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www.medjugorje.ws » Eco di Maria Regina della Pace » Eco di Maria Regina della Pace 129 (Settembre-Ottobre 1996)

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Settembre - Ottobre 1996 - I Dolori e il Rosario di Maria- Eco di Maria, cas. p. 149, I - 46100 Mantova
(Italia) A.12, n.9-10, Sped. abb. post. - Aut.trib.Mantova, 13: 8.11.86. Fax (39)376-245075, ccp 10799468
re e veniamo trasformati in quella medesima
immagine di gloria in gloria, mediante l’azio-
ne dello Spirito (2Cor 3,18).
La nostra vita è
vera quando corrisponde alla volontà di Dio
e si sviluppa sul modello di Gesù, avendo
sempre davanti la sua parola, e non i modelli
pagani di vita, cioè gli idoli, che il mondo
adora e insegue con avidità: questi ci rendono
tenebre, che impediscono di vedere la bellez-
za di Dio in noi.
Il nostro cattivo comportamento deturpa e
offusca completamente la bellezza di Dio,
riflessa nell’uomo, quella bellezza che splen-
de negli occhi degli uomini semplici come le
colombe, in cui non c’è inganno,
né cattiveria
alcuna, né giudizi sugli altri e che guardano a
Dio solo.
Decidetevi per la preghiera per poter
vivere la conversione. Se perseveremo nella
preghiera, capiremo ciò che Dio vuole da noi
e riceveremo la grazia per farlo. Se la preghie-
ra sarà un confronto serio con Gesù e con la
sua parola, ci aiuterà a vedere chiaro dentro di
noi e a togliere le maschere con le quali
nascondiamo il nostro vero stato per apparire
buoni ai nostri occhi e a quelli altrui. Ma c’è
forse qualcosa che ci impedisce di aprire il
cuore a Dio per fare i passi decisivi nella
conversione...
La Madonna ci assicura che con la pre-
ghiera ci convertiremo e, convertendoci, di-
venteremo nella semplicità come un bam-
bino,
aperto all’amore del padre. E qui ricor-
diamo le belle immagini bibliche del Padre
che solleva il bimbo alla sua guancia (Osea
11), del bimbo svezzato in braccio a sua
madre (Sal 130).
La vera conversione porta la
nostra vita a riposare come bambini nelle
braccia del Padre. Ricordiamo: Se non vi
convertirete e non diventerete come bambini,
non entrerete nel Regno dei Cieli (Mt 18,3).
Don Angelo
Pratica: ripeti spesso, anche in singole stro-
fe, il salmo 118, il salmo della decisione per Dio.
Messaggio del 25 luglio 1996:
Cari figli, oggi vi invito a decidervi per
Dio ogni giorno. Figlioli voi parlate molto
di Dio ma lo testimoniate poco con la vostra
vita. Per questo, figlioli, decidetevi per la
conversione, affinché la vostra vita sia vera
davanti a Dio, in modo che nella verità
della vostra vita testimoniate la bellezza
che Dio vi ha donato.
Figlioli, vi invito di nuovo a decidervi
per la preghiera, perché con la preghiera
potrete vivere la conversione. Ognuno di
voi diventerà, nella semplicità, simile ad un
bambino che è aperto all’amore del padre.
Grazie per aver risposto alla mia chiama-
ta.
Ennesimo invito
a deciderci per Dio
La Madonna non dice cose nuove. Ci
parla sempre delle cose essenziali e ce le ripe-
te in modi sempre nuovi, perché conosce la
nostra malattia: la dimenticanza e l’incostan-
za, favorite da un mondo che non conosce più
i confini tra il bene e il male. Così ci invita per
l’ennesima volta a deciderci per Dio. Se non
si è decisi, si torna sempre indietro e anche i
doni più grandi vanno in fumo: Non pensi di
ricevere qualcosa dal Signore l’uomo insta-
bile e doppio in tutte le sue vie (Giac 1,7).
L’invito a deciderci lo ripete tre volte e
aggiunge: ogni giorno. Ogni giorno dobbia-
mo ricominciare a convertirci (messaggio
del 25 aprile 96). Gesù chiede al discepolo di
portare ogni giorno la sua croce e di non
scaricarla. Quindi occorre riprendere ogni
giorno la lotta contro il male e scegliere il
bene che Dio ci pone davanti, anche quando
ci costa; e soprattutto tagliare ogni legame col
peccato.
Se non facciamo passi di conversione è
perché la nostra vita è piena di compromessi
e di ambiguità. Abbiamo dimenticato la chia-
mata e gli impegni del Battesimo, che non
lasciano adito a incertezze. Il linguaggio di
Gesù è sì sì, no no, mentre il diavolo vuol farci
dire ni, cioé lasciare aperto lo spiraglio alle
sue opere. Anche S.Agostino sentiva la sedu-
zione delle antiche passioni, che tornavano
all’assalto e gli mormoravano: tu allora ci
vuoi licenziare? E quando le lasciò decisa-
mente, iniziò la via di santità.
Deciderci per Dio vuol dire cercare pri-
ma di ogni cosa il Regno di Dio e la sua
giustizia,
il suo volere, la santità in ogni
azione: il resto (tutto diventa secondario di
fronte a Dio) ci sarà dato in sovrappiù (Mt
6,33).
Allora faremo l’esperienza di Dio. Non
parleremo solo di Lui, ma Lo testimoniere-
mo con la vita
perché, come Lei dice sempre,
gli altri Lo vedano in noi.
Decidetevi dunque per la conversione e
allora la vostra vita sarà vera davanti a Dio,
“che scruta i cuori e ne vede le intenzioni
segrete”.
La nostra vita è vera quando
rispecchia la bellezza, cioè l’ordine di Dio,
come dice S.Paolo: A viso scoperto riflettia-
mo come in uno specchio la gloria del Signo-
129
Messaggio di Maria del 25 agosto 1996.
Cari figli, ascoltate: io desidero parlar-
vi ed invitarvi ad avere più fede e più
fiducia in Dio, che vi ama senza misura.
Figlioli, voi non sapete vivere nella grazia
di Dio, perciò vi invito tutti di nuovo a
portare la Parola di Dio nel vostro cuore e
nei vostri pensieri.
Figlioli, mettete la Sacra Scrittura in un
posto visibile nella vostra famiglia: legge-
tela e vivetela. Istruite i vostri figli perché,
se voi non siete loro di esempio, essi si
incamminano verso l’ateismo. Riflettete e
pregate, così Dio nascerà nel vostro cuore
e il vostro cuore sarà nella gioia. Grazie per
aver risposto alla mia chiamata.
Fidatevi di Dio, vivete la sua
Parola e datela ai vostri figli
Questa volta Maria comincia con Ascol-
tate, io desidero parlarvi. Sembra rivolgersi
a bambini distratti e dimentichi dei suoi con-
tinui richiami. Questo è un monito materno
così accorato e premuroso che non si può
rimanere indifferenti. In quell’invito rieccheg-
gia l’Ascolta, Israele, del primo comanda-
mento di Dio (Deut 6,4), e anche l’invito della
Sapienza: Venite, figli, ascoltatemi; vi inse-
gnerò il timore del Signore
(sal 33).
Difatti che cosa vuol dire Vi invito ad
aver più fede e più fiducia in Dio? Ella, che
conosce bene Dio, desidera che abbiamo la
sua stessa fede in Lui (Beata te che hai credu-
to!)
perché Egli mantiene sempre le promesse
e vuole per noi solo il bene, un bene infinito,
perché ci ama senza misura. Ponete la vostra
fiducia in Dio, e non negli uomini. Ricordate:
Il Signore è il mio pastore, non manco di nul-
la
. Ignorando Lui, non farete che il vostro ma-
le e sprofonderete sempre più nell'agitazione,
nella paura e nella mancanza di pace. Lei sa
come ci ama Dio e che cosa Egli ha preparato
per coloro che lo amano
. (1Cor 2,9).
Voi non sapete vivere in grazia di Dio:
vivere in grazia di Dio non vuol dire solo non
avere peccati mortali. Grazia vuol dire dono
gratuito di vita divina. Vivere in grazia signi-
fica vivere un rapporto filiale, di comunione
con Dio. Quindi per vivere in grazia, bisogna
essere in ascolto di Dio. Ecco perché dice: Vi
invito tutti di nuovo a
portare le parola di
Dio nel vostro cuore
. Ci invita “di nuovo”
perché tante volte l’ha detto! L’Apostolo ci
esorta così: La Parola di Dio abiti in voi
abbondantemente
(Col 3,16); questa dev’es-
sere sempre in noi e dirigere ogni pensiero e
ogni scelta, come Maria che custodiva tutte
queste cose, meditandole nel suo cuore
(Lc
2,19): esattamente, confrontandole tutte in-
sieme davanti alla parola di Dio.
Da qui viene l’invito a mettere la
S.Scrittura in un posto visibile nella vostra
famiglia
(vedi 18.10.’84). Nei famosi Rac-
conti del pellegrino russo
è scritto che il
demonio teme perfino il luogo dove si tiene la
S.Scrittura, che è segno dell’importanza che
le si da. La Parola di Dio è quella che lo
sbugiarda: Gesù ha vinto tutte le >> p.8
Eco 130 uscirà in novembre
ECO di MARIA
Regina della Pace
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Il Papa:
ogni sforzo per l’unità
Il S.Padre rivela sempre più la sua passio-
ne per l’unità, che Cristo vuole e come gigante
esulta nel correre questa via
(s. 18) in vista del
millennio. Così ha dedicato anche gli Angelus
domenicali di questa estate a gettare ponti alla
Chiesa orientale, riconoscendole un patrimo-
nio essenziale per la Chiesa intera: “Anche se
in un punto o nell’altro permangono dissensi,
non si deve tuttavia dimenticare che quanto ci
unisce è molto più di quanto ci divide”
.
“E’ ora che cattolici e ortodossi facciano
uno sforzo supplementare per capirsi di più,
riconoscendo con rinnovato stupore di
fraternità quanto lo Spirito sta operando nelle
loro rispettive tradizioni, in vista di una nuova
primavera cristiana” (11 agosto).
Il grande patrimonio
delle Chiese orientali
“I grandi Concili di Nicea, Costantinopoli,
Efeso e Calcedonia, che si tennero in oriente
nei secoli in cui vi era piena comunione tra i
Patriarchi orientali e Roma, rappresentano un
punto indistruttibile per la Chiesa universale”
(7 luglio). Grande “elemento di unità tra oriente
e occidente è stata l’opera e la venerazione dei
Padri della Chiesa. Il pensiero maturato nelle
tradizioni antiochena e alessandrina raggiun-
se l’occidente cristiano, generando uno scam-
bio vitale di dottrina e di santità”. Il Papa ha
parlato quindi del contributo dei Padri orien-
tali (Basilio, Gregorio di Nazianzo e Giovanni
Crisostomo) alla visione cristiana di un Dio
ineffabile, ma fatto prossimo nostro in Cristo.
I grandi Padri d’occidente (Gerolamo,
Ambrogio, Agostino, Gregorio Magno) han-
no proseguito il cammino nella penetrazione
e nell’attualizzazione del mistero. “Erano voci
diverse, ma convergenti, a servizio di un’uni-
ca verità: l’opera patristica fu davvero una
grande sinfonia di pensiero e di vita. I Padri ci
parlano ancora”. (21 luglio)
Nella riflessione sulle ricchezze del cri-
stianesimo orientale, il Papa ha additato il
ruolo avuto dal “monachesimo, scelta radica-
le di Dio, che è stato l’anima di quelle Chiese
e ha ispirato anche il monachesimo occiden-
tale (S.Benedetto)... Questo si è articolato poi
in molteplici forme di vita consacrata a Dio;
quello orientale invece ha conservato una
grande unità, distinguendosi per la sua im-
pronta contemplativa... Per questo continua a
esercitare un particolare fascino sull’uomo dei
nostri tempi, schiacciato dai ritmi frenetici di
vita. Il monachesimo gli offre non solo pro-
spettive di pace e di interiorità, ma anche
l’ideale di un’armonia profonda” (28 luglio).
La venerazione di Maria e dei Santi " è
un ponte che unisce vitalmente le Chiese
d'Oriente e d'Occidente, favorendo lo scambio
dei doni spirituali e il cammino verso l'unità.
Nell'amore alla Vergine Santa poi si direbbe
che i cristiani occidentali e orientali gareggi-
no..., riconoscendo in Maria la sintesi e il
vertice delle meraviglie operate da Dio per
l'uomo... In oriente la Dormizione di Maria è
la massima festa mariana alla quale i fedeli si
preparano con 8 o più giorni di digiuno e
preghiere... L'inno akathistos presenta Maria
come "compedio delle verità di Cristo".
"Insieme a Maria sono i Santi il grande
tesoro della Chiesa [unica! si badi bene, ndr],
sia in oriente che in occidente: tanti di essi
sono comuni alle due tradizioni... Ricordiamo
S.Gregorio Magno che era stato ambasciatore
a Costantinopoli, così apprezzato dai cristiani
d'oriente come Gregorio il dialogo per una
sua famosa opera e anche come ispiratore di
un programma di santità e di ministero... che
indica anche capacità di ascolto e viva ricerca
della comunione tra i fratelli... Evidentemente
complementari anche le due liturgie..." (18
agosto)
Opere di unità
realizzate nel passato
Con una liturgia in rito bizantino-ucraino,
nella basilica Vaticana il 7 luglio, il Papa e i
vescovi orientali hanno celebrato il 4^ cente-
nario dell’ Unione di Brest, così chiamato il
ritorno alla comunione con Roma di parte
della Chiesa Ucraina: “Non ci dobbiamo dar
pace finché le divisioni esistenti tra noi da
tanti secoli, non abbiano ceduto il posto al-
l’unità di tutti i battezzati”, ha detto il Papa.
Così il 18 agosto si sono celebrati i 350
anni dell’Unione di Uzhorod, in cui molti
ortodossi della Rutenia, legati a Mosca, hanno
aderito alla Chiesa di Roma: “L’intera Chiesa
Cattolica -ha detto il Papa- è pervasa di gioia
divina, poiché qui furono applicate le parole di
Cristo che invocavano l’unità”. Anche il
martirio del Vescovo di Orano in Algeria ha
offerto al Papa l’occasione, non per condanna-
re, ma per invitare i fratelli mussulmani alla
pace e alla fratellanza (4 agosto).
Non sfugge al Papa l’occasione delle va-
canze, per richiamare l’uomo a “scoprire la
sua dimensione contemplativa, riconoscendo
le tracce di Dio nella natura e negli esseri
umani” (Pieve di Cadore, 21 luglio).
Nello stesso tempo non dimentica nessuna
delle tragedie ricorrenti nel mondo, come
l’uccisione di centinaia di tutsi inermi nel
Burundi e il rimpatrio forzato dei rifugiati
ruandesi hutu, che “fanno affondare il Burundi
in un abisso di violenza” (24 e 28 luglio).
Nella catechesi settimanale il Papa ha
continuato a illustrare gli aspetti della vergini-
tà di Maria che, “donando la sua vita a Dio, è
duratura ed è archetipo di tutti coloro che
hanno scelto di servire il Signore con cuore
indiviso nella verginità (7 agosto). Ha parlato
anche di Giuseppe e di Maria che, “in vista del
loro contributo al mistero del Verbo incarnato,
hanno ricevuto la grazia di vivere insieme, il
carisma della verginità e il dono del matrimo-
nio” (21 agosto).
La salute del Papa ok! -
“Vedo in
quest’uomo una grande volontà di agire, di
mantenere gli impegni e quindi di guarire:
questo può vincere il male -ha detto con
stupore il famoso primario del S.Orsola di
Bologna al Corriere, 19 ag.- Tenuto conto
delle gravi operazioni subite, noto sempre in
lui recuperi eccezionali ogni volta che i distur-
bi si affacciano, come p.es. l’infiammazione
intestinale con febbre di metà agosto”. Ma
anche una Stella benigna lo segue e lo trae
fuori dai guai più gravi!
* Un uomo di Maria e dell’unità - Nel
giorno dell’Assunta ha chiuso la sua giornata
terrena Max Thurian, fondatore con Roger
Schutz della comunità di Taizé. Diventato
sacerdote cattolico a Napoli nell’87, fu appas-
sionato per l’unità del Corpo di Cristo con il
pensiero e con la vita.
Nel suo libro Maria immagine della Chie-
sa, che tanto ha aiutato a riscoprire il posto
centrale che la Vergine Madre ha per tutti i
cristiani, contemplando la Donna di Apocalisse
12, aveva scritto: “Questa donna, grande se-
gno del cielo, appare come realizzazione della
speranza messianica, intravista già nella Ge-
nesi. E’ il compimento della promessa di
vittoria fatta ad Eva, madre dei viventi... e
simbolizza la Chiesa che un giorno sarà total-
mente vittoriosa sulle potenze del male, del
serpente già ferito a morte dal Cristo”. red
Che cosa cercare
fuori dall’Eucaristia?
Alexandrina M. Da Costa: il 13 ottobre
ricorre l’anniversario della morte della serva
di Dio, portoghese (1904-1955). Sui 14 anni,
per difendersi dalle cattive intenzioni di un
uomo introdottosi in casa sua, si lanciò dalla
finestra. Una mielite compressa alla spina
dorsale la immobilizzò consumandola in un
doloroso martirio. Nella sua solitudine si con-
sacrò ai Tabernacoli per riparare le profana-
zioni eucaristiche e l’abbandono in cui è la-
sciato il Signore. Si offerse vittima per i
peccatori e pregava: “Ricevimi, Maria, come
figlia amata e consacrami tutta a Gesù. Chiu-
dimi sempre nel suo Cuore divino e digli che
Lo aiuterai a crocifiggermi. Gesù, immolami
ogni momento con Te sull’altare!”.
Nel 1935 Gesù le impose di chiedere al
Papa la consacrazione del mondo al Cuore
Immacolato di Maria. Durante la guerra si
offerse vittima per Pio XII e gli scrisse per
rassicurarlo che sarebbe stato risparmiato. Dal
marzo 1942 alla morte visse di sola Eucaristia,
senza alimentarsi mai più.
Gesù in varie occasioni le disse: “Si vesta-
no gli ignudi! Vi sia modestia! Cessi la vanità
e lo spreco... Penitenza! Orazione, molta ora-
zione!... Vi sia vigilanza nelle nazioni da parte
di chi governa... Incominci la Chiesa perché il
demonio sta preparandole cose molto gravi...
Pregate e confidate! La vittoria sarà mia!”.
Mesi prima di morire la Madonna le disse:
“Parla alle anime! Parla dell’Eucaristia! Parla
loro del Rosario! Che si alimentino della
Carne di Cristo, della preghiera e del mio
Rosario ogni giorno!”. Scrisse per il suo se-
polcro: “Peccatori, se le ceneri del mio corpo
possono essere utili per salvarvi, avvicinatevi,
calpestatele fino a che scompaiano, ma non
peccate più. Non offendete più il nostro Gesù!”.
La sua missione di attirare anime a Dio con-
tinua: ne danno prova le sue biografie, i pel-
legrinaggi alla tomba, le numerose grazie.
San Francesco scrive nel suo Testamen-
to: “Nient’altro vedo corporalmente in questo
mondo dell’ Altissimo Figlio di Dio se non il
suo santissimo Corpo e il santissimo Sangue
che i sacerdoti consacrano ed essi soli ammi-
nistrano agli altri. E questi santissimi misteri
al di sopra di tutte le altre cose voglio che
siano onorati, venerati e collocati in luoghi
preziosi. E dovunque troverò nomi, parole
scritte e oggetti suoi in luoghi indecenti, le
voglio raccogliere e chiedo che siano raccolte
e poste in luogo decoroso”.
L’Angelo di Fatima insegnò a ripetere ai
pastorelli: “Santissima Trinità,/Padre, Figlio
e Spirito Santo,/io Vi adoro profondamente/e
Vi offro il preziosissimo Corpo,/Sangue, Ani-
ma e Divinità/di Nostro Signore Gesù Cristo,/
presente in tutti i Tabernacoli del mondo,/in
riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi,/delle
indifferenze con le quali Egli è offeso/e per i
meriti infiniti/del Cuore Sacratissimo di Gesù/
e per l’intercessione/del Cuore Immacolato di
Maria,/io vi chiedo la conversione dei poveri
peccatori”.
Don Bosco ai suoi giovani: “Volete che il
Signore vi faccia molte grazie? Visitatelo
frequentemente. Volete che ve ne faccia po-
che? Visitatelo poco. Visitate spesso Gesù.
Volete vincere il diavolo? Rifugiatevi sempre
ai piedi di Gesù... Miei cari, la visita di Gesù
nel SS. Sacramento è un mezzo troppo neces-
sario per vincere il demonio. Andate dunque
sovente a visitare Gesù e il demonio non
vincerà contro di voi”.
>
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Madonna. Ed era proprio venuta per invitare
il popolo ad evitare la guerra attraverso la
preghiera ed il digiuno.
D. La Madonna parla molto di preghiera
e poco dell’importanza dell’evangelizzazione...
R. A Medj. tutta la Sua opera è un’opera
di evangelizzazione. Lei parla di molte cose:
della fede, di Gesù, della conversione, della
pace: è l’annuncio cristiano. E ci ricorda quel-
lo che dimentichiamo molto facilmente: soli-
tamente la preghiera. E su questa si basa
l’evangelizzazione...
D. Potrebbe dire qualcosa per quelli che
cercano di diffondere i messaggi e spesso
sono fermati, anche da vescovi?
R. Dobbiamo dire a tutti che queste appa-
rizioni non sono le prime da 2mila anni.
Spesso Dio manda Sua Madre dal cielo o un
Santo per ricordarci le cose essenziali, che
troppo facilmente dimentichiamo. Ognuno di
noi sa quali risultati scaturiscano per il popolo
di Dio dalle apparizioni, come a Lourdes, che
è stato perfino dichiarato giorno festivo dalla
Chiesa. Ognuno sa ciò che Maria ha detto a
Fatima e che è avvenuto in Russia. I Papi
stessi hanno invitato tutti a recarsi in questo
luogo, compiendo perfino pellegrinaggi.
Molti affermano: questo va bene, ma Medj.
non è stata riconosciuta ufficialmente! La
Chiesa deve attendere che le apparizioni fini-
scano. Questo può essere paragonato al pro-
cesso di beatificazione. Anche qui la Chiesa
deve attendere che il Santo abbia terminato la
sua vita terrena. Questo non significa che non
possiamo riconoscere la santità di una persona
prima della sua canonizzazione. S.Francesco
era ritenuto santo ancora in vita; Madre Teresa
di Calcutta oggi è considerata santa anche se
non è stata ancora dichiarata beata.
Questo vuol dire che devo smettere di
ascoltare ciò che Madre Teresa dice, leggere
i suoi libri, perché non è stata ancora canoniz-
zata? Così dicasi per Padre Pio, per il S.Curato
d’Ars: folle di persone si recavano da loro,
quando erano ancora in vita. La Chiesa prende
molto sul serio il “sensus fidelium”, cioè
l’istinto di fede della popolazione: come sen-
tono, come venerano il santo. Nel caso delle
apparizioni la Chiesa riconosce i luoghi in cui
le persone si recano in pellegrinaggio e dove
sono evidenti i frutti della fede.
Del resto Medj. è stato riconosciuto nel
1991 dall’allora Conferenza Episcopale Iugo-
slava come luogo di culto a Maria, così come
Kibeho in Ruanda e la Rue du Bac...
[Il Card.Kuharic’ di Zagabria ha detto: Noi
vescovi della Commissione abbiamo accetta-
to Medj. come luogo di preghiera e Santuario
(Glas Koncila, agosto 1993)
. Come può allora
certa stampa dire che il Vaticano ha vietato i
pellegrinaggi privati? (Eco 128, p2)]. red
vescovo perché desidero servire la Chiesa,
oppure servire solo i miei scopi.
Voi di questa parrocchia avete un grande
dono che si chiama Maria. Lei può aiutare tutti
noi nell’evangelizzazione perché ci guida sem-
pre verso Gesù. Lei apre le porte del cuore e
le porte delle famiglie. Ho notato questo anche
nel mio popolo, che è secolarizzato e invaso
dalle sètte. Dove c’è Maria i cuori sono aperti
a Gesù. Ciò dunque che bisogna fare è
evangelizzare con l’aiuto di Maria”.
Vescovo da Vienna:
“Qui si respira la pace e si convertono”
Dopo la sua recente visita ai militari au-
striaci in Bosnia-Erzegovina, mons. Christian
Werner,
vescovo ausiliare di Vienna, è stato
anche a Medj.. Per quello che noi sappiamo è
il quinto vescovo che ha visitato Medj. que-
st’anno. Bisogna dire che in questi quindici
anni a Medj. sono venuti circa 100 vescovi e
una decina di cardinali.
Dopo la visita, mons. Werner, sollecitato
da un giornalista di “Oase des Friedens”, ha
manifestato le sue impressioni: “Il giorno in
cui ho visitato Medj. è stato un giorno molto
tranquillo. Anche il mio incontro con i piccoli
gruppi è stato più intenso. E’ interessante
notare che i militari che erano con me non
compravano cartoline, ma rosari. Ho vissuto il
silenzio a Medj.. Ci siamo seduti a fianco della
Chiesa che domina la piazza, rimanendo sem-
plicemente nel silenzio e nella pace. Pur es-
sendo rimasti soltanto alcune ore, abbiamo
sentito che quel luogo risplende di qualcosa di
davvero particolare.
Sia per me, sia per i militari, è stato
veramente magnifico. Dopo la preghiera sia-
mo andati in un piccolo ristorante dove abbia-
mo incontrato gente davvero cordiale. Parla-
vano più lingue e subito si sono rivolti a noi.
Ho raccontato ai militari quante conversioni
sono avvenute in questo luogo. Si può avere
un’opinione diversa sulle apparizioni, ma è
importante il fatto che qui migliaia di persone
si confessano e vanno a pregare sui monti. E
poi un’altra cosa: qui vengono tantissimi gio-
vani. Continuamente ho visto passare i france-
scani con dei nuovi gruppi di giovani. Quello
che abbiamo vissuto, fa immaginare che cosa
succederà qui durante le grandi festività. Que-
sto è veramente un luogo di grande grazia e di
vita...” (“Oase des Friedens”, Vienna, luglio
1996)
Vescovo dalla California:
“Qui ho visto realizzato il ruolo di Maria”
- Il Vescovo di S.José di California,
Mons.Pierre Dumanie, che conta tra i suoi
diocesani una parrocchia croata, dopo aver
visitato il santuario di Siny, è stato a Medj..
“Sono venuto qui -ha detto- spinto dalle espe-
rienze di molti che, dopo aver visitato questo
luogo, hanno sviluppato una forte devozione
per la Madonna. E da quello che ho visto qui,
risulta evidente il ruolo di Maria nell’avvici-
nare i fedeli a Gesù e alla vita sacramentale.
Ho sentito anche nel vostro popolo un grande
affetto per la Chiesa cattolica e per il S.Padre.
Ho tanto apprezzato tutto questo: lo dovete
custodire”.
(Press Bulletin)
> Santa Caterina da Genova diceva: “Il
tempo trascorso davanti al Tabernacolo è il
tempo meglio speso della mia vita!”.
Bastano le commissioni
per definire i fatti soprannaturali?
Il valore della "pietas popolare"
E’ stato chiesto a Laurentin: A che punto
sono i lavori della Commissione (per
Civitavecchia)?
Egli ha risposto: Penso che non sia molto
importante lo studio della commissione. Ge-
neralmente esse sono distruttive, composte da
teologi molto razionali e prudenti, che spesso
annientano anche ciò che è limpido e traspa-
rente. Penso che per una commissione sia
molto difficile riconoscere una apparizione,
perché la conclusione non è mai certa, è
sempre probabile. Allora la commissione con-
clude lo studio dichiarando che non c’è con-
statazione soprannaturale, la questione rima-
ne aperta ma il giudizio è negativo.
Non è importante il riconoscimento. Si
veda il caso della Medaglia Miracolosa di
Parigi, che non è mai stata riconosciuta uffi-
cialmente, però il Papa vi si è recato, ha
pregato con i vescovi e ha creduto. In questo
modo il culto è continuato. Perciò il ricono-
scimento ufficiale non è fondamentale
. Io
consiglio ai vescovi di non cercare riconosci-
menti, ma di guardare alla “pietas” del
popolo
. Se i frutti sono buoni e se la gente
prega i vescovi non devono ostacolare, ma
incoraggiare come ha fatto il vescovo di San
Nicolas in Argentina che, pur rimanendo pru-
dente, partecipava agli incontri di preghiera
con il suo popolo e alludeva alle apparizioni,
chiedendo alla gente di seguire i consigli
celesti. Perciò ribadisco che non è importante
il riconoscimento ufficiale.
D. Perché le persone hanno bisogno di
segni, cioè di fenomeni che vadano oltre i
misteri della fede?
R. Nelle chiese orientali ci sono molte
iconi che portano in sé una funzione importan-
te: aiutano ad entrare in contatto con la Ver-
gine rappresentata. Dio è invisibile ma la
gente cerca qualcosa di tangibile. La presenza
dei miracoli aiuta pertanto a diventare più
sensibili e a sviluppare la fede”.
Dio manda la sua Madre
a svegliarci
Più che i riconoscimenti ufficiali
valgono i frutti e il "sensus fidelium"
Quanti santi e santuari “venerati”
prima del riconoscimento!
Così ha detto Daniel Angel a Linz (Au-
stria) riguardo a Medj.: “Uno dei segni più
grandi della grazia del Signore oggi è che ha
mandato sua Madre a Medj.. Questo significa
che vuol svegliarci dal sonno, vuole scuoterci.
D. Perché guerre così cruente sono scop-
piate proprio in Ruanda e in Bosnia, là dove
Maria appare? Non è una prova negativa?
R. E’ l’apocalisse in cui vediamo la Regi-
na della Pace, nel cielo, coronata dalle stelle,
che lotta contro il drago. Questo è accaduto
anche a Betlemme, quando è nato Nostro
Signore. Si è avuta così la terribile strage degli
innocenti.
La guerra, a mio avviso, è una dimostra-
zione negativa della veridicità delle apparizio-
ni di Medj.. La Madre del Signore è apparsa
per la prima volta 15 anni fa ed ha spiegato ai
ragazzi che cosa sarebbe accaduto. A quel
tempo nel paese regnava la pace e le persone
hanno dato poco ascolto ai messaggi della
* 15mila amici di Radio Maria polacca,
ben nota ai lettori di Eco, in pellegrinaggio a
Roma, sono stati accolti con grande gioia dal
Papa, che ha dato loro come consegna di annun-
ciare coraggiosamente il Vangelo. Radio Maria
è stata fondata ed è tuttora diretta da P.Tadeusz
Rydzyk, affiancato da 4 confratelli, 3 suore,
200 volontari (solo nella sede centrale di Torun)
e centinaia in tutto il paese. Gli ascoltatori fissi
sono da 4 ai 5milioni, 8 gli abituali, con punte
fino a 12. Auguri!
Vescovo dall’Uruguay:
“Dove c’è Maria, i cuori si aprono a Gesù”
All’inizio di luglio il vescovo dell’Uruguay
mons. Raul Scarone ha passato due giorni a
Medj. Durante il suo soggiorno ha partecipato
a più celebrazioni Eucaristiche in varie lingue,
mentre durante la Santa Messa serale in croato,
ha benedetto i fedeli che erano presenti.
“Questa è la mia prima visita a Medj.-ha
detto alla fine-. E’ stata per me una grande
grazia. La provvidenza mi ha guidato qui.
Sono contento e non sapevo che questi avve-
nimenti avevano una dimensione così grande.
Le apparizioni di Medj. sono conosciute in
tutto il mondo. Per camminare continuamente
verso la santità dobbiamo purificare le nostre
intenzioni, dando loro come motivazione Dio
solo. Questo vale per ciascuno di noi. Anch’io
rifletto prima della mia confessione se sono
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Notizie dalla terra benedetta
Festival dei giovani
per uscire
“dalle tenebre alla luce”
Grande festa di giovani, come ogni anno,
a Medj. dal 31 luglio al 6 agosto. Ma in questa
settima edizione il festival ha cambiato nome:
“Vogliamo chiamarlo Incontro internaziona-
le di preghiera dei giovani,
perché non sia
soltanto un momento di canti e di allegria, ma
soprattutto un incontro con il Signore” ha
precisato P.Slavko la sera del primo giorno
all’Adorazione eucaristica, aggiungendo:
“Così attraverso questa settimana possiamo
crescere insieme nella preghiera, come sem-
pre ci invita la Madonna”.
Dalle tenebre alla luce è stata l’idea guida
di quest’anno, ma poi ogni giorno ha avuto il
suo tema, trattato da un relatore e richiamato
nella preghiera di mezzogiorno e nelle testi-
monianze dei veggenti che si sono susseguite
nel pomeriggio: il tutto nel parco ombreggia-
to, ma un po’ scomodo, che sorge tra la Chiesa
e la scuola. La giornata iniziava con il canto
delle lodi alle 9 e terminava con il programma
serale comune all’aperto: Rosario, S.Messa,
benedizioni.
Quanti erano? Circa 6mila giovani da
tutto il mondo [è la cifra più attendibile del-
l’ufficio parrocchiale], che diventavano 15mila
con gli altri pellegrini alla vigilia del 5 agosto,
compleanno della Madonna. Questa volta si
son distinti i paesi dell’Est: 25 pullman di
Cechi, 22 di Slovacchi, poi Rumeni, Polacchi,
Ungheresi, e per la prima volta un gruppo di
Bulgari, ecc.. Per loro Medj. sta diventando
casa di cura provvidenziale dopo decenni di
ateismo di stato. E poi sono venuti numerosi
gruppi, dall’Italia soprattutto, dalla Francia,
dall’America latina, dalla Germania, dall’Au-
stria, dall’Olanda, dall’Africa, e perfino dalla
Cina, Giappone, Corea, Libano, Isole Vergi-
ni!
Da qui il problema della lingua. Come
novità di quest’anno è stata organizzata la
traduzione simultanea in 9 lingue; così quasi
tutti i giovani, muniti di radio-cuffia hanno
potuto ascoltare discorsi e preghiere nella
propria lingua.
Le giovani comunità religiose presenti a
Medj. hanno avuto ciascuna un ruolo nel
condurre il festival. Le Beatitudini, con
Agostino e amici, hanno animato il canto e,
assieme all’Oasi della Pace, hanno accolto i
giovani nel piazzale dietro la Chiesa. La
Kraljice Mira ha curato l’adorazione conti-
nua, 24 ore su 24, accogliendo i giovani nella
cappella della casa, che sempre era piena: i
giovani desiderano incontrare Gesù nel silen-
zio.
Per la sistemazione dei pellegrini più
sprovveduti, specialmente croati e dei Paesi
dell’Est, l’IFOR, la forza di pace delle NU, ha
preparato tende per 600 posti letto, con docce
e bagni. La comunità del Prez.mo Sangue si è
adoperata per i servizi di cucina e di animazio-
ne, assieme alla Kraljice Mira.
Maria a Ivanka: “Pregate per quelli
che sono sotto il potere di satana”
Il 25 giugno scorso Ivanka ha avuto nel
primo pomeriggio l’apparizione annuale, pro-
messale dalla Madonna per il giorno anniver-
sario: è durata 7 minuti. “Maria era così
radiosa, che per me è stata la più bella appa-
rizione della mia vita -ha confessato poi la
veggente-. Ella ha ringraziato per le preghiere
e l’amore con cui Le abbiamo risposto. Desi-
dera che le nostre giornate siano tutte amore
e preghiera e chiede di pregare per tutti quelli
che sono sotto il potere di satana”.
Quindicesimo anniversario -
Oltre alle
notizie riportate in Eco 128, segnaliamo che la
Messa solenne serale della vigilia è stata pre-
sieduta da P.Jozo e quella del 25 giugno da
p.Ivan Dugandzic’, professore di S.Scrittura
all’Università Cattolica di Zagabria. Nello
stesso giorno sono state celebrate S.Messe in
quindici lingue
per gente proveniente da tutto
il mondo.
Il 24 giugno si è svolta la 5^ Marcia della
Pace. Dopo la preghiera e la benedizione nel
Convento di Humac, 10mila partecipanti sono
partiti alle ore 7, preceduti dal SS.Sacramento
recato a turno da un padre, e sono giunti dopo
17 Km davanti alla Chiesa di Medj., dove si è
pregato in comune. Questa marcia della pace
è nata dal cuore dei pellegrini ed amici di
Medj. nel 1992, durante i giorni più difficili
della guerra: vuole essere una risposta alla
“non pace”, alla violenza, all’odio; ed è un
invito alla preghiera per l’autentica pace e
riconciliazione.
(Press Bulletin)
Apparizioni sul monte: “Siate i miei
oranti! Pregate per i preti”
- Il 15^ anni-
versario è stato una vera pioggia di grazie per
le folle venute dai 5 continenti. La Madonna
è venuta a coronare la festa sul monte, appa-
rendo a Ivan assieme a 3 angeli, tutta felice
nel vedere un si gran numero di presenti, e gli
ha detto: Vi porto tutti nel mio cuore pregate
di più perché le vostre preghiere mi sono
necessarie. Nei vostri gruppi pregate per i
preti.
Pregare è il costante richiamo di Maria,
perché con la preghiera cambia tutto in noi (e
anche nel mondo). Nell’ultimo incontro di
fine luglio sul monte con Ivan, Ella gli ha
ripetuto: Cari figli, questa sera vi chiedo di
pregare. Non voglio dirvi altro che questo:
pregate! Siate i miei oranti!
Vicka: “Entriamo nel piano di Ma-
ria, non facendo molto, ma pregando
molto” -
E’ stato chiesto a Vicka:”Che cosa
vuol dire la Madonna quando afferma: Voi
vivete ora un tempo di grazia (25,02,96)?
Vuol dire che dobbiamo attenderci tempi molto
duri per l’avvenire?” “Niente affatto! -ha ri-
sposto Vicka-non dobbiamo attenderci un
futuro così. La Madonna vuol dire solo che
dobbiamo aprofittare pienamente, oggi stes-
so, delle grandi grazie che il Figlio suo e Lei
stessa ci accordano in questo tempo.
“La cosa più importante è entrare comple-
tamente nel Suo piano. Tu vedi molte persone
fare tante cose, anche in Suo onore, ma esse
non sono veramente nel Suo piano ; e questo
perché non pregano. Essi fanno, fanno, ma
senza pregare. Mediante la preghiera soltanto
possiamo essere nel Suo piano e portare frutto.
Oggi molte persone puntano gli occhi sulle
catastrofi. No, devono piuttosto collaborare
con la Vergine per i suoi piani. E i suoi piani
non sono che la Pace”. (Sr Emmanuel)
Il festival giorno per giorno
Venerdì 2 sera una interminabile proces-
sione con il SS.Sacramento ha abbracciato le
4 frazioni di Medj.: Bijakovici, Vasilj, Miletina,
Sivric’: 12 Km di percorso che hanno portato
Gesù a visitare tutta la terra benedetta di sua
Madre. I giovani erano tutti presenti per cam-
minare dietro al SS.Sacramento tra canti e
preghiere.
P.Slavko ha parlato con molta semplicità
e concretezza della confessione e P.Müller
tedesco della riconciliazione. E già dai primi
giorni c’erano file lunghissime ai pur numero-
si confessionali; e di confessori se ne trovava-
no sparsi ovunque sulle panchine libere.
Con la potenza di vita che traspare da tutta
la sua persona, il sabato 3 mattina, Suor
Elvira,
fondatrice delle Comunità Cenacolo,
ha travolto l’uditorio. Riportiamo a parte alcu-
ne sue espressioni che riassumono anche il
clima della settimana. Ella ha invitato ad
ascoltare i messaggi di Maria per scoprire la
vita secondo il Vangelo. Ha anche parlato un
po’ del ritmo di preghiera e di lavoro delle sue
comunità di recupero per i drogati sparse un
po’ ovunque nel mondo (vedi Eco 17, p4). Ma
di tutto ciò hanno dato testimonianza i suoi
ragazzi, raccontando la loro esperienza al
pomeriggio.
Alla sera lo spettacolo entusiasmante dei
ragazzi della Comunità Cenacolo, il piazzale
dietro la Chiesa era colmo come per il 25
giugno. Si sono alternati balli raffiguranti i
vari passi dei giovani dalle tenebre della droga
alla luce della risurrezione, con la lettura di
brani dell’Antico testamento e del Vangelo,
anche questi tradotti in tutte le lingue.
La domenica 4 serata dei canti a Maria.
Si sono succeduti sul palco gruppi di ogni
nazione presente, per cantare la loro canzone
a Maria in un’atmosfera di grande gioia sotto
la brillante regia di P.Slavko. E per la pace di
tutti non ha vinto alcuna canzone!
Al mattino P.Cosimo aveva insegnato a
pregare, tra motti vivaci e profonde riflessio-
ni. “Quando ti metti a pregare, non pensare a
fare una bella preghiera. Metti davanti a Lui le
cose belle e brutte di te, perché Lui ti vuole
come sei. Anche se sei pieno di distrazioni e
non riesci a comunicare con Gesù, egli è
vicino a te. Se fai una preghiera bella, puoi
compiacertene; la preghiera del povero è quel-
la che piace a Gesù. Tu devi essere solo fedele
alla preghiera, perché hai bisogno di Lui: devi
solo farti vedere, e Lui ti darà il necessario...”
Lunedì 5, festa del compleanno di Maria,
con foga travolgente P.Jozo, parroco di Medj.
alle prime apparizioni, ha approfondito il sen-
so dei 15 anni della presenza di Maria attraver-
so i suoi messaggi e passi evangelici. “Non
abbiate paura di prendere Maria con voi,
accogliete la Madre come Giovanni... Non
temete di trasmettere i messaggi di Maria
anche se non vi credono: all’inizio nemmeno
noi abbiamo creduto ai veggenti. Ma essi non
hanno avuto paura di andare avanti e così
hanno portato il messaggio a tutti.
Quando tornerete a casa non abbiate paura
di dire al mondo il messaggio di Maria, perché
da lì parte la salvezza delle anime: è il Vangelo
che viene predicato oggi a noi e al mondo.
Non temiamo la nostra povertà, ma diamo a
Gesù le nostre poche risorse, come il bambino
che ha presentato 5 pani, ma seguiva Gesù: e
con questi pochi pani Gesù ha potuto saziare
una moltitudine: e ne sono rimaste 12 ceste,
un’abbondanza anche per gli altri...”
P.Jozo alla fine ha fatto distribuire a tutti
un’ immagine di Maria con stampato sul retro
le sue 5 richieste principali.
Nella notte della Trasfigurazione, alle
3.00 il fiume di giovani è salito pregando il
Rosario sul Krizevac e al sorgere del sole è
cominciata la S.Messa. Alla fine della Messa
P.Slavko ha congedato i giovani esortandoli a
percorrere la via del pane per essere “pane
spezzato” e offerto per l’umanità.
Così si è conclusa la settimana dei giovani
che è stata piuttosto un aprirsi a una nuova vita
per tanti giovani come alcuni hanno detto: ho
incontrato Maria e verrò sempre qui in pelle-
grinaggio!
Nicola
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donare, per far vivere gli al-
tri. E’ un dovere, non è solo
“se mi sento, se ho voglia”!
Se non ti accontenti di
ciò che sei e vuoi cambiare,
chiediti: chi voglio essere?
non “cosa vorrò fare da gran-
de”. Io ti chiedo: chi vuoi
essere in questo mondo che
è segnato dalla tua presen-
za? Dio ha progettato te in
questo mondo, allora devi
dare una risposta.
Ecco alcuni consigli.
Dove andate, a casa, forse
non c’è pace? Allora devi
dire: io divento pace, mi fac-
cio pace. Dove vai c’è menzogna tanto buio:
io voglio essere luce, verità. Forse vai dove
litigano, dove c’è tensione, c’è la guerra? La
Madonna dice: togliete la guerra nei vostri
cuori e poi aiutate. Chi volete essere? Dentro
di noi batte il cuore di Gesù. Gesù ha detto: Io
sono la luce, la via, la verità e la vita. Se noi
lo vogliamo, siamo quello che Gesù ha già
stabilito dentro di noi...
Ve lo posso dire, ve lo posso urlare perché
è già realtà, è già vissuto quest’incontro con
Dio che dà la vita: Vi racconto ciò che già
esiste: Gesù presente e vivente nel cuore del-
l’uomo, lo vedrete allo spettacolo dei ragazzi
sabato sera [e così è stato! ndr]!
Nessun peccato più nero, morte più dram-
matica, può farci temere: noi abbiamo Gesù,
figlio di Dio: togliamoci l’immagine di quel
Dio che ci aspetta al varco, che ci castiga, che
ci manda le malattie: questo è un Dio che ci
siamo inventati noi perché siamo cattivi! Dio
ce lo rivela Gesù, ha il volto di Maria...”
Tanta luce e qualche ombra
1. Mentre contemplavo lo spettacolo dei
ragazzi di Sr. Elvira ho chiesto a Gesù, in
confidenza: “Cosa ti sembra di tutto questo?”
e ho percepito una risposta: “Sono tutti miei
figli, sai!”. Mi sono molto commosso perché
ho capito quanto è grande l’amore di Gesù e
Maria e come guardano al cuore e non alle
cose esterne.
C’è stato anche qualche lato meno posi-
tivo al festival. Sono mancate persone molto
attese: Sr Briege, Jean Plivar, il Gen. Morillon,
ma questo non ha tolto nulla alla sostanza.
Poi, nonostante le raccomandazioni ripe-
tute di P.Slavko di portare un abbigliamento
degno, molti, specialmente ragazze, erano
vestiti più da spiaggia che da luogo sacro. Il
caldo, del resto non eccessivo, non poteva
essere una scusante. Triste spettacolo, segno
di una coscienza che, oltre alla leggerezza,
non è più sensibile al danno che si può provo-
care negli altri, né sa più cogliere la sacralità
del rapporo col divino. (Nicola)
2. Il programma intensissimo ha impe-
dito spazi più ampi di silenzio per l’approfon-
dimento dei temi proposti, anche in gruppi, e
per la preghiera personale. Il tempo dell’ado-
razione notturna non poteva supplire, data la
stanchezza e la necessità di sonno.
Si è notato da molti che questo è stato uno
dei soliti convegni per svegliare la fede, e non
si è tenuto conto di coloro che già cammina-
vano da anni alla scuola dei messaggi. Dopo
tanto tempo Maria desidera sicuramente più
guidare verso la santità, che risvegliare soltan-
to la fede. Spero che in avvenire si penserà
anche a questo tipo di seminari, desiderati da
molti giovani.
(Pietro di BS)
3. Opere impastate di preghiera - Quanti
giovani sono venuti senza conoscere cosa
vuol dire pregare, eppure sono stati coinvolti
dal clima e si sono associati alla massa nel
ripetere Ave Maria con naturalezza. Li ho visti
alla Messa serale pregare e cantare, composti
e raccolti in mezzo alla marea di popolo. Tutto
effetto di una preghiera intensa che ha prepa-
rato e accompagnato questi giorni. Si sentiva-
no i ragazzi di Sr.Elvira gridare forte le Ave
Maria l’uno all’altro, anche distanti, mentre
preparavano e poi quando hanno smontato la
grande attrezzatura per lo spettacolo.
Nella visita alla loro Comunità di Ugliane,
ti stupisce la gioia con cui i giovani si fanno
incontro ai visitatori per servirli e ascoltarli; e
poi ti annunciano che “oggi è arrivata la
provvidenza: un camion di pasta, un’auto-
cisterna di acqua, ecc.” E poi ti fanno vedere
le loro costruzioni: c’è una vita in quelle
opere, non è un lavoro servile. Questi muri
sono stati impastati di preghiera. Tutto parla
dell’opera dello Spirito. Anche le loro casette
respirano vita. Il rozzo anfiteatro per le riunio-
ni estive, costruito davanti alla Chiesetta (che
prima era una stalla) è opera dello Spirito, in
funzione della lode di Dio. Si direbbe: ovun-
que Dio ha i suoi.
(Rossano di CR)
Il gruppo di preghiera di Jelena è di
nuovo attivo.
Una buona notizia. Jelena
Vasilj ha passato tutta l’estate a Medj.e così ha
preso contatto con tutti gli amici e amiche che
non si riunivano più dal 1991. Ora ogni mar-
tedì sera i membri del gruppo si ritrovano
vicino alla Chiesa. Di questo gruppo, forma-
tosi per lunghi anni alla Sua scuola (vedi Eco
127, p6 e 128, p8), la Madonna aveva detto
che “era più potente di una centrale atomica”.
Così dovrebbe essere di qualsiasi gruppo di
preghiera che vive nell’unità dei cuori.
Avvicinata da alcuni amici di Brescia,
Jelena ha detto loro che sarà poco presente al
gruppo, causa i suoi studi a Roma. A Roma poi
non frequenta alcun gruppo, né sente il biso-
gno di formarne, perché il suo gruppo è quello
di Medj.. Questi amici le hanno sottoposto
alcuni problemi spirituali e sono rimasti col-
piti dalla prudenza e dalla profondità delle sue
risposte molto ponderate.
Jelena ha confermato di avere ancora le
locuzioni interiori (in cui Maria le parla in
modo misterioso), solitamente nei momenti
più intensi di preghiera. Le è stato chiesto cosa
pensa dei periodi di deserto interiore che
capitano nella preghiera, quando non si sente
più nessuna attrattiva. A volte -ha risposto- ci
può essere qualche peccato trattenuto, per cui
non si è più limpidi nel rapporto con Dio,
oppure quando tieni qualcosa per te. Normal-
mente Dio fa sentire la sua presenza e ti dà
fervore, specialmente se fai un cammino spi-
rituale o hai una chiamata particolare; altre
volte può provare la tua fede con l’aridità.
Le è stato chiesto se è necessario un sacer-
dote particolarmente preparato e unito a Medj.
per un gruppo che vuol fare un cammino e se
qualsiasi sacerdote può farti da direttore spi-
rituale. Ha risposto: per la confessione chiun-
que può andar bene, ma come guida ci deve
essere una scelta personale. Il gruppo poi deve
partire dai laici, anche se è necessaria una
guida spirituale qualificata. I laici devono
essere attivi, non solo passivi di fronte ad essa
e decisi, senza rispetto umano, nel dire le
proprie esigenze e le proprie aspirazioni.
Alla domanda come può nascere un grup-
po simile al suo, risponde che tutto questo è
già stato scritto. Occorre una volontà seria nei
singoli di trovarsi una volta da uno una volta
dall’altro a pregare, a leggere la Parola di Dio,
come hanno fatto loro. Poi pregando è cresciu-
to il desiderio di pregare: da un’ora, a due a >
Una folla di popolo alla Messa dell'anniversario
Suor Elvira: giovani, siete la spe-
ranza della nuova umanità -
Grazie per
avermi dato l’occasione di proclamare l’opera
di Dio: l’opera più grandiosa e importante e
che non finirà mai è l’uomo. Ciascuno di noi
si trova qui in un piccolo paese, Medj., che è
diventato centro di amore, di fede e di bene-
dizione, grazie alla presenza di Maria. Non
siamo qui perché ci sono stati grandi organiz-
zatori, ma perché Maria ci ha invitati e ha
qualcosa da dire, quasi sottovoce a ciascuno...
Pensiamo al festival che viviamo. Al
festival di Sanremo si sentono tante canzoni,
si applaude e alla fine molti sono delusi perché
non vince sempre la canzone migliore. Qui
non è così! La Madonna ci vuole tutti attori:
come sareste attenti se dopo di me ciascuno di
voi fosse invitato a parlare su questo palco! Ed
è così, siete sul palco della vita dove dobbia-
mo annunciare, testimoniare! Ciascuno è par-
te, nessuno è spettatore. Non aspettate
qualcos’altro, siate attivi!...
Perdonate a noi adulti il vuoto di ideali
e di rapporti veri - “La famiglia, il mondo, gli
altri si accontentano del minimo; lavori, pro-
duci, rendi economicamente, quindi sei nor-
male: ti hanno drogato. Chi e come sei di
dentro, perché lavori, che cosa ti aspetti dal
futuro: non gliene frega niente! I giovani
sbandano, cercano fuori di sè l’apparenza, il
sembrare e non la sostanza.
Tu sei stanco delle maschere e cerchi la
libertà, la gioia e il sorriso? Tutto questo non
è qualcosa, ma è qualcuno, è il volto di Dio!
Non lo sappiamo riconoscere: dove sono i
modelli da imitare? Noi “maturi” perdiamo la
pace se qualcosa non riesce. E i giovani guar-
dano e dicono: per così poco perdi la pace?
Allora avete il compito di andare a casa e
mettere in crisi i genitori, che vi danno tutto e
non vi insegnano il sacrificio; che vi dicono di
andare in Chiesa, di essere buoni, ma tra di
loro non sono buoni, né veramente religiosi.
E’ il vostro momento. Noi adulti ci siamo
afflosciati, facciamo acqua da tutte le parti,
con la nostra falsa religiosità. Una conversio-
ne che non mette mano al portafoglio, senza
carità, che non ha ansia per la fame nel mondo,
è una falsa conversione. Gli adulti vanno a
casa a dire: sono andato a Medj.. Voi non
parlate, fate!
Voi siete nati per la luce e la luce è verità.
Giovani! avete il cuore di Cristo dentro di voi!
Il Papa non lo dice ai teologi, parla ai giovani:
voi siete la speranza della nuova umanità,
assumetevi la responsabilità di rispondere; noi
“vecchi” non possiamo. Voi siete la luce: vi
chiedo perdono a nome dei genitori, a nome
della Chiesa, della scuola! Perdonateci perché
vi abbiamo fatto camminare al buio! Dovete
essere la luce del mondo: ve lo dice Gesù! Se
non sei luce, sei tenebra! Se non sei dialogo,
sei mutismo, sei cimitero! Se non sei sorriso,
sei morto! Abbiamo in noi questo capitale da
background image
> tre; con questa volontà precisa è venuto
anche l’aiuto della Madonna, come verrà per
qualsiasi gruppo che vuol seguire i suoi mes-
saggi.
(Pietro)
Teresa prega
per le intenzioni di Maria
e Maria risolve i suoi problemi
Teresa ha in casa la figlia Vera, sposata a
un uomo che conduce una guerra aperta con-
tro la moglie e contro la famiglia, perchè sono
dei bigotti. Dice a gran voce che non crede in
Dio, che non ha alcuna intenzione di accettare
queste stupidaggini. Teresa, affranta, parte
per Medj., lo stesso giorno in cui la figlia
andrà dall’avvocato per iniziare la procedura
di divorzio. Porterà le sue pene a Maria,
particolarmente angosciata nel vedere la
nipotina Harmony divisa tra il papà e la
mamma, che si picchiano e parlano di divor-
zio davanti a lei. La bimba dal canto suo non
fa che sognare un fratellino o una sorellina
che le facciano compagnia.
Arrivata a Medj, Teresa sente parlare del
patto di scambio, che si può fare con la
Vergine: Pregate per le mie intenzioni -ha
detto più volte- e Io penserò alle vostre!
Decide di abbandonare completamente il suo
problema e la sua pena a Maria e Le dice:
“Occupati tu di Vera e della sua famiglia; io,
dal canto mio, mi impegnerò a pregare per le
tue intenzioni”. Concluso il contratto, va alla
Croce blu, dove prega con fervore per ciò che
Maria chiede: i non credenti, i giovani, i
peccatori, i preti, la pace nei cuori.
Alla sera una telefonata l’avverte che Vera
ha annullato l’incontro con l’avvocato, per un
ultimo tentativo di salvare la famiglia. Passa-
no i giorni e Teresa ogni sera, dopo il pro-
gramma della Parrocchia, corre alla Croce blu
dove prega intensamente per le intenzioni di
Maria. Di ritorno in Francia apprende con
stupore che suo genero non è più quello di
prima. Sua figlia le racconta che una sera,
verso le 22, guardando dal letto la TV, il
marito la chiamava tutto d’un tratto perchè
venisse a vedere una grande croce bianca
sopra la tele. Vera accorre, ma non vede nulla;
il marito insiste: “Guarda bene, io la vedo!”.
Allora Teresa spiegò a sua figlia che conosce-
va bene quella croce: davanti ad essa, e pre-
cisamente a quell’ora, lei stava pregando.
La Vergine aveva gradito il suo patto: si
era occupata del genero, mentre lei si occupa-
va delle sue intenzioni. Dopo di allora (era il
giugno 95) Vera e suo marito hanno ripreso il
cammino verso la Chiesa. Si sono confessati,
Vera dopo 10 anni, suo marito dopo 20 anni.
Ora pregano ogni giorno in famiglia e la
piccola Harmony ha una bella notizia da
annunciare: attende per l’autunno un fratelli-
no!
(Sr.Emmanuel)
Frances a Medjugorje
lascia le stampelle
P.Slavko - Frances arriva a Medj. l’11
aprile 96 con sua sorella e il gruppo di
sr.Margaret. Mercoledì 17, con le stampelle
sotto braccio, mi chiede una conversazione.
Quando vengo a sapere il motivo della richie-
sta le fisso l’incontro per le 17. Viene accom-
pagnata da sr.Margaret.
Frances Russel di Boston ha ora 43 anni.
Nel 1980 le capitò un gravissimo incidente sul
lavoro, nell’ospedale dov’era occupata come
infermiera: aveva 27 anni. I medici all’inizio
non si sono resi conto della gravità del male.
Invece era lesa la spina dorsale, insieme a
muscoli e a nervi. Quando si resero conto di
che si trattava, diedero corso a difficili opera-
zioni, 5 a conti fatti. Dopo la seconda, nuovo
peggioramento. Alla fine Frances non riusci-
va più a girare il collo, non poteva raggiungere
la nuca con le mani, né riusciva ad alzarsi. I
medici dichiararono apertamente di non po-
terci far nulla. Da allora, fino al suo arrivo a
Medj., Frances ha passato la maggior parte del
tempo negli ospedali.
P. Slavko - Che cosa è avvenuto in questo
pellegrinaggio?
Frances - Ho pregato molto, ho preso
parte a tutti i programmi serali, all’adorazio-
ne, agli incontri, ho ascoltato le informazioni
come gli altri. Sabato 13 aprile sono andata a
Siroki Brijeg. Fra Jozo ha parlato e pregato.
Ho sentito un forte dolore al cuore e ho
visto come in un film tutta la mia vita e le
sofferenze che ho passato. Ho pianto e ho
sentito nel cuore queste parole: “Dammi il tuo
cuore ferito!” Ho incominciato allora a sentire
che il mio cuore guariva. Tornata a Medj., ho
sentito forte il desiderio di andare a Messa, di
partecipare all’adorazione. Ma mi sono senti-
ta molto tormentata, al punto che chiesi alla
Madonna di darmi la forza per tornare a Siroki
Brijeg. Ho atteso a lungo e quando P.Jozo mi
ha benedetto sono stata male, tremavo tutta,
mi sentivo come attraversata da spine.
Ma qualcosa cambiava dentro di me, senza
tuttavia capire di che si trattava. Tornata a
Medj., ho atteso invano di parlare con P.Slavko
e il martedì sera mi sono recata all’appunta-
mento alla Croce Azzurra. Mi dicevano che la
Madonna aveva raccomandato di pregare per
i malati. Intanto veniva meno lentamente il
mal di testa, potevo portare le mani alla nuca:
mi sono resa conto che potevo camminare...
P.S. - Che cosa l’ha fatta più soffrire
prima di Medj.?
F. - Dopo l’incidente i miei desideri sono
stati frustrati, sia quello di formare una fami-
glia, sia quello di diventare medico, perché
amo tanto la gente. I dolori aumentavano
sempre più, insopportabili mal di testa, non
tolleravo la luce: vivevo praticamente come se
fossi cieca e spesso ho desiderato di veder
finita la vita. Non riuscivo nemmeno a sten-
dermi a letto, la notte restavo su una sedia. Col
tempo anche i muscoli e i nervi si ammalaro-
no: tremavo senza riuscire a controllarmi. E
tutto questo rendeva amara la condizione del
mio spirito.
P.S. - Come andava in questo tempo ri-
guardo alla fede?
F. - Ogni mattina andavo con le stampelle
alla Chiesa vicina e mi comunicavo, poi dice-
vo il rosario. Questo mi dava la forza di vivere,
ma i dolori non facevano che crescere, dalla
testa alle calcagna.
P.S. - Quando ha sentito parlare di Medj.?
F. -
Da tanto tempo e sempre desideravo
venire. E più le cose si aggravavano, chiedevo
a Maria la grazia di venire. Ho tentato diverse
volte, ma ne sono stata sempre dissuasa; a un
certo punto capii che se non fossi venuta ora,
non sarei venuta mai più. Poi anche il proble-
ma della spesa fu superato. Non sono venuta
però per chiedere la guarigione.
P.S. - Lei è convinta ora di essere guarita
nell’anima e nel corpo?
F. - Sì, in verità mi sento in condizioni
eccellenti (e per dimostrarlo, Frances si è
alzata e ha disceso le scale di corsa, tenendo
sotto braccio le stampelle!).
Testimonianza di sr.Margaret
P.S. - Lei è accompagnatrice del gruppo:
conosce questa pellegrina?
S.M. - Sapevo già dalla sorella che era
gravemente malata. All’aeroporto abbiamo
avuto bisogno di un servizio specifico. Fino a
mezzogiorno di oggi non sapevo che fosse
guarita. A pranzo tutto il gruppo non ha fatto
che cantare gloria, rallegrarsi, ringraziare.
Frances appare tutta un’altra persona. E’ feli-
ce. Sua sorella non fa che piangere.
P.S. - Cosa prova la guida di un gruppo
quando qualcuno guarisce?
S.M. - E’ la 54.ma volta che vengo a Medj.
e ho visto tante cose straordinarie per le anime
e per i corpi, cambiamenti di vita che sono le
cose più importanti. Quando una sorella della
comunità mi ha chiesto perché andassi così
spesso a Medj., le ho risposto: “Quando fini-
ranno di avvenire miracoli nell’anima e nel
corpo, non ci andrò più”. Ed ora mi sento
particolarmente felice per Frances. Siano rese
grazie a Dio!
P.S. - A questo punto ho chiesto a Frances
che messaggio avrebbe voluto trasmettere in
un giorno così felice.
F. - Non ho dubitato mai dell’amore di Dio
e della Vergine. Dio conosce ciascuno di noi,
la Madonna è con ciascuno di noi. A quanti
vengono qui, direi per prima cosa di cercare di
incontrarsi con Dio. Vorrei che i parrocchiani
e tutti si rendessero conto di quanto grande sia
la grazia di aver qui la Madonna. Da parte mia
non finirò mai di ringraziare per un dono così
grande. Oggi sono stata tutto il giorno in
Chiesa a pregare e a ringraziare. Mi riesce
difficile esprimermi. Sono felice e ricono-
scente.
P.S. - Ho potuto incontrare poi anche la
sorella della miracolata e lei ha esclamato:
R. - Dio è grande. Ho pianto tutto il giorno.
Sono felice. Non riesco a persuadermi che mia
sorella non abbia più bisogno di stampelle.
Non posso immaginare come rimarrà la mam-
ma quando saprà il tutto. Ora posso solo dire:
Siano grazie a Dio e alla Madonna, Regina
della Pace!
E dopo queste parole le lacrime son venute
giù come un torrente di primavera.
(Da Glas Mira, maggio 96 - traduz. di R.
Carletti, Trieste)
La guida spirituale - Cogliamo l’occasio-
ne per informare i pellegrini. che è stata appena
pubblicata la guida spirituale “Seguimi col
cuore”
di p. Slavko Barbaric. Questa guida
farà conoscere al pellegrino di Medj. l’essen-
ziale dei fatti e lo aiuterà ad avvicinarsi nella
maniera giusta ai luoghi di preghiera: Chiesa,
Collina delle apparizioni e Krizevac e soprat-
tutto lo aiuterà a iniziare a pregare. Seguimi col
cuore
è stata pubblicata in croato e in inglese
mentre la traduzione in altre lingue mondiali è
ancora in corso. La guida spirituale si può
acquistare nella libreria dei francescani e nel-
l’ufficio informazioni del santuario. (P.B.)
Per tutti i libri di p. Slavko rivolgersi a Convento
francescano, Tocco da C., PE, tel. 085-880132.
* Concerto umanitario Il 21 luglio davan-
ti alla Chiesa di Medj. l’orchestra dei giovani
della città tedesca di Essen ha tenuto un concer-
to umanitario per i bambini, i cui padri sono
morti durante la guerra in Croazia e Bosnia-
Erzegovina. E’ l’ultimo dei molti eseguiti du-
rante tre settimane in varie parti della Croazia.
Tutto il guadagno è destinato ai figli dei mili-
tari croati morti in guerra.
* Al grande spettacolo musicale “il mes-
saggio di pace al mondo”, che si è tenuto il 21
giugno, con Jose Carreras e Cecilia Gasdia,
hanno partecipato 12 cori (non 144!) di 12
paesi, sostenuti dalla orchestra della radio-TV
croata. In occasione del 15^ anniversario un
noto gruppo di musicisti croati “Zagrebacki
solisti
” hanno eseguito un meraviglioso con-
certo nella Chiesa di Medj., dopo aver fatto le
pratiche religiose come tutti i pellegrini. (P.B.)
background image
L’uomo d’oggi, in fuga da se stesso,
si ritrova nella comunione fraterna
“Lo specchio riflette soltanto la fisionomia
esteriore del corpo. Ognuno manifesta il suo
vero aspetto solo con la prontezza ad aiutare
se stesso e la sua comunità e, per quanto è
possibile, tutti coloro che incontra. Questo è lo
specchio che riflette la vera anima dell’uo-
mo.”
(I.B.Singer)
L’uomo di oggi sempre più fugge! Fugge
dagli altri, desidera essere indipendente, libe-
ro, padrone di se stesso. I problemi della
società, della famiglia, del matrimonio,
rispecchiano sempre più l’incapacità dell’uo-
mo a vivere in comunione. Perché? Per l’uomo
è difficile incontrare gli altri con le loro diver-
sità, con le loro differenti abitudini, con i limiti
e le negatività; perché è più facile vivere i
rapporti interpersonali superficialmente, sal-
tuariamente, in modo falso ma più comodo e
pacifico. Molte volte poi, l’uomo non desidera
vedere la “trave” che c’è nel suo occhio e per
questo le poche “pagliuzze” negli occhi degli
altri lo provocano e lo disturbano così tanto!
L’uomo di oggi dimentica di specchiar-
si! E non vuole vedere la sua immagine cioè la
condizione e la qualità dei suoi rapporti
interpersonali che manifestano la sua capacità
di entrare in intimità nel rapporto con gli altri;
questa capacità è anche la misura del suo
livello di intimità e sincerità con Dio. I rapporti
interpersonali svelano anche la profondità, la
“purezza” del suo amore e la sua maturità
nell’accettare la realtà.
L’uomo di oggi ha paura! Ha paura di
incontrare se stesso, di incontrare una persona
limitata e debole, bisognosa degli altri e biso-
gnosa di amore, perché la cultura, la televisio-
ne, lo sport, la pubblicità gli offrono solo ideali
di persone perfette, intelligenti, belle, onnipo-
tenti che però, nella realtà, dietro lo schermo,
sono limitate e fragili tanto quanto lui. Là dove
l’uomo rifiuta se stesso, rifiuta anche gli altri
e, di se stesso e degli altri, crea false immagini,
crea un mondo di falsi valori, ricerca compor-
tamenti, atteggiamenti e pensieri sempre più
artificiali.
L’uomo di oggi ha perso la sua identità
di uomo! Ha perso la sua vera essenza di uomo
creato ad immagine e somiglianza di Dio; ha
smarrito quell’uomo che è figlio di Dio,che sa
da dove viene e dove va, che è pellegrino e
straniero sulla terra; e per questo: libero. Così
si ritrova insoddisfatto, infelice, irrealizzato e
solo, tenuto legato dai suoi mille piccoli pos-
sedimenti, dalle sicurezze personali, dalle co-
modità, dalle leggi e quindi da mille problemi,
rapporti e situazioni non risolti.
In verità l’uomo d’oggi non sa crescere
e vivere in pienezza il suo essere uomo!
Gesù Cristo ci vuole dimostrare proprio
questo con tutta la sua vita, con tutto ciò che
ha vissuto dovendo affrontare le difficoltà che
anche noi incontriamo ogni giorno: delusioni,
umiliazioni, incomprensioni, abbandono, sof-
ferenza, dolore, tradimento, scherno, disprez-
zo, cadute, debolezze...
La vita di Gesù è semplicemente una con-
tinua crescita nella fede, nella speranza e nella
carità, una crescita progressiva che l’ha con-
dotto alla piena manifestazioni della vita divi-
na nella sua umanità; pienezza che ha raggiun-
to il suo culmine nella completa donazione di
sé per gli altri sulla croce. Egli ci rivela il
segreto di questo Suo “cammino”: “...chi vuo-
le essere grande tra voi si farà vostro servitore
e chi vuole essere il primo tra voi sarà il servo
di tutti. Il Figlio dell’uomo, infatti, non è
venuto per essere servito, ma per servire e
dare la propria vita in riscatto per molti.”
(Mc
10,43-45).
E così ci dona la regola fondamentale per
tutti i nostri rapporti nella famiglia, nel matri-
monio, nel posto di lavoro, in ogni comunità:
essere servo! Perché Gesù che è “apparso per
distruggere le opere del diavolo”
(1Gv 3,8b),
sa che “l’essere servo” distrugge tutti i nostri
concetti e tutte le leggi di questo mondo;
distrugge il peccato originale di Adamo ed Eva
che hanno desiderato “essere come Dio”, esse-
re padroni della vita, del bene e del male;
abbatte tutte le passioni che combattono nelle
nostre membra e che sono “ le cause di tutte
le guerre tra di noi”
(Gc 4,1). Perché servire
vuol dire annientare il mondo di Satana fatto di
orgoglio e di falsi idoli e ripristinare l’eterno
comandamento che Gesù è venuto a ristabilire:
“Solo al Signore tuo Dio ti prostrerai, Lui solo
adorerai!”
(Lc 4,8). Lui che è la Vita, desidera
che anche noi viviamo: “Noi sappiamo che
siamo passati dalla morte alla vita perché
amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella
morte.”
(1Gv 3,14).
Così, guardando con gli occhi di Gesù,
possiamo vedere come il nostro prossimo,
fratello, sorella, marito, moglie, amico... è lo
specchio della nostra felicità e della nostra
vita. Quanto più amiamo gli altri, tanto più
possediamo in noi la vita divina; quanto più
siamo capaci di andare oltre i limiti e le
debolezze degli altri, tanto più l’Amore di Dio
è in noi più puro, più forte, più grande. E
proprio in questo consiste il valore della vita
comunitaria: gli uni per gli altri diventiamo
strumenti che danno l’occasione di uscire dalla
morte e passare alla vita, all’amore.
Lo spirito profetico aveva già annunciato
attraverso la mistica francese Marthe Robin
(1902-1981) che “saranno le comunità a sal-
vare il mondo”.
Davvero solo la comunione
tra gli uomini si rivela come vero specchio
dell’individuo.
Solo nella vita comunitaria l’uomo di
oggi non può fuggire perché o inizia a costru-
ire rapporti sani con gli altri o rimane nel suo
isolamento; nella comunità, infatti, “non c’è
altra alternativa che amare o vivere nell’infer-
no”
(fr.Ephraim, “Marthe Robin, amare o
morire”). Solo nella comunità l’uomo può
guardarsi nello specchio ed essere guardato in
tutta la sua esistenza, il suo cuore può essere
lavorato e diventare sempre più simile al Cuo-
re Immacolato di Maria.
Solo vivendo in comunione con gli altri
l’uomo può smettere di avere paura perché
può sperimentare di essere amato e nell’amore
non può esistere paura, nell’amore non sono
necessarie corazze e poco per volta tutto di-
venta semplice e naturale. Solo nella sicurezza
della comunità l’uomo impara a lasciare tutto
ciò di cui non ha bisogno e ad essere libero per
accogliere il Regno di Dio in sé e in tutto ciò
che lo circonda; perché solo nella comunità
l’uomo si può sentire parte del Corpo Misti-
co,
nel quale, insieme ad ogni fratello e sorella,
insieme ad ogni uomo, può raggiungere la
Pienezza.
E’ difficile vivere e trovare una tale comu-
nione, ma Gesù nell’ultima Cena ci ha rivelato
che proprio questo è il nostro compito: “Quan-
do dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le
vesti, sedette di nuovo e disse loro: ‘Sapete ciò
che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e
Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque
io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri
piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni
gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio perché
come ho fatto io facciate anche voi.’”
(Gv
13,12-15).
Che cosa significa per noi cristiani e
specialmente per noi che desideriamo “of-
frire la nostra vita per i fratelli” questa
richiesta?
Quale dovrebbe essere il nostro
comportamento nella vita quotidiana, nelle
nostre “comunità” cioè nelle famiglie, nel
matrimonio, nelle fraternità, nelle scuole, nei
posti di lavoro, nei conventi?
Gesù ci invita davvero a “deporre le vesti”,
il nostro orgoglio, i nostri desideri, le nostre
ragioni, tutto quello che non sappiamo accet-
tare; ci invita a “rivestirci” della GRAZIA che
Lui riversa abbondantemente su di noi tramite
i sacramenti e in particolare l’Eucarestia, attra-
verso la quale ci nutre di sé con il suo amore
misericordioso; così, rivestiti di Grazia, siamo
invitati ogni giorno di nuovo ad accogliere,
perdonare, pregare e offrirci per tutto ciò che
è “sporco” in noi, negli altri, nel mondo.
Il compito che Gesù ci ha lasciato è grande
e difficile, ma è allo stesso tempo “piccolo”
perché comincia dalle ordinarie situazioni che
viviamo ogni giorno; ed è anche “facile” per-
ché Gesù non ce l’ha solo indicato ma l’ha
anche già realizzato e aspetta che, attraverso la
fede, scopriamo la Risurrezione e la Vita den-
tro di noi. Gesù, quindi, ci ha aperto la strada
della Grazia con la sua morte; mediante la sua
presenza sacramentale nella santa Chiesa e
mediante ogni preghiera, questa strada sempre
di più si allarga nelle anime e nell’universo.
Ognuno di noi deve riflettere e vedere
dove e come deve cominciare; forse dobbiamo
solo cambiare il nostro modo di vedere, inizia-
re a guardare al di là dei difetti, cioè iniziare a
“guardare” con il cuore. A questo proposito la
storia che segue può essere uno spunto per
aiutarci a capire quanto il nostro modo di
“guardare” può cambiare le cose intorno a noi.
“Uno di voi è un grande Santo”
Il superiore di un convento si recò da un
famoso saggio. “Che cosa cerchi?” gli chiese
questi. Il superiore raccontò la sua triste sto-
ria. Un tempo il convento era conosciuto per
la sua ricca spiritualità; le celle erano piene di
giovani postulanti e la chiesa rieccheggiava
del canto dei frati. Ma poi erano sopraggiunti
tempi duri. La gente non accorreva più in
massa ad alimentare il proprio spirito, il flus-
so di novizi si era arrestato, la chiesa era
immersa nel silenzio. Erano rimasti solo un
pugno di frati, i quali accudivano ai propri
doveri con il cuore gonfio di tristezza.
Quello che il superiore voleva sapere era
questo: “E’ a causa di un nostro peccato che
il convento si è ridotto in questo stato?”. “Sì”,
rispose il saggio, “un peccato di ignoranza”.
“E di che peccato si tratta?”. “Uno di voi è un
grande santo sotto false spoglie e voi non lo
sapete”. Dopo aver detto questo, il saggio
congedò il superiore e si ritirò nuovamente in
preghiera e contemplazione.
Al suo ritorno, il superiore radunò i frati e
li informò di ciò che aveva scoperto. Essi si
guardarono l’un l’altro increduli. Un grande
santo? Qui? Incredibile! Ma a quanto pare era
lì in incognito. Come mai non l’abbiamo rico-
nosciuto? E chi può essere? Tutti al convento
hanno dei difetti! Frate Cuoco? Certo, qual-
che volta è un po’ nervoso, ma chi non lo
sarebbe dovendo correre tutto il giorno, cuci-
nare cercando di non scontentare nessuno?
Frate Portiere? Beh, anche a lui non mancano
i difetti, qualche volta è troppo lento, ma come
non accorgersi che è sempre pronto ad acco-
gliere chiunque abbia bisogno di aiuto? Frate
Superiore? Anche lui ha certamente i suoi
limiti, ma non si risparmia nell’andare incon-
tro alle necessità di tutti, ed è ricco di com-
prensione e pronto a perdonare gli errori di
ogni fratello.
E continuarono a prendere in considera-
zione i comportamenti di ognuno, a osservarsi
nei loro atteggiamenti quotidiani. Così si mi-
sero a trattare chiunque con rispetto e consi-
derazione. “Non si può mai sapere”, pensa-
vano dentro di sé quando avevano a che >
background image
Resp.Ing.A. Lanzani-Tip. DIPRO(Roncade TV).
Un SOS dai portatori di aiuti
Avendo compreso che Maria, presente qui,
è un tutt’uno con i figli diseredati di queste
terre, molti amici vanno a Medj. con il loro
gruzzolo o con la loro scorta di aiuti. E, dopo
la visita ai profughi o alle località devastate,
ho sentito persone confessare: “Eravamo an-
dati per donare, ma abbiamo ricevuto molto di
più”; oppure: “Ero venuto a Medj. per chie-
dere tante cose a Dio, ma ora devo solo
ringraziare”. Tanto l’incontro con i poveri
arricchisce e trasforma, facendo crollare le
illusioni del nostro benessere; e così prepara
anche a un vero incontro con Gesù nei Sa-
cramenti (lo sa bene chi ascolta le confessio-
ni!).
Ma riportiamo qui in succinto una lettera
di Alberto Bonifacio, dell’ARPA di Milano,
che riassume la difficile situazione di tanti
volontari portatori di aiuti in Bosnia.
“Ora che
le armi tacciono, molti pensano che non ci sia
più bisogno. I mass media non fanno più
vedere come si sopravvive nei campi profughi
o nelle zone remote più devastate: la gente è
stanca di vedere queste cose e di mettere mano
al portafoglio!” Ma “ci sono all’interno situa-
zioni allucinanti, in cui c’è bisogno di tutto.
Ricordiamo con nostalgia i grandi convo-
gli e le offerte copiose che ci permettevano di
caricare furgoni e TIR e addirittura qualche
nave, con centinaia di tonnellate di viveri. Ora
le offerte sono una decima parte e pochi riesco-
no a riempire furgoni e partire con noi. Molti
poi sono scoraggiati davanti alle difficoltà e
all’ostruzionismo delle dogane: tante ore di
attesa, fino ad accumulare giorni interi!
Nonostante tutto organizziamo almeno 2
convogli di aiuti al mese, e con noi Mirella di
Finale Emilia, i volontari di Ghedi e altri.
Dopo le segnalazioni del giornalista Erri De
Luca, che segue i nostri convogli, su Avvenire
e sulla grande stampa, ci appelliamo anche ai
lettori di Eco,
perché per amore della Regina
della Pace ci diano una mano o anche trovino
un furgone da caricare per partire con noi.
Verso la fine di marzo abbiamo cominciato
ad andare all’estremo nord della Bosnia: a
Gracanica, dove vivono 60mila musulmani,
abbiamo trovato 160 cattolici e per mezzo loro
portiamo aiuti a tanti centri profughi segnala-
tici dalle autorità locali. Sono migliaia di ve-
dove e di bambini di ogni età, i cui mariti e
papà sono stati massacrati a Srebrenica,
Bratunac, ecc.. Mancano di tutto: cerchiamo di
dare un po’ di fiducia e di speranza a povere
mamme spesso spente, per una situazione che
non lascia intravedere un futuro. E aiutiamo
questi pochi cattolici abbandonati a tenere un
po’ viva la fede. Speriamo di arrivare presto ai
miserabili che circondano la periferia di Tuzla...
Il 31 maggio, scortati dai soldati italiani
dell’IFOR di Sarajevo, abbiamo cominciato a
portare aiuti ad alcune migliaia di profughi
serbi
in Bosnia: a Sokolac abbiamo pregato
con il decano dei pope nella sua bella Chiesa.
Scuole multietniche sono state aperte dalla
Chiesa cattolica a Sarajevo, Tuzla e Zenica per
aiutare i giovani di varie etnie e religioni a
studiare insieme, come contributo al dialogo e
alla pace: ma quanti fondi occorrono per le
attrezzature! Il Vescovo Sudar, ausiliare di
Sarajevo, si appella alla nostra generosità. E
intanto preghiamo perché tanti “cari figli”
sentano chiaramente l’invito pressante di Maria
SS. Regina della Pace: “Non hanno più pane,
né medicine, né case, soprattutto non hanno
>fare con i loro confratelli, “magari è que-
sto”. Il risultato fu che l’atmosfera del con-
vento divenne tutto un vibrare di gioia perché
i cuori dei frati irradiavano lo spirito del-
l’Amore.
suor Paula
più amore e si sentono abbandonati!”. Potremo
ancora fingere di non sentire la voce di questa
madre?”
Alberto Bonifacio
Per informazioni e aiuti: Centro informazioni
Medj., v. S.Alessandro 26, 22050 Pescate (Lecco),
0341-368487 tel, 368587 Fax; ccp 17473224; ccb
13500 Banca Popol. di Lecco, Divis. Deutsche Bank,
P.za Garibaldi 12, Lecco, ABI 3104 - CAB 22901.
La Caritas francescana assiste famiglie in modo
continuato: Tocco da Casauria PE, 085-880132.
“Gesù non ha raccontato la parabola del
ricco epulone solo per il povero Lazzaro, che ha
trovato sollievo nel seno di Abramo, ma a van-
taggio del Lazzaro che oggi, nei paesi ex comu-
nisti, dopo esser stato vittima miserevole del
terrore comunista, soccombe ora davanti alle
porte del nostro benessere”.(P.Werenfried)
Alcune domande a d. Amorth
Un gruppo di preghiera giovanile di Bre-
scia ha rivolto queste domande a Don Amorth:
D. Per il nostro gruppo di preghiera è
opportuno, sulla scia di Medj. che lo conva-
lida, recitare anche preghiere di liberazione e
quali?
R. Recitate tutte le preghiere di guarigione
e liberazione che volete. Non ce ne sono di
ufficiali e nessuna è proibita. Ne unisco alcu-
ne. Potete anche inventarne.
D. Qualcuno di noi ha partecipato, a titolo
personale ad incontri con Mons. Milingo e gli
sono stati molto utili.
Per il nostro gruppo di
preghiera è nocivo partecipare a questi in-
contri?
R. Non è nocivo Mons. Milingo. Mi di-
spiace moltissimo delle proibizioni che gli
hanno dato. Fa solo del bene.
D. Per una ragazza fortemente disturbata,
è dannoso partecipare alle preghiere di libe-
razione in genere, anche dette da noi?
R. Tutte le preghiere fanno bene a quella
ragazza. Certo, se c’è possessione, occorrono
anche gli esorcismi.
D. La specifica preghiera incisa sulla
medaglia di San Benedetto può essere detta
solo dai sacerdoti e sacerdoti esorcisti?
R. Quelle preghiere di S.Benedetto posso-
no essere dette da tutti.
* La Casa del belga a Bijakovici: sembra
ormai imminente la sua destinazione. Il proprie-
tario che aveva costruito quel fabbricato nuovo e
candido, rimasto chiuso per tanto tempo, perché
servisse alla causa di Maria, dopo aver conosciu-
to la consacrazione, come la insegna il Santo di
Montfort nel suo “Trattato della vera devozione”,
ha deciso che la casa diventi un luogo di prepa-
razione alla consacrazione al Cuore Immacolato
di Maria. Per questo scopo la affiderà a una
Associazione laicale.
* Incontro di preghiera al Palatrussardi di
MI: anche quest’anno ci riuniremo a pregare
Maria per la pace, assieme a Marija, Vicka e
amici di Medj. Ci sarà anche P.Petar. Per infor-
mazioni: Cabrini 02-48021914; Zaccone 02-
33610879, Rosio 02-9606170, Romolotti 02-
8372322. Ore d’ufficio.
* Aggiornamenti telefonici: ROMA, Centro
Regina della Pace: 06-4452327 (correggi Eco 128,
p4); VERCELLI, Cogo Fiorenzo: 0161-215118;
MASSA, Lazzarini Carlo: 0585-792721; GORIZIA,
Bressan Antonio: 0481-521327; LATINA Staz.,
Modesto Piagno: 0773-632532; PORDENONE,
Ligammari Gilda: 0434-552143.
MEDJUGORJE: Uff. informazioni: 387-
88651988; Uff. parrocchiale: 387-88650206/
88651333; fax 387-88651444. Robofax per Press
Bulletin: fax “tone mode” 387-88651555.
Internet di Eco: http://www.eclipse.it/medjugorje
* Il pullman giornaliero per Medj. parte da
Trieste alle 18, vicino alla Stazione ferroviaria con
arrivo a Medj. alle 08 del mattino successivo;
riparte sempre alle 18 da Medj. con arrivo a TS alle
08 (tel 040-425001; £ 180mila a/r).
Inizio della marcia della Pace a Humac
I giornali locali di Mantova La voce e La
Gazzetta hanno pubblicato dei buoni servizi su
Eco; La Gazzetta anche con foto sull'ultima
spedizione. Si può chiedere al nostro indirizzo.
Ringraziamo le Poste di Mantova per la
spedizione regolare e veloce di un enorme
carico di Eco. La Madonna benedica tutti
quelli che lavorano, coscientemente o meno, al
suo servizio e al nostro.
Eco è gratuito e vive di offerte: ringrazia-
mo gli amici generosi che ci sostengono. Nel
prossimo numero inseriremo il ccp per facili-
tare le offerte.
Ci scusiamo con chi chiede libri, materiale,
informazioni o altro che non sia Eco: non pos-
siamo soddisfarli. Il Centro Maria di Roma
procura copie ingrandite di Eco per i deboli
di vista: c.p.11/33, 00141 Roma, 06-86800555.
>>
tentazioni con quella. Ecco perché satana
la teme.
Non basta tenerla custodita negli
scaffali. Qui osserviamo che nei cattolici, in
genere, c’è stata una certa prevenzione nei
confronti della S.Scrittura, a differenza dei
protestanti, che si formano sulla Bibbia.
E’ vero che essi la leggono senza tener
conto della guida della Chiesa, a cui Gesù ha
affidato di interpretarla rettamente. Ma noi
siamo sotto la guida della Chiesa, la quale
oggi ce la offre abbondantemente, specie nella
liturgia, e ci invita a meditarla. E tutto il nuovo
catechismo si basa su di essa.
Senza una formazione scritturale, ed ec-
clesiale assieme, è facile fissarsi in una visuale
ristretta o unilaterale o fermarsi a elementi
marginali. La Bibbia è la fonte della vera
pietà; e anche i messaggi di Maria non fanno
che ripetere con parole semplici -come noi
sempre sottolineiamo- la Parola di Dio (vedi
la nostra scelta in Eco 94,p7 e 101,p4).
Leggetela e vivetela perché sarebbe inu-
tile conoscerla, fino a diventarne esperti, se
non fosse per viverla. E istruite i vostri figli
in essa. Colui che li ha creati è lo stesso che
insegna loro come vivere attraverso la sua
legge, che è fonte di una vita felice. E nel
primo comandamento citato è ripetuto: Questi
precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore:
li ripeterai ai tuoi figli, quando sarai seduto in
casa tua, quando camminerai per via, quando
ti coricherai e quando ti alzerai
(Deut 6,6):
cos' hanno davanti invece i nostri figli? Così,
nonostante il battesimo e qualche pratica este-
riore, si incamminano verso l’ateismo.
Riflettete e pregate, ci ammonisce anco-
ra. Se ascolteremo la sua Parola e la mettere-
mo in pratica, non come ascoltatori soltanto,
illudendo noi stessi
(Giac 1,22), sentiremo
Dio nel nostro cuore, come se nascesse per
la prima volta.
E' quello che auguriamo a tutti di ottenere
per i meriti dei dolori di Maria e sorretti dal
suo Rosario, nella benedizione di Dio su di noi
e sulle nostre famiglie.