscitando l’ilarità gene-
rale.
Poi ha aggiunto: «Parlando seriamente,
Santo Padre, pur riconoscendola quale vicario
di Cristo in terra, sappiamo anche che Lei è un
essere umano e La amiamo e riveriamo come
tale. Lei soffre per Sarajevo e per il Ruanda, per
Haiti e per l’Irak, per dovunque si versa sangue
umano, per ovunque gli esseri umani soffrono...
Lei è dilaniato con i bambini strappati dal ventre
delle madri. Lei piange per il mondo, così come
Cristo ha pianto per Gerusalemme...Ricorderà,
come le ho raccontato, che uno dei miei sacer-
doti, al quale sono state amputate entrambe le
gambe, mi ha pregato di dirle che offriva tutte
e due le gambe affinché la sua guarisse presto».
A questo punto tutti si alzarono nell’aula, i
Vescovi, i religiosi, i rappresentanti delle altre
Chiese, ad applaudire, e anche il Papa ha ap-
plaudito. Noi tutti ci uniamo a quell’applauso e
vogliamo offrirci interamente a pregare e a
lavorare per lui.
«Con Maria, con il Papa, per la vita»
E’ il tema del raduno di migliaia di amici al
Palatrussardi di MI il 16 ottobre: tutti a pregare!
La sintesi della giornata: Tre Rosari meditati, la S.
Messa e la coinvolgente Adorazione meditata e
guidata da Padre Slavko. Mirjana e Marja ci hanno
parlato della loro serena vita di mamme. Toccante
la testimonianza della ginecologa milanese, madre
di sette figli: assiste quotidianamente le mamme
che aspettano un figlio, spesso mal consigliate. Il
Dr. G. Mattalia con molta semplicità, ha indicato i
pericoli dello strisciante rischio eutanasia.
«Dobbiamo svegliarci», così Padre Slavko:
occorre pregare e anche «gridare» contro gli orrori
di questa società amante della morte. Smetterla di
pensare che «altri lo faranno», dobbiamo noi
diventare parte attiva e testimoniare quotidiana-
mente la nostra fede. (Gianni Romolotti)
* Giovanni Paolo II: Varcare la soglia della
speranza, Ed. Mondadori. Il Papa risponde a tutti
i problemi dell’uomo d’oggi. Mai successo più
strepitoso per un libro: già 20 milioni di copie.
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Tempi nuovi: non parlare tanto
di Medj. ma vivere la pace e diffonderla
La rubrica «Cosa pensa di Medjugorje?»
della rivista Glas Mira, agosto ’94, riporta
queste parole che P. Tomislav
ha detto in una
predica a Medj. nel giugno ’94:
«Non parlate troppo di Medj., ma fate di
tutto perché gli uomini si capiscano, perché la
pace e la gioia entrino in loro. Tutto ciò sarà
facile se qui a Medj. vi riempite di pace e di
gioia e vi decidete oggi a portare pace e gioia.
Pieni di gioia e di pace corriamo incontro
agli avvenimenti, non come coloro che diffon-
dono paura per il nostro domani, ma come
quelli che gioiscono per l’incontro con il Padre
eterno e Gesù Cristo. Iniziamo un tempo nuovo
nella nostra vita: un tempo nuovo per la nostra
famiglia, per questa parrocchia e per il mondo
intero. Che la Regina della Pace versi la Sua
pace nei nostri cuori e attraverso ogni pellegri-
no scorra questa pace su tutta la terra.
Cosa pensa il Provinciale francescano
Ecco l'aperta testimonianza del P. Tomislav
Pervan, nuovo superiore francescano di
Erzegovina, sulla presenza di Maria a Medj.
:
“Con Medj. mi sento fortemente legato fin
dall’inizio, anzi dall’agosto 1982 fino all’otto-
bre 1988 vi sono stato anche parroco. Su Medj.
sono stati scritti grossi fascicoli, molti libri,
opuscoli, riviste; è stata registrata una così gran
quantità di materiale e quei fatti sono così
presenti in tutta la Chiesa cattolica, da poter
dire che Medj. ha avuto, ha e credo che avrà in
questo scorcio del secondo millennio un ruolo
fondamentale nel rinnovamento della Chiesa.
Checché ne pensino altri, in Medj. vedo
realizzarsi un’autentica riproposizione della
Bibbia e dei tempi biblici, un nuovo capitolo
della storia della Chiesa, un intervento del
Cielo quale unica e vera Potenza nell’ambito
delle cosiddette grandi potenze della terra. Per
la mia struttura spirituale, mi sento più realista
che uomo facile all’entusiasmo, mi sono for-
mato in teologia nelle scuole di lingua tedesca,
conosco bene le conquiste della teologia mo-
derna e delle scienze bibliche; ma sono altret-
tanto convinto che non è la scienza a possedere
l’ultima parola, bensì lo Spirito Santo, il quale
anche oggi agisce nella Chiesa e nel mondo.
secondo me la sua azione a Medjugorje per
mezzo di Maria è indiscutibile. I frutti sono
così grani e così numerosi, che il negarli sareb-
be peccato contro lo Spirito Santo.
Per quanto riguarda il giudizio su tali feno-
meni, la Chiesa nella sua prassi prevede non
due ma tre possibilità. Essa può dire: “E’
evidente che tali fenomeni sono veri”; oppure:
“ Non è evidente che siano veri”; oppure: “ E’
evidente che non sono veri”. Questo terzo
giudizio su Medjugorje non è mai stato pro-
nunciato dalla Chiesa, nonostante che alcuni si
sforzino di dedurlo dalla Dichiarazione di Zara
del 1991, emessa dalla Conferenza Episcopale
Jugoslava”. (Nasa ognjista, sett. 1994, pag.17,
traduzione di P. Barnaba Hechich)
complete, tali cioè da permettere un giudizio
definitivo. Per cui la Dichiarazione continuava:
«Tramite i suoi membri, la Commissione [della
Conferenza Episcopale], continuerà a seguire
e a svolgere indagini sull’evento di Medj. nel
suo complesso
».
Sui pellegrinaggi, che sono un fatto impor-
tantissimo per la vita spirituale dei fedeli e dei
quali quindi la Chiesa non si può disinteressare
né procrastinarne la cura a dopo il pronuncia-
mento finale, i Vescovi hanno dichiarato: «In-
tanto i grandi raduni di fedeli di varie parte del
mondo, che si recano a Medj. sospinti sia da
motivi religiosi che di altro genere [ad esempio
per ottenere guarigioni], richiedono l’attenzio-
ne e la cura pastorale,
in primo luogo del
Vescovo diocesano e -con lui- anche degli altri
Vescovi, perchè a Medj. e, di concerto con essa,
si promuova una sana pietà verso la B.V.Maria,
secondo l’insegnamento della Chiesa. A tale
scopo i Vescovi emaneranno anche speciali e
idonee direttive liturgico-pastorali».
La direzione del GK aveva subito commen-
tato positivamente la Dichiarazione della Con-
ferenza Episcopale, dicendo: «Per i numerosi
devoti di tutto il mondo, la presente Dichiara-
zione servirà -nell’ambito della loro coscien-
za- come una autorevole chiarificazione. In
altre parole, coloro che d’ora in poi, sospinti da
motivi religiosi, si recheranno a Medj., da qui
innanzi sapranno che questi loro raduni sono
oggetto di una costante e responsabile cura da
parte dei successori degli apostoli» (GK 5.5.91).
Si capisce quindi che con tale Dichiarazione
vengono meno tutte le riserve, che da più parti
erano state espresse in merito ai pellegrinaggi
non «ufficiali» a Medj.. Come un tempo a
Lourdes e a Fatima
i pellegrini accorrevano
numerosi prima del pubblico riconoscimento di
quei santuari- ed erano pellegrinaggi non uffi-
ciali, anche se i pellegrini venivano assistiti da
sacerdoti- così oggi a Medj. i pellegrini accor-
rono numerosi, in grandi gruppi o alla spiccio-
lata, e sono tutti pellegrinaggi non ufficiali, pur
essendo spesso assistiti da sacerdoti. Anzi, d’ora
in poi la stessa Gerarchia con la Chiesa locale si
impegnano ad organizzare e a fornire adeguata
assistenza spirituale ai pellegrini. Tutto questo,
perché «al di sopra di ogni altra cosa, la Chiesa
rispetta i fatti, valuta le proprie competenze e in
ogni cosa si prende principalmente cura del
bene spirituale dei fedeli» (GK 5.5.91,p.2).
Le risultanze pur così chiare del pronuncia-
mento di Zara non vanno a genio alla Curia di
Mostar. Il Vicario generale Don Pavlovic’, nel
citare la Dichiarazione dei Vescovi, si guarda
bene dal riportare le ultime parole, nelle quali si
affermava che la Commissione dei Vescovi
«continuerà a seguire e a svolgere indagini
sull’evento di Medj. nel suo complesso». Nei
suoi interventi su GK (10.7 e 7.8.94) cerca
inoltre in tutti i modi di fare dimenticare l’espres-
sione «indagini finora svolte». Per lui le inda-
gini, anziché «finora svolte», diventano «le più
responsabili», diventano «serie, condotte per
più anni, estese a tutti gli aspetti», cioè «defi-
nitive!» E il pronunciamento provvisorio dei
Vescovi diventa per lui perentorio e risolutivo,
in senso naturalmente negativo. E conclude:
«Questo pronunciamento negativo dei Vescovi
sull’impossibilità di affermare [la sopranna-
turalità delle apparizioni] ci dà il diritto di dire
che la Madonna non è apparsa e non appare ad
alcuno a Medj.» (GK 7.8.94, p.10). Sulla stessa
linea è il Cancelliere d. Luburic’: per lui «le
indagini finora svolte» si trasformano in «inda-
gini competenti», si tende anche qui ad esclu-
dere la provvisorietà e ad accreditare il carattere
ultimativo della Dichiarazione (...).
[E’ noto poi che la Chiesa in questi casi
non ha mai dato un parere definitivo, finché
le apparizioni erano in corso
-ndr-].
In merito alla Dichiarazione di Zara, molto
più responsabilmente (...) e con la sua autorità
di Presidente della Conferenza Episcopale, il
IL PUNTO DEL CAMMINO
Un fiume di amore
... incompreso
Posto dai media il silenziatore sulla guerra
nella ex-Jugoslavia, rimane tutta la tragedia
di un popolo ancora sotto l’incubo delle armi
e della fame. La tragedia non interessa i cal-
coli della comunità internazionale. I convogli
umanitari dei suoi organismi cercano di arri-
vare nelle zone più calde quando riescono. Ma
c’è un altro fiume silenzioso che ha continuato
fin dal principio della guerra a portare il
necessario nei luoghi di raccolta dei profughi
e nelle località più disperse, attraverso l’opera
indefessa di laici e religiosi.
E’ inutile dirlo: solo l’amore della Regina
della Pace ha spinto tanti cuori a una fatica
così improba, ininterrotta e a volte rischiosa.
Il parroco di Medj. diceva tempo fa che l’80%
di aiuti alla Erzegovina provenivano dagli
amici di Medj. Ma su questa carità si stende il
velo del silenzio evangelico:
non sappia la tua
destra quello che fa la tua sinistra. Non suonare
la tromba quando fai l’elemosina per non per-
dere la tua ricompensa (Mt 6).
Per di più ora le raccolte e i sostegni si
sono molto assottigliati ed è diventato molto
più difficile continuare in ques’opera così di-
spendiosa. Questi volontari però percepisco-
no il grido d’aiuto della gente abbandonata e,
sia loro che i collaboratori dei centri di rac-
colta, ispirati e spinti unicamente dalla Madre
che chiama, continuano la loro opera con
slancio commovente, facendo capo proprio a
pastori che non riconoscono, anzi avversano il
motivo per cui i portatori sono mossi: la pre-
senza di Maria in quella terra. Quelli accol-
gono, ringraziano, incoraggiano, ma voluta-
mente ignorano il messaggio di cui sono con-
creti portatori, il motivo che li spinge a queste
pazzie d’amore che non conoscono limiti.
Non lo diciamo per risentimento, ma solo
per ammirare il volto di una carità che non
guarda in faccia a chi è amico o nemico,
che
non cerca il suo interesse, che benefica anche
chi non ti approva, che
non tiene conto del
male ricevuto, che bacia la mano che ti per-
cuote, volendoti intralciare nel tuo amore più
genuino. Questo è lo stile della Regina della
pace. Anche Lei è trattata così: ignorata,
inascoltata e avversata; eppure continua a
venire con i suoi richiami d’amore e le sue
grazie perché gli uomini si convertano ed
evitino la catastrofe.
E’la sublime ingenua
carità del Vangelo. E’ uno spettacolo scono-
sciuto agli uomini e per questo è scritto a
caratteri d’oro in cielo.
d.A.
L'attuale posizione della Chiesa:
Medj. riconosciuto santuario. Le indagini
sulla soprannaturalità non sono finite.
P.Barnaba Hechich ci trasmette questo ar-
ticolo, che è stato pubblicato col titolo «Rigurgito
di interpretazioni e posizioni superate» sul setti-
manale cattolico della Curia di Zagabria, Glas
Koncila (GK = la voce del Concilio), , proprio nel
numero dell’11 Settembre, giorno della visita del
Papa nella capitale croata.
«In concomitanza con la massiccia ripresa
dei pellegrinaggi a Medj., la Curia diocesana di
Mostar sta conducendo da qualche mese sul
Glas Koncila una insistente campagna di
disinformazione e di distorsione dei fatti e delle
dichiarazioni ufficiali in merito alle apparizioni
di Medj.. L’intento è quello di scoraggiare i
pellegrinaggi e di spegnere i fatti di Medj.
ricorrendo anche a pressioni canoniche.
Ci si appella all’ultima famosa Dichiara-
zione di Zara, emanata dalla Conferenza
Episcopale il 10 aprile 1991 (GK 5.5.91, p.1.).
Essa viene presentata come un pronunciamento
negativo e definitivo, per cui il fenomeno di
Medjugorje non sarebbe mai esistito, ma sareb-
be solo frutto di invenzione, di calcolata e
interessata falsità.
Riguardo a quella Dichiarazione, le cose
stanno così: i Vescovi a Zara avevano posto la
loro attenzione su due fatti: le apparizioni e i
pellegrinaggi. In merito alle apparizioni aveva-
no dichiarato: «Sulla base delle indagini finora
svolte
, non si può affermare che si tratta di
apparizioni e rivelazioni soprannaturali». Era
un giudizio interlocutorio, provvisorio; in altri
termini, le indagini non erano ancora esaustive,
background image
Card. Kuharic’ dichiarava: «Noi Vescovi, dopo
tre anni di studi condotti dall’apposita Com-
missione, abbiamo accolto Medjugorje come
luogo di preghiera, come santuario
... Per
quanto invece concerne la soprannaturalità del-
le apparizioni, abbiamo detto che per adesso
non possiamo affermare che vi esista; abbiamo
ancora importanti riserve. Perciò questo aspetto
lo lasciamo ad ulteriore indagine. La Chiesa
non ha fretta
» (GK 15-8-93, p.3).
Dispiace costatare che mentre milioni di
persone, tra cui decine e decine di Vescovi e
migliaia di sacerdoti, guardano a Medjugorje
con riconoscenza per avervi trovato luce, forza,
pace, guarigione, conversione, incitamento ad
una vita più santa, e mentre tutta la questione
sull’autenticità dei fatti è affidata alla Confe-
renza Episcopale, che si è riservata di prosegui-
re le indagini, la Curia di Mostar tenti nuova-
mente di riappropriarsi del problema per gestir-
lo ad uso e consumo domestico! Si farebbe
certamente migliore servizio alla verità, alla
pace, alla fede e al bene dei fedeli se si fosse più
sereni, più obiettivi, più aperti e meno faziosi».
P. Barnaba Hechich ofm
Il Vescovo di Mostar e Medjugorje -
Mons. Ratko Peric', è intervenuto al Sinodo dei
religiosi parlando di «qualche spina interec-
clesiale nella sua Chiesa» e rilevando come
«l’obbedienza professata dai religiosi sia messa
a dura prova nel passaggio di alcune parrocchie
dai benemeriti frati minori alla diocesi. A tale
fenomeno -ha proseguito- si aggiunga anche
quello di Medj., parrocchia affidata a detti
religiosi». E qui ripete alla stessa maniera come
sopra la posizione ufficiale della Conferenza
Episcopale. Poi aggiunge: «Le presunte appa-
rizioni creano non poca confusione e divisione,
non solo nella Chiesa locale. Pertanto -ha con-
cluso- attendiamo che la S. Sede usi le sue vie
per rendere piena e ferma l’unità di quella
Chiesa particolare» (Avvenire 12.10.94).
Ci addolora il fatto che la Madonna sia
venuta a portare la pace, ma che neppure la
tragedia della guerra e le realtà di dolore e di
grazia di questi anni abbiano potuto placare
proprio in seno a quella Chiesa le polemiche
che conosciamo. (In verità i francescani hanno
offerto le sette parrocchie contese al nuovo
vescovo, che però, nelle condizioni in cui sono,
non le ha accettate).
Ci meraviglia come nel discorso, almeno
come l’hanno riportato i giornali, non ci sia
alcun riconoscimento positivo ai frutti di Medj.
e alla quantità di aiuti che, proprio in virtù di
Medj. sono giunti a queste popolazioni. Co-
munque la Regina della Pace è stata annunziata
fino nel Sinodo, sia pure come
segno di con-
traddizione. Non importa come, ma è stata fatta
conoscere (cfr. Fil 1,15).
Fraternità e gruppi di preghiera
- Nel
mese di settembre P. Tomislav ha visitato
alcune fraternità di anime offerte: Arezzo,
Varese, Ancona. «Una fraternità viva per una
Chiesa viva» è stato il tema che ha dominato gli
incontri. Si è appreso che anche a Medj. e
dintorni si sono già formate ben sei fraternità di
anime offerte. Nello stesso giro in alta Italia il
padre ha tenuto vari incontri di preghiera molto
affollati in Lombardia, ecc. Particolarmente il
10 settembre a Colle don Bosco (TO) si sono
viste le chiese superiore e inferiore gremite per
tutta la giornata: 5.000 persone sono state im-
pegnate nell’ascolto, nella preghiera, nell’Eu-
caristia per tre ore al mattino e per tre ore al
pomeriggio, senza stancarsi, ma con piena
partecipazione, come hanno notato i salesiani
presenti, che hanno confessato per sette-otto
ore e hanno chiesto il segreto di questo interesse
e di questi frutti spirituali. Noi potremmo ri-
spondere: l’accoglienza di Maria che chiama,
oggi, a tradurre il Vangelo di Suo Figlio nella
vita. Il giorno prima era stato dedicato a un
incontro molto interessante con i sacerdoti.
Il Vescovo di Namur su
Medjugorje: Sono andato, ho
visto, ho creduto.
In occasione della visita di Ivan a Beauraing
(Belgio), dove la Madonna è apparsa a 5 bam-
bini per 33 volte nel 1932, il Vescovo Léonard
di Namur ha tenuto il 25 agosto, davanti a una
folla immensa, una splendida omelia di cui
diamo i punti principali.
«...Quali sono le Chiese più belle agli occhi
del Signore? Sono quelle così piene che sem-
brano scoppiare. Egli le ama, perché una Chiesa
affollata è per il Signore una profezia di quello
che sarà al compimento di tutte le cose, quando
il Regno di Dio sarà tutto in tutti
!
Questa visione del Regno, ci è proposta nella
1^ lettura odierna di Ap 22,9 (Festa di S.
Bartolomeo, 25.08.94): il Regno dei cieli è un
dono di Dio che viene dall’alto. La città celeste
accoglie la città terrestre e si unisce alla storia del
nostro mondo. L’angelo parla di questa città
come di una fidanzata che Egli ama e che sarà la
sua sposa per sempre. Quando noi tutti insieme
formeremo questo Regno, saremo questa Sposa.
Ecco perché tutta la Chiesa e tutto il Regno
sono riassunti e raffigurati in una donna, la
Vergine Maria. Come dice il Concilio Vaticano
II: Quando noi guardiamo Maria vediamo in
anticipo come sarà l’umanità, come sarà la
Chiesa quando sarà diventata il Regno di Dio.
Ogni apparizione mariana è come un annuncio
della città santa, la Fidanzata, la Sposa che
discende dal Cielo da presso Dio. Perciò cosa
altro è Maria quando ci appare, se non la
prefigurazione, il segno, l’anticipazione della
Città Santa che scenderà dal Cielo?
Il Vangelo di oggi ha un linguaggio simile.
Voi avete colto lo scetticismo di Natanaele: da
Nazareth può forse venire qualcosa di buono?
(Gv 1,46).
Riconosciamo che ogni volta che
Maria è apparsa nel mondo, come anche nei
luoghi dove le apparizioni sono state ricono-
sciute, si è subito diffuso lo scetticismo.
Sempre scetticismo e dubbio quando ap-
pare la Madonna! - Come? Maria appare alla
piccola Bernadette Soubirou che abita con i suoi
genitori a Lourdes? Come? Maria appare a quei
tre pastorelli di Fatima? Maria appare a Beauraing
in un piccolo angolo del Belgio? Ecco che
comincia lo scetticismo e il dubbio. L'atteggia-
mento buono è quello di Natanaele quando
Filippo gli dice: Vieni e vedi! Egli va e crede.
Perchè i segni che Dio ci manda siano ricono-
sciuti, occorre venire e vedere.
Sulle apparizioni di Medj. non è ancora
giunto il definitivo riconoscimento ufficiale della
Chiesa. Noi lo attendiamo con fiducia e nella
preghiera. Personalmente mi sono recato laggiù
nel 1984. Sono andato a Medj., ho visto, sono
stato convinto. Natanaele è sconvolto da quello
che ha visto e ha compreso e proclama una delle
più belle professioni di fede del Nuovo Testa-
mento: Maestro,Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il
Re d’Israele! (Gv 1,49)
. Egli è passato dallo
scetticismo alla fede, perché è andato e perciò
ha permesso a Gesù di toccare il suo cuore.
Gesù gli dice: Vedrai cose maggiori di queste...
Vedrete i cieli aperti e gli Angeli di Dio salire
e scendere sul Figlio dell’Uomo (Gv 1,50-51):
noi possiamo applicare queste apparizioni che
avvengono nel mondo.
Maria appare troppo e parla troppo? - Io
sono molto impressionato per l’insistenza con
cui Maria viene a parlarci in questo tempo.
Quante apparizioni di Maria in questo secolo?
Rue de Bac a Parigi, Pontmain, Lourdes, La
Salette, Fatima, Beauraing, Banneux, Kibeo in
Rwanda, Medjugorje... Molte volte la gente mi
chiede come mai Maria appare a Medj. già da 13
anni; e ancora: « Com’è chiacchierona Maria! In
altri luoghi Maria ha detto qualche parola e solo
qualche giorno! Questo non è conforme alla
discrezione di Maria!». Personalmente non ho
nessuna idea su ciò che conviene o non conviene
Il S. Padre a Zagabria
invoca la Regina della Pace
Il S. Padre ha parlato a una moltitudine di
croati riunita nell’ippodromo. Più di un milio-
ne di persone per un popolo di poco più di
quattro milioni. Egli ha tracciato il cammino
della pace nei Balcani, ritornando alle
invocazioni del Padre nostro, in cui ci ricono-
sciamo figli di uno stesso Padre: Perdonare e
domandare perdono è l’unica via perché torni
la pace
. Come si può dire il Padre nostro e
odiare i fratelli? Alla fine del discorso egli ha
invocato: "Regina della Pace prega per noi!"
Molto vicino all’altare del Papa era un
nutrito gruppo di Medj., tra cui P. Jozo e P.
Tomislav Pervan e poi Marija Pavlovic’ Lunetti,
molti fratelli e sorelle delle comunità presenti
all’ombra del Santuario.
Alcuni giovani portavano un grande car-
tello con la scritta «MEDJUGORJE»; il S.
Padre ha rivolto al gruppo un caloroso sguardo
e una benedizione. La presenza del S. Padre ha
trasformato l’atmosfera molto tesa di questa
capitale tanto provata e lo stesso presidente
Tudjman ha affermato di «voler eliminare ogni
nazionalismo da questi territori».
>a Maria: cosa deve dire, o cosa deve fare! Io so
che se Maria bussa alle nostre porte con tale
insistenza e intensità e così a lungo, è perché c'è
un’urgenza particolare per il nostro tempo.
Avete notato l'impegno del nostro Papa
nella sua missione di pellegrino universale?
Avete constatato con quale forza, con quale
insistenza attira la nostra attenzione sugli scot-
tanti problemi del mondo d’oggi? Sulla pace,
sulla conversione dei cuori, sulla crisi e l’im-
portanza della famiglia? Egli interviene con
questa insistenza perché è convinto che gli anni
che noi viviamo sono decisivi per la storia
dell’umanità. Personalmente spiego in questo
modo l’insistenza di Maria nel parlarci, nel
richiamarci alla conversione.
I frutti di Medjugorje sono frutti benedet-
ti. Io sono spesso testimone di questi frutti
attraverso le confidenze e le testimonianze che
ricevo: conversioni, riscoperta della preghiera,
amore per la pace, ritorno ai sacramenti, all’Eu-
caristia, ritorno alla penitenza e al digiuno...
Per la pace nel mondo, nelle famiglie e nei
nostri cuori, vorrei invitarvi a accogliere nella
vostra vita -e nella mia- questi pressanti appel-
li, specialmente quelli alla preghiera e al digiu-
no. Lo stesso Gesù ha detto che ci sono dei
demoni che non si possono scacciare se non per
mezzo del digiuno e della preghiera
(Mt 17,21).
Io mi faccio semplice ripetitore di quello che
Maria dice ovunque e vi invito alla conversione
del cuore attraverso la preghiera e il digiuno.
A questo riguardo il Vescovo ci invita a
creare in ogni casa un angolo per la preghiera
personale e familiare, e far tenere aperte le
Chiese, frequentandole per la visita, l'adorazio-
ne, il rosario (è anche il miglior mezzo per
proteggerle dal vandalismo). Per il digiuno egli
è stato colpito dalla famiglia che lo ospitava a
Medj. e che lo invitava il venerdì a condividere
con loro pane e acqua: così anche oggi egli trova
un giorno alla settimana per digiunare.
«...Se Gesù e Maria ci parlano -conclude il
Vescovo- non è per spaventarci, ma per richia-
marci con insistenza alla conversione. Tutto
quello che voi farete per crescere nella preghiera
e nel digiuno, per aprire il vostro cuore e offrire
voi stessi all’amore di Gesù, sarà una benedi-
zione per tutta l’umanità. Questo sarà un passo
verso la pace del cuore e verso la pace del
mondo. Amen». Red.
* Il S.Padre ha concesso l’Indulgenza
plenaria alle solite condizioni a chi visiterà la
S.Casa di Loretoin occasione del 7^Centenario,
che durerà dal 9.12.94 al 10.12.95.
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di aver potuto offrire al Signore anche questo
dolore.
* Il piccolo Michele è stato portato al fonte
battesimale da Marija e Paolo Lunetti, venuti
dall’Italia per un breve soggiorno, il 25 sett. 94.
* I cuori dei lontani si aprono - Un
medico protestante. Stavolta è un protestante
che conferma ciò che avviene qui. Un medico,
molto pio e vicino a Gesù, è venuto a Medj. per
rendersi conto del fenomeno delle apparizioni,
così strano per lui. Egli vedeva nel culto di
Maria, come tanti protestanti, un impedimento
verso Gesù. Arrivato qui con un certo disagio,
non appena si avvicina alla chiesa, Gesù gli
parla nel cuore ed egli comincia a piangere
come un bambino. L’indomani percepisce nel
cuore lo stesso messaggio: «Ho inteso la voce
di Gesù che mi diceva: Ho chiesto a mia Madre
di venire qui. Lei attira qui i popoli e me li
conduce. Tutte le generazioni la diranno bea-
ta».
Dopodiché Maria è diventata per lui un
«trampolino» per Gesù.
* Un altro pastore svizzero, arrivato da 5
giorni a Medj., mi ha confidato: «Non c’è nulla
nella mia teologia che si opponga alle appari-
zioni di Maria. Mosè ed Elia sono apparsi con
Gesù sul Tabor. [e Gesù è apparso tante volte a
Paolo e gli angeli agli apostoli nel Nuovo
Testamento]: perché non potrebbe apparire an-
che la Madre di Gesù?»
Ciò che piace di più ai protestanti qui è ciò
che Maria ha ripetuto spesso piangendo: Voi
avete dimenticato la Bibbia!
Fosse vero che i
cattolici l’ascoltassero!
* In Francia uno studente in farmacia si è
visto rifiutare il diploma perché malato di AIDS.
Emarginato anche come omosessuale, ha inge-
rito una forte dose di alcool per gettarsi da un
ponte. Si ritrovò poi in un ospedale dopo essere
rinvenuto da un coma profondo e si vide davanti
la figura di una donna, che sulle prime l’impau-
rì; ma in seguito quell’immagine lo attirava e lo
confortava sempre di più. «Che sia una santa?»
pensava nella sua ignoranza religiosa. Lasciò
l’ospedale molto indebolito e coi centri nervosi
e linfatici a pezzi.
Passa il tempo e, non si sa come, capita a
Medj., contro il consiglio dei medici che gli
dicevano «tu vai a morire». Uno shock: egli
vede nelle vetrine l’immagine della santa vista
all’ospedale e apprende che quella è la Vergine
di Medj.: «Allora è Lei che è venuta a cercarmi
nel mio abisso per portarmi qui!» E decide di
non abbandonare più tale Madre. Al ritorno
nuovo shock all’esame medico: il virus è ancora
presente, ma tutti i sintomi sono scomparsi e i
centri sono sani. In pieno è ritornata la vita.
VISTO A MEDJUGORJE
P. Jozo agli orfani di guerra
e genitori adottivi:
Pregare per perdonare!
Il 17 e 18 agosto 1994, a Medjugorje e a
Siroki Brijeg, ha avuto luogo il 1° incontro
spirituale fra un gruppo di padrini-madrine
provenienti dall’Italia, Olanda, Germania,
America, con i bambini orfani della guerra in
Bosnia-Erzegovina, da loro adottati: erano
presenti con i bambini le loro madri vedove.
Sono stati due giorni di intensa vita di
preghiera e di commoventi testimonianze che
hanno lasciato un segno nel cuore di tutti. E’
stato l’incontro con i cuori feriti dalla conse-
guenza di una guerra, ma disponibili ad essere
consolati da cuori pieni di comprensione e
tenerezza. L’amore era palpabile! Più che le
parole, si sono espressi i cuori, e gli sguardi.
P. Jozo ha guidato il Rosario nella salita
alla collina delle apparizioni, ricavando dai
vari misteri parole di conforto e di speranza e
tenendo per mano bambini e bambine, alcuni
dei quali hanno fatto il percorso a piedi nudi.
Giunti sul Podbrdo davanti alla Croce, egli
ha detto: «La Regina della Pace ci invita ad
essere testimoni e promotori della pace. Voi
dovete perdonare e pregare per i vostri perse-
cutori. Tu, cara mamma, devi pensare che chi
ha ucciso tuo marito, in quel momento sentiva
solo la voce di satana che gli diceva: uccidi e
distruggi. Voi dovete perdonare e pregare per
loro anche se non è facile. E per ricevere la
forza dovete pregare ogni giorno e accostarvi
all’Eucarestia. Le cose del mondo non vi ap-
partengono più. Col vostro sacrificio siete uni-
te a Cristo. Perseverate, perchè il vostro sacri-
ficio e la persecuzione da voi subita diano frutti
di riconciliazione e di pace per il mondo inte-
ro». Vicka poi è intervenuta parlando dei mes-
saggi della Madonna. Matteo Rossi
Notizie dalla terra benedetta
(tratte dal diario di Suor Emmanuel)
Preghiamo per il Papa - La consegna della
Madonna nelle ultime apparizioni a Ivan in
Belgio e sul monte, ed ora a Vicka è questa:
Pregate per il Papa, per i Vescovi e i sacerdoti.
Secondo Vicka la Vergine vuol realizzare un
suo piano durante queste settimane e ci invita a
riunirci e a pregare per questa particolare inten-
zione: la quale rimane segreta, come è normale,
ma che nondimeno ci deve stare a cuore.
* La festa della Croce gloriosa ha attirato,
come ogni anno, grandi folle di croati all’ap-
puntamento del 9 settembre. La croce, che dal
1933 è stata eretta sul Krizevac, ha senza dubbio
un senso preciso per gli avvenimenti che queste
terre stanno vivendo e per la Madonna che ha
voluto «stare» accanto alla croce del suo Gesù
e del suo popolo in questo tempo di passione.
* Il mese del Rosario sta portando a Medj.
numerosi pellegrini da ogni parte del mondo,
che approfittano del tempo mite di fine stagione
per pregare sulle montagne. Ne vengono molti
anche dall'Est Europeo
* P. Slavko, infaticabile, ha fatto un gran
giro in Polonia, passando poi in Germania. Indi
è volato a Boston (USA) per le nozze di Ivan
e di Laureen che sono state celebrate con
grande solennità il 23 ottobre. Verranno presto
a vivere a Medj. Auguri per una santa famiglia
nell’anno della famiglia! P. Slavko, dopo aver
comunicato il messaggio da New York, è par-
tito per molti centri di Medj. negli USA e per un
grande raduno di responsabili in Costarica.
* Vicka non ha accettato gli inviti che sono
giunti da ogni parte, preferendo stare a Medj.
per svolgervi il suo compito di accoglienza dei
pellegrini. Ella ha passato giorni di sofferenza
per il suo braccio, ma si è già rimessa, contenta
Folle in preghiera attorno aP.Jozo
Dal 29 Settembre al 5 Ottobre p. Jozo ha
visitato diversi gruppi in Italia e precisamente
a Varese, Saronno (VA), Domodossola (NO),
Offanengo (CR), Sestri Levante (GE), pro-
muovendo ovunque affollati incontri di pre-
ghiera per la vita e per la pace.
Abbiamo assistito a uno di questi incontri il
29 Settembre a Varese, nella Chiesa della
Brunella, dove si è radunata un’assemblea di
circa 1500 fedeli. Dopo il S.Rosario e la S.
Messa concelebrata con i frati della parrocchia,
p. Jozo ci ha trasmesso con la forza dello Spirito
alcuni insegnamenti propri della pedagogia della
Regina della Pace. Ci ha esortato ad amare Gesù
Crocifisso, perchè non c’è più grande segno
d’amore della Croce. «Stare davanti a Gesù
Crocifisso significa imparare a perdonare, per-
ché è sulla Croce che Gesù ha perdonato i
nemici. La Madonna desidera metterci davanti
alla Croce: unico segno di salvezza e di amore.
Se non amo Gesù che è morto per me, come
posso conoscere la Sua Parola, come posso
vivere l’Eucarestia? Tutto è falso se tu non riesci
ad amare i tuoi nemici: Chi non ama il proprio
fratello che vede, non può amare Dio che non
vede
(1Gv 4,20). La Madonna ha insegnato a
Gesù ad accettare la Croce. Lei non ci toglie la
Croce, ma ci insegna ad amarla, a portarla. Dalla
Croce di Gesù nasce la Luce che illumina il
nostro cuore.»
Prendendo spunto dalla celebrazione
Eucaristica,si è rivolto in modo particolare alle
famiglie dicendo che «la gioia, l’amore, la pace,
la luce, si trovano nell’Eucarestia. Gesù ci dice:
Mangiate e bevete in abbondanza, perchè non
potete vivere senza di Me.
Maria ci chiede di vivere l’Eucarestia, di
metterla al primo posto; Ella piange perché non
la vogliamo vivere, perchè la sfuggiamo. Per-
ché oggi le discoteche sono più affollate delle
Chiese? La Madonna ci dice che questo accade
perché, se la famiglia non prega, non nasce nei
cuori la fede, non nasce l’amore per il Cristo
Eucaristico. Se i genitori vivono i valori cristia-
ni, questi diventano desideri nel cuore dei figli,
perché sempre la grazia è più forte del peccato.
La Madonna ci invita ripetutamente anche a
tenere il Rosario nelle nostre mani come le
vergini sagge (cfr Mt 25) che, attendendo lo
Sposo, tenevano la lampada nelle loro mani per
non restare nel buio e non riconoscere lo Sposo
quando sarebbe arrivato. Ogni Ave Maria è
come una goccia di olio che scende nella nostra
lampada: non resteremo al buio se la nostra
preghiera sarà incessante; essa ci guiderà.»
Alla fine della serata p. Jozo ha regalato a
tutti una corona del Rosario e un’immagine
della Regina della Pace, invitandoci a porla in
vista nelle nostre case. Infine ha fatto l’impo-
sizione delle mani e si è fermato con i numerosi
ammalati per una speciale benedizione. Red.
>>da tanti fiori. Così anche noi non possiamo
tendere individualmente alla santità, come
navigatori solitari esposti ad ogni vento, ma
essere concretamente in comunione con fra-
telli e sorelle della nostra chiesa o della nostra
comunità, che perseguono lo stesso scopo, per
progredire assieme ed essere presentati assie-
me: vis unita fit fortior! (uniti si fa forza).
Prendete i Santi come modello. Nelle
nostre chiese, tutte protese al nuovo, c’è il
pericolo di considerare superati i Santi. L’uo-
mo ha bisogno di ispirarsi a coloro che hanno
realizzato il Vangelo nelle concrete situazioni
umane, e dei pratici esercizi spirituali da loro
indicati, invece di vaghi ideali e di spontaneismi
illusori. La prima generazione cristiana si ispi-
rava ai modelli degli apostoli, alla fede dei
martiri, alla santità dei confessori della fede e
delle vergini, agli esempi dei padri del deserto
e dei monaci. I santi di ogni tempo sono
diventati tali, attingendo alla loro esperienza e
ai loro scritti. Leggiamo anche noi le loro
autobiografie o le loro vite scritte da testimoni
veritieri, visitiamo i loro santuari e i loro se-
polcri, come si faceva nella prima cristianità.
S. Filippo Neri, di cui ricorre il centenario, si
infiammava di amore, visitando le catacombe
e pensando alla fede dei martiri.
La Madonna ci indica una via oggi trascu-
rata, sotto l’influsso di questa generazione
facile a rigettare il passato, mentre la storia è
maestra della vita, e quindi i santi della nostra
santificazione. Tutto questo ci insegna la Chiesa
che non a caso li ha scelti come stimolo per
la vita quotidiana
e, aggiungiamo, come no-
stri potenti intercessori presso Dio per ottenere
la nostra santificazione e tutte le grazie neces-
sarie per tutti gli uomini. Così ricaveremo
frutto dalla celebrazione, dall’amore e dal-
l’onore che portiamo ai santi.
d.A.
* Da Trieste a Medjugorje: continua sicuro il
servizio del pullman. Parte ogni giorno alle 18
dalla stazione autobus di Trieste (tel.040/360.300),
attigua a quella ferroviaria con ritorno da Medj.
allo stesso orario, ore 18. Prezzo andata e ritorno £
86.200 valevole 10 giorni.
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sabilità che possiamo far fallire in noi il piano
di Dio, la sua volontà che tutti si salvino e
nessuno perisca
(1 Tim 2,4). Perciò sarò io a
pagarne le conseguenze, anche se il disegno di
Dio, iniziato con la creazione, giungerà infal-
libilmente al suo scopo. D. Gabriele Amorth
Può satana impedire
i piani di Dio?
La domanda viene rivolta di frequente ed è
stimolata dai messaggi della Madonna di Medj,
che spesso ha detto espressamente: Satana
vuole impedire i miei piani...satana è forte e
vuole mandare a monte
i piani di Dio.
Ultimamente, non possiamo nasconderlo,
abbiamo avuto tutti una grande delusione, a
causa dell’annullamento del viaggio del Papa
a Sarajevo. Ne comprendiamo pienamente i
motivi: il S.Padre non ha voluto esporre l’im-
mensa folla che si sarebbe radunata ai pericoli
di aggressioni armate; aggiungiamo anche gli
imprevisti che si sarebbero potuti creare se la
folla si fosse lasciata prendere dal panico. Ma
la delusione c’è stata, e grande. Prima di tutto
per il Papa stesso, che ci teneva tanto a questo
viaggio di pace; poi per le popolazioni che
l’attendevano. Ma, non possiamo negarlo, la
nostra speranza era stata alimentata dal mes-
saggio del 25 agosto 1994, in cui la Madonna
si univa a noi in preghiera per il dono della
presenza del mio amato figlio nella vostra
patria.
E continuava: prego ed intercedo presso
mio Figlio Gesù perché si realizzi il sogno che
i vostri padri hanno avuto.
(Se il sogno dei
padri si riferisce ai croati, si è realizzato col
viaggio del Papa a Zagabria -ndr-)
Possibile che le preghiere di Maria S.S.,
unite alle nostre, non abbiano avuto effetto?
Possibile che la sua intercessione sia stata
disattesa? Credo che per rispondere occorra
procedere nella lettura di quello stesso mes-
saggio: Satana è forte e vuole distruggere la
speranza...
Ma insomma, che cosa può fare
satana? Il demonio ha due limiti al suo potere,
molto precisi. Il primo è dato dalla volontà di
Dio, che non lascia a nessuno la guida della
storia, anche se l’attua rispettando la libertà
che ci ha dato. Il secondo è costituito dal
consenso dell’uomo: satana non può fare nien-
te se l’uomo gli si oppone; oggi ha tanta forza
perché sono gli uomini ad acconsentire, ad
ascoltare la sua voce, come già fecero i
progenitori.
Per essere più chiari, portiamo degli esem-
pi più vicini. Quando io commetto un peccato,
spezzo sicuramente la volontà di Dio su di me;
per il demonio è una vittoria, ma è una vittoria
ottenuta per colpa mia, per il mio consenso ad
un atto contrario alla volontà divina.
Anche nei grandi avvenimenti storici ac-
cade la stessa cosa. Pensiamo alle guerre,
pensiamo alle persecuzioni contro i cristiani, ai
genocidi; pensiamo alle atrocità di massa com-
piute da Hitler, Stalin, Mao...
E’ stato sempre il consenso umano a dare
il sopravvento al demonio sulla volontà di Dio,
che è una volontà di pace e non di afflizione
(Ger 29,11). E Dio non interviene; aspetta.
Come nella parabola del buon grano e della
zizzania, Dio aspetta il tempo della mietitura:
allora darà a ciascuno ciò che merita. Ma tutto
questo non è una sconfitta dei disegni di Dio?
No; è il modo in cui i disegni di Dio si
realizzano, nel rispetto del libero arbitrio. An-
che quando sembra vincere, il demonio è sem-
pre sconfitto. L’esempio più chiaro ci è offerto
dal sacrificio del Figlio di Dio: non c’è dubbio
che il demonio ha operato con tutte le sue forze
per giungere alla crocifissione di Cristo: ha
ottenuto il consenso di Giuda, del Sinedrio, di
Pilato... E poi? Quella che credeva una sua
vittoria è risultata la sua decisiva sconfitta.
I piani di Dio si realizzano infallibilmente,
nelle grandi linee della storia, che è storia di
salvezza. Ma le vie seguite non sono quelle che
pensiamo noi (Le mie vie non sono le vostre vie
ci ammonisce la Bibbia -Is 55,8). Il disegno di
Dio si attua nel rispetto della libertà che Dio ci
ha dato. Ed è con la nostra personale respon-
non mancasse l’affetto e la serenità tanto ne-
cessarie alle bambine, due delle quali erano
ancora molto piccole. Nonostante il lavoro
cercava di stare con esse il più possibile,
giocava e pregava con loro, le educava con
forza e soavità. Non senza dolore accettò
l’entrata al Carmelo di Lisieux delle sue due
prime figlie, che sarebbero poi state seguite
anche dalle altre. Ma riceveva in cambio da
Dio tanta gioia spirituale per averGli offerto
senza rimpianti i suoi beni più preziosi. Vede-
va così largamente realizzarsi il sogno manca-
to ad ambedue loro genitori: quello di dedicarsi
a Dio nella consacrazione religiosa.
Prima ancora che la Chiesa, a «canonizza-
re» il papà è stata la più piccola delle figlie,
Teresa, nella sua autobiografia, descrivendo i
subblimi rapporti di amore umano e sopranna-
turale assieme, mai incrinati, che il suo «Re»
aveva con la sua «Reginetta».
Il distacco più doloroso, Luigi lo provò
proprio con lei. Così Teresa descrive la reazio-
ne del padre alla sua richiesta: «Tra le lacrime
gli confidai che desideravo entrare nel Carmelo.
Allora le lacrime sue si unirono alle mie. Ma
non disse una parola per distogliermi dalla mia
vocazione. Si contentò di farmi osservare che
ero molto giovane per prendere una decisione
tanto grave. Ma io difesi la mia causa tanto
bene che papà, nella sua fede profonda, escla-
mò che Dio gli faceva un grande onore chie-
dendogli così tutte le sue figlie». E si mostrò
talmente disponibile alla vocazione della figlia
e superiore ai sentimenti paterni, che la so-
stenne, in occasione di un pellegrinaggio a
Roma, nella richiesta al S.Padre di poter entra-
re al Carmelo nonostante la sua giovane età.
Anche a lui Iddio riservò la prova della via
dolorosa. Una grave malattia lo portò gradual-
mente alla perdita della lucidità e poi del
senno. Fu ricoverato in un istituto di Caen,
lontano dall’affetto familiare. Solo dopo 2 anni,
quando Teresa si trovava al Carmelo già da 4,
ritornò ai Buissonets per spegnersi dopo un
doloroso declino e ricongiungersi così a Zelia
il 28 Luglio 1894. Teresa morì di tubercolosi
3 anni dopo.
Il seme gettato dalla testimonianza di vita
dei due coniugi maturò frutti di santità nelle
loro figlie, in modo singolare ed eccelso in
Teresa. Il suggello della dichiarazione ufficiale
sulla eroicità delle loro virtù trova un’eco
ancora maggiore in questo anno dedicato alla
famiglia. Essi possono testimoniare con il loro
esempio che Iddio ci chiama alla santità là
dove ci troviamo e che non sono di impedi-
mento casa, lavoro, figli etc, ma anzi mezzi per
raggiungerla purché diamo a Dio il primo
posto. Dai frutti riconoscerete l’albero, dice
Gesù, ma frutti così straordinari dicono anche
una straordinaria vitalità della pianta. Red.
Presto sugli altari i genitori
di S. Teresa di Gesù Bambino
Non è una novità per la Chiesa che ci siano
coppie di sposi santi e che per di più si siano
santificati coi loro figli. Tra i più antichi ri-
cordiamo i Santi persiani Mario e Marta con
i figli Audiface e Abacum, tutti martirizzati a
Roma (+ 270 ); poi i greci Senofonte e Maria
con i figli Giovanni e Arcadio, tutti confessori
della fede (6° sec.). Ma abbiamo anche S.Basilio
Magno, vescovo di Cesarea (2 gennaio), som-
mo dottore della Chiesa, che ha vissuto con
ben 7 persone venerate come sante: la nonna
paterna Macrina,i genitori Basilio ed Emmelia,
la sorella maggiore Macrina, i fratelli Gregorio
e Pietro, divenuti poi vescovi, rispettivamente
di Nissa e di Sebaste. Ma anche tanti sposi
hanno raggiunto la santità proprio nell’eser-
cizio dei doveri familiari. Basti ricordare
S.Monica, madre di S.Agostino e S.Silvia, madre
di S.Gregorio Magno.
Ma è proprio di quest’anno la notizia che
saliranno sugli altari Louis e Zélie Martin , i
genitori di S. Teresa di Gesù Bambino. Ora
sono già venerabili. L’ha stabilito un decreto
sulla eroicità delle virtù firmato da Giovanni
Paolo II il 26 Marzo 1994.
Luigi e Zelia Martin si unirono in matri-
monio il 13 Luglio 1858. Dalla loro unione
nacquero 9 figli, 4 dei quali morirono ancora
piccoli. Anche in queste prove la loro fede
genuina e coraggiosa continuò a rimanere sal-
da e a crescere in Dio. Nel clima familiare,
scandito dalla preghiera e dal lavoro -orolo-
giaio lui e ricamatrice lei- crescevano Maria,
Paolina, Leonia, Celina e Teresa. In tutta
Alençon la famiglia Martin era conosciuta per
le numerose e generose opere di carità che
compiva.
Zelia aveva un profondo senso della ma-
ternità, diceva di amare i bambini fino alla
follia; essi erano per lei il segno della benedi-
zione di Dio. Per questo, educava le sue figlie
alla sottomissione umile ed eroica alla volontà
di Dio, sapendo che Dio le amava e da loro
voleva essere amato. La formazione religiosa
dei due sposi si concretava in un fiducioso
abbandono a Dio e al compimento di quanto a
Lui era gradito. Ritroveremo questo germe in
modo particolare nella piccola via di S.Teresa
di G.B. Zelia, che si nutriva degli scritti di
S.Francesco di Sales e si ispirava alla ben nota
dolcezza di questo santo, riversava sulla fami-
glia quanto nel suo cuore diventava vita. Entrò
anche a far parte del terz’ordine francescano.
Dal canto suo Luigi viveva la sua obbe-
dienza a Dio, oltre che nella famiglia, anche nel
lavoro e nelle Confraternite di cui faceva parte.
Egli era conosciuto in città come il “Patriar-
ca”.Il suo carattere era forte e tenace, ma
anche tenero e confidenziale. Alla luce di
questi esempi maturò in tutte le figlie la voca-
zione religiosa, ma questa non doveva attuarsi
se non dopo la morte della mamma, che lasciò
la famiglia inaspettatamente a soli 46 anni.
Trascorse gli ultimi giorni della sua vita nel-
l’offerta dolorosa di se stessa a Dio e nell’ab-
braccio dei suoi cari. Abbandonò a Dio anche
il suo materno timore che le figlie soffrissero
troppo della sua mancanza.
Così Luigi si trovò solo con le 5 figlie,
tuttavia non si perse d’animo e, dopo averle
consultate, decise di trasferirsi a Lisieux, dove
poteva contare sull’aiuto dei cognati. Nella
nuova casa dei Buissonets (i giardini) egli si
fece padre e madre per le figlie e procurò che
* La Corte di Appello di Roma, in data 4
Luglio 94 ha dichiarato la nullità del processo
istruito nei confronti del Vescovo Paolo Hnilica
il 23.03.93 per il presunto reato di ricettazione.
Non possiamo che godere per il proscioglimento
del Vescovo, di cui conosciamo la limpidezza e
lo zelo disinteressato per le anime. Anche la
menzogna, l’arma prediletta per condannare gli
innocenti è stata smascherata.
Anche Renato Baron il 7.10.93 è stato
pienamente assolto dalla Pretura di Schio dal-
l’accusa di appropriazione indebita e di abuso
della creduliità «perché il fatto non sussiste». Si
chiudono così 5 anni di sospetti, polemiche e
cavilli giuridici che il servo di Maria ha affron-
tato con grande pazienza e dignità.
Offerte giunte ad Eco in Agosto, Settembre e
Ottobre: Per Bosnia-Croazia, £ 3.425.000
Per Ruanda, £ 1.175.000
Medj. all’Est e Russia £ 2.917.000
Sahel e Africa £ 230.000
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Voci da tutta la terra
Scegliamo tra le centinaia di lettere arrivate:
* Per primi i lettori di Eco albanese che
scrivono da Scutari, da Tirana, da Durazzo. «Un
gruppo di fedeli» di questa città così si esprime:
«Eco albanese è un grande regalo per noi asse-
tati da tanti anni della Parola di Dio. I messaggi
della Madonna sono una luce che guida i nostri
cuori. Ci aiutano a sopportare la sofferenza per
gli altri e a rinforzare la nostra fede appena
rinata nel nostro povero paese. Ringraziamo
con tanto, tanto affetto». All’infaticabile tra-
duttore di Eco albanese, Robert Prendushi, è
arrivato ora un nostro computer che gli facilita
molto il lavoro: la Provvidenza aiuta sempre i
volenterosi.
* Dall’Oceano Pacifico, Hans Schjang e
Christina Acoba, distributori di 300 copie di
Eco nelle Hawaii, ci mandano una foto in cui
mostrano l’Eco inglese e ci avvertono: «Molti
lettori ci chiamano per esprimerci la loro sod-
disfazione e per incitarci a continuare la divina
e benedetta opera di Maria».
* Dal Nepal, Chirendra Satyal ci avverte
che la piccolissima minoranza cattolica (4.000
su 20 milioni) è interessata a Medj., di cui vede
i documentari alla TV; «i primi venerdì del
mese facciamo una veglia durante la notte. Il
padre gesuita Antony Sharma, responsabile della
Chiesa del Nepal, mi ha detto di ringraziarvi per
le copie che ci arrivano. Finalmente abbiamo la
prima fotocopiatrice e potremo fare tante altre
copie». E poi ci racconta: in maggio alcuni
italiani hanno cercato di salire il monte Everest,
portando con loro una statua della Madonna da
issare sulla vetta. Ma per la morte del loro capo
a causa di un incidente sopra i 5.000 metri,
hanno abbandonato l’impresa e hanno poi do-
nato la statua alla nostra Chiesa di Kathmandu.
* Da Skopje in Macedonia, sr. Josolette ci
ringrazia per le copie di Eco che lei distribuisce
alla gente, completamente ignara di Medj.: da
poco si è resa indipendente dalla Jugoslavia.
* Da Perth in Australia: «Vi ringrazio di
cuore per Echo: da mesi mi sentivo come nel
deserto, arida e incapace di pregare. Oggi ho
ricevuto Echo 113 e ho capito che mi ero
appesantita di feticci di troppe formule; ho
ripreso il rosario e la S. Messa» (Colleen Watts).
* Da Münster in Germania sr.Hadburg
«riceve con gioia Eco ogni mese. In esso avver-
to l’azione universale di Dio per il nostro tem-
po. Prego perché continui».
* Dall’Uganda: ...Ora capisco che il vostro
giornalino è il mezzo usato da Maria per comu-
nicare con me. Senza dubbio per me Eco è la sua
voce. (Joseph Kassani)
Da Forlì: «Tutti preghiamo perché non
ceda, ma tenga duro con Eco fino al trionfo del
Cuore Immacolato di Maria» (Lucio Boccalatte).
Abbiamo inserito in questo numero di Eco
il modulo di ccp. per facilitare l'invio delle
offerte che di solito accompagnano la prima
richiesta e il rinnovo. Vi preghiamo di scrivere
chiaro e completo l'indirizzo con il codice
postale e la città, e di segnare in una delle caselle
del retro il motivo della vostra offerta per saperci
regolare e non spedire due volte il bollettino.
Respons.:Alberto Lanzani, Tip. DIPRO, Roncade TV
SOLIDARIETA'
Ricordati della tua stessa carne!
Gli aiuti diminuiscono... mentre le
neccessità aumentano. Segnaliamo i principali
centri di raccolta:
Alberto Bonifacio, v.S.Alessandro 26, 22050
Pescate (CO), tel 0341/368487; fax 368587. Per
offerte ccp 17473224 opp.ccb 98244/P, Banca
Pop.Lecco(CO), P.za Garibaldi, 12 (indicare pro
Croazia-Bosnia)
Chiarina Daolio, Gruppo MIR, v.Giovane Italia 3,
21059 Viggiù (VA), tel/fax 0332/487613; 0337/
403131;ccp17761214, (Croazia-Bosn)
Per la Svizzera: versamenti su Banca Raifeissen,
Eco di Medjugorje, CH 6862 Rancate; ccb 69-
1079-0, indicando “pro Croazia-Bosnia”.
Comitato Medj. di Milano:P.zza S. Fedele, 4, 02-
72271308 Fax 72023481; ccp 48774202 indir. Medj.
Milano , cas. post.1679, 20101 MI
Comitato Medj. Bresciano: tel 030/316095-6 e
2411338, fax 320588. Offerte a Cariplo, Ag.Lonato
BS, intestato a Mariani Carlo, v. Chiusure 329, pro
Bosnia, ccb 5300/1, o ccp. 11761251
Centro Caritas di Ghedi-BS: 030-901243,fax
902444 (attrezzature per il poliambulatorio di
Sarajevo);
A Bologna «Mir i dobro» presso la delegata Arcilla
Bonaga, v. Audinot, 25, tel. 051-6147237 (per
Bosnia-Erzegovina).
Da Ancona: MIR, v. Monte San Vicino 10, 60027
AN, tel. 071-872098. Per offerte da tramutare in
aiuti: Clarisse v. S. Marco 12, 60027 Jesi AN,
ccp.16992604.
Torino pro Croazia (Ora et Labora) Via Coni
Zugna 6, 10135 TO, tel e fax 011-3471323.
Comitato genovese pro Croazia “Regina della
Pace”, Viale Franchini 22, Genova Nervi, tel. 010-
3727800
Gruppo Regina della Pace, (Fioravanti Ivo),
v.Pacinotti 31, 50047 Prato (FI), tel.0574/595902.
Roma: Comitato pro Croazia, v.Appia Nuova 41,
tel.06/7597826-7597810; Centro Regina della
Pace,
Roma tel. 06-4452327.
Napoli: Chiesa Maria SS. del Buon Consiglio,
v.Posillipo 257, 80123 (Don Enzo o Rita D’Atri),
tel.081/7691435: anche per Michele Percuoco
(tel.7411116) e Antonio Strocchia di S. Vitaliano
NA (tel.8442137).
Palermo: Centro Regina della Pace, v.Castellara
141, respons. Provenzano Piera, tel. 091-6731735
Padova: Lucia Tedeschi, v. delle Palme 36, tel. 049/
8754507, organizzatrice di convogli.
* Ospedale di Mostar: Grazie alle offerte dei
lettori, l'ospedale ha acquistato importanti attrez-
zature e ringrazia. Rivolgersi a Luciana Randon
Villa, via Prebone 9, 22062 Barzanò CO, 039-
955183, ccb 4506 Banca Briantea, Dolzago Co
“per Bosnia-Erzegovina”.
Per adozioni a distanza: mettersi in contatto con:
Angela e Matteo Rossi (incaricati da p.Jozo), Via
delle Grazie, 54100 Massa. Tel. e fax 0585-436563.
La stessa iniziativa è svolta da:
- Centro Regina della Pace, Via dei Mille,
41a/5, 00185 Roma, tel. 06/4452327;
- Associazione ARPA,V. Lario 8, 20030 Paina
MI, Tel. 0362/862181, fax 0362/310099
-Per la Svizzera: Nora Künzli, Via Caressaa, CH-
6862 Rancate, tel. 091/463469
- Comitato per un mondo di pace, accoglienza dei
bambini vittime di guerra: Via S. Rosalia 8, 09134
Cagliari, Tel. 070-830575/500705
(Questo elenco vale anche per i prossimi numeri)
EDIZIONI ESTERE
Inglese: Echo of Medjugorje, cas.post.27,I- 31030
Bessica Treviso. Francese: Echo de Medjugorje ,
18 Allée Thévenot, F-39100 Dole. (Francia) Tede-
sco
: Echo aus Medjugorje, Cas. Post. 149, I-46100
Mantova, fax 0376-245075. Spagnolo: Roger
Watson, c/o Antonucci, v.Verrotti 1, I-47100 Aquila;
Catalano: Amics de Medj., c.Carme 11 baixos E-
08700 Igualada-Catalogna; Portoghese: a) Gilberto
Correia, rua de Brito 24, 4915 Vila Praia de Ancora,
tel. 911181 (Portogallo); b) Servos da Rainha, Caixa
p. 02576, 70279-970 Brasilia DF (Brasile); Olan-
dese
Int. Medj. Comité afd. Nederland-Belgie,
Misericordeplein 12C, 6211 XK Maastricht (Olan-
da); Polacco: Czeslawa Mirkiewicz ul.I.Krasickiego
21a/3, PL30-515,- Krakow-Podgorze. (Polonia);
Russo: Dom Marii, Plotnikov 3, 121002 Moscow
(Russia), fax 007095-2415057; Ungherese: Frater-
nitas, 1399 Budapest, P.F. 701/85, Hongrie, fax 36-
11329001; Rumeno: Ecou din Medjugorje,
cas.post.41-132 Bucuresti (Romania). Albanese:
Jehona e Medjugorje, L.1p.10.Lac Albania, tel.Fax.
22442, V.1.(L09).
Ridotte: Ceco : Medzugorské
ozveny, Ilbenstàdter, Str 6, D-60385, Frankfurt/
M 60, (Germania); Greco: Soeur Despina de la St.
Croix, 69 rue Epirou, Agia Paraskevi, 15341
Athenes.
DISTRIBUTORI: In Svizzera : Nora Künzli, via
Caressaa, CH-6862 Rancate 091/463469 (Ver-
samenti: Banca Raiffeisen, Eco di Medj.,CH-6862
Rancate,cc.69-1079-0). In Spagna: José L. Lopez
de S. Roman, Ap. 246, Palencia (Spagna). In
USA :Joanne Clark, 17503 Applewood Ln
Rockville, Maryland 20855; Peter Miller, P.O.Box
2720-230, Huntington Beach CA 92647, Ph 714-
3740530 Fax 714-3749490 In Canada: Giusep-
pe Bozzo, 8324 Nicolas Leblanc, Montreal Que
H1E 3W5, 648-3420. In Australia:(tutte le lin-
gue) Medjugorje Sentinel, P.O.Box 746, Pennant
Hills, NSW 2120, fax 02-980-7806.
Elenco completo di incaricati e distributori
con aggiornamenti al prossimo numero.
L'Eco compie 10 anni
Il 21 nov. Eco compie i 10 anni. Ringrazia-
mo Dio per questo lavoro che diffonde la voce
di Maria in più di 700mila copie, di cui 385mila
in italiano e il resto nelle 13 edizioni estere. In
questa occasione offriamo a Dio i sacrifici di
chi porta il peso delle varie edizioni e ci scrive
delle proprie angustie: non ci sono solo le
nostre !
Gli Amics de Medj. di Eco catalano, la più
bella delle edizioni autonome, scrivono: «Pre-
ghiamo che Eco continui perché è l'alimento per
mantenere la vita iniziata a Medj. Noi lavoria-
mo in condizioni ben precarie: una sola persona
per la traduzione, una sola persona di salute
cagionevole per la spedizione, aiutata da un
vecchietto di novant’anni e alcune sporadiche
comparse. Finora il Signore ci ha concesso il
minimo per continuare e lo farà sempre».
Uguale sorte l’Eco polacco, il cui peso è
sostenuto dalla solita Marta gravemente malata:
veramente la potenza del Signore si manifesta
nella nostra debolezza
(2 Cor.12,9).
Anche per l’Eco brasiliano (150mila co-
pie!), «in mancanza di persone disposte al lavo-
ro, Reinaldo si è licenziato un anno fa dalla
Banca centrale di Brasilia dove era capo ufficio
da 16 anni, per dedicarsi esclusivamente alla
causa di Nostra Signora. L’Eco è stato elemento
fondamentale di comunicazione delle grazie di
Medj. ed è sempre maggiormente richiesto:
abbiamo distributori in ogni Stato. Parallela-
mente abbiamo centinaia di gruppi che fanno
adorazione continuata al SS. Sacramento, altri
recitano il rosario perpetuo, altri si impegnano
a recitare 1.000 Ave Maria, ecc. (P.Pedro An-
tonio Bach, ex-cappellano aviatore, responsa-
bile dell’Ass. Servos da Rainha che cura Eco).
Da Budapest Elisabeth Varga continua a
curare la bella e completa edizione ungherese,
nonostante gravi problemi di salute che hanno
ridotto anche le sue ore di insegnamento e le
difficoltà di cui ci parla. Ella persevera con
grande fede.
E Dio sa che cosa costa la traduzione
tedesca all'amico Hermann di BZ, che deve
ruba re ore di sonno alla sua intensa attività di
viaggi commerciali. Chiediamo a Dio una per-
sona di madrelingua
e che abbia spirito, oltre
che sapere usare bene lingua e computer, per
alleggelirlo nella fatica, già parzialmente con-
divisa dalla giovane sr. M.Grazia dell'Oasi della
Pace, anche lei impegnata negli studi universi-
tari e nella vita di comunità.
Non parliamo dello zelo di tanti distribu-
tori di ogni parte del mondo, che lavorano con
grande dedizione, per la causa di Maria. Avran-
no una sovrabbondante ricompensa.
Eco nuovo, nuovo titolo. «Eco di Maria
Regina della Pace» risponde meglio alla mis-
sione di Maria oggi, che fa eco a quella di Gesù:
Vi do la mia pace... la pace che supera ogni
intelligenza.
Inoltre Medj. si è allargata fino agli
estremi confini della terra. E questa grazia non
è limitata solo al luogo delle apparizioni, ma
ovunque si accende il fuoco dell'amore e della
pace, perché ci sono figli che "accolgono la sua
chiamata": Pace a voi!
E' un onore nostro e dei collaboratori il
servizio che rendiamo a Maria per la realizza-
zione dei Suoi piani, facendo arrivare il suo
messaggio ovunque a tante anime, che l'atten-
dono con ansia come pane indispensabile. Con
Maria e con tutti i Santi vi benediciamo.