Apparizioni, Visioni, Rivelazioni

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I criteri della Chiesa

Qui, non vi sono altri criteri per il discernimento degli spiriti, che quelli già menzionati.

L'evangelista Giovanni scrive: "Miei cari, se uno dice di avere lo spirito, non credetegli subito: prima, esaminatelo bene, per vedere se davvero ha lo spirito che viene da Dio. Perché molti predicatori bugiardi sono andati a predicare nel mondo. La prova che uno ha lo spirito di Dio è questa: se riconosce pubblicamente che Gesù è il Cristo che si è fatto uomo, ha lo spirito di Dio. Se non lo riconosce non ha lo spirito che viene da Dio."(Gv 4,1-3; cf. 5,1-4). E' vero che questo testo rivela la specificità della comunità di Giovanni dove l'eresia della Gnosi negava l'incarnazione di Gesù. Tuttavia può servire da criterio generale, nel senso che esprime il significato primo di Gesù Cristo, per la salvezza dell'uomo. Quando Paolo si rivolge ai Corinti, è sempre per il posto e il ruolo di Gesù Cristo nella vita dei fedeli ma attraverso un altra angolatura. "I Corinti non hanno difficoltà con delle false dottrine ma con delle macchinazioni demoniache dei pagani" (32) che si manifestano nella vita morale di alcuni membri della comunità. In entrambi i casi, queste mozioni non possoni venire dallo Spirito di Dio ma solamente dal Maligno.

L'apostolo parla ancora del discernimento dei doni, da un punto di vista ancora diverso, cioé della loro utilità per la formazione della comunità (1 Tess 5,19-21: cf. 1 Cor 14). Più i doni contribuiscono alla costruzione a alla conferma della Chiesa, più è sicuro che sono il frutto dello Spirito Santo mentre se distruggono la comunione, non possono che venire dal Maligno. Evidentemente è solo questione di una vera comunione nella fede e nella carità e non di una qualsiasi ideologia. Ecco perché Paolo può dire: "Infatti le divisioni sono necessarie perché si possano riconoscere quelli che sanno superare le prove." (1 Cor 11.19) E' solo una spiegaziione della parola di Gesù: "Pensate che sia venuto per portare la pace sulla terra? No, io ve lo dico, la divisione". (Lc 12-51) Quello che è in gioco è una determinazione totale in favore di Gesù che è sempre rifiutato da alcuni. E' tutto quello che il Nuovo Testamento dice su questa questione delicata, con un invito generale alla vigilanza e alla sobrietà (1 P 5.8). Pur non parlandone troppo, il Nuovo Testamento contiene come un filo conduttore che attraversa tutti gli scritti e che esprime le condizioni necessarie perché Dio possa agire: si tratta dello zelo e dell'apertura ad accogliere lo Spirito Santo, come li vediamo in Maria. Questa apertura è fondata sullo zelo e sulla disponibilità verso tutto quello che vorrà dare all'uomo e che vorrà domandargli. (33)

Qui come altrove, un altro criterio di discernimento è la dimensione cristologica della salvezza, come abbiamo sottolineato molte volte. Il punto fondamentale è se l'apparizione avvicina a Cristo o se allontana da Lui. Se Cristo è messo da parte per uno sviluppo, anche ampio, di un'altra forma di devozione, il fenomeno dovrebbe essere avvicinato con diffidenza. In altri termini, se il messaggio si avvicina a quello di Gesù offertoci dal Nuovo Testamento, il cui cuore è un appello alla conversione, maggiore è la possibilità dell'autenticità di questo messaggio. E' stato già detto che una rivelazione derivante da una apparizione privata, può solo portare verso ciò che è già contenuto nella Rivelazione. Per questo motivo è logico che una certa avarizia a livello del contenuto e la brevità del messaggio devono essere prese come un buon segno, soprattutto se un tale messaggio trova un eco nel popolo di Dio e porta dei frutti di conversione.

 

Perché Dio possa vivere nei vostri cuori, dovete amare.

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