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www.medjugorje.ws » Eco di Maria Regina della Pace » Eco di Maria Regina della Pace 133 (Maggio-Giugno 1997)

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Eco di Maria
Regina della Pace 133

 

 

Maggio - Giugno 1997

 


Messaggio di Maria del 25 marzo 1997:

Cari figli! Oggi vi invito in modo particolare a prendere tra le mani la croce e a contemplare le piaghe di Gesù. Chiedete a Gesù di guarire le ferite che voi, cari figli, avete ricevuto nel corso della vita a causa dei vostri peccati o di quelli dei vostri genitori.
Solo così capirete, cari figli, che al mondo é necessaria la guarigione della fede in Dio Creatore. Per mezzo della passione e della morte di Gesù in croce comprenderete che solo con la preghiera potrete diventare anche voi veri apostoli della fede, vivendo, nella semplicità e nella preghiera, la fede che è un dono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Nelle piaghe di Gesù troveremo guarigione per le nostre

Siamo spesso tentati di scoraggiamento e di disperazione di fronte ai mali che vediamo in noi e attorno a noi. Maria, in questo messaggio dal sapore pasquale, insegna che si può guarire e, nella sua praticità di madre, suggerisce gesti concreti e semplici come esercizi di fede, che vanno al nocciolo del problema e ci portano a un contatto vitale con Gesù per guarire. Ancora una volta Ella ci invita a guardare alla Croce, anzi a prenderla tra le mani e a contemplare, non solo a guardare, le piaghe di Gesù, piaghe d'amore. Anche il Cristo risorto ha invitato gli apostoli nel Cenacolo così: Guardate le mie mani e i miei piedi. Toccate e guardate! (Lc 24,39). Le sue piaghe hanno guarito anche l'incredulità di Tommaso.

Chiedete a Gesù di guarire le vostre ferite che avete ricevuto nel corso della vita. Ci sono ferite spirituali e sono i peccati: nelle sue piaghe troviamo il perdono e la forza di rinnegare i nostri vizi, perché Egli è venuto a togliere i peccati del mondo.

Ci sono ferite causate, anche inconsciamente, dai genitori, ancor prima di nascere, perché le loro malattie, tensioni, vizi e traumi, compresi quelli degli antenati, si riflettono nelle creature fin dal seno materno e incidono sulla formazione dell'uomo. E man mano che la creatura cresce, può accorgersi di non essere accettata né amata; può sentirsi vittima di durezze, di violenze, di ingiustizie, di indecenze, di umiliazioni, di abbandono: quante pene dove manca il timore di Dio e il vero amore che viene da Lui! Ebbene per queste ferite c'è solo un rimedio: il perdono. Gesù ce lo insegna dalla croce e ce ne dà anche la forza.

Ma soprattutto ci sono le ferite che ci siamo causati noi stessi con le nostre colpe, che guastano la pace interiore e i rapporti con i fratelli e talvolta minano la stessa salute fisica, come gli stress, l'alcool, la droga, ecc. Ebbene Egli ha portato i nostri peccati sul legno... e proprio dalle sue piaghe siamo stati guariti (cf 1Pt 2,24.25). E' la novità della Pasqua.

Eppure queste piaghe rimangono ancora, potremmo osservare. Sì, anche quelle di Gesù sono rimaste e, apparendo, Egli le ha mostrate ai suoi apostoli: ma erano piaghe gloriose. Così anche le nostre piaghe, se le daremo a Gesù, saranno trasformate e diventeranno piaghe gloriose, diventeranno beatitudini: beati quelli che piangono...beati i perseguitati a causa della giustizia...

Con quanta tenerezza Gesù si avvicina ai peccatori e desidera togliere il male che è in loro! Davanti a questo amore l'anima sente di donare a Gesù crocifisso le sue ferite: così esse diventeranno profumo di amore. Ogni piaga anche la più grave, una volta guarita, diventa un pozzo pieno di amore e di doni:ce lo testimoniano tante anime sante dopo la conversione.

"Solo così capirete che al mondo é necessaria la guarigione della fede in Dio Creatore". Perché "solo così capiremo"? Perché, se invece di ribellarci, di lamentarci, di recriminare per le ferite ricevute, guarderemo a quello che Lui ha sofferto per nostro amore, capiremo che da Lui può venire la guarigione. Perché "al mondo è necessaria la guarigione della fede in Dio Creatore"? Perché Lui solo, come ha creato dal nulla tutte le cose e ha ridato pienezza di vita al corpo morto di Gesù (e la darà anche al nostro corpo disfatto nel sepolcro), con la stessa potenza potrà sanare le immense ferite del mondo e nostre, facendole diventare fonte di guarigione. "Solo così capirete" cioè abbandonandoci a Lui con fede. Se pretenderemo di guarire da noi o di far giustizia da noi, non otterremo nulla, anzi aggraveremo i nostri mali, Al mondo è necessaria la guarigione che viene dalla fede in Dio, "non dalle nostre sole forze", come diceva Maria nel messaggio di gennaio.

E perché per mezzo della Passione e Morte di Gesù comprenderemo?... Perché la Passione e Morte di Gesù è fonte di ogni grazia. Come gli ebrei nel deserto, morsi dai serpenti velenosi, dovevano guardare al serpente di bronzo (che prefigurava Gesù in croce) per essere guariti, così noi dobbiamo guardare a Gesù per essere liberati dalle nostre passioni, cioè dalle cose che "patiamo" a causa dei peccati nostri e altrui. Non ci sono psicologi, né maghi, né avventurieri nel mondo che possono guarire: Non c'è nessun altro Nome dato agli uomini sotto il cielo, nel quale possiamo essere salvati, se non quello di Gesù (cf At 4,12).

E capiremo che con la preghiera potremo diventare anche noi veri apostoli della fede. Perché? Perché con la preghiera avremo provato noi stessi che Dio guarisce, e allora "diventeremo apostoli della fede", cioè persone che avendo fatto esperienza della potenza della fede, proporranno con decisione agli altri lo stesso mezzo. Così potremo dire una parola vera allo sfiduciato (cf Is 50,4) e contribuiremo alla guarigione del mondo così necessaria e che solo da Dio può venire. Si è apostoli solo se si annuncia quello che si è provato: altrimenti le parole non convinceranno nessuno.

Tutto questo avverrà se vivremo la nostra fede, che è dono di Dio, nella semplicità e nella preghiera, senza sbandierarla o imporla agli altri, ma vivendola noi, come appunto da quasi sedici anni ci insegna Maria, secondo lo stile del Vangelo.

don Angelo



Messaggio di Maria del 25 aprile '97:

Cari figli, oggi vi invito a unire la vostra vita a Dio Creatore, poiché solo così la vostra vuta avrà un senso e capirete che Dio è amore. Dio mi manda a voi per amore, per aiutarvi a capire che senza di Lui non c'è né futuro, né gioia e che soprattutto non c'è salvezza eterna. Figlioli, vi invito a lasciare il peccato e ad accettare la preghiera in ogni tempo perché nella preghiera possiate conoscere il senso della vostra vita. Dio si dona a colui che lo cerca. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Uniti come i tralci alla vite

Che vuol dire unire la nostra vita a Dio Creatore? Vuol dire accoglierla ogni giorno da Colui che ce la dona e avere il cuore aperto al suo volere: per aderire totalmente al piano per cui ci ha creato e alle leggi che lo reggono. Solo così la vita ha un senso. Sì, perché chi dimentica il Creatore e il fine per cui ci ha creato, non ha né scopo né méta come gli animali che periscono. Costruisce fuori dal proprio principio e dal proprio fine, non sulla roccia, ma sulla sabbia. Ed è senza speranza, con la prospettiva della fine di tutto: una corsa verso il nulla.

E comprenderemo che Dio è amore, cioè capiremo che quello che Lui ha disposto è ordine e armonia perfetta, che porta a un fine, come le corde di una cetra che emettono suoni armonici sotto le mani dell'artista. In attesa del Regno eterno che Dio ha preparato per noi. La Madonna ci svela che Dio la manda a noi per amore, perché non cadiamo nel colossale inganno di essere felici senza Dio. Chi crede nei beni della propria vita, come il ricco stolto e si pone al centro farà tutto per avere sempre di più e per porsi sugli altri: allora regnerà la sopraffazione, quindi la diffidenza reciproca, la paura, una difesa allarmata ad oltranza, ma né gioia, né amore, né benessere, né futuro felice. E alla fine "saremo insopportabili a noi stessi" (S.Caterina). Non conoscendo la legge della croce, cozzeremo verso tutto ciò che ci contrasta o ci intralcia: senza di Lui non ci sarà né futuro, né gioia.

Ma neanche salvezza eterna, perché Lui solo ci dà la certezza di essere perdonati e accolti nella sua stessa felicità. Ma che sarà dell'uomo che ha ignorato Dio, quando si troverà davanti al suo giudizio? Che vale all'uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la sua vita? E per chi rifiuta la salvezza c'è l'inferno eterno, (Mt20,) dove il verme (del rimorso) non muore e il fuoco non si estingue (Mc 9,49).

Lasciate il peccato: oggi lo si accetta con leggerezza, mentre dal peccato viene la morte perché ci toglie Dio. Sappiate bene che nessun fornicatore o impuro o avaro -che è roba da idolatri- avrà parte del Regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi inganni con vani ragionamenti: per queste cose infatti piomba l'ira di Dio sopra coloro che gli resistono (Ef5,5-6). Stiamo lontano anche dalle occasioni di cadere: la morte ma non peccati!

Ma come rimanere uniti a Dio? Proprio perché seguendo le proprie vie gli uomini si allontanavano, Dio si è unito a noi come la vite ai tralci perché da Lui avessimo la vita. Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla (Giov15). Ma come praticamente rimarremo uniti a Lui? 1. Nell'attenzione e nella meditazione della sua Parola. Se rimanete in me e (cioè) rimangono in voi le mie parole, chiedete quel che volete e vi sarà dato. 2. Con la vita sacramentale: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui...Chi mangia di me vivrà per me (Giov6).

3. E con la preghiera in ogni tempo, perché avendo il cuore aperto a Dio, possiamo conoscere il senso della vita e ricevere ciò che è necessario per compiere la sua volontà. Dio infatti si dona a colui che lo cerca, anche con fatica, anche quando, ponendosi con insistenza e perseveranza davanti a Lui, non sentiamo nulla. Se perseveriamo, Dio viene; a volte si nasconde per vedere se lo cerchiamo con tutto il cuore, e allora si lascia trovare (Ger29,13). Cercate il Signore mentre si lascia trovare, invocatelo mentre è vicino (Is 55,6).
d. A.


Il Papa a Sarajevo: pace e perdono!

Perdono! Pace! E' il grido di Giovanni Paolo II. E' il grido del Papa dall'inizio della tragedia balcanica. E' il grido che con insistenza risuona nella gelida Sarajevo tra la folla accorsa da ogni parte per ascoltare la grande autorità morale di Giovanni Paolo II. Il Papa, con il corpo affranto dalla debolezza, tremante dal freddo e dalla commozione, ripete il suo messaggio di riconciliazione e di amore. Un'icona impossibile da cancellare, stampata nelle coscienze più ancora che nelle immagini televisive di mezzo mondo.

Erano presenti in 50mila allo stadio Kosevo. La maggioranza cattolici, ma anche musulmani, ortodossi, un piccolo gruppo di ebrei e laici indifferenti alla religione, ma affascinati da quell'anziano uomo venuto fin qui per parlare di pace. La televisione locale trasmette il rito in diretta; la città, al 94% mussulmana, segue raccolta il grande evento.

I fedeli venuti da tutta la Bosnia Erzegovina, già all'alba assiepavano i cancelli dello stadio, intirizziti dal freddo e stanchi da un viaggio spesso avventuroso attraverso un paese dove prosperano le bande armate e le formazioni paramilitari al servizio di boss criminali, che approfittano e alimentano le tensioni etniche allo scopo di controllare meglio i propri traffici di droga, sigarette ed armi. Ed è probabilmente con l'intento di destabilizzare ulteriormente la situazione che alcuni hanno piazzato 23 mine - circa 150 chili di esplosivo - sulla strada che avrebbe dovuto percorrere il Papa, e altre 6 mine alla periferia di Sarajevo, su una strada percorsa da pellegrini.

Anche la situazione politica nella Federazione bosniaca, dopo gli accordi di Dayton, resta altamente confusa, soprattutto attorno alla città di Mostar, duramente contesa tra croati e mussulmani. Almeno 500 mujaheddin sarebbero presenti in Bosnia e a Sarajevo prosperano i centri islamici, forti degli aiuti provenienti dai Paesi arabi.

Prima della Messa il cardinale Puljic ricorda che in Bosnia Erzegovina, c'erano 530 mila cattolici prima della guerra, ora ne sono rimasti 125 mila. Impossibile invece calcolare le vittime: "il numero dei morti non lo conosciamo". Forse 200 mila; due milioni e mezzo i profughi. Dopo aver raccontato che furono distrutte 90 chiese e uccisi 8 sacerdoti e 2 suore, il cardinale fa presente che "purtroppo, sono numerose le vittime anche degli altri popoli e comunità religiose. La notte dell'odio ha avvelenato questa terra. Santità, ci faccia coraggio".

Ed è proprio per infondere questo coraggio che il Papa è lì. Nelle sue parole c'è una risposta vera; non c'è retorica. Di fronte alle vedove, alle madri di figli morti in guerra, agli orfani, ai mutilati di ogni genere, di fronte alle migliaia di famiglie ferite dalla guerra, di fronte ai politici e ai militari, il Santo Padre ricorda a tutti e a ciascuno che la pace arriva col perdono: Perdoniamo e domandiamo perdono. Non possiamo non intraprendere il difficile ma necessario pellegrinaggio del perdono, che porta ad una profonda riconciliazione. Offri il perdono e ricevi la pace.

Lui stesso dice che è difficile. E ha ragione! Ma è necessario! Così difficile e necessario che ha parlato del perdono in 7 dei 9 discorsi che ha fatto a Sarajevo tra sabato e domenica. Allo stadio ha usato 20 volte la parola "perdono" e 6 volte il verbo "perdonare". Nessuno può non aver capito.

Il perdono fa parte della logica radicale del Vangelo di cui il Papa è il primo testimone: per diritto in quanto successore di S. Pietro; di fatto in quanto uomo che ha saputo perdonare e domandare perdono.

La pace vera, quella che non si può patteggiare con nessuno, quella che nessun trattato può imporre, quella che da anni vuol portare la Regina della pace, quella che il Papa è venuto a supplicare a Sarajevo, la Gerusalemme d'Europa, è quella che dimora nel sacrario della coscienza di ogni uomo che trova il coraggio - lo stesso che cerca Puljic - di perdonare al suo simile perché - sono le parole del Papa: Dio è misericordioso e proprio perché Dio è così e vuole misericordia, è doveroso per ciascuno porsi nella logica dell'amore, così da raggiungere la méta del vero perdono reciproco. Un perdono che lungi dall'escludere la ricerca della verità, la esige. Presupposto essenziale del perdono e della riconciliazione è la giustizia. E certo tra gli atti di giustizia vi è il diritto dei profughi e dei rifugiati a recuperare le loro case.

Un perdono fatto anche di piccoli gesti quotidiani, che significa perseguire il dialogo con perseveranza e in profondità con i fratelli ortodossi e con gli altri fratelli cristiani, vuol dire anche cercare con parola cordiale e atteggiamento sincero i motivi di incomprensione e di incontro con i seguaci dell'Islam, affinché si possa costruire una convivenza pacifica nel reciproco rispetto dei diritti di ogni singolo e di ogni popolo.

Con questo spirito il Papa ha abbracciato, due volte, il metropolita serbo Nikolaj che guidava la delegazione ortodossa, e suo tramite ha rivolto un fraterno saluto a Sua Beatitudine il patriarca Pavle. Con uguale amicizia ha incontrato i rappresentati della ormai piccola comunità ebraica e il Rais-el Ulema Mustafà Ceric' della comunità islamica che, al termine dell'incontro ha detto: "Voi avete un grande Papa, lo dirò ai miei fratelli dell'Islam, perché questo è il momento del dialogo".

Si tratta di vedere cosa adesso concretamente cambierà, come il seme della pace gettato dal Santo Padre potrà crescere dal momento che tra i capi politici di tutti gli schieramenti permangono freddezza e diffidenza. Se ai vescovi il Papa ha affidato il compito del risanamento degli animi provati dal dolore e talvolta abbruttiti da sentimenti di odio e di vendetta, resta complessa la situazione politica e, come realisticamente fa notare il card. Puljic,"i cambiamenti sono nelle mani di chi detiene il potere", tuttavia "qualcosa è gia cambiato: il clima generale in città, il livello dei rapporti tra le diverse componenti della società dopo che il Papa ha voluto incontrare le massime autorità religiose".

Il potere politico, per quanto ottuso possa essere, non potrà restare indifferente alla mentalità della gente, di quella stessa gente che stava lì in piedi, commossa, sotto la neve, per ascoltare il Papa. Una giovane madre dice che la guerra ha cambiato tutto, adesso "è più difficile trovarsi, incontrarsi, comprendere. Il Papa dice di provare. Lo faremo".

Per lei e per tutti uniamo la nostra preghiera a quella del Papa che conclude l'omelia con un invocazione alla Madonna: Impetra per tutti i credenti il dono di un cuore nuovo! Fa' che il perdono, parola centrale del Vangelo, divenga qui realtà. Mirko

Vicino alla Regina della Pace...

Ben 180 bus sono partiti da Medjugorje e dintorni per andare ad accogliere il Papa a Sarajevo. Egli, sia il sabato nella cattedrale che l'indomani allo stadio Kosevo, ha terminato il suo discorso con una aggiunta spontanea, un'invocazione che attesta i suoi sentimenti più segreti: Kraljice mira, moli za nas (Regina della pace, prega per noi): uno sguardo non dissimulato verso Colei che appariva non tanto lontano!

Non sono sfuggiti alcuni significativi accenni del Papa nell'udienza generale del 16 aprile in Vaticano: Durante la guerra non sono cessati i pellegrinaggi di fedeli ai Santuari mariani della Bosnia-Erzegovina, per chiedere alla Madre delle Nazioni e Regina della Pace di intercedere perché ritornasse la pace in quella martoriata Regione... Nell'incontro con il clero -ha poi detto- non ho potuto non menzionare i particolari meriti dell'ordine francescano per l'evangelizzazione di questo paese e mi sono soffermato a esortare il clero diocesano e religioso a una solidale collaborazione sotto la guida dei Vescovi... Poi ha confidato le implorazioni del suo cuore durante tutto il viaggio: Santo Dio, Santo forte, Santo immortale, abbi pietà di noi. Dalla peste, dalla fame e dalla guerra, liberaci Signore. Dalla morte improvvisa, liberaci Signore. Peccatori, ti supplichiamo, ascoltaci Signore. Gesù perdonaci. Gesù abbi pietà di noi... Madre impetra. Madre implora. Madre intercedi per noi.

 

Un grido dalla Bosnia: "Non abbandonateci anche voi!"

"Eravamo presenti anche noi portatori di aiuti dell'ARPA, in un centinaio circa. E con noi anche 19 furgoni carichi di generi di prima necessità, destinati non a qualche magazzino, ma portati direttamente a 324 famiglie a rischio di Mostar, a Konjic, ai 2 ospedali psichiatrici di Fojnica, nella Bosnia settentrionale e a Sarajevo stessa...

Abbiamo visto un Papa stanco e lento, ma anche dotato di una grandissima forza di volontà e di una enorme determinazione. Intirizzito, quasi congelato come tutti noi, non ha tagliato nulla del programma.

Tutti tremavamo dal freddo, ma tutti avevamo il cuore traboccante di gioia. Una gioia che si è scatenata quando il Papa è entrato nello stadio e durante il giro che ha fatto intorno al campo: non certo una gioia trionfalistica, pensando alla condizione dei cattolici, qui indesiderati e minacciati, e di tutti gli altri. La gioia si è trasformata in sofferto ripensamento durante l'omelia: non tanti applausi facili, ma piuttosto volti seri, commossi e spesso rigati da un pianto intimo e sommesso, anche tra i sacerdoti.

Non è facile sentire parlare di perdono per chi è stato toccato nella sua carne o negli affetti più cari dalle atrocità più orribili di questa guerra assurda e ignobile. Eppure perdoniamo e domandiamo perdono.

E noi, indegni ma pur cari figli di Maria, piccoli volontari della carità, che dalla fine del '91 continuiamo a portare aiuto a questi popoli, a tutti, senza alcuna distinzione religiosa o etnica, ci siamo sentiti incoraggiati e sollecitati a fare ancora di più: per le migliaia e migliaia di famiglie prive di tutto, vedove e orfani abbandonati nei ghetti di tanti centri profughi della Bosnia del nord, dove non arriva più nessuno. Sappiamo che oltre al cibo e ad altri beni di prima necessità, dobbiamo portare un raggio dell'amore di Dio e di Maria. La speranza e il coraggio di continuare ad affrontare la vita e soprattutto di perdonare. Grazie carissimo e grandissimo Papa...

Il S. Padre: è urgente proseguire gli aiuti - Particolare gioia e nuovo slancio ha suscitato in noi il S. Padre nell'Angelus del 20 aprile in piazza S.Pietro: Nel corso della mia visita ho avuto modo di apprezzare l'azione delle istituzioni ecclesiali, delle organizzazioni... e di quanti si sono adoperati per alleviare le sofferenze e i disagi di quelle popolazioni. Ora occorre senza indugio proseguire nel venire in aiuto alle persone colpite nel corso del tragico conflitto ed assistere le vittime che tuttora continuano a sentirne le conseguenze... Continuiamo a restare accanto alle popolazione di quella amata regione con la nostra fattiva solidarietà.

Continueremo a partire ogni due o tre settimane, nonostante le difficoltà scoraggianti delle dogane, per far sentire ai più poveri e provati che non sono dimenticati, ma Dio li ama, la Madonna li ama, servendosi di indegni strumenti come noi per dimostrare questo amore. Non possiamo fermarci finché troviamo tante povere creature che si aggrappano a noi dicendoci: non abbandonateci anche voi, siete la nostra unica speranza". Alberto Bonifacio

(per tutti i portatori di aiuti)

 

Molti amici a associazioni già segnalati continuano a portare aiuti. Tra quelli che lo fanno sistematicamente: Alberto Bonifacio, via S.Alessandro 26, Pescate LC, tel.0341-368487, fax 0341-368587, ccp 17473224 (pro Croazia-Bosnia);

Chiarina Daolio, Gruppo MIR, via Giovane Italia 3, Viggiù VA, Tel./fax 0332-487613, 0337-403131, ccp 17761214 (pro Croazia-Bosnia);

Mirella Pincelli, Finale Emilia MO, t. 0535-91959.


Madre Teresa alla sua Albania

"Se si vedrà Gesù nel prossimo, non ci sarà più bisogno di armi"

"Mio carissimo popolo di Albania, le notizie del disordine che è sopraggiunto nel nostro meraviglioso paese mi ha causato grande sofferenza. Voi sapete quanto amo l'Albania, e spesso l'ho visitata e ho mandato le mie suore per portare amore, tenerezza e cura ai poveri. Adesso con grande pena del mio cuore vengo a conoscenza che vite umane sono state stroncate e che molti hanno patito violenza.

"Io comprendo le sofferenze di quelli che hanno perso il loro denaro, ma vi imploro di non causarvi ancor più dolori gli uni gli altri. Ricordate che Dio ha creato ognuno per cose più grandi: per amare ed essere amati. Questo è il senso della vita che nessuna sofferenza può togliere da noi. Quell'uomo, quella donna, quel bambino è mio fratello, è mia sorella e io devo amare ognuno di loro come Dio ci ha amato.

"Per essere capaci di amarci gli uni gli altri, dobbiamo pregare molto, perché la preghiera dona un cuore puro, e un cuore puro riesce a vedere Dio nel prossimo. Se ora da noi non c'è pace è perché abbiamo dimenticato di vedere Dio in ogni altro. Se ogni persona vedesse Dio nel suo prossimo, pensate che avremmo bisogno di pistole e di bombe? ...Sto pregando molto per tutto il mio caro popolo di Albania, perché ciascuno impari ad amare fino a soffrire per l'amore e così portare pace al paese e ad ogni cuore. Preghiamo. Dio vi benedica".

17 marzo 1997 Madre Teresa


UT UNUM SINT!

La grande attesa di Graz - A Graz in Austria dal 23 al 29 giugno si svolgerà la seconda assemblea di tutte le Chiese cristiane d'Europa sul tema della riconciliazione: "Dono di Dio e sorgente di vita nuova". Vi parteciperanno 700 delegati delle Chiese e 300 delle associazioni e organismi impegnati nel dialogo ecumenico e 10mila cristiani provenienti da ogni parte del continente.

"Non si potrà uscire da Graz senza un atto completo che dimostri che abbiamo superato la fase del dialogo per entrare in quella dei risultati concreti, cioè della riconciliazione" ha detto il pastore valdese Ricca. Ma "La riconciliazione, per essere autentica deve presupporre la conversione. Conversione a Cristo sia a livello personale che comunitario e di Chiesa altrimenti tutto si ridurrà a un mero passaggio diplomatico e di facciata" ha sottolineato il vescovo Chiaretti presidente del segretariato CEI per l'ecumenismo.

Il primato di Pietro non è solo di onore

Il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I° che ha il primato d'onore tra le Chiese ortodosse, compirà dal 16 al 20 maggio un viaggio in Italia sulle tracce dei primi tre evangelizzatori della terra trentina, i martiri cappadoci Sisinio, Martirio e Alessandro, inviati da S.Ambrogio all'amico Vigilio 1600 anni fa. Parteciperà a molti incontri e celebrazioni a Trento e a Milano.

In merito all'ecumenismo, sul cui tema Bartolomeo è più volte intervenuto, occorre precisare che l'unità delle Chiese non può consistere nella riduzione del Primato di Pietro ad un semplice primato d'onore, così come auspica il Patriarca, poichè è necessaria un'autorità di governo senza la quale le controversie degenerano in disgregazione di unità come è avvenuto per le Chiese protestanti e come dimostrano gli sbandamenti della Chiesa russa e la lotta tra i patriarchi dell'ex impero sovietico. Gesù ha fondato la sua Chiesa sulla roccia di Pietro e per lui ha pregato che non venga meno la sua fede (Lc 22,32).

Si tratta semmai di vedere le modalità del primato, deponendo la veste della regalità per indossare, come Gesù nel Cenacolo, quella del puro servizio o il sacco della conversione. Sull'ecumenismo e sul problema del primato, il Papa è intervenuto con l'enciclica Ut unum sint del luglio 1995 (Eco 122 e 123, p2).

Il Patriarca si è pronunciato anche sulla "tensione con Mosca, provocata per la questione dell'Estonia" dicendo che essa "è stata superata con l'accordo del 16 maggio '96, percui gli ortodossi di quel Paese sono stati autorizzati a scegliere liberamente la giurisdizione ecclesiastica" (estone: Eco 127 p2).

Una "civiltà dei volti"
per la nuova Europa

E' stato chiesto al Patriarca: che posto ha la Chiesa ortodossa nell'Europa d'oggi?
Risposta: L'Europa non si riduce al solo Occidente, nato da Roma e dalla Riforma. C'è un'altra Europa, non meno necessaria all'armonia del continente, che è nata dall'ellenismo cristiano [orientale], che l'ortodossia ha fecondato, e che prima il comunismo, poi un nazionalismo paranoico [es. Chiesa russa e serba] hanno deformato e continuano a deformare. E' una cultura che la storia ha continuamente schiacciato, ma le cui brace, mai spente, possono tornare a incendiarsi al vento dello Spirito...

La costruzione dell'unità d'Europa non può essere solo economico-militare. Essa richiede un riscatto culturale, di significato. Scelte fondamentali d'ordine culturale e spirituale sono richieste da problemi gravi come la disoccupazione e l'ecologia; e per frenare la frenesia dei consumi e la soggezione all'imperativo della produttività, s'impone un nuovo modello di civiltà: una civiltà dell'essere e dei volti, dell'essere come comunione; una riscoperta, da parte dell'umanità divenuta tecnica, delle profondità divine e cosmiche dell'esistenza.

Adalberto, un santo europeo

E' assieme a Bonifacio, Cirillo e Metodio, uno degli apostoli che hanno dato un volto cristiano all'Europa centrale, unendo nell'unica fede popoli slavi e sassoni. E ai valori cristiani che hanno fatto l'Europa, il Papa ci vuol richiamare nel suo viaggio a Praga (25-28 aprile) nel millenario della morte di Adalberto.

Il santo, di carattere affabile e mite, di aspetto nobile e di grande cultura, è eletto vescovo di Praga, ma abbandona presto la cura pastorale quando si scontra con i costumi pagani del popolo. Attratto dalla vita monastica, dovrà riprendere altre due volte, per obbedienza al Papa e all'imperatore Ottone III suo grande ammiratore, la via di Praga. In apparenza la sua vita pastorale non ha avuto grandi successi, ma altro è chi semina, altro chi miete.
A Praga aveva fondato l'abbazia di Brevnov, che diventerà centro di irradiazione della cultura cristiana tra i popoli slavi e manderà vescovi, abati e monaci in Polonia, Ungheria e Russia fino all'avvento del regime comunista. Lasciata definitivamente Praga, a causa delle lotte dei principi, si dedicò prima a evangelizzare gli ungari, dove battezzò S.Stefano, re e patrono di Ungheria, poi la Polonia e i Paesi Baltici, fondando monasteri; e alla fine con i suoi monaci, tra difficoltà immense, si rivolse alle popolazioni barbare della Prussia. E qui trovò il martirio a colpi di lancia il 23 aprile 997, a ses-sant'anni. Due anni dopo fu proclamato santo. E' patrono della Boemia e della Polonia.

Per l'unità con gli armeni - Maria Gostanian ha corretto in un articolo su la Croix (22.1.1997) alcune affermazioni sulla Chiesa armena (Eco 131 p3), provando come "questa Chiesa di frontiera, che ha resistito a secoli di persecuzione (un milione di vittime solo nel genocidio praticato dai turchi nel 1915-18) professa il simbolo niceno-costantinopolitano [il Credo della Messa, a. 325] e non è affatto separata da Roma in seguito al Concilio di Calcedonia (a. 451).

Dalla sua origine nel 301, è un Patriarcato indipendente, autocefalo, in comunione con tutte le altre Chiese, ma non sottomessa né al Patriarcato di Costantinopoli, né a quello di Occidente (Roma) e non è né monofisita, né anticalcedoniana, ma solo Chiesa apostolica armena. Le relazioni degli armeni con i cattolici in Francia e altrove sono ottime... Un dialogo nella verità condurrà alla comunione se avanzeremo nella chiarezza".

Maria "Signora di tutti i popoli"

Il Vescovo Paolo M.Hnilica invita per il 31 maggio prossimo i gruppi mariani ad Amsterdam in Olanda, dove si celebra la prima giornata internazionale di preghiera in onore di Maria "Signora di tutti i popoli". Sotto questo titolo la Madonna era apparsa nei pressi della città, dal 1945 al 1959, a una donna del popolo, Ida Peerdeman, prevedendo la grande crisi della Chiesa e il venir meno della fede. Il vescovo di Haarlem-Amsterdam, mons.Bomers, ha permesso la venerazione pubblica della Madonna sotto questo titolo, che è già riconosciuto in 60 diocesi del mondo. Il titolo di Donna o Signora fu usato da Gesù stesso a Cana e sulla Croce.
A Maria sta a cuore la salvezza di tutti gli uomini, anche di quelli che non hanno ancora conosciuto l'amore di Dio e che il Padre le ha affidato come "Signora di tutti i popoli", perché Corredentrice con il suo Signore. Non per nulla Lei ha detto: Tutte le generazioni mi diranno Beata, cioè tutti i popoli, anche quelli non ancora cristiani. Ma come già a Fatima e a Medjugorje chiede la nostra collaborazione e i nostri sacrifici. Per informazioni rivolgersi a Pro Deo et fratribus, via Montesanto 14, Roma. Tel. 06/37513783, fax. 06/37351549.

La Madonna pellegrina oltre la Francia - Le prime 108 "Vergini pellegrine" hanno diffuso lo scorso anno un torrente di grazia in tutta la Francia preparando la venuta del S.Padre. Altre 250 statue e icone partono ora (aprile) per vari paesi, dopo aver ricevuto la benedizone del Papa l'8 dicembre a Roma e il caloroso incoraggiamento di Bartolomeo I a Costantinopoli. Il nuovo pellegrinaggio è iniziato in 15 paesi e altri 40 lo attendono. Così la Madonna, che ha accolto 20milioni di pellegrini a Medj., porterà il messaggio di salvezza ad altre decine di milioni che lì non potranno recarsi.

Ciascun Paese è chiamato a partecipare a questa preghiera mariana, cattolici e ortodossi, adattando il progetto al loro contesto particolare, con proprie statue e immagini, in armonia con i vescovi, nel corso di questi tre anni, preparando con Maria il grande giubileo secondo i voti del S.Padre. Questo in breve ci comunica la Confraternita Notre Dame de France che organizza il Tour de Marie e cerca "persone che amano molto Gesù e Maria, disposte a mobilitarsi e a interessarsi del pellegrinaggio mariano".

Seguono notizie, adesioni e testimonianze di numerosi cardinali, vescovi, superiori di comunità da ogni parte del mondo. Rivolgersi a Olivier Bonnassies, 71 rue du Village, F-91530 Le Val St-Germain, tel (331) 64590234 fax (331)64590188

I nuovi martiri

E' stata celebrata il 24 marzo, su iniziativa del movimento giovanile missionario, la quinta giornata di preghiera e di digiuno per i missionari martiri. Solo negli ultimi 50 anni ben 728 missionari cattolici nel mondo hanno sacrificato la loro vita per la causa del Vangelo, tra sacerdoti, religiosi, religiose e laici consacrati; inoltre 221 in Ruanda nel 1994.

Pregare e digiunare è un modo concreto per partecipare al loro sacrificio e per sostenere quanti ancora lavorano per il Vangelo. S. Teresa di Lisieux, monaca di clausura, e S. Francesco Saverio, sacerdote missionario, entrambi patroni delle missioni, testimoniano la realtà della Chiesa come unico corpo dalle tante membra, dove chi con la preghiera e la penitenza, chi con l'offerta della propria sofferenza, chi con la carità operosa, chi con gesti di quotidiana riconciliazione, chi con il proprio sangue, cooperano al bene vicendevole secondo l'azione dell'unico Spirito.


Notizie dalla terra benedetta

Due apparizioni a Mirjana

"Vedere nei lontani Gesù che li ama" Da diversi anni Mirjana incontra la Madonna il 2 di ogni mese. A volte si tratta di locuzioni, a volte di vere apparizioni. Durante questi incontri si prega sempre "per coloro che non hanno ancora conosciuto l'amore di Dio". Da alcuni mesi questi incontri, che possono durare da pochi minuti fino a più di un'ora, sono vere apparizioni e per di più aperte anche ai fedeli.

Così è stato domenica 2 marzo per le ore 11 alla Croce blu, con grande partecipazione di parrocchiani e di pellegrini. Ecco il messaggio della Madonna: Cari figli, pregate per i vostri fratelli e sorelle che non hanno conosciuto l'amore del Padre e per quelli per i quali è più importante la vita sulla terra. Aprite i vostri cuori a loro e vedete in loro mio Figlio che li ama. Dovete essere la mia luce: illuminate tutte le anime in cui regna il buio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. La veggente ha riferito che durante l'apparizione la Vergine ha pianto.

"Pace solo per chi ama nel prossimo mio Figlio" - Nell'ultima apparizione quotidiana del 25 dic.1982 la Madonna promise a Mirjana che le sarebbe apparsa in seguito almeno una volta all'anno, il 18 marzo, giorno del suo compleanno. E così è stato finora. L'anno scorso, per evitare l'assembramento di persone nella sua casa, Mirjana ebbe l'apparizione sotto una delle grandi tende dietro il Santuario. Così è avvenuto anche quest'anno. L'appuntamento era fissato per le ore 14 del 18 marzo sotto la grande tenda. In Chiesa avevano avvisato che alle 13 sarebbe iniziata la preghiera.

A quell'ora la tenda era già gremita di parrocchiani e di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo: molti non sono riusciti a entrare. P.Slavko guidava il S.Rosario e Agostino i canti. Alle 13,30 è arrivata Mirjana con il marito Marko Soldo e altri familiari. La veggente sembrava un po' tesa, come spesso le accade quando aspetta la Madonna e ha rinunciato a guidare una decina del Rosario; una decina invece l'ha condotta una sua figlioletta che lei teneva sulle ginocchia, e un'altra Marko.

Verso le 13,50 Mirjana si è inginocchiata davanti alla statua della Madonna, posta su un tavolo con drappo azzurro. Quando dopo alcuni Pater, Ave, Gloria le è apparsa la Madonna, i suoi occhi si sono meravigliosamente illuminati. All'inizio era più sorridente, poi più seria fino a che ha alzato lo sguardo per seguire la Vergine, che al termine di ogni apparizione si eleva e si allontana. Dopo l'estasi Mirjana è rimasta qualche momento ferma e raccolta, asciugandosi qualche lacrima di commozione, poi è uscita con i famigliari e con P.Slavko.

Sotto la tenda è continuata la preghiera fino all'arrivo di P.Slavko che ha letto il messaggio in croato, traducendolo poi a caldo nelle lingue principali: Cari figli, come madre vi prego: non proseguite sulla strada che avete preso, questa è una strada senza amore per il prossimo e per il mio Figlio. Su questa strada troverete solo durezza e vuoto del cuore, e non la pace a cui tutti anelate. Solo colui che nel suo prossimo vede e ama mio Figlio, avrà la vera pace. Colui che lascia regnare mio Figlio nel suo cuore sa che cos'è la pace e la sicurezza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

La Madonna nei sei minuti di presenza è apparsa normale, è diventata triste solo quando ha dato il messaggio. Ha benedetto tutti i presenti e gli oggetti, ha pregato per i non credenti, ma nulla ha detto sui segreti: così ha riferito p.Slavko. Alberto Bonifacio


Il Presidente croato conferma il desiderio del Papa di venire a Medj.

Sabato 15 marzo è stato a Medj. il presidente croato Franjo Tudjman: è arrivato in elicottero insieme al vescovo di Mostar Mons. Ratko Peric. Erano presenti alcune migliaia di persone ad accoglierli, sono stati ricevuti in canonica dal parroco fra Ivan Landeka, dal provinciale dei Francescani di Erzegovina fra Tomislav Pervan e molti altri, tra cui l'ex-parroco fra Leonard, il quale ha riferito che il presidente Tudjman, davanti a tutti, ha detto principalmente due cose: "Sono contento di venire qui insieme al Vescovo e al Provinciale dei francescani: togliete questa tensione"; "Andate tutti a salutare il S.Padre a Sarajevo. Nel nostro ultimo colloquio, Giovanni Paolo II mi ha detto per la seconda volta che desidera visitare Medjugorje".

Tudjman ha affermato di essere venuto a Medj. per pregare e si è detto commosso per la visita al Santuario e per l'accoglienza calorosa di migliaia di persone. (* *)


Dichiarazione dopo l'incontro internazionale di Neum

130 Persone in rappresentanza di 21 paesi hanno partecipato, in qualità di guide di pellegrinaggi, di gruppi di preghiera e di centri per la pace, al 4° incontro internazionale di preghiera tenuto a Neum dal 24 al 28 febbraio 1997 sulla spiritualità della famiglia.

Nello svolgersi delle lezioni, negli scambi di esperienze, nella preghiera, nell'Eucaristia abbiamo compreso ancor più che la famiglia: a) è radicata nel piano divino; b) è incarnazione della famiglia trinitaria; c) è consacrata per il sacramento del matrimonio. La famiglia di oggi è in crisi, ma abbiamo speranza per il domani e di questa testimonianza dobbiamo essere testimoni presso tutti gli uomini di buona volontà.

A quanti onorano la Regina della Pace raccomandiamo di vivere i suoi messaggi: a) pregando nella famiglia; b) leggendo le Sacre Scritture; c) partecipando alla S.Messa comunitaria.

Se Dio ottiene il posto che Gli spetta all'interno della famiglia, la famiglia stessa la Chiesa e il mondo si rinnoveranno e parteciperemo con gioia a una nuova incarnazione. A tutti quelli che diffondono i messaggi della Vergine nel mondo raccomandiamo di rimanere al servizio della verità e di non diffondere, in nome di Medj., idee che non sono in armonia con i messaggi. Raccomandiamo quindi la comunicazione reciproca e quella con il Centro MIR di Medj..

L'Ufficio informazioni Mir di Medj. scrive in succinto: "dopo gli incontri per organizzatori francesi e tedeschi a livello nazionale qui a Medj., pensiamo di fare la stessa cosa anche per gli italiani, i quali sono stati i primi a rispondere alla chiamata di Maria, ma erano ben poco rappresentati negli incontri comuni (vedi Neum). Sono stati invitati a un prossimo incontro, che si terrà presso il Santuario il 26 giugno '97 alle 15, alcuni centri conosciuti per concretare un altro raduno più in grande di tutti i rappresentati dei vari centri e operatori di Medj. italiani (fra Miljenko Stojic').

Indiani in ritiro spirituale - 103 Indiani del Canada e degli USA, di cui 14 Capi tribù, con familiari parenti e amici, ai primi di marzo sono venuti a Medj. nei loro variopinti costumi e hanno preso parte a un ritiro spirituale di 4 giorni guidato per loro da f.Jozo Zovko, che alcune tribù avevano proclamato loro guida spirituale dopo le sue visite in America. Il capo della tribù Manitobe, Ken Wood, è stato a Medj. 7 volte; prima era stato alcoolizzato e aveva vissuto da ateo; poi smise di bere, imparò a pregare, ad amare e a perdonare. Ha riferito le sue impressioni su Medj. a una TV locale: così poi nella riserva tutti avrebbero avuto la possibilità di conoscere il messaggio. [Ma f.Jozo ha impedito a una catena di TV di riprendere il ritiro, avvenimento senza precedenti senza precedenti, perché si trattava di un fatto spirituale profondo e non di folclore]. Gli indiani sono saliti sul Podbrdo, sul Krizevac e hanno visitato la comunità Cenacolo e alcuni veggenti.

Dopo la S.Messa in parrocchia hanno danzato in cerchio davanti alla statua della Vergine per celebrare "i nuovi amici" e hanno affermato di vivere a Medj. una profonda esperienza di pace che ricolma i loro cuori: "Medj. -hanno ripetuto- sarà la nuova méta di pellegrinaggio del secolo".

Pasqua a Medjugorje - Diecimila pellegrini hanno celebrato la Pasqua a Medj.. Per il loro grande numero le liturgie del Giovedì Santo, del Venerdì e della Veglia del sabato sono state celebrate in 9 lingue. I più numerosi, oltre ai croati, erano austriaci, tedeschi, italiani, americani, francesi, argentini, polacchi, cechi, spagnoli e slovacchi. Ben 30 sacerdoti erano a disposizione ogni giorno per le confessioni nelle tre ore serali.

Seminari di preghiera - Alla Domus Pacis durante la Quaresima si sono tenuti tre corsi di preghiera e digiuno, ormai di rito, con circa 150 pellegrini di diversa provenienza. Anche i bimbi abbandonati della zona di Spalato dell'organizzazione "Help" sono venuti per il loro ritiro guidato dai francescani. La stessa casa ha ospitato altri 10 seminari tenuti dalle suore francescane per le ragazze durante l'anno scolastico.

Carmelo Puzzolo guida una scuola di pittura - L'italiano Carmelo Puzzolo, che ha realizzato le migliori opere artistiche di Medj. ha visitato l'associazione "Amici dei talenti", presieduta da p.Slavko, che si propone di aiutare i giovani artisti dotati di talento ma con poche possibilità economiche, a ricevere una formazione universitaria. Una ventina di giovani quest'anno hanno potuto beneficiare della guida del grande artista italiano per la loro esercitazione; ai lavori ha preso parte anche la pittrice sr.Milena Tomas che vive ora a Medj..

La morte di un prete svizzero - P.Emil Ritz, salettiano svizzero, che aveva seguito per i 50 anni i pellegrini tedeschi a La Salette, è morto improvvisamente nella sacrestia del Santuario dopo la Messa in tedesco per un attacco cardiaco. Era venuto tante volte a Medj. ed ora aveva condotto un gruppo di 250 ragazzi dalla città di Ulm.

Fra Janko Bubalo, per molti anni indefesso confessore a Medj, noto soprattutto per il libro-intervista a Vicka "Mille incontri con la Madonna", è tornato al Padre il 21 febbraio, dopo 5 anni di malattia. Era nato nel 1913. Primo sacerdote croato a entrare nell'"Associazione letterati croati", era stato sottoposto a pesanti torture durante il regime comunista. dal Press Bulletin

(Centro informazioni MIR, BiH 88266 Medjugorje, fax 387-88651444, tel 387-88651988)


Per la Madonna nessuna situazione è disperata

Nella Cappella dell'Oasi della Pace il 12 aprile un centinaio di italiani hanno assistito all'apparizione a Marija Pavlovic' Lunetti. Essa ha poi conversato con i presenti. Così ha detto in succinto: "...Tanti dicono che la Madonna parla troppo: Maria è per noi madre; se la accettiamo come tale, sempre ci invita e ripete come fa una mamma. Così anch'io che faccio esperienza di mamma, (nonostante che metà di me è ancora un po' suora, perché avevo questa intenzione e tante volte mi dico che non sono abbastanza mamma), non mi stanco mai di baciare cento, mille volte i miei bambini...; anche la Madonna con mille parole, in mille maniere ci dice che ci ama...

Anche con la sua presenza a Medj. ce ne dà la prova. Sempre mi dico: andiamo in tanti santuari, incontriamo tante belle cose a Lourdes, a Fatima, ecc., ma quando veniamo a Medj. sentiamo il bisogno, al ritorno, di cambiare tutto il mondo. La Madonna sempre ripete: «Cominciate da voi stessi a vivere i messaggi nella vita... e diventerete esempio per tutti. A volte fate i santi in Chiesa, ma i pagani fuori» Ma tutti abbiamo la possibilità di cambiare".

Una donna: da 8 aborti a portatrice di vita - "Così una donna che ha fatto 8 aborti è venuta da me e ha detto: io non ho il coraggio di andare a confessarmi: ho paura che il prete mi sgridi e mi butti fuori dal confessionale. Sono venuta da te perché mi raccomandi alla Madonna. La sera stessa ho raccomandato quella mamma alla Madonna: essa ha fatto tanti aborti perché non aveva mezzi per vivere e suo marito era contrario alla vita. E' stato uno schok dietro l'altro e ora è in grave depressione e non dorme più. Ora poi non poteva più aver figli. La Madonna mi ha sconvolto con la sua risposta: D'ora innanzi lei stessa sarà portatrice di vita agli altri. Tale è la speranza che ha la Madonna verso i suoi figli, anche quando tutto sembra umanamente impossibile.

In breve la donna si è confessata e il suo cuore è cambiato totalmente. Ora lei stessa va negli ospedali, dove prima andava ad abortire e fa il possibile per convincere le mamme a non farlo. Dice: prima prego e racconto la mia storia e l'inquietudine che avevo nel cuore, anche se so che i miei bambini sono angeli. La mia vita è così corta e penso che devo correre adesso per recuperare non solo i miei figli, ma tanti altri che possono essere abortiti. La sua testimonianza ha incoraggiato molte mamme a conservare la loro creatura. Questo è un esempio di come le nostre ferite di morte, come ha detto nel messaggio del 25 marzo, possono diventare sorgente di vita. Ma quanti esempi di persone che qui si confessano, cominciano una nuova vita e guariscono dai loro mali..."

"Una bambina malata di tumore è rimasta cieca ed è morta a 5 anni. La mamma era andata da Padre Pio, da S.Leopoldo ed è venuta anche a Medj. con la bambina a chiedere la grazia, e non l'ha ottenuta. Ma questa bambina ha portato la santità a tutta la famiglia (la mamma ha fatto un meraviglioso cammino). Era venuta sulla collina delle apparizioni anche lei a chiedere, oltre alla grazia di guarire, la grazia di poter ricevere Gesù: aveva solo 4 anni e così ha ricevuto Gesù ed è morta come una piccola santa.

Ma tanti che incontrano la Madonna qui, diventano santi; e quante persone, ammalate nel fisico o nello spirito hanno trovato la salute! Paralizzati che hanno cominciato a camminare e sono ritornati con i documenti che erano guariti... Dobbiamo ascoltare sempre la Madonna, ed essere testimoni di quello che Lei può fare...".

Il Papa parla come la Madonna - "Quando la Madonna mi dà il messaggio del 25, spesso mi accorgo che all'indomani il S.Padre dice le stesse parole. E allora penso: c'è un altro veggente oltre noi. O il S.Padre è guidato così fortemente dallo Spirito Santo, oppure anche Lui ha le apparizioni! Così Lui ci fa la concorrenza..."

Poi Marjia ha parlato del viaggio del S.Padre a Sarajevo: "Tutti dicono: c'è tanto freddo, c'è tanto pericolo. Ma lui ha aperto anche la finestra per dire: Non ho paura anche se muoio. E' così sereno e tranquillo, nonostante la sua mano tremante. Ora si vede la vecchiaia, ma allo stesso tempo vediamo anche il Papa di una volta che spacca il ghiaccio... Ci sono teologi e libri che parlano contro il Papa. La Madonna una volta ci ha detto: Il S.Padre è il mio figlio prediletto, è il Papa che ho scelto per questi tempi...".

(registrazione e trascr. di p.Aldo Rottini, Videomission: 8 videocassete su Medj., Via Piamarta 9, BS tel.030-3772780, fax 3772781).


Dio cerca la nostra debolezza per vivere e donarsi in noi

Si è appena concluso a Numana (An), il 20 aprile scorso, il convegno per la formazione delle anime offerte guidato da p.Tomislav Vlasic, sul tema Eucaristia Vivente. I 700 partecipanti a questo incontro bimestrale, molti dei quali presenti pel la prima volta, hanno vissuto tre giorni di preghiera, condivisione e riflessione accompagnati dalla Comunità "Kraljice Mira". Riportiamo alcuni spunti riassuntivi delle parole del padre:

Essere la Parola di Dio, non le "parole" Nella Parola di Dio riceviamo tutto: la chiamata, la protezione sul cammino, il contenuto ed i frutti. Nella Parola di Dio, quando è accolta con libero amore, si trova Dio stesso.

In questo modo siamo in grado di realizzare lo stesso programma di vita della Vergine Maria. Se vogliamo che il Verbo di Dio abiti in noi, dobbiamo necessariamente ritirare i nostri pensieri, le logiche, le argomentazioni personali, poiché la potenza di Dio si manifesta soltanto nei deboli. Gli uomini, al contrario, intorno alle proprie debolezze hanno costruito tante difese. Bisogna aver fiducia in questa onnipotenza divina.

E quando avviene che gli altri ci legano, quando ci inchiodano, bisogna lasciare che la Parola di Dio si offra in noi: non siamo noi a doverci offrire, ma il Verbo di Dio in noi. In questo modo si manifestano il Verbo di Dio e la sua Potenza! Il problema si crea quando ci si trattiene sul livello delle parole umane invece di immergersi in se stessi e andare incontro a Dio. E' necessario, quindi, sacrificare ogni idolo presente in noi: dietro ogni difesa, si nasconde un idolo; dove non siamo disponibili a cedere il posto al Verbo, abita un idolo: una persona, un affetto, una cosa...

Essere un dono per Dio Vivente: l'offerta - Quando si lascia lo spazio al Verbo di Dio in se stessi, allora Gesù si offre in noi, ama il Padre in noi e a Lui si dona. Bisogna solo lasciarLo fare! In questo modo, offrire la vita a Dio significherà aprirsi per diventare una creatura nuova e così diventare figli adottivi di Dio in Gesù, partecipando alla pienezza dei doni in Cristo.

Vogliamo essere il dono del Dio Vivente per l'umanità? - Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi... Se arriviamo ad essere un dono totale e puro per Dio, allora Egli avrà a disposizione dei figli e delle figlie da donare come "amore puro" all'umanità. Quando Gesù inviò gli apostoli nel mondo, indicò loro la pedagogia che essi avrebbero dovuto adottare, quella dell'amore puro, ovvero: l'agnello che vince il lupo. Quando in noi non vive l'agnello, vincere diventa impossibile!

Nella Sacra Scrittura c'è un punto, oserei dire "scandaloso" e cioè quando il Figlio di Dio fugge davanti ad una creatura: Erode. Inoltre, vediamo come Dio Padre ha permesso che le creature crocifiggessero il suo Figlio Unigenito. Ma perché lo ha fatto?... Questo rappresenta una chiave di lettura molto importante per le anime offerte: Dio è debole! Egli è forte solo nell'Amore! Qui sulla terra Dio non cerca le forze. Infatti, la spiritualità che passa attraverso la prepotenza è sbagliata, perché Dio è onnipotente nell'amore puro.

Così si arriva al punto dell'"Eucaristia Vivente": Dio Padre desidera donare ciascuno di noi come il suo dono al mondo. Ma per far questo ha bisogno che noi diventiamo "agnelli", non in una forma patologica, ma in modo gioioso, con la responsabilità e la dignità con cui Gesù portava la sua Croce. Dio è alla ricerca di anime che vogliono accogliere questo amore, anime disponibili ad essere inviate. In questo modo partirà la missione, una missione che ci chiama ad essere l'Amore di Dio e il suo dono per l'umanità. Il mondo ha bisogno di vedere l'Eucaristia Vivente nei cristiani, il mondo ha bisogno di vedere Dio. (Nicola)

 

Per crescere nell'amore all'Eucaristia, segnaliamo l'intramontabile libretto Visite al SS.Sacramento e a Maria SS. di S.Alfonso M.de Liguori, ed Bettinelli, Verona.

Eucaristia cuore della Vita, Catechesi vive sulla Messa, di P.Franceso Peyron e P.Angheben della Consolata,Effata Ediz., Strada Sorretto 9/1, 10060 Cantalupa (TO).


Controcorrente

Non bisogna credere ai profeti di sventura

Mi trovo davanti una serie di domande continuamente ricorrenti, per cui penso che anche i nostri lettori se le siano poste e se le siano sentite proporre. Sembra quasi che ci sia un contrasto in atto, tra i tanti "veggenti" e "messaggi" che preannunciano catastrofi, e la prudenza degli uomini di Chiesa che mettono in guardia dal credere a questi moderni profeti di sventura. Eppure sembra che, guardando alla situazione del mondo d'oggi, non ci sia nulla di buono d'aspettarsi, e sembra che i tanti messaggi apocalittici che vengono diffusi si accordino bene con i severi avvertimenti dei profeti, così come ci vengono riportati nell'Antico Testamento, riguardo al popolo ebraico.

Che cosa dobbiamo pensare? A chi si deve credere?

Intanto vorrei ricordare che non ci troviamo più nell'Antico Testamento, ossia nei tempi dell'attesa del Messia. E' venuto Gesù lasciandoci i suoi doni: l'assicurazione della sua presenza ("sarò sempre con voi"), per cui è sempre vivo a intercedere per noi; ci ha dato l'Eucaristia, la Chiesa, Maria SS. e soprattutto il dono permanente dello Spirito Santo... Perciò il Vaticano II afferma decisamente che non c'è da attendersi nessuna altra rivelazione prima della Parusia. Ciò non toglie che il contenuto della rivelazione possa essere sempre più approfondito, in ciò che afferma esplicitamente o implicitamente: è il compito dei biblisti e dei teologi, sotto la guida sicura dell'autorità ecclesiastica.

Che l'uomo abbia un continuo bisogno di essere chiamato alla conversione, ce lo dice chiaramente il Vangelo in molti passi (basti pensare a Luca 13,5: "Se non, vi convertirete perirete tutti"). Per questo non meraviglia se anche i messaggi delle apparizioni mariane sono rivolti prevalentemente a richiedere la conversione. E' un richiamo pressante, urgente, di cui c'è sempre bisogno.

Ma tutti quei pseudo veggenti che annunciano catastrofi, attribuendo i loro messaggi al Signore o alla Madonna, non meritano nessun credito. E' vero che tutta la storia umana ci parla di catastrofi naturali (terremoti, alluvioni...) o più ancora di altri danni collettivi provocati dall'uomo (guerre, genocidi, tratte dei negri o delle bianche, ecc.). Dove c'è colpa umana occorre conversione, dialogo, comprensione. Dove ci sono cause naturali deve intervenire la solidarietà, l'aiuto reciproco.

A Fatima la Madonna aveva preannunciato che, se gli uomini non avessero ascoltato i suoi richiami (si era nel 1917, alla fine della prima guerra mondiale), sotto il pontificato di Pio XI sarebbe iniziata una guerra ancora peggiore. Ma si osservi bene in contenuto di questo annuncio. La Madonna non ha profetizzato una guerra, ma ha insegnato come evitarla: il castigo era condizionato alla conversione ed era indicato come stimolo alla conversione. Non era una profezia ineluttabile, fine a se stessa.

Qualcuno si chiede: come accordare la promessa di Dio, di non distruggere più l'umanità col diluvio (Genesi 9,11), con le profezie del Vangelo apocalittiche sulla fine del mondo? E' chiaro che si tratta di due fatti molto diversi. Il diluvio universale fu causato dai peccati dell'umanità ed ebbe uno scopo punitivo. La fine del mondo è un evento previsto nei piani di Dio: non sarà provocato da una volontà di castigo, ma dalla volontà di segnare il trionfo completo di Cristo e degli eletti. Anche se sarà preceduto da catastrofi, esse avranno solo lo scopo di preparare l'umanità al grande evento e di essere un ultimo richiamo al pentimento.

Il Padre Celeste è Dio di amore e di pace. Non ci tiene sotto l'incubo di punizioni, ma ci vuole sereni, fiduciosi nel suo amore misericordioso. Chi diffonde messaggi catastrofici è sicuramente un falso profeta e merita solo la nostra compassione. Ma sarebbe un grave errore dargli credito.

don Gabriele Amorth

 

Quando le profezie sone vere? - Secondo il "Messaggero" don Amorth avrebbe affermato questo: una veggente ha saputo della lacrimazione della Madonna a Civitavecchia 6 mesi prima che questo si verificasse. E vero? Don Amorth: In parte si. Ciò è avvenuto alcuni mesi prima (che fossero proprio 6 mesi non me lo ricordo neanche adesso, mi pare che fossero 4 o 5). Come si comporta don Amorth di fronte a queste cose? Sta zitto e segue la regola della Bibbia: se una profezia si avvera l'ha ispirata Dio, se non si avvera si annega il fatto e quello che la dice. Percui io al Vescovo non ho detto niente! Dopo che il fatto è avvenuto, allora gliel'ho detto, prima no! Siamo infatti così pieni di veggenti falsi, di carismatici falsi, di gente che dà messaggi, che avrebbe il filo diretto con la Madonna, con lo Spirito Santo, con S.Antonio da Padova... Dobbiamo stare molto attenti!

E consiglio anche a voi la stessa cosa: avete una persona in fama di santità che vi preannuncia qualcosa? State buoni, state zitti. Dite: Signore, si faccia la Tua volontà! Poi, se la profezia si avvera, allora direte: Beh, si vede che in quel momento il Signore l'ha ispirata. Ma una volta su mille, una volta su mille ciò avviene!

 

5000 persone al Palavobis di MI il 6 aprile hanno pregato e fatto comunione su problemi concreti, quali l'Ospedale di p. Pio a Medj. (P. Mattens), aiuti alla Bosnia (P. Orec'), il viaggio del Papa a Sarajevo (A. Bonifacio), la costruzione di una Chiesa cattolica in Macedonia (vescovo Herbut di Skopje). Per informazioni e aiuti rivolgersi a Veronesi (06-48402785 o cell.0337-306594).

Il veggente Jakov poi ha rinnovato la nostalgia della Medj. dei tempi in cui era bambino: ora adulto e padre di due figli ha mantenuto lo stesso entusiasmo e riesce a trasmetterlo. Il vescovo Hnilica impedito a venire ha mandato un messaggio sul trionfo del Cuore Immacolato di Maria. (G. Romolotti)


Ascoltate oggi la sua voce (sal95)

non aspettate domani.

 

Nella prefazione del libro "Parola di Maria" di Luciano Moia (ed. Segno - Udine) è riportata una risposta concisa del card. Tonini, arcivescovo emerito di Ravenna, a chi lo interrogava su Medj.

Domanda: In tutti i luoghi delle apparizioni, vere o presunte, si verificano straordinari fermenti di devozione. Si registrano conversioni, si torna alla preghiera, si riscopre la fede. Chi è stato a Medj racconta che in quel luogo si respira la fede, il soprannaturale pare diventare realtà tangibile. E questo, in una società come la nostra, fredda ed indifferente non potrebbe già essere considerato un piccolo o grande miracolo?

Risposta: "Sì, so che tutto ciò si verifica. A Medj arrivano migliaia di pellegrini, si prega, si riscopre la fede. E' un grande dono e ne ringraziamo il Signore. La Chiesa però, prima di pronunciarsi, attende ancora. E' una cautela giusta. Ogni dubbio deve essere esaminato, ogni incertezza risolta. Personalmente ritengo che le perplessità dell'episcopato locale, con tutte le sfumature delle diverse posizioni, debbano essere motivo di riflessione. Sarà indispensabile comunque attendere il pronunciamento ufficiale del Vaticano. Mi fido della promessa fatta da Cristo agli apostoli e ai loro successori in eterno: il giudizio della Chiesa che sarà pronunciato in nome di Cristo sarà quello che mi convincerà della credibilità di un apparizione o di un evento soprannaturale".

Precisiamo: Su questi fatti bisogna distinguere due piani: quello dei frutti soprannaturali portentosi, che anche il card.Tonini riconosce; e quello della soprannaturalità degli eventi, su cui si attende il "pronunciamento ufficiale" del Vaticano (che -aggiungiamo noi- non potrà venire finché le apparizioni sono in corso e facilmente nemmeno dopo).

Ma la continua accentuazione di queste "perplessità" e "riserve", che riflettono dure opposizioni locali, dovute a inquinamenti di rapporti e a chiusure del cuore, finisce per trattenere e scoraggiare -per non dire scandalizzare- tante persone semplici che non sanno distinguere, mentre dà fiato a chi non riconosce nulla e non vuole cambiare nulla. E in attesa di quel riconoscimento, dovremmo stare a guardare e lasciar passare l'occasione che il cielo ci dà ora? E che cosa aggiungerebbe questo "pronunciamento ufficiale" a quanto di incommensurabile hanno già ricevuto quelli che si sono "fidati"? Perchè bisogna cercare il Signore mentre si fa trovare (Is 55, 6) e non aspettare il domani.

Don Amorth si dice "d'accordo con l'indirizzo della Chiesa dei secoli passati, quando apparizioni mariane o fatti miracolosi non avevano bisogno di alcun riconoscimento ufficiale: era il popolo che, con il suo culto dava valore a quei fatti, e la Chiesa li avallava con la sua presenza nella celebrazione del culto e dei Sacramenti. Così avvenne per Monte Berico a Vicenza, per Caravaggio a Bergamo, per il Divino Amore e le Tre Fontane a Roma e per tanti altri santuari dove si diceva apparsa la Madonna" (cf Eco 120, p 7). Così avviene anche a Medj, dove già da quasi sedici anni la Chiesa accoglie i pellegrini e distribuisce fiumi di grazia, sulla scia di richiami, di cui nessuno ha messo in dubbio la piena conformità alle verità di fede. E che cosa si vuole di più?

Non c'è chi non veda come questa grazia straordinaria offerta a tutti, in tempi così avversi, non debba essere riconosciuta e incoraggiata, come fa il Santo Padre ad ogni occasione che gli si offre e come fanno tanti vescovi che là si sono recati, testimoniandone anche i frutti di grazia. Ma qui il diavolo si è tanto più armato quanto più ha capito la grandezza della posta in gioco...

 

Quali i segni probanti della presenza di Maria? - Molte persone, al presente come in passato, ci scrivono di fenomeni sensibili che hanno segnato la loro visita a Medj. (o comunque sono legati con Medj.), in cui Maria si è fatta vedere, sentire in diverse maniere, ha guarito, ha fatto grazie, ecc.. A tutti quelli che ci scrivono queste edificanti esperienze diciamo:

Non c'è da meravigliarsi, anzi questi casi sono ben più di quelli che immaginiamo. E chi non ritorna da Medj. con qualche "segno"? Ma sui casi fuori dall'ordinario occorre conservare la dovuta discrezione e non volerne fare oggetto di pubblica attenzione.

Sono segni di amore e di incoraggiamento destinati da un Cuore Materno alle singole persone. Ma il vero segno che tutti dovrebbero vedere, come prova del passaggio di Maria, è la conversione del cuore; quando cioè non si ricorrerà più a questi segni straordinari per convincere gli altri, ma gli altri vedranno in noi stessi gli effetti del passaggio di Maria attraverso il nostro cambiamento di vita, la nostra pace, una nuova disponibilità verso tutti: testimonianze ben più convincenti che tutti i segni esteriori.

Nuove apparizioni e lacrimazioni? - Ce ne segnalano i lettori da ogni parte della terra. Non c'è da meravigliarsi né di queste né di altri fenomeni soprannaturali. Ci riferiamo a casi presumibilmente seri, anche per i segni particolari di conversioni e di continuità che li accompagnano. Se la Madonna o Gesù si fanno sentire così spesso, ce ne saranno i motivi. E per noi motivi molto chiari sono il declino della fede, il raffreddarsi della carità (che fu accesa da Gesù nel mondo attraverso il suo sacrificio e il suo S.Spirito), il dilagare dell'iniquità (cf Mt 24,11) e le sue conseguenze, che sono evidenti agli occhi di tutti.
d.A.

 

Missioni difficili nel terreno delle sètte

Un SOS arriva dalla giovane Comunità Missionaria di Villaregia, RO, che conta già 360 membri tra sacerdoti, religiosi e famiglie. Chiamata a coprire il vuoto di Pastori dell'immenso gregge che è nell'America Latina, ha iniziato una nuova missione nella diocesi di Campo Limpo (periferia di San Paulo): 2 milioni e mezzo di fedeli con soli 25 sacerdoti e 75 laici; certi villaggi vedono la S.Messa ogni 5 o 6 mesi e qualcuno non ha mai visto il sacerdote.

Come tutta l'America Latina, anche questo è un terreno di facile conquista per le sètte, finanziate da facoltosi gruppi degli USA. Provvidenzialmente -dicono questi missionari- il Rinnovamento dello Spirito è rimedio alle sètte perché le contrasta sullo stesso terreno di fervore nello Spirito e di fedeltà al Vangelo, che le stesse sètte rivendicano. Anche dalla Costa d'Avorio, dove i cristiani sono poverissimi, ma sempre più numerosi e fervorosi, gli stessi missionari chiedono aiuti. (Missionari di Villaregia, Porto Viro -RO) 0426/325031-2, ccp 10227452.



25 giugno '81: anche Obici nella storia di Medj.

La frazione Obici di Finale Emilia (MO) è quanto oggi resta della grande azienda, con relativo borgo e casa padronale, acquistata alla fine del 1400 dalla ricchissima famiglia ferrarese degli Obizzi. Quando negli anni 70 un gruppo di ragazzi avvertirono l'esigenza di riaprire la cappella vicina al palazzo, diventata stalla, ottennero ripetuti rifiuti da parte degli ultimi proprietari, fino a quando, dopo anni di preghiere alla Regina della Pace, il 24 giugno 1981 ottenero l'agognato permesso e la consegna delle chiavi. Il giorno successivo, 25 giugno, da improvvisati restauratori, avviarono i lavori di recupero.

Poche settimane dopo, un primo evento sorprese non poco i piccoli operai e il parroco. Alla profondità di un metro e mezzo sotto il primo pavimento fu rinvenuta, in una cassa immersa nel fango, un'immagine di Maria col Bambino nell'atto di ricevere un omaggio floreale dall'angelo: era perfettamente conservata. Stefano, l'animatore dei giovani operai oranti, si rivolse al Papa, il quale li accolse a Roma il 26 maggio '82 e, benedicendo la sacra immagine, si espresse così: "Portate questo quadro nella vostra Chiesa e la Madonna elargirà tante grazie".

E tante sono le grazie ottenute in questa Chiesa: conversioni, guarigioni, vocazioni... e tanta preghiera. Dopo lo scoppio del conflitto nella ex Iugoslavia, giugno '91, nella Chiesa di Obici si prega per la pace e nasce spontaneo il bisogno di portare aiuti. Ne giungono in enorme quantità. Prima si portano ai campi profughi della Croazia, poi si prende la strada della Bosnia, passando naturalmente per Medj.. E qui, sentendo la storia delle apparizioni, si rivelano le "strane" coincidenze. La Regina della Pace appariva a un gruppo di ragazzi a Medj., mentre lo stesso giorno altri ragazzi avviavano i lavori di restauro a Obici, dove la Madonna era invocata "Regina della Pace".

Da allora un filo diretto ha legato i due luoghi e la carità di Maria si è fatta strada per i suoi figli più poveri con convogli e convogli di aiuti, che avevano sempre come prima tappa Medj.. Le ripetute visite a Obici di Marija Pavlovic', di p.Slavko, di p.Leonard Orec' hanno confermato che tra Medj. e Obici esisteva un legame ben più profondo di una semplice coincidenza. Dal 1° gennaio '95 la Chiesetta di Obici è stata eretta a Santuario Mariano, affidato alla giovane famiglia francese dei Fratelli di S.Giovanni. (Nicola)


* Viaggio a Medjugorje - Pullman giornaliero da Trieste (vicino a staz. FFSS) ore 18, con arrivo a Medj. alle 08 del mattino successivo; riparte sempre alle 18 da Medj. con arrivo a TS alle 08 (tel 040-425001; £ 180mila a/r). Per mare traghetto da Ancona, lunedì, mercoledì, venerdì ore 21, sabato ore 22. Ritorno da Spalato: martedì, giovedì, sabato, domenica. Tel. 071-55218, fax 202618 (ag. Mauro), opp. tel. 071-204915, fax 202296 (ag. Morandi). Viaggio aereo - Dal 21 aprile due volte alla settimana: Milano Linate-Spalato (durata del volo un'ora; tragitto in pullman Spalato-Medjugorje due ore e mezzo), (Pellegrinaggi Rusconi, LC: quote economiche da L. 640.000 per 4 o 5 giorni, tutto compreso. Per informazioni 0341-363077.

Campo di lavoro per volontari muratori, piastrellisti, idraulici, elettricisti, ecc., per costruzione grande casa di preghiera a Medj., con turni di tre settimane, o più se è possibile. Gli interessati possono contattare Giancarlo Rovati (0337-411728) o Mario Osella (02-5450681).

Vicka a Verona con Sr. Elvira e i suoi ragazzi, il 1° giugno, presso Collegio Salesiani, v.don Minzoni 50, inizio 14, 30. Ci sarà solo una Liturgia della Parola, essendo bene che per la festa del Corpus Domini tutti partecipino alla S. Messa nelle loro parrocchie o comunità. In previsione di una larga affluenza si consiglia di portare piccole sedie pieghevoli.

A Modena, 7 giugno, festa del Cuore Immacolato di Maria, solenne incontro di chiusura con p. Jozo Zovko nella Basilica di S.Pietro (ore 16). Per informazioni Manlio 059-342168.

Casa di accoglienza per giovani a Medj.: bisogno sentito e oggetto di tanta preghiera. Ora un locale non finito attende ... non lontano dalla Chiesa. Per informazioni e collaborazione: Rita presso Vicka, Bijakovici, opp. a Verona (045-7596172, tarda sera).

Rappresentazione sacra della Passione del Signore, del Gruppo Universitario Cattolico di Verona, disponibile anche per altri spettacoli, gratuitamente. Scrivere a prof.Carmelo Nicotra, v. Segantini 14, VR, 045-567894.

Tempo di Pace e altre cassette-cd di Roberto Bignoli, cantautore della Regina della Pace e della speranza in Italia e all'estero, Ed.Shalom, Monte S.Vito, AN, tel. 071-7450440. (Anche messaggi e tutta la stampa che riguarda Medj.).

Messaggi di Maria in audiocassette preparati dal gruppo "Perfetta Letizia", v.Cappuccini 124, 90129 PA, 091-6518654.

Modif. Vicenza-Malo: Ruaro Antonio tel 0445-580455; Valdagno: Ruaro Cristina, 0445-409129

* Marta Mirkiewicz di Cracovia, l'infaticabile sorella, che per anni ha curato la pubblicazione di Eco polacco, è tornata al Signore il 5 marzo. La Madonna le dia un posto in cielo pari alla dedizione con cui ha servito alla sua causa. Ora l'edizione polacca di Eco sarà continuata da Ewa Jurasz e amici.

* Ritiro internazionale dei sacerdoti con preghiera, conferenze, dialoghi, liturgia comune, si terrà a Medj. dall'1 al 5 luglio '97, organizzato da P.Slavko e Don Cosimo Cavalluzzo, per assecondare il desiderio di tanti sacerdoti. Saranno invitati anche sacerdoti che si occupano di guarigioni interiori e altri esperti. (Per informazioni tel. 387-88-651988, prenotazioni fax 387-88-651444).

* P. Andrea d'Ascanio ha pubblicato una cruda e sconvolgente descrizione della società contemporanea, in cui l'uomo ha messo il proprio io al posto di Dio. Onan (il peccato contro la Vita) è il titolo della pubblicazione: Ed. Pater, Cas.Post. 135, 67100 L'Aquila.

* L'Eco di Maria si trova in tutte le lingue principali a Medj. nel negozio di souvenirs fuori dalla Chiesa; il deposito è presso il negozio MIR subito passato il ponte a sin. verso la Chiesa.


CI SCRIVONO

Dall'Albania: Che Maria porti pace nel nostro Paese povero e martoriato. Un fatto è certo: nelle zone dove arrivano i messaggi di Maria non si è sparato neanche un colpo... Anche gli ortodossi del sud gradiscono il bollettino. (Robert Prendushi)

Dall'Egitto: Eco mi arriva e lo leggo con grande interesse; mi serve per meditazione. Nei vostri incontri di preghiera ricordate i cristiani dell'Egitto che sono perseguitati e uccisi dagli islamici e nessuno può parlare. Quante sofferenze e umiliazioni per essere fedeli a Cristo... (Sr.Chiarafrancesca Magnan)

Da Hong Kong: Rosa Kong ringrazia a nome dei lettori per l'invio di Eco in inglese. Che Dio possa ispirare qualcuno ad occuparsi di una edizione in cinese per il bene dei fratelli di Cina. Precisiamo che ad Hong Kong c'è già l'amico Antony Tsoi che traduce da tempo articoli di Eco in Cinese (Queen of Peace group, 770 King's road, C-610, Hong Kong).

Dalla Svizzera. Dopo le parole di ammirazione per la semplicità evangelica dell'Eco "che non deve cambiare", P.Gerolamo scrive: "nei cuori di tanta gente, anche di sacerdoti si trova lo smarrimento causato dall'assenza dello Spirito di Gesù, che non si cerca e non si domanda più: 'facciamo da noi'! Tanto più dobbiamo alzare i nostri occhi a Colui e Colei che abitano nei Cieli, donde viene a noi l'aiuto. Teniamo duro". (Abbazia di Einsiedeln)

Dalla Norvegia, Helge Gudheim scrive: leggiamo Eco in Inglese, con grande interesse, ma per noi luterani molte cose sulle apparizioni mariane sono nuove e strane... La Vergine Maria non è mai apparsa in zone non cattoliche, dove più sarebbe necessario per la gente di altre fedi? Un'altra difficoltà è che i luterani non possono ricevere la Comunione a Medj..

Riguardo a questa difficoltà si è già parlato in Eco 130, p5. Per le apparizioni mariane, in questi ultimi anni, ne sono avvenute diverse anche in zone non cattoliche: p.es. a Grushevo in Ucraina e Smolensk in Russia (Ortodossi), a Il Cairo (Copti), ecc. La rivista "Jesus", nel numero di aprile 1997, affronta l'argomento (pp. 84-88). All'interessato giungerà una nostra risposta particolare.

Dal Sud Africa, Genevieve Henning osserva che Eco si contraddice perchè "da una parte non crede nei segreti catastrofici (132 p2 e 5) e nello stesso tempo parla di ultima chiamata della Madre... Tutti sanno che la terra si dirige a un disastro ecologico ..." Si, se il disastro verrà, verrà per i disordini degli uomini che così castigano se stessi. Quelli della Madonna poi sono gli ultimi richiami, non in modo assoluto, ma in ordine di tempo, perché si convertano. La perdita della fede è una catastrofe più grande di tutte le catastrofi. Il male è grande, chi non lo vede? ma è anche controbilanciato da un grande bene e dalla santità di tante anime, dalle preghiere e sacrifici di tanti buoni. Proprio questo aspetta Dio per usare misericordia: vuole solo questo!

Sulla continenza periodica una precisazione riguardo alla testimonianza di Marija Dugandzic' (Eco 132 p 7) che affermava: "per me è contraccezione anche quando eviti apposta il rapporto nei giorni fertili..."
Ma il Magistero nel Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, art. 2370, dice: "la continenza periodica e i metodi di regolazione delle nascite basati sul ricorso ai periodi infecondi sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Tali metodi rispettano il corpo degli sposi, incoraggiano tra loro la tenerezza e favoriscono l'educazione ad una libertà autentica."
Tuttavia l'art. 2368 invita ad evitare la motivazione egoistica nel ricorso ai periodi infecondi.
(Pierantonio Gottardi).

Il Cuore di Gesù che vive nell'Eucaristia e il Cuore di Maria aprano i nostri cuori all'azione dello Spirito Santo perché portiamo molto frutto. Vi benedico nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Villanova M. 27.04.1997


EDIZIONI ESTERE

Inglese: Echo of Mary, cas.post.27,I- 31030 Bessica Treviso. Francese: Echo de Marie, 18 Allée Thévenot, F-39100 Dole. Tedesco: Echo Mariens, Cas. Post. 149, I-46100 Mantova, fax 0376-245075. Spagnolo: Eco de Medj., cas. post 149, I-46100 Mantova; Catalano: Amics de Medj., c.Carme 11 baixos E-08700 Igualada-Catalogna; Portoghese: Gilberto Correia, rua de Brito 24, P-4915 Vila Praia de Ancora, tel. 911181; Brasiliano: Servos da Rainha, Caixa p. 02576, 70279-970 Brasilia DF; Olandese Int. Medj. Comité afd. Nederland-Belgie, Misericordeplein 12C, 6211 XK Maastricht (Olanda); Polacco: Ewa Jurasz, ul. Nullo 14/34, PL-31-543, Krakow. (Polonia); Russo: Dom Marii, Ul Remisova 5, a/28, 113186 Moscow (Russia); Svedese: Carlo Frizzo, c/o Josephina Hemmet, 16849 Drachmannsg 2, Bromma (Svezia) Ungherese: Fraternitas, 1399 Budapest, P.F. 701/85, Hongrie, fax 36-11329001; Rumeno: Ecou din Medjugorje, cas.post.41-132 Bucuresti (Romania). Albanese: Sander Prendushi, L. Heroj, Rr Skenderbeg, nr 98, Shköder (Albania). Greco: Sr. Despina de la St. Croix, 69 rue Epirou, Agia Paraskevi, 15341 Athenes

Distributori: In Svizzera : Nora Künzli, via Caressaa, CH-6862 Rancate 091/6463469(Versamenti: Banca Raiffeisen, Eco di Medj.,CH-6862 Rancate, cc.69-1079-0). In Spagna: José L. Lopez de S. Roman, Ap. 246, Palencia (Spagna). In USA:Joanne Clark, 17503 Applewood Ln Rockville, Maryland 20855; Peter Miller, P.O.Box 2720-230, Huntington Beach CA 92647, Ph 714-3740530 Fax 714-3749490 In Canada: Arts o Graph, N.D., 6653 Papineau, Montreal Que, H2G 2X3, fax 514-7215831, t.514-7212251 (riproduce Eco inglese e francese); Giuseppe Bozzo, 8324 Nicolas Leblanc, Montreal Que H1E 3W5, 648-3420. In Australia: (tutte le lingue) Medjugorje Sentinel, P.O.Box 746, Pennant Hills, NSW 2120, fax 02-980-7806.

Resp.Ing.A. Lanzani-Tip. DIPRO(Roncade TV).