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www.medjugorje.ws » Eco di Maria Regina della Pace » Eco di Maria Regina della Pace 141 (Settembre-Ottobre 1998)

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Eco di Maria
Regina della Pace 141


Settembre-Ottobre 1998

 


Messaggio di Maria del 25 luglio 1998:

"Cari figli! Oggi, figlioli, vi invito ad essere con Gesù attraverso la preghiera per poter scoprire la bellezza delle creature di Dio tramite l'esperienza personale nella preghiera. Non potete né parlare, né testimoniare della preghiera se non pregate; perciò, figlioli, nel silenzio del cuore rimanete con Gesù affinché Lui vi cambi e vi trasformi con il suo amore.
Questo è per voi, figlioli, un tempo di grazia; approfittatene per la conversione personale perché quando avete Dio avete tutto. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".
 

La medicina di Maria:
la preghiera del cuore

Insistendo sulla preghiera del cuore, la Madonna vuole risparmiarci l'illusione di parlare di preghiera e di Dio senza aver provato a incontrarLo davvero, mentre quando abbiamo Dio, abbiamo tutto!
1. Fate l'esperienza personale della preghiera, e di riflesso potrete scoprire la bellezza delle creature. Questa esperienza di preghiera vuol dire per Lei stare con Gesù. Anzitutto bisogna trovare il tempo per stare soli con Lui, facendo tacere le creature. Nel ritmo frenetico della vita odierna, in cui c'è sempre fretta per le mille cose che urgono, Maria ci invita continuamente a  stabilire un tempo nella giornata per lasciarci riprendere da Dio e ritornare a vedere e a vivere.
Questa è la medicina che Lei ci offre contro ogni illusione di religiosità, anche se ciò comporta un fare violenza a noi stessi. Bisogna insistere e non scoraggiarci: Chiedete e vi sarà dato... Il grande Antonio del deserto diceva che "non c'è preghiera se non si può dire ogni giorno: nel mio cuore io e Dio siamo soli".
2. Se rimarremo con Gesù nel silenzio del cuore, Egli potrà compiere in noi l'opera sua, che è quella di cambiarci e trasformarci (o "trasfigurarci"? come alcuni traducono) con il suo amore, in modo che possiamo vedere con i suoi occhi. Se il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce (Mt 6,22). Allora tutto si illuminerà.
Scopriremo la presenza di Dio in tutte le creature: esse riflettono la sua immagine, sono un suo messaggio, sono segno della sua bellezza, testimoniano la sua provvidenza, il suo amore. Nella preghiera si scoprirà ogni persona come fratello e sorella, non vedendo più il nemico o una persona sgradita, ma solo un fratello da amare, da aiutare e semmai a cui tendere la mano per la salvezza eterna. E vedremo la grandezza e la bellezza uscite dalla mano di Dio, che siamo noi stessi e avremo la forza di rialzarci contro ogni sconfitta e sfiducia.
3. Vedremo anche il creato, con lo stupore dei bambini e riconosceremo in esso la mano e il volto di Dio: ovunque il guardo io giro, immenso Dio ti vedo, nell'opere tue ti ammiro, ti riconosco in me (Metastasio). E non chiameremo più Dio l'opera delle nostre mani (Osea 14). Quale differenza tra le grandi opere di cui l'uomo si insuperbisce, accecandosi, e lo splendore della gloria di Dio, riflesso in tutte le creature, che ci riempie del santo timore di offenderlo, usandole male.
Il Papa osserva che "la nostra vita nell'era della tecnica rischia di essere sempre più anonima e in funzione del processo produttivo. L'uomo diventa così incapace di godere delle bellezze del creato e, ancora più, di leggere in esse il riflesso del volto di Dio" (Lorenzago, 12 luglio).
Maria vede anche con tristezza come le creature di Dio facilmente vengano deturpate e si faccia abuso e scempio di esse. Attenti a tutte le esibizioni indecenti a cui oggi più non si bada e che possono accendere desideri di peccato. Guai a chi scandalizza uno di questi piccoli (che sono tutti i discepoli di Gesù). Non dimentichiamo che i nostri corpi sono tempio vivo di Dio.
4. Non potete né parlare né testimoniare della preghiera se non pregate. Ma chi ha fatto questa esperienza e ha lasciato che Gesù diventasse Signore della propria vita e ha potuto constatare che tutto è possibile a chi crede (Mc 9,23), non potrà che parlare con convinzione della preghiera e annunciare con gioia la bella notizia: altrimenti si parla invano di Dio e della preghiera.
5. Questo è un tempo di grazia per voi perché, nello sbandamento generale, Dio ha indicato la via maestra per questi tempi nei messaggi di Maria. Con una presenza così lunga della Madonna sulla terra, il cielo si è aperto e ne è piovuto un mare di grazia. A Medj. nasce il desiderio della preghiera e della conversione. Gli uomini si sentono scossi dal richiamo di Dio, quando prima si sentivano illusoriamente dei buoni cristiani. I lontani si pentono e tornano a Dio; i vicini scrollano la  loro tiepidezza e cominciano a camminare verso la santità.
A Medj. diventa facile quello che altrove si credeva impossibile.  Approfittiamo di questa fonte di grazia fin che è aperta per la nostra conversione personale perché, quando avremo Dio, avremo tutto. Attenti dunque a non lasciar passare invano, con leggerezza, una tale grazia, oggi così necessaria: "temo Dio che passa e non ritorna" (S.Agostino).
don Angelo


Messaggio di Maria del 25 agosto 1998:

Cari figli, oggi vi invito ad avvicinarvi ancora di più a me mediante la preghiera. Figlioli, io sono vostra madre, vi voglio bene e desidero che ognuno di voi si salvi e sia con me in paradiso. Perciò, figlioli, pregate, pregate, pregate fino a quando la vostra vita non diventi preghiera. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
 

Pregate fino a quando la vostra
vita non diventi preghiera

Messaggio di luce, di cielo, di eternità, con l'ennesimo richiamo: pregate, pregate, pregate. Messaggio che deve portare alla decisione molto concreta che la nostra giornata sia illuminata completamente dalla divina presenza e vissuta gioiosamente in unione con Dio. Chiediamoci: la preghiera sta al primo posto nella mia giornata? Parliamo della preghiera del cuore, che poi anima ogni altro momento di preghiera nella giornata, come la preghiera al mattino e alla sera, le frequenti invocazioni, l'offerta del lavoro, degli impegni quotidiani, delle croci, delle ansie.
Lei ci invita per il nostro bene ad avvicinarci di più a Lei, e quindi a Dio. Dobbiamo pregare non solo Lei, ma con Lei, pregare con il nostro cuore nel suo cuore, così che la sua preghiera diventi nostra. Così riceveremo nel nostro cuore l'amore di Dio, la pace, la gioia. Chi si sforza di pregare così, e non solo a fior di labbra, è persona luminosa, perché è entrata in comunione con Dio. Questa preghiera ci fa diventare buoni, puri, generosi, sensibili agli altri, sapienti, prudenti, giusti.
Sono vostra Madre, ci ripete. Proprio come una madre terrena genera i figli e soprattutto li educa e li accompagna nel cammino della vita; così Maria SS. ci genera come figli di Dio, ci nutre, ci istruisce con i suoi messaggi, ci guida e ci accom-  > (p.8) > pagna sul cammino della santità che porta in Paradiso. La nostra meta è il Paradiso: quante volte ce lo ripete! Viviamo in un tempo di grande disastro morale, di grande smarrimento, anche per i cristiani; tempi difficili anche per la madre Chiesa; tempi di grandi seduzioni, di fragilità, di apostasia. Ringraziamo Dio nostro Padre perché ci concede la presenza di Maria nostra Madre perché ci accompagni in questo pellegrinaggio terreno, così pieno di pericoli e di insidie, che provengono dalla nostra umanità, dal mondo, dal maligno. E' tanto facile perderci e non perseverare nel bene.
Se Maria SS. è tra noi da più di 17 anni, è per riportare il mondo a Dio Padre. Programma iniziato a Fatima con l'appello alla conversione per un mondo che vuole fare senza Dio: Io voglio salvare tutte le anime e presentarle a Dio. Questo tempo di grazia continua. E' un richiamo alla conversione per realizzare la vocazione cristiana, alla santità e a impostare la vita sull'imitazione di Cristo perché sia un cammino verso la beata eternità.
Maria SS. ha cura di ciascuno di noi: non c'è nessuno che non sia protetto, aiutato, guardato con amore da Maria, perché Gesù dalla croce ci ha affidati tutti a Lei. Maria ha preso con serietà questa missione di Madre universale. Lei opera perché tutti raggiungano il fine dell'esistenza terrena, la gioia del Paradiso, dove vuole tutti i suoi figli con Lei.
Se si protrae così a lungo la permanenza di Maria tra noi in un modo così concreto, cioè con i suoi messaggi, è per dirci, come Madre e Maestra, che questa generazione rischia di perdersi e Lei vuole strapparla al baratro. Diventa quindi accorato il suo triplice ripetuto appello alla preghiera perché la nostra vita diventi preghiera, cioè continua comunione con Dio nella lode, nell'obbedienza, nell'amore di figli e quindi sia vera testimonianza cristiana.
(da Radio Maria)
 


Santificare la festa:
non week-end, ma giorno del Signore

Se chiamerai il sabato delizia e venerando il giorno sacro al Signore, se lo onorerai evitando di metterti in cammino, di sbrigare gli affari e di trattare negozi, allora troverai la delizia nel Signore. Io ti farò calcare le alture della terra [dominare gli eventi anche più difficili],ti farò gustare l'eredità di Giacobbe (Isaia 58,13-14).

Il Papa, con la ponderosa lettera apostolica Dies Domini, diffusa nel giorno di Pentecoste (31 maggio), invita a riscoprire il significato profondo del giorno del Signore, che va ben oltre il precetto festivo, portandolo alle sue vere radici cristiane. Era necessario anche per arginare la cultura del "fine settimana" e del mercato che non conosce più soste e limiti, ristabilendo il primato di Dio e della persona rispetto alle esigenze della vita economica e sociale.
Il Santo Padre ricorda che "si è affermata largamente la pratica del week end, inteso come tempo settimanale di sollievo da trascorrere magari lontano dalla dimora abituale, e spesso caratterizzato da attività culturali, politiche, sportive, il cui svolgimento coincide in genere proprio con i giorni festivi. Si tratta di un fenomeno sociale e culturale che non manca certo di elementi positivi. Tuttavia quando la domenica perde il significato originale e si riduce a puro fine settimana, può capitare che l'uomo rimanga chiuso in un orizzonte tanto ristretto che non gli consente più di vedere il cielo". Per i discepoli di Cristo è bene non confondere le due cose.
Il Santo Padre nella lettera ripercorre le motivazioni dottrinali profonde che sono alla base della santificazione della festa. Egli chiama la stessa festa con cinque diversi titoli, ripresi poi con un linguaggio più semplice negli Angelus  domenicali

1. Il giorno del Signore. Dio stesso, dopo sei giorni cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro e benedisse il settimo giorno e lo santificò (Gn 2,2-3). Il sabato biblico è legato a questo mistero del riposo di Dio, che non è inoperosità, ma gioioso compiacimento con cui il Creatore contempla l'opera delle sue mani. Nel settimo giorno "Dio si volge a guardare l'uomo e il mondo con ammirazione e amore verso le sue creature. I profeti non temono di cantare questo rapporto di amore in termini sponsali. I cristiani sostano in questo giorno non solo per una esigenza di legittimo riposo, ma soprattutto per celebrare l'opera di Dio creatore e redentore. Da questa celebrazione sgorgano motivi di gioia e di speranza, che danno nuovo sapore alla vita di ogni giorno e costituiscono un antidoto vitale alla noia, alla mancanza di senso, alla disperazione, da cui talvolta possono sentirsi tentati".

2. Il giorno di Cristo. I cristiani, dopo la redenzione,  hanno assunto come festivo il primo giorno dopo il sabato, perché in esso è avvenuta la risurrezione del Signore e la Pentecoste. Dal settimo giorno si passa al primo giorno. Il Dies Domini diventa il Dies Christi. "Diversamente dai calendari civili, la liturgia considera la domenica non l'ultimo giorno, ma il primo giorno della settimana. "In questo modo se ne sottolinea la dignità e si pone in evidenza che, con la risurrezione di Cristo il tempo riparte, fecondato dal germe dell'eternità e si avvia al suo ultimo traguardo, che è la venuta gloriosa del Figlio di Dio, anticipata e prefigurata dalla sua vittoria sulla morte... La domenica è così il giorno della fede: in esso i credenti contemplano il volto del Risorto, ripetendo con Tommaso: Mio Signore e mio Dio e rivivendo nell'Eucaristia l'esperienza degli apostoli", quando il Signore venne nel cenacolo e fece loro dono del suo Spirito.

3. Il giorno della Chiesa. La domenica è il giorno in cui è convocata tutta la comunità: per questo si chiama Dies Ecclesiae. L'assemblea eucaristica costituisce il cuore della festa. "Partecipare alla Messa la domenica è un obbligo grave, ma, prima ancora, è un'esigenza profonda che un'anima cristiana non può non sentire. La radice di questo bisogno sta proprio nel fatto che in ogni Eucaristia si rinnova il sacrificio compiuto una volta per sempre sul Golgota...
E la Chiesa, unendo il suo sacrificio a quello del Signore, annuncia la Sua morte e proclama la Sua risurrezione nell'attesa della sua venuta... Non si tratta di un'esperienza solo individuale, quindi non è bene incoraggiare le Messe riservate a piccoli gruppi. Nella partecipazione all'unica mensa si approfondisce la comunione tra quanti sono adunati nello Spirito di Cristo, che diventa anche segno e strumento di unità con tutto il genere umano.
Le comunità cristiane sono invitate a celebrare la Messa preparandola con particolare cura e assicurandole un carattere festoso, specialmente con il canto liturgico. Anche in assenza del sacerdote sono incoraggiate le assemblee dei fedeli, ma si invita a fare di tutto perché in tempi ravvicinati le comunità possano avere la celebrazione eucaristica. Le trasmissioni radiofoniche e televisive non assolvono all'obbligo di partecipare personalmente alla celebrazione, salvo motivi di grave impedimento.

4. Il giorno dell'uomo. Per i cristiani è normale che la domenica sia giorno di festa e di gioia e quindi anche di riposo. La Chiesa non rinuncerà mai a legislazioni rispettose del riposo settimanale. Anche nel nostro contesto storico c'è dunque l'obbligo di adoperarsi perché tutti possano conoscere la libertà, il riposo e la distinzione che sono necessarie alla loro dignità di uomo, con le connesse esigenze religiose, familiari, culturali, interpersonali. Naturalmente questo diritto del lavoratore al riposo presuppone il suo diritto al lavoro.
La domenica inoltre, proprio per la forza che si racchiude nella celebrazione liturgica, deve diventare giorno di solidarietà. Invitare a tavola con sé qualche persona sola, far visita a degli ammalati, procurare da mangiare a qualche famiglia bisognosa, dedicare qualche ora a specifiche iniziative di volontariato e di solidarietà, sarebbe certo un modo per portare nella vita la carità di Cristo attinta alla mensa eucaristica. Infine una notazione ecologica. La domenica "giorno di pace dell'uomo con Dio, con se stessi e con i propri simili" può essere anche l'occasione perché le stesse bellezze della natura, troppe volte sciupate da una logica di dominio che si ritorce contro l'uomo, possano essere riscoperte e profondamente gustate.

5. La domenica giorno dei giorni. Sì, perché "è l'anima degli altri giorni e rappresentazione di una giornata che non conoscerà né sera né mattino. Con la Resurrezione di Cristo la domenica è il giorno che rivela il senso del tempo. Non ha alcuna parentela con i cicli cosmici, secondo cui la religione naturale e la cultura umana tendono a ritmare il tempo, indulgendo magari al mito dell'eterno ritorno.
La domenica cristiana, sgorgando dalla Risurrezione, fende i tempi dell'uomo, i mesi, gli anni, i secoli come una freccia direzionale che li attraversa orientandoli al traguardo della seconda venuta di Cristo". E nelle domeniche si compie il ciclo annuale, in cui i tempi liturgici, le varie ricorrenze della storia della salvezza e le feste dei Santi rompono la monotonia dei giorni e ci riportano sempre sulla strada della Risurrezione.
Alla fine il S.Padre affida i frutti della lettera a Maria che, come madre del Signore e madre della Chiesa, è presente a titolo speciale nel giorno del Signore e nel giorno della Chiesa. "Nell'assemblea domenicale i fedeli imparino a stare ai piedi della Croce con Maria per offrire il sacrificio di Gesù al Padre e unire ad esso l'offerta della propria vita. E vivano la gioia della Risurrezione col far proprie le parole del Magnificat, che cantano l'inesauribile dono della divina Misericordia nell'inesorabile fluire del tempo".  * *

Il S. Padre ai lontani - "A quanti sono lontani dalla Chiesa o non credenti, vorrei rivolgere questo invito: non abbiate paura di cercare Dio, perché Egli vi sta cercando e vi ama;
ai giovani - "Ai giovani poi, che sono la speranza del terzo millennio, vorrei dire: investite bene la vostra vita, che è un talento da far fruttificare. Ricordate che si vive una volta sola".  (Borno-Brescia, 19 luglio 1998);

al Movimento per la Vita: "Nessuna autorità umana, neppure lo stato, può giustificare moralmente l'uccisione dell'innocente. La tragica trasformazione di un delitto in diritto è indice di una preoccupante decadenza di una "civiltà" (22 maggio).

Da vent'anni Papa - Il 16 ottobre prossimo Giovanni Paolo II celebrerà il 20° anniversario della sua elezione: 20 anni di attività e fecondità straordinarie. Come figli che hanno risposto alla chiamata di Maria, ci sentiamo più che mai uniti al Vicario di Cristo, che è anche il Papa di Maria. Proponiamo di preparare la ricorrenza con il S. Rosario e di far celebrare in quel giorno una S. Messa secondo le intenzioni del S. Padre per aiutarlo a portare a compimento la missione a lui affidata dalla Provvidenza e per esprimergli il nostro affetto e la nostra fedeltà.

Il Papa in Croazia per beatificare Stepinac - La Congragazione delle cause dei Santi ha emanato il decreto in cui si riconosce il martirio del card. Alojzije Stepinac, arcivescovo di Zagabria, scomparso, probabilmente per avvelelnamento, nel 1960 a soli 62 anni, dopo averne trascorsi 16 nelle prigioni di Tito e 9 di confino nel paese natale di Krasic. Il Papa giungerà a Zagabria il 2 ottobre e il 3 mattina, con una celebrazione al Santuario nazionale di Marija Bistrica, dichiarerà beato il card.Stepinac. Il giorno dopo 4 ottobre, il Papa sarà a Spalato per celebrare i 1700 anni della fondazione della città.


"E' lo Spirito che dà la vita,
la carne non giova a nulla" (Gv 6,63)

Riprendiamo le note, liberamente adattate, sullo Spirito Santo (Eco 139 p3), accresciute in Eco 140 dalla parola semplice e profonda del S.Curato d'Ars, che ha incontrato il gusto dei lettori.
Lo Spirito, dono di Gesù - Tutta la vita di Gesù si snoda sotto l'azione dello Spirito Santo: dalla sua incarnazione nel grembo di Maria, al battesimo, alle tentazioni del deserto, alla sua predicazione con autorità, ai miracoli compiuti con il dito di Dio, fino a quando con uno Spirito eterno offrì se stesso Immacolato a Dio (Eb 9,14). Ma con la sua morte e resurrezione, Gesù effonde il suo Spirito promesso sugli uomini che credono in Lui.
Diceva S.Ireneo: "Gli uomini non erano abituati a vivere con lo Spirito, che è "totalmente altro", completamente fuori dalla nostra esperienza. Perciò era necessario che Egli prima si abituasse a vivere con noi, come in un vaso di alabastro purissimo. Questo vaso è stata l'umanità di Gesù, totalmente piena del suo profumo. Ma al momento della morte il vaso è stato rotto. Anche fisicamente il suo petto è stato trafitto. Allora lo Spirito Santo è stato effuso sul mondo e ha inondato di profumo la sua Chiesa". E' l'irruzione del Divino nell'umano.
Giovanni annota che Gesù sulla Croce emise lo spirito. Queste parole non significano solo che "spirò", ma che "diede lo spirito". Gesù risorto venne ancora tra i suoi discepoli, la sera di Pasqua. Alitò su di loro, quasi evocando il soffio creativo delle origini, e disse: Ricevete lo Spirito Santo.
Poi viene la Pentecoste, il momento solenne dell'effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa. Mentre il giorno di Pentecoste (la festa giudaica) stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo (Atti 2). Quest'ultima è una notizia importante: erano insieme. Non solo fisicamente, geograficamente. Poco prima si trova scritto che erano nel cenacolo unanimi e perseveranti nella preghiera. E' una costante. Lo Spirito Santo viene quando i credenti sono unanimi e perseveranti nella preghiera.
Gesù l'aveva detto: "Il Padre dà lo Spirito a chi lo prega, a chi glielo chiede". Dunque, mentre tutti erano riuniti, si sente un rombo come di vento gagliardo. Gli apostoli sanno che il vento ha lo stesso nome dello spirito, perché in ebraico e in greco "vento" e "spirito" si esprimono con la stessa parola. Si videro delle lingue di fuoco. Poi, finalmente, la realtà misteriosa: Tutti furono pieni di Spirito Santo, la realtà invisibile che ha cambiato la faccia della terra.
La nostra Pentecoste - La Pentecoste non è semplicemente un avvenimento storico, accaduto una volta per sempre, senza conseguenze per noi e per la nostra vita. E' un avvenimento di famiglia. Qualcosa attraverso cui ogni cristiano deve passare. Una vita cristiana senza una Pentecoste, è come una Messa senza la Consacrazione. Esteriormente tutto può essere perfetto: stessi riti, stesse preghiere, stesse invocazioni...ma non avviene nulla. La Pentecoste è lo Spirito di Gesù in noi, che rinnova tutto il nostro modo di pensare, di sentire, di scegliere, di parlare. E' lo Spirito di Gesù che guida il nostro vivere: diventiamo come Gesù nel mondo.
Che cosa significò per i primi discepoli essere pieni di Spirito Santo? Si sentono improvvisamente trasformati. Fanno cose strane, che prima non avrebbero mai fatto. Perdono la faccia. Si lasciano passare per ubriachi. E' successo che hanno fatto un'esperienza travolgente dell'amore di Dio. Dove arriva, lo Spirito Santo porta sempre l'amore di Dio. Lo dice Paolo: l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato donato (Rom 5,5). La stessa cosa si verifica ogni volta che nella vita di un cristiano avviene una Pentecoste: l'effetto, a volte improvviso, altre volte più lento, è che la persona si scopre amata da Dio. E, scoprendosi amata da Dio, non può che amare come Lui.
Ecco cos'è la rinascita nello Spirito. Non è una cosa astratta, ideologica, che avviene nel cervello. E' un'esperienza di vita.
Secondo Luca, l'effetto immediato della venuta dello Spirito nella Pentecoste è la missione della Chiesa. Persone timorose, sbarrate dietro le porte, improvvisamente si sentono animate da un desiderio dirompente di evangelizzazione e scendono in piazza a parlare. A Gerusalemme -riferisce Luca- in quel momento c'erano rappresentanti di tutti i popoli allora conosciuti. Voleva dimostrare così che la Chiesa si rivolge a tutto il mondo, non è legata a un solo popolo, ma proiettata fino ai confini della terra. Lo Spirito è la sua forza, che le consentirà di arrivare ai confini della terra. Prima dell'ascensione Gesù aveva detto: Avrete forza dallo Spirito S. che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra (At 1,8).
Diceva il patriarca ortodosso di Antiochia: Senza lo Spirito Santo: Dio, è lontano; Cristo, una memoria del  passato; l'autorità, una dominazione; la missione, una propaganda; l'agire cristiano, una morale da schiavi.
Con lo Spirito Santo: Dio è presente; Cristo, vive oggi; l'autorità, servizio liberatore; la missione, una Pentecoste; l'agire dei cristiani, l'agire dei figli di Dio.
Aggiunge uno scrittore francese: "Non c'è comunità cristiana senza lo Spirito Santo, e senza lo Spirito Santo non c'è Chiesa. Un cristiano che non ha lo Spirito non serve a nulla. Può darsi che si agiti qua o là, in parrocchia o in una comunità, ma la sua azione è chiassosa, penosa, piena di se stessa: vi domina lo spirito del mondo con le sue ambizioni, arrivismi, gelosie. Una comunità cristiana che non è portatrice dello Spirito Santo non serve a nulla: è una struttura in mezzo a tante altre, che aggiunge una vana pietà ai modi del mondo, un corpo senza anima. Ciò che è attività materiale, esteriore non ha alcun senso senza lo Spirito che la porta e la anima. E' lo Spirito che dà vita, la carne non giova a nulla (Gv 6,63)".
Ma dove c'è lo Spirito Santo si serve e si ama nel nome di Gesù, si sopporta, si accetta la Croce nel silenzio, si lavora ma si crede nella potenza divina e non nelle nostre opere, la preghiera e le pratiche religiose sono incontri d'amore dove lo Spirito intercede per noi. Allora le anime crescono nell'ascolto della Parola di Dio, nella sottomissione, nell'amore fatto di opere, nella correzione fraterna e nella imitazione reciproca e dei santi che ci hanno preceduto. Questa è la Chiesa che vive, nella pace, il frutto dello Spirito S. (Gal 5,22).


 

Notizie dalla terra benedetta

Non si disobbedisce
andando a Medj.!

Grande soddisfazione ha portato ai pellegrini, ai gruppi e a tutti gli ambienti legati a Medj., la dichiarazione della Congregazione della Dottrina della fede, riportata in Eco 140, p.4. Ora non c'è più alcun timore di disobbedire all'autorità della Chiesa, recandosi a Medj.. Ma, come volevasi dimostrare, la stampa, che ha sempre montato e pubblicizzato le false interpretazioni negative sui pellegrinaggi, ora non ha fatto parola su questo documento positivo. Sappiamo che doveva essere così, come capita ordinariamente nelle cose di Dio.

La Madonna a Ivanka:
pregate per le famiglie dei malati

La Madonna era apparsa per l'ultima volta a Ivanka il 7 maggio '85, ma le aveva promesso di apparirle ogni anno nell'anniversario. Anche il 25 giugno di quest'anno Ivanka ha ricevuto nell'intimo della famiglia la visita di Maria, che è rimasta con lei 6/7 minuti; era piena di gioia ed ha parlato di tutti i segreti: vuol dire che i segreti non sono tutte profezie di sventura, come molti vorrebbero.
Come sempre la Madonna ha pregato con lei e per le intenzioni che la veggente le aveva confidato e ha invitato tutti a pregare per le famiglie, soprattutto per quelle dove ci sono dei malati. Poi ci ha invitati ad aprire il cuore a Gesù e a ringraziarlo per le tante grazie che ci dà. Alla fine ha ringraziato anche noi per l'amore che le portiamo e per le preghiere che facciamo. Ivanka, dopo l'apparizione, ha detto che non ha mai vissuto una gioia così grande come questa volta.

La Madonna mostra grande finezza nel raccomandarci la famiglia dell'ammalato, perché questa viene a trovarsi in un momento molto delicato, sia per la salvezza del malato, sia per la prova di carità e di pazienza che deve affrontare. Di solito si chiede al Signore la guarigione del malato; si va in pellegrinaggio per questo. Ma il Signore ha i suoi disegni per il bene di tutti. Spesso si serve della malattia stessa per guarire i cuori dei familiari, prima ancora che il malato.
La presenza di un malato in casa è una visita di Dio che chiama i familiari a comprendere il mistero della croce, a servire l'ammalato con amore assiduo e delicato, come se fosse Cristo, e a donargli il sollievo della speranza cristiana e la prospettiva della felicità eterna nell'incontro con Dio. Questo è un grande compito che tocca alla famiglia del malato: per questo dobbiamo aiutarla con la preghiera e renderci presenti con visite e con l'offerta concreta dei nostri servizi. Così anche la malattia può essere un'occasione di purificazione e di crescita reciproca nella fede e nell'amore.   (A.B.)

150 sacerdoti provenienti da 15 paesi hanno partecipato al terzo incontro internazionale dal tema "I sacerdoti alla scuola di Maria", svoltosi dal 30 giugno al 6 luglio, sotto la guida dei padri Slavko, Cosimo e Jörg Müller. Al termine dell'incontro, esprimendo la loro gratitudine a Dio, hanno sentito il bisogno di comunicare a tutti  quello che hanno vissuto in quei giorni: cioè "la gioia per aver riscoperto la loro vocazione; per aver compreso il significato della presenza di Maria, madre, maestra e pellegrina; per aver ricevuto un forte stimolo alla preghiera personale, al digiuno, alla celebrazione della S.Messa e al sacramento della riconciliazione; per aver riscoperto il potere del sacerdote contro il male".
Hanno inoltre dichiarato fedeltà al Papa e la sottomissione al giudizio della Chiesa sui fatti di Medj., concludendo: "facciamo ritorno alle nostre comunità parrocchiali con il profondo desiderio di riferire ai nostri fedeli le esperienze fatte a Medj., per riprendere insieme a loro, in modo più convinto, il cammino della nuova evangelizzazione verso il terzo millennio".
Il nuovo salone, sorto nel luogo delle tende è stato benedetto il 28 giugno da fra Zoran Ostojic. Ha una superficie di mille metri quadrati e le sue pareti scorrevoli possono formare tre aree distinte. Il salone è inoltre dotato di impianti di condizionamento e di amplificazione sonora.

Un ambulatorio di primo soccorso è stato inaugurato il 1° luglio '98 e benedetto dal parroco di Medj., fra Ivan Landeka: si trova sulla sinistra della strada che conduce dalla Chiesa parrocchiale al Krizevac. E' diretto dall'Ordine di Malta di Colonia e si è rivelato provvidenziale per i molti malori causati dal caldo di queste settimane.

ATTENZIONE! - Il 6° Seminario formativo di preghiera, dal tema "Il pellegrinaggio, parte del nostro cammino di credenti", si svolgerà presso l'hotel 'Sunce' di Neum dal 28 febbraio al 5 marzo '99 e durerà 6 giorni invece di 5. In particolare: domenica 28  febbraio raduno dei partecipanti ed Eucaristia, ore 19; lunedì 1 marzo relazione sul "documento della S.Sede sul pellegrinaggio nel 2000" (prof. Adalbert Rebic); al pomeriggio incontro coi frati di Medj.; il 2 marzo si tratterà della "peculiarità dei pellegrinaggi nei grandi santuari mariani" (P.Stanislav  Kania); nel pomeriggio incontro coi veggenti; 3 marzo: "come plasmare il pellegrinaggio di Medj." (fra Slavko Barbaric); 4 marzo giornata di preghiera;  5 marzo partenza per Medj. e visita ai luoghi sacri. Ogni giorno prevede il lavoro di gruppo al mattino, l'incontro con il relatore al pomeriggio e la S.Messa alla sera. Comunicare l'adesione al più presto, almeno entro la fine di novembre al fax +387-88-651444;     e-mail: medjugorje-mir@medjugorje.hr specificando "per il centro informativo".
Prevista la traduzione simultanea in tutte le lingue dei partecipanti. Prezzo 315 marchi a persona in stanza doppia. Chi necessita del trasferimento dall'aereoporto di Spalato a Neum il 28 febbraio, deve comunicare l'ora dell'arrivo e il numero di volo all'Assoc. Medj.-Mir: fax +385-21-361354. (Dal Press Bulletin)

Vicka per la seconda volta in quest'anno non avrà più l'apparizione per un periodo di 45 giorni (dal 24 luglio). La Madonna la rivedrà il 6 settembre. La veggente accetta il sacrificio con semplicità: "Se è Lei che lo vuole sono felice di farlo. E' importante fare ciò che vuole Lei, non ciò che voglio io". Certo questo sacrificio le peserà un po' più del solito, in quanto il 3 settembre Vicka compirà 34 anni e di solito nel giorno del compleanno la Madonna rimane più a lungo con i veggenti, li abbraccia e manifesta la sua meraviglia davanti a Dio che ha dato loro la vita.

 

Maria lo guarisce perché ritorni missionario tra il popolo

E' il B. Bartolomeo M. Dal Monte, elevato agli altari da Giovanni Paolo II a Bologna alla fine di settembre 1997.
Dopo sedici anni di missione indefessa, una caduta causata dal ghiaccio, a Vienna nel gennaio del 1768, parve compromettere per sempre la possibilità d'una sua ripresa del ministero, almeno con quell'intensità con cui fino ad allora l'aveva condotto.
Furono lunghi mesi di sofferenza nella lontana capitale, dove evangelizzò con l'esempio encomiabile di pazienza nell'immobilità forzata, di sopportazione del male acuto e di accettazione di quella disavventura. Scriveva:"Dio ha fatto con me come si fa con i ragazzi cattivi: si fanno star fermi o in ginocchio, e questa è per loro la più grande penitenza: la mia è tale. Star fermo e doverci stare a lungo! Sia benedetto Dio che con così poco ripaga chi meriterebbe infinitamente di più". "E ancora si può dire che predico: un luterano, nel vedermi allegro col dire: 'Tutto va per il meglio' andò da un teologo, con pensieri di abiurare; non ho più saputo nulla. Mi impegnano anche a confessare." "Ringrazio Dio, mille e mille volte, per il male e le circostanze del male, così favorevole per il tempo di Quaresima."
Rientrò a Bologna a metà maggio alquanto delibitato e tutt'altro che in grado di cammminare, per quel piede sinistro slogatosi e fratturatosi.
Una donna di aspetto nobile ed elegante lo aveva soccorso in strada a Vienna al momento dell'infortunio e gli aveva prestato cure che sbalordirono i medici perché, senza quel pronto ed esperto intervento, il recupero dell'arto sarebbe stato addirittura impossibile.
Il fatto è che di quella signora poi non si seppe mai più nulla: sparita dopo il sollecito ed abile aiuto, non fu più possibile rintracciarla. L'episodio, d'altronde, indicò forse la premura e la presenza di quell'altra Signora, che al principale Santuario mariano bolognese, sul Colle della Guardia, ora lo attendeva con un atto di fiducia e di amore per prestargli definitivamente l'assistenza iniziata: la Beata Vergine di San Luca.
Colui che fin da ragazzo si era impegnato a recarsi almeno una volta all'anno in pellegrinaggio ai piedi della Sacra Icona, decise dunque nascostamente, una mattina di far porre a lei il rimedio che gli occorreva per la guarigione completa, al fine di riprendere il proprio apostolato itinerante. Salito stentatamente con le stampelle per oltre quattro chilometri, compiendo uno sforzo sovrumano, fino al santuario, si prostrò dinanzi all'Immagine e, celebrata la Santa Messa, Bartolomeo Dal Monte ritornò in città a piedi come era venuto, ma speditamente e senza alcun appoggio. Il dono della vita, che per lui era tutt'uno con il dono dell'apostolato, gli era stato rinnovato per intervento misterioso della Madre di Dio, la quale gli concesse così di condurre per altri dieci anni, cioè fino alla morte, la sua attività missionaria. Egli, ben a ragione, poteva pregare:"Sì, io sono il tuo servo, Signore, io sono tuo servo, figlio della tua ancella; hai spezzatole mie catene"(Sal 115,16).
 

Come il S.Curato d'Ars ha conquistato la parrocchia

Il Curato d'Ars veniva nel paesino vicino a Lione che non vedeva un prete da vent'anni. Quasi nessuno parve accorgersi di lui.
Il popolo non entrava nella chiesa neanche adesso che la porta era aperta e il lumicino acceso. Lavorava nei campi anche di domenica, dannato ad una fatica senza luce di riscatto. Indugiava nelle botteghe, dove si trafficavano soltanto i talenti materiali. Restava chiuso nelle case, prigioniero di un egoismo familiare, tipico dei provinciali e caratteristico dei tempi di aridità e sfiducia. Il Curato d'Ars non uscì sul sagrato, per chiamare gente. Non corse lungo le strade per scuotere l'indifferenza dei parrocchiani. Non rimproverò, non si dolse. Ricordò - o forse non aveva mai dimenticato - uno dei più difficili insegnamenti di Gesù: quello di pregare e di digiunare.
S'inginocchiò davanti al Tabernacolo e restò lungamente in preghiera: senza mangiare e senza dormire, o almeno mangiando appena il necessario per mantenersi vivo - poche patate fredde e mezze marce - e dormendo tre ore per notte sul pavimento o addirittura sui sarmenti. Per quanto distratti e indaffarati, gli abitanti di Ars cominciarono a chiedersi cosa facesse il loro Curato, e come vivesse. Una vecchina, più curiosa che devota, entrò in chiesa. Lo vide immobile, dinanzi al Tabernacolo, con la tonaca stinta che gli scendeva sulle spalle magrissime, la testa appena sorretta da un filo di collo. Un'altra entrò in canonica. La cucina era spenta; la dispensa vuota; il letto senza materasso, né coperte.
"Signor Curato, come vivete?". "Vedete - rispose - vivo ".
Ed ecco, dopo la prima curiosa, entrare in chiesa altra gente. E vedendo il Curato inginocchiato, inginocchiarsi. E udendolo pregare, pregare con lui. E pregare fino alle lacrime, perché le preghiere del Curato d'Ars erano così commosse che commuovevano.
Ed ecco altra gente entrare in canonica, con la scusa di un consiglio. E i consigli del Curato erano talmente buoni che qualcuno chiese di confessarsi. E la confessione era così angelica, che la gente si sentiva edificata, sollevata finalmente ad altezze da troppo tempo dimenticate. Ars cominciò a cambiar volto. "Ars non era più Ars".
Nel giro di pochi anni era diventato il paese più devoto del Lionese.
 

"Benedire sempre!"
Come e quando possono benedire i laici?

Alcuni lettori hanno posto l'attenzione sul breve scritto "Benedire sempre" (Eco 140, p3) e soprattutto sulle ultime parole; "La Madonna a Medj. nel primo gruppo di preghiera raccomandava ai giovani di chiedere la benedizione  e di benedire. Anche i laici lo possono fare". E ci hanno chiesto:  in che modo benedire? quando? con formule precise?
Rispondiamo brevemente. In virtù del sacerdozio comune ricevuto nel battesimo, tutti i laici cattolici possono benedire persone, luoghi e attività che sono nel loro ambito. Benedire è invocare Dio perché doni la sua grazia per eseguire ciò che a Lui è  gradito: per questo la benedizione è conferma della volontà di Dio e aiuto a eseguirla.
I laici hanno molte occasioni per benedire. Perfino alla fine della recita dell'Ufficio divino in comune, quando non è presente un sacerdote o un diacono, si conclude con una benedizione: "Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen".
Ma in che modo benedire? a) Tracciando un segno di croce su una persona: pensiamo alla benedizione di un padre o di una madre sui figli, come si usava in passato in certe famiglie cristiane; b) o aspergendo in segno di croce l'acqua santa invocando "Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo": così usa fare da noi il capofamiglia sulla mensa, con il ramoscello d'issopo o di rosmarino, alla Vigilia di Natale; c) oppure invocando la benedizione di Dio con parole proprie e un segno di croce, in tutte le circostanze in cui c'è bisogno.
I laici non possono dare la benedizione nelle circostanze e con le formule che sono riservate  ai sacerdoti e ai diaconi, come si trovano nel rituale. Ma ce ne sono anche troppe di occasioni per benedire; anche quando si tratta di nemici o di lontani. Ma soprattutto la nostra vita diventi una benedizione, cioè produca negli altri con cui viviamo, il bene di Dio, come dice la stessa parola "benedire".
don Angelo

Un Santuario alla Regina della Pace nel centro Africa? "L'Africa intera è in preda a interminabili guerre che decimano quotidianamente migliaia e migliaia di esseri innocenti. Non sarebbe tempo di costruire un Santuario dove, non solo i camerunesi, ma anche gli africani di ogni sorte vengano a implorare la grazia della Pace per questo povero continente? Il suo nome sarà 'Santuario di Maria Regina della Pace'": così ha scritto il vescovo di Mbalmayo nel Camerun, Mons.Adalbert Ndzana, che abbiamo visto a Medj. nel giugno '97 (Eco 135 p6).
Egli aveva chiesto a P.Gianni Sgreva, fondatore dell'Oasi della Pace, che aprisse una nuova sede della comunità nella sua diocesi. Il che è avvenuto nel luglio scorso. Già è stata individuata una collina prospicente la città, alta e pietrosa come il Podbordo, sulla quale si vorrebbe costruire il santuario entro il duemila. Su questa comunità il vescovo fa molto affidamento per la realizzazione del Santuario, come è avvenuto a Quixadà in Brasile (Eco 140 p4). E' stata interessata a quest'opera la parrocchia di Medj. e anche l'Eco se ne fa portavoce. (Rivolgersi a Oasi della Pace, C.P.25, 02036 Passo Corese, Rieti; tel.0765/488993- Fax 488992).

Più di 400 gruppi di preghiera mariani di tutto il mondo hanno partecipato alla novena di Pentecoste con il Rosario per ottenenere la definizione del dogma di Maria Corredentrice, Mediatrice e Avvocata. Per la Pentecoste si sono riuniti a Roma 70 vescovi e più di 100 responsabili mariani di tutto il mondo, in comunione spirituale di preghiera e di lavoro per lo studio del quinto dogma mariano. Essi porteranno avanti audacemente la causa con lo studio, la predicazione, la preghiera e il sacrificio, sicuri che da questa definizione verrà una pioggia di grazie su tutto il mondo e il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Quando si proclamerà questo dogma? domandano al Dr.Miravalle, ardente promotore della causa, che annovera  milioni di sostenitori. "Il quando dipende  dalla misura della generosità spirituale tua e mia", risponde.
 

Incoraggiamento alla vita - A proposito della vita e della bellezza delle creature di Dio, notiamo come Mirjana ricorda spesso ai pellegrini il desiderio di Maria riguardo ai figli. Lungi dal lasciare intravedere un'avvenire oscuro, la Gospa invita le famiglie ad avere molti figli e a non lasciarsi piegare dalla paura. Mirjana più volte ha detto: "Le famiglie che possono ora avere figli e non li vogliono si pentiranno più tardi. Sarà più duro per loro". Occorre dire che la Madre di Dio è la Regina dei profeti e quindi vede ben più lontano dei miserabili pronostici dei nostri media e dei chiari obiettivi delle legislazioni atee.
Interrogata se queste erano parole sue o della Madonna, Mirjana ha detto che sono sue proprie. Ma lei ha sentito dire dalla Gospa: Più figli avrete, meglio sarà. E aggiunge: "Lei sa perché dice questo e anch'io lo so, ma per adesso non lo posso dire. A Medj. si vedono delle coppie che vengono a presentare un figlio a Maria, ringraziandoLa che Lei li aveva convinti ad accettarlo. Così tanti bimbi, che devono la loro vita a Maria, grazie ai suoi messaggi di speranza, oggi fanno la gioia dei loro genitori".

Suor Elvira sta preparando una nuova fondazione per ragazze ex-drogate. La loro casa sorgerà a 3 Km da Medj. sulla strada che va al fiume Neretva dietro il Podbrdo. I ragazzi della comunità Cenacolo hanno dovuto limitare la loro disponibilità ai pellegrini, per preservare la loro vocazione di preghiera, lavoro, e condivisione fraterna. Il martedì e il venerdì non è possibile l'accesso al Campo della vita.
(dal diario di suor Emmanuel)

P.Slavko parla di Medj. al Simposio Mariano Nazionale svoltosi il 5 e 6 giugno presso il santuario di Marija Bistrica sul tema "I santuari mariani croati nel rinnovamento spirituale della Croazia". P.Slavko, invitato a partecipare, nel suo intervento ha detto che "Medj. é un esempio tangibile di interesse per l'uomo d'oggi in difficoltà". Dopo una breve cronistoria degli eventi di Medj., egli ha evidenziato come oggi Medj. e tanti santuari aiutino l'uomo innanzitutto con la confessione e poi con forme di aiuto concreto ispirate dai messaggi della Vergine.

 

Una notte sulla collina
delle apparizioni.

Domenica 2 agosto P.Slavko ha invitato i giovani e la gente alla preghiera delle 22 sul Podbrdo, dove la croce metallica, inalzata su un mucchio di pietre, sta a indicare il luogo delle prime apparizioni.
I misteri gaudiosi del Rosario hanno accompagnato un fiume di pellegrini di tutte le nazionalità per il grande sentiero della salita, mentre alla sommità alcuni gruppi già pregavano e cantavano. Mentre la collina era letteralmente coperta dall'assemblea adagiata alla meglio tra i sassi della pietraia, divenuta luogo di grazia, in cui la Pace è quasi una palpabile presenza, P.Slavko guidava i misteri gloriosi, coadiuvato dall'infanticabile Agostino per i canti. Proseguiva poi la preghiera, alternata dai canti, mentre P.Slavko traduceva in croato le brevi meditazioni di P.Gasparino e gli altri traduttori nelle proprie lingue recepite dalle radioline.
Molti si chiedevano di Mirjana perché, il 2 di ogni mese la veggente ha l'apparizione e aspettavano un messaggio. P.Slavko ha spiegato che dapprima Mirjana non sapeva l'ora della venuta di Maria e attendeva in preghiera fin dal mattino, ma di recente la Madonna ha iniziato ad apparirle dalle 22 alle 23; anzi ha espresso il desiderio di aprire tale incontro ai pellegrini. A quell'ora quindi la veggente attendeva l'apparizione in casa. Ma la Regina della Pace era vicina a ciascuno nella sua umile presenza, pur non avendo dato alcun messaggio.
Mirjana: pregare per i non credenti - Il messaggio però risulta chiaro a tutti: la Madonna vuole associare i giovani e tutti > > gli altri a pregare per i non credenti, cioè per  coloro che non hanno conosciuto ancora  l'amore di Dio: questo è la preoccupazione più grande della Vergine, perché sono tutti suoi figli e tutti i mali vengono da coloro che non conoscono l'amore di Dio.  Facciamoci dunque missionari per i fratelli meno fortunati e uniamoci a Maria per la preghiera dalle 22 alle 23 del 2 di ogni mese: sarà un segno che la amiamo davvero.    (Manlio)


Il grande festival
dei giovani

Il 9° Incontro Internazionale di Preghiera per i giovani si è tenuto a Medj. dal 31 luglio al 6 agosto in un caldo torrido. Hanno accolto l'invito circa 10.000 giovani da ogni parte del mondo. Secondo la stima di P.Slavko, il programma quotidiano ha visto la frequenza di 6 o 7mila giovani, ma nella Messa serale all'esterno la folla oceanica toccava anche i 15mila: lo dice il numero delle SS.Comunioni distribuite (dalle 11 alle 12mila ogni sera). Sull'altare  concelebravano 200-240 sacerdoti senza contare quelli che celebravano al mattino nelle varie lingue.
Ha particolarmente impressionato la partecipazione dei paesi dell'Est: 2mila ceki, più di mille slovacchi, mille rumeni (in gran parte ortodossi con i loro pope). Motivo di particolare gioia i mille croati, i 190 libanesi, un pullman dall'Ucraina. Non contiamo i tanti venuti dall'Occidente, la massima parte dall'Italia e dalla Germania; poi dall'Irlanda, Stati Uniti, Giappone, Cina!, Francia, Portogallo, Canada, Olanda, Slovenia, ecc.
La Chiesa, in preparazione al grande Giubileo, nell'anno dello Spirito Santo, medita su di Lui e cerca di aprire le vie alla sua azione, con gli occhi rivolti a Maria. Ella già da 17 anni a Medj. c'insegna, con pazienza materna, come aprire il nostro cuore allo Spirito Santo che ci istruirà su ogni cosa  (Gv  16,7) e trasformerà i nostri cuori. Il tema dell'incontro di quest'anno è lo stesso con cui inizia l'inno grandioso ripetuto da secoli nella Chiesa:Vieni, Spirito Creatore!
Novità di quest'anno: ogni sera ha presieduto la concelebrazione un giovane sacerdote, che ha avuto la chiamata a Medj.: un bosniaco dell'Erzegovina, un austriaco, un croato, uno sloveno, uno slovacco.
Di solito le giornate cominciavano alle 9 con la preghiera seguita dalla relazione di un padre. Alle 16 il relatore riprendeva il tema, seguito dalla testimonianza di un veggente. Poi al programma serale, con il Rosario e la Messa all'aperto, seguiva dopo cena o l'adorazione o altre manifestazioni.

Sabato 1 è il giorno di P.Hans Buob, che afferma decisamente che nulla può cominciare ad avvenire se prima non si invoca lo Spirito Santo. Egli l'ha provato in un grande raduno di giovani. Li aveva invitati a pregare perché qualcuno facesse dono a Dio della propria vocazione: risultato nullo. Allora hanno pregato lo Spirito Santo perché fosse Lui a far dono a Gesù delle vocazioni. Risultato: un gran numero di giovani si è sentito chiamato. Poi ha illuminato i giovani sullo Spirito come Dio-Amore, che in Gesù desidera ardentemente di donarsi al punto che questo desiderio è più grande della paura della morte. Così lo Spirito spinge chi li accoglie alla più grande donazione.
Prosegue al pomeriggio, dopo un pausa riempita di canti, la testimonianza del veggente Jakov Colo. Egli ricorda con gioia l'inizio delle apparizioni e come la Madonna l'ha istruito su tante cose. Egli ha messo la vita nelle sue mani e sotto la sua guida ha fatto un cammino di preghiera che mai avrebbe immaginato. Ha invitato tutti alla preghiera nelle famiglie.

Il 2 agosto, domenica,  è riservato a P.Andrea Gasparino, ben noto come maestro di preghiera nei ritiri dei giovani a Cuneo. L'assemblea dei giovani è riunita attorno a lui sul Podbrdo, e la lezione continuerà al pomeriggio. Riferiremo dei suoi discorsi a parte. La veggente Mirjana, a sua volta, ha testimoniato in generale dei suoi incontri con la Madonna il 2 di ogni mese.

Lunedì 3  è il giorno di P.Cosimo Cavalluzzo il quale con accenti toccanti invita i giovani alla confessione che guarisce. La sua relazione al prossimo numero.
Nell'incontro pomeridiano la veggente Marija ha testimoniato della sua esperienza con la Madonna: "Nei primi giorni abbiamo vissuto al cento per cento, eravamo disposti anche a morire". Poi ha confessato che il cammino della santità non è facile neanche per loro e che richiede quotidianamente forti decisioni.
In trionfo il SS.Sacramento - La sera, subito dopo la Messa si è snodata la processione eucaristica a cui hanno preso parte una cinquantina di sacerdoti e almeno 15mila fedeli in prevalenza giovani. Un corteo di preghiera, di canti, un numero senza fine di candele accese seguivano il SS.Sacramento dalla parrocchiale a Bijakovici e ritorno per la via che va al Krizevac: più di 5 km in due ore. E' stato il momento più impressionante (ed eroico!) di tutto l'incontro dei giovani. Una Chiesa radunata da tutte le parti del mondo si è messa in cammino con il suo Salvatore, nella notte, costruendo un anello di preghiera intorno alla parrocchia.

Martedì 4  è dedicato a sr.Elvira, Vicka e giovani della Comunità Cenacolo. A parte riporteremo il discorso di Sr.Elvira. Il grande spettacolo serale - "Il recital di questa sera -aveva detto Sr.Elvira- porterà frutti perché i nostri giovani  l'hanno preparato nella Croce: difatti da tre mesi lo preparano nella rinuncia al gioco del pallone e della pallacanestro per essere più pronti alla testimonianza di questa sera". I giovani della comunità Cenacolo hanno voluto raccontare ancora la loro storia in un gigantesco e movimentato scenario, mettendo la vita del mondo a confronto con gli strazi della passione e della crocifissione di Gesù. Il parallelo era più che evidente ogni volta che il quadro mostrava il pianto di bimbi affamati, l'iniezione di eroina di un ragazzo in qualche WC, o la morte di un soldato nei tanti conflitti. Faceva seguito la scena tratta da un film sulla passione di Gesù, dove appariva in primo piano il suo volto sofferente, la flagellazione, la coronazione di spine.
Colpiva particolarmente l'indifferenza di un passante per quanto accadeva sullo schermo: voleva dire il disinteresse, la freddezza, il tacere da parte dei mezzi di comunicazione su quanto avviene nel mondo sotto la direzione del maligno. Passavano come robot, con gli abiti quotidiani dello schiavo, degli uomini d'affari, dei passanti. In mezzo ai singoli atti della rappresentazione i giovani hanno testimoniato, interpretando la propria vita attraverso le scene proposte: cosa che ha toccato profondamente tutti i presenti.
Ma quando tutti parevano soccombere al male, sulla scena è giunta una luce, dapprima debole, e poi gradualmente sempre più forte che ha accecato il maligno, il quale fino a qualche istante prima era certo del suo trionfo: GESU' E' RISORTO! Ne dànno l'annunzio gli angeli con le trombe, che proclamano la Risurrezione del Signore. Egli avanza in abito splendente in mezzo ai giovani sopiti e li rialza. Questa scena ha provocato un uragano di applausi dal pubblico, che ha riconosciuto il suo Salvatore. La rappresentazione si è conclusa con una danza a torce accese per simboleggiare la discesa dello Spirito Santo in lingue di fuoco. I giovani hanno premiato con un lunghissimo applauso i ragazzi di Sr.Elvira.

5 Agosto: è la giornata di P.Jozo Zovko. Nonostante il gran caldo di questi giorni, che in certi momenti superava i 40°, i giovani sono intervenuti anche in questa giornata: segno che hanno accolto quanto la Madonna offriva loro, senza badare alla stanchezza, aiutati anche dalla popolarità che gode il Padre. Egli ha cominciato il suo discorso con l'immediatezza e la sincerità del suo carisma. Ha ricordato i primi giorni delle apparizioni, quand'era incredulo, poi la sua esperienza con i veggenti, la sua conversione. Poi si è diffuso sul significato di queste apparizioni per il mondo. Non ci si stancava di ascoltarlo e lui stesso non si stancherebbe di testimoniare per la Madonna, "Stella estrema di salvezza". Ne parleremo in Eco 142.
Ha fatto seguito la testimonianza di una ragazza, già ballerina che si è convertita incontrando Gesù, attraverso Maria, qui a Medj.. Veramente non si era abbandonata al male, ma il suo chiudersi a Dio aveva reso pesante la sua vita e le aveva dato la sensazione del vuoto. Dio solo, il suo amore può riempire il cuore dell'uomo e frutto di questa pienezza sono la gioia, il perdono, la concordia, la pace.
Alle 22 i giovani hanno festeggiato il compleanno della Madonna con un grande concerto in suo onore. Sono state eseguite una ventina di canzoni, accompagnate dall'orchestra, ciascuna presentata da un gruppo per ogni nazione.

Finale bagnato sul Krizevac - 6 Agosto, Trasfigurazione. Dopo il caldo di questi giorni, un vento impetuoso ha portato un diluvio di acqua, che sembrava compromettere il programma del Krizevac. Nonostante questo alle tre del mattino una lunga colonna di giovani si avviava su per il monte recitando il Rosario fino a coprire la vetta e i pendii circostanti. A un certo punto il cielo si è schiarito, mentre nella piana continuava a piovere a dirotto. Così P.Slavko ha potuto celebrare la S.Messa, pur senza distribuire la comunione perché le ostie si erano tutte bagnate. Ugualmente i giovani hanno fatto la comunione spirituale con Gesù, il quale, per bocca del celebrante, alla fine, ha detto loro: Siate i miei testimoni nel mondo.
In seguito al Festival, molti giovani hanno deciso di chiedere il battesimo. Un gran numero si era confessato per la prima volta. Innumerevoli e commoventi certi ritorni a Dio, ma ciò che più ha colpito era la profonda gioia dei cuori.
Il giorno dopo, la Madonna sul monte ha trasmesso, attraverso Ivan, per i numerosi giovani ancora presenti, il seguente messaggio: Cari figli, vi invito a pregare in maniera particolare per le mie intenzioni. Datemi tutto per poter ricevere tutto.

 

P.Gasparino: la preghiera
apre la porta allo Spirito

Sul Podbrdo: "La preghiera è la porta per cui passa lo Spirito. Lo Spirito entra in azione dove c'è la preghiera. Aprite il Vangelo e gli Atti..." E qui fa passare tutti i momenti in cui la comunità si mette in preghiera e si ripete la Pentecoste e scende lo Spirito Santo. Un esempio. Tutti insieme levarono la voce a Dio in preghiera e il luogo dove erano radunati tremò e tutti furono ripieni di Spirito Santo (cf At 4,31). Anche Cornelio faceva molte elemosine e pregava Dio, sebbene pagano; e lo Spirito scese su di lui e sulla famiglia (At 10,2.44).
Gesù lo promette solennemente: Se voi, cattivi come siete, date cose buone ai vostri figli quando le chiedono, quanto più il Padre vostro darà lo Spirito santo a coloro che glielo chiedono (Lc 11,13). Gesù non dice che il Padre darà lo Spirito a chi lo merita, ma a chi lo chiede: anche al peccatore e alla persona più lontana da Dio è dato lo Spirito. Alzi la mano chi ha bisogno dello Spirito... (Canto Veni, Sancte Spiritus).
Cari ragazzi, siete tutti ingrovigliati con i problemi della vostra debolezza. Come reagite? Potete reagire, non volendoci pensare, oppure con la fuga, oppure con la paura. Non è questo il modo giusto di affrontare i problemi che scottano. Voi avete bisogno dello Spirito Santo. Prima di parlarci dello Spirito Santo, Gesù ha detto: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto (Lc 11,9). Chiedete dunque la forza dello Spirito Santo di fronte alla vostra debolezza; chiedetela uniti a Maria e sentirete la potenza dello Spirito.
Un giorno è venuto da me un giovane disperato e mi diceva: "Non riesco a vincere il male dentro di me; il mio vizio impuro è diventato la mia droga". Io gli ho detto: "Tu non hai adoperato la medicina giusta, che si chiama Spirito Santo". Molte volte voi giovani siete nel pericolo e cadete anche. La cosa più intelligente sarebbe non mettersi nel pericolo: ma siete deboli nella volontà. Chi è che può irrobustire la vostra volontà? E' solo lo Spirito Santo. Anche Gesù nel Getsemani era debole. E cosa ha fatto? In preda all'angoscia pregava più intensamente. "Gli apparve allora un Angelo dal cielo a confortarlo (Lc 22,43-44). (Luca negli Atti chiama lo Spirito anche "angelo": 8,26.29).
Cari giovani, quando dovete prendere delle decisioni, voi avete bisogno dello Spirito Santo. Sentite il Papa: "Ovunque si prega nel mondo, lì c'è lo Spirito Santo". Oggi voi avete pregato? Allora vi siete immersi nello Spirito Santo. Ricordatevi però che noi siamo grandi esperti della preghiera falsa e parolaia. Ma ogni tanto la nostra preghiera è anche vera. Se oggi avete pregato così, vi siete immersi nello Spirito Santo... Tornate sempre a invocare lo Spirito quando la preghiera si fa debole, perché è Lui che guida la preghiera. Allora in questo momento, tutti assieme, mettiamoci davanti allo Spirito Santo che è nel nostro cuore e gridiamo con fede: "Spirito Santo, che io oggi capisca la preghiera e che la mia preghiera sia vera. Facciamo tutti un po' di silenzio. Poi chiediamo l'intercessione di Maria... Canto Ave Maria...".  (condensato)

Sul modo di pregare: "La preghiera comincia dopo la preghiera!"

1. Per combattere la preghiera distratta, bisogna fermarsi e lasciarsi guardare dal Signore.
2. Occorre la preghiera del cuore, non quella verbosa che è rovina della preghiera ed è inutile. Occorre rimanere in silenzio finche Gesù non ci parli. C'è chi dice un Padre nostro in un ora. Bisogna lasciar tempo alla preghiera. Pregare dicendo: Gesù ti amo, e questo gridarlo a gran voce.
3. La preghiera incomincia dopo la preghiera: se nella preghiera entra lo Spirito e ci fa capire quello che Dio vuole, dopo, comincia un rapporto nuovo con Dio, un'attenzione a fare la sua volontà ad ogni passo, a non offenderlo. Questa è la vera vita di preghiera. 4. Bisogna pregare con la penna in mano; scrivendo, si riflette di più. 5. Occorre leggere la parola di Dio, sottolineare e meditare. Cosa direste di un marinaio lontano che scrive ogni mattina alla moglie e questa non legge perché troppo indaffarata? Così Dio parla a noi e noi non leggiamo quello che dice, perché abbiamo troppo da fare. Non possiamo captare i messaggi di Dio perché non gli diamo il tempo.
Fare scelte di vita a 18 anni - Dai 15 anni in poi bisogna chiedere a Gesù che cosa vuole da noi. E' meglio decidere a 18 anni che a 20; meglio a 20 che a 22 o a 25. Decidere a 30 anni è già troppo tardi. Se uno si sente chiamato alla vita consacrata, rifugga dalle comunità tiepide. Piuttosto che entrare in un seminario tiepido o in una comunità tiepida, che non trasmettono la vita di Dio, è meglio restare nel mondo. Molti giovani che hanno la vocazione vengono dissuasi dai sacerdoti, in quanto da questi non vengono aiutati: hanno paura di pronunciarsi, nel timore di proporre qualcosa di troppo gravoso   (da appunti presi al pomeriggio).

La lezione di Sr.Elvira:

"Dobbiamo incontrare Dio" - Con la consueta vivacità Sr.Elvira ha parlato dei problemi dei giovani e delle famiglie, dello Spirito Santo che cambia la vita alle persone e che bussa giorno e notte ai nostri cuori. "Vi do una grande notizia. Dio esiste e io l'ho incontrato. Io l'ho incontrato nell'emarginazione, nel buio del mio peccato, quando credevo di essere fallita. L'ho incontrato nell'ubriacone, in quella madre disperata, nell'ingiustizia. Noi possediamo un tesoro immenso perché abbiamo incontrato Dio.
Questa comunità è opera di Dio...Non guardate me, ma a Dio...Anche tu sei il sogno di Dio - ha detto. Quando Dio sogna, Egli crea e ciascuno di noi è questo sogno, creato dalla sua potenza d'amore. Dio ti ha voluto. Ha voluto te...Smettetela di essere pagani". Dio c'è e vi ama.

Prova dell'amore è il sacrificio - "Oggi i giovani vivono l'orfanezza, l'abbandono perché non hanno trovato l'amore sponsale, fraterno di Dio. Guardate ogni giorno a Gesù crocifisso: ecco l'amore, è Lui la risposta. Solo dalla Croce viene la risposta esauriente e piena della nostra vita. Prima di scegliere la ragazza o il ragazzo, la comunità, prima di qualsiasi scelta, scegliete la croce.
L'amore vero si vede dalla capacità di sacrificare se stessi per l'altro, anche il sacrificio di non vedersi per tre mesi. Allora potrai essere fedele a quel ragazzo o a quella ragazza; o magari diventare una serva per amore della famiglia, per poi diventare una regina. E così laverai i piedi, sarai attorno alle pentole, mentre tuo marito si divertirà; ma tu sarai regina, titolo questo che nessuno ti toglierà. Quando vuoi regalare qualche cosa agli altri, prima regala te stesso. Voi ragazze, voi donne, prendete il giusto posto che Dio vi ha dato: la donna è stata creata perché l'uomo la cerchi, per essergli d'aiuto (cf Gen 2,18); oggi è la donna che cerca l'uomo per sedurlo.
I giovani pregano, ma rimangono sempre dubbiosi. La vera preghiera è quella che ti fa ascoltare Dio e ti rimette nella sua volontà. Se Dio non ci parla, non abbiamo il coraggio di staccarci dalle nostre paure, complessi, peccati. E così Dio non è un Dio vero, ma un Dio fantasma. Dio esiste e io l'ho incontrato nel mio mondo, non nel terzo mondo, cioè tu lo incontri nella missione che Dio ti affida in casa tua, con quelli che vivono intorno a te: è inutile andare lontano...
Noi saremo felici sulla terra se abbracceremo (non "sopporteremo") la nostra croce. Questa è la proposta che facciamo ai tossicodipendenti che hanno toccato l'inferno nella loro vita: portare la croce ogni giorno con amore, la croce della convivenza, della rinuncia a tante cose che piacciono. Solo attraverso la croce ci sarà una vita rinata. Non c'è felicità senza la croce, non illudetevi, anche se vedeste la Madonna.
La cosa più importante è lo scandalo della nostra conversione, che fa stupire gli altri che cercano Dio e fa arrabbiare quelli che non lo vogliono".
A questo punto P.Slavko ha pregato Sr.Elvira di raccontare tutta la storia delle sue peripezie, prima di arrivare a fondare le comunità. E lei l'ha raccontata.

Perdonateci! - Alla fine ella ha chiesto in modo toccante ai giovani di perdonare ai loro genitori, ai sacerdoti, ai maestri e a tutti quelli che hanno incontrato nella loro vita e che non son stati esemplari, perché non hanno saputo indirizzare la loro esistenza a Gesù. "Giovani e ragazzi, voi siete stanchi di un mondo come questo: degli arrivati, delle persone famose, di tutti quelli che vengono a voi venditori di promesse grandi e menzognere. In nome delle vostre famiglie, della Chiesa, dei religiosi: oggi vi prego, perdonate noi che non siamo stati coerenti. Noi non siamo capaci di essere lo specchio che voi cercate. Nessuno di noi può soddisfare i vostri cuori, riempire il vuoto che c'è in voi; nemmeno i vostri amici possono togliervi la vostra sete di amore, ma solo Gesù. Se vogliamo essere felici prepariamoci alla croce quando verrà.

ATTENZIONE: Per mancanza di spazio le relazioni di P. Cosimo e di P. Jozo saranno pubblicate su Eco 142.


Sacerdoti di Maria

Don Giovanni Bozzo: la gioia di morire per essere con Dio - Dopo aver molto sofferto nell'abbandono a Dio e nel silenzio, il 12 maggio 1998 Padre Giovanni ha lasciato questo mondo, a 82 anni, nella pienezza della gioia di chi è cosciente di tornare a Casa. Da tre lustri aveva lasciato la parrocchia per ritirarsi nel piccolo Santuario mariano di Reggio sopra Vernazza (SP), dal quale si contempla il mare Ligure, e attorno a lui si era formata una piccola comunità di sorelle, sorte nello Spirito di Medj, a cui poi si è aggiunta una più vasta famiglia di figli spirituali. Ci aveva impressionato, in uno dei primi pellegrinaggi a Medj; la devozione con cui celebrava la Messa e come parlava per esperienza diretta, come esorcista, della potenza di Maria contro satana.
Anima di una purezza cristallina, aveva sempre la pace e la gioia nel cuore e sulle labbra. Nelle tempeste che hanno messo alla prova duramente la sua opera, il suo motto era: "Tacere, sorridere, pregare".
P.Giovanni è andato incontro alla morte pienamente cosciente e senza paura, come si va incontro a una festa di nozze e una festa si è voluto che fosse il suo funerale.
Aveva scritto queste ultime parole ai suoi figli spirituali: "La mia barchetta sta andando al porto: là c'è Dio, la Santissima Maestà, Maria Immacolata... tutto il Paradiso. Com'è bello essere una cosa sola nel Cuore dell'Altissimo, con la gioia dell'eternità". Sotto la foto della sua ordinazione (1942): "Sì, quella dell'ordinazione è una bella data, ma quanto sarà più bello il giorno della mia morte".
Basta la lettera testamentaria lasciata alle sorelle per comprendere il suo desiderio di Dio: Eccomi qui in mezzo a voi in modo assai più reale e vivo di prima. Umanamente parlando la mia morte vi ha tanto addolorato ma io vi devo dire che l'avevo attesa con un desiderio immenso: in questo mondo mi ci trovo a disagio...
Vi assicuro che non solo non ho avuto nessuna paura, al contrario una gioia profonda, come quella dell'esiliato che attende ansioso il giorno del suo rientro in Patria.
Sono certo che la misericordia di Dio mi tratterà in modo delicatissimo, perché - vi confesso - l'ho lasciata fare in me tutto quello che voleva durante la mia vita: l'unico mio sforzo e desiderio era quello di dire sempre di sì alla sua volontà. Non piangete per me: sono troppo felice...
Un caro abbraccio e un gioioso conforto nell'estasi della Santissima Trinità".
Nel Testamento Spirituale scriveva: "Ringrazio la SS.Trinità per il dolore elargitomi generosamente, specie dal 1935 in poi: guai se non avessi sofferto; e per la grazia squisita dell'eremitaggio, per cui sono passato dalla vita attiva a quella contemplativa, fuori da qualsiasi dissipazione. Misericordias Domini in aeternum cantabo".
Il giorno 13 maggio, anniversario delle apparizioni di Fatima, dopo la Messa funebre presieduta dal vescovo mons.Giulio Sanguineti, circondato dai sacerdoti e dai seminaristi della Diocesi, il suo corpo è stato riconsegnato alla terra come in una culla che lo restituirà integro alla fine dei tempi.
Chiedere l'opuscolo edificante sulla vita di don Giovanni, dove sono anche le sue parole, alla "Fraternità Maria Immacolata Madre, 19018 - Reggio di Vernazza (SP).

Il Primo sacerdote della Kraljice Mira (Regina della Pace), fra Ignac Domej, ha ricevuto l'imposizione delle mani dal vescovo nella cattedrale di Gurk il 27 giugno 1998: il giovane era responsabile della Casa di Talhof (Austria) della comunità guidata da P.Tomislav Vlasic.  Padre Slavko, presentandolo come celebrante in una delle Messe serali del Festival dei giovani, ha ricordato che Ignac aveva davanti una splendida carriera; come ingegnere elettronico a Vienna guadagnava 10.000 marchi (circa 10 milioni) al mese.
Venuto a Medj., sentì la chiamata del Signore, lasciò il suo lavoro e cominciò la preparazione al sacerdozio, facendo sempre parte di gruppi di preghiera, finché non entrò nella comunità mariana di P. Tomislav, nata dalle apparizioni di Medj.. Visibile la soddisfazione della gente di Medj. che ben conosce P. Tomislav, guida dei veggenti e dei pellegrini nei primi anni. La benedizione di Dio per il sacerdozio di fra Ignac e per tutti gli altri della comunità che lo attendono.


Per l'adorazione -  "Lasciate che io viva in pace il mio tempo di silenzio perché possa incontrarmi con il mio Signore, con Lui soltanto. Perché io sia presso di Te, non fuori, non lontano, ma dentro di Te. Che significa dentro? Dobbiamo entrare se vogliamo vivere. Nella Tua luce vedremo la luce. Entriamo per vedere. Darai al mio udito gaudio e letizia. Ascoltando Te sono felice. Dammi un cuore che ama e saprà ciò che dico. Un cuore arido non potrà capire.
Mons. Luigi Bosio, VR

L'Eco di Maria nelle lingue principali si trova a Medjugorje nel nuovissimo negozio Shalom a destra davanti alla Chiesa ed ora anche presso Ain Karim, ultimo negozio della Galleria sotto l'Hotel Internazionale, nella strada antistante la Chiesa.

Nel 17° anniversario una folla di pellegrini da tutte le parti del mondo è convenuta a Medj. il 25 giugno per celebrare l'anniversario. Si calcolano 40 mila persone. I più numerosi i polacchi (2 mila con 50 sacerdoti). Molti i pellegrini croati, di cui parecchi sono giunti scalzi. Le SS. Messe sono state celebrate in 16 lingue. Sono state distribuite tra la vigilia e la festa 40 mila comunioni. Alle 7 della vigilia 7 mila pellegrini sono partiti da Humac per la marcia della Pace, dietro al SS. Sacramento e sono arrivati dopo 13 Km alla Chiesa di Medj.

* Viaggio a Medjugorje - Pullman giornaliero da Trieste (vicino a staz. FFSS) ore 18, con arrivo a Medj. alle 08 del mattino successivo; riparte alle 18 da Medj. con arrivo a TS alle 08 (tel 040-425001; £ 108mila, con prenotazione, a/r).  Per mare traghetto da Ancona, lunedì, mercoledì, venerdì ore 21, sabato ore 22:  tel. 071-55218, fax 202618 (ag. Mauro), opp. tel. 071-204915, fax 202296  (ag. Morandi).

Umberto Neri, "Fondatori del monachesimo" (Pacomio, Basilio, Agostino, Cassiano, Benedetto): testimonianza della fedeltà a Cristo di questi padri iniziatori della vita comunitaria. Ed. Piemme.
Madre! Guida i nostri cuori alla pace!: I messaggi di Medj. commentati da P. Slavko; ed
Ecco tua Madre: meditazioni di P. Jozo  Zovko Ed. Segno, via del Vascello, 12 - Udine.

 

Dall'ateismo all'amore alla Croce attraverso i messaggi

Arrivano spesso a noi testimonianze di conversione grazie alla Regina della Pace; tra le tante scegliamo questa: "Mi chiamo Alfonso Terramoto, ho 35 anni e sono nato e cresciuto in una famiglia cattolica a Guadalajara - Messico. Già da ragazzo imparai da una maestra a consacrarmi al S.Cuore di Gesù per mezzo del Cuore Immacolato di Maria.
Studiando in un collegio di gesuiti ebbi, ad un certo momento l'impulso ad entrare come gesuita; ciò mi fu però sconsigliato dopo il primo colloquio. Forse per ribellione, per l'orgoglio ferito o per la tentazione del demonio, approfittando dell'aria che si respirava negli anni '70, mi buttai a capofitto nel comunismo, nella lotta di classe. Mi interessai alla giustizia sociale assieme ai temi dell'astrologia, esoterismo e religioni orientali.
Nel frattempo mi sono laureato in medicina specializzandomi in uno dei migliori ospedali di Madrid. Durante gli anni che vissi in Europa nutrivo simpatia verso il risorgimento del socialismo spagnolo; passavo il tempo in feste, ricerca del piacere, in un crescente affanno materialista pieno di egoismo e di ambizione per la mia fama. Rientrato a Guadalajara continuai ad interessarmi a tutto ciò che mi stava sempre più allontanando da Dio: astrologia, controllo mentale, meditazione trascendentale, reincarnazione. Erano già molti anni che non andavo più a Messa, che non mi confessavo e che avevo abbandonato l'orazione. Però nel fondo del mio cuore sentivo un gran vuoto spirituale.
Furono alcuni libri che mi capitarono tra le mani in libreria che mi scossero profondamente; i titoli sono: "Le apparizioni di Medjugorje" del Padre Svetozar Kraljevic e "Medjugorje, scuola della Madonna" del Padre Tiberio Munari, saveriano. Non furono tanto i segni prodigiosi (la danza del sole come a Fatima, le guarigioni miracolose o le molte conversioni) a colpirmi profondamente, quanto i messaggi della Madonna: orazione, digiuno e abbandono in Dio, nella sua Provvidenza.
Erano messaggi che superavano il mio razionalismo ateo e materialista, nel quale io ero caduto durante i miei anni di "ricerca" e di perdizione. I messaggi andavano contro la mia maniera di vivere e di pensare. Per questo il "salvataggio" della Madonna non fu facile, ma pian piano è stata Lei il mio "cammino" fino al suo amato Gesù.
Questa rinascita attraverso l'incontro con la Vergine di Medj. nell'orazione quotidiana del S.Rosario, il digiuno e l'Eucaristia, mi ha portato a servire al meglio i miei ammalati e i poveri nella mia professione di medico. Dio ha voluto poi regalarmi una bella famiglia, una sposa che è sempre stata il mio appoggio e il nostro bambino di tre anni, dono del Signore e nostra costante allegria.
Al di sopra della ragione e in opposizione ai desideri umani, il Signore ha poi voluto farmi un gran regalo: l'amore alla Croce, alla povertà, alla vita sobria e modesta. Ultimamente attraverso alcune malattie il Signore ha voluto associarmi alla sua Passione dolorosissima, mi ha invitato a seguire la sua Croce con la mia piccolissima dietro di Lui, nel cammino stretto che conduce al Paradiso".

 

Incontri di P. Jozo: 17 ottobre al Santuario di Pompei, ore 17,30; 18 ottobre a Corato (BA) nel Santuario Madonna del Rosario, ore 16; 19 ottobre a Isola del Gran Sasso (TE) nel Santuario di S. Gabriele dell'Addolorata, ore 17,30. Per informazioni: Matteo Rossi (MS), tel.0585-43653.

Semi di unità - La "Chiesa che soffre" come segno di fraterna unione, offre agli ortodossi il battello-Chiesa, il quale farà la spola tra le varie parrocchie della zona di Volgograd (ex-Stalingrado), che si affacciano sul fiume. Ha il suo equipaggio di sacerdoti e diaconi scelti uno ad uno dall'arcivescovo German, pronti per ogni servizio religioso. Il 22 maggio, festa ortodossa della traslazione delle reliquie di S.Nicola a Bari, la Chiesa-battello è stata benedetta dal vescovo, il quale ha esteso la benedizione anche a tutti i cattolici che l'hanno donata, con profonda  gratitudine.

Alberto Bonifacio ci riferisce dell'ultimo viaggio dei mezzi italiani per portare aiuto a 2384 famiglie di profughi serbi che non hanno ricevuto aiuti da nessuno, nella città di Nevesinje; poi in villaggi vicini a Mostar dove sono tornate circa 150 famiglie nelle loro case completamente distrutte. Vivono in condizioni terribili ammassati in alcune cantine, senza acqua e senza luce, ma con grande impegno e volontà di riprendere. P.Leonard ci ha trasmesso un pressante appello per aiutare 21 mila profughi dal Kosovo, sconfinati nel Montenegro. Questo per farci un'idea dei bisogni. I generosi non si stancano di rispondere al grido dei poveri. (Tel.0341/368487, Fax 368587).

Gruppi di preghiera: la Madonna continua a suscitarne di nuovi, servendosi di persone convertite a Medj., che riescono a contagiare altri e a riunirli nella preghiera (Corato-BA).

Dal Canada - Henry Kovacic chiede di ristampare in Canada 20.000 copie di Eco per distribuirle, pronto a ristampare anche le versioni italiane e francesi. Ha trovato l'Eco "una fantastica pubblicazione" (14/08/98).
Dalla California (USA) - Ron e Fran Venditti, nostri distributori in California, scrivono: "Siamo stupefatti per le lettere che arrivano da ogni parte del paese e anche da fuori: tutti chiedono Echo. C'è anche un condannato a morte in una prigione del Colorado che lo vuol ricevere. Lode a Dio".

Dalla Francia - Ci scrive R.Coquerel: "Fratelli di luce, ricevo con gioia immensa il vostro piccolo foglio...Siate benedetti, è  meraviglioso e così profondo" (Meudon, 20/06/98).
Così tante altre lettere. Non è certo merito nostro, anzi da parte nostra c'è sempre più difficoltà e debolezza. Chiediamo ai lettori una preghiera per i malati della famiglia dell'Eco: Don Angelo, Otto Müller ardente propagatore di Maria nella Svizzera, Elisabeth Varga, traduttrice dell'ungherese, Roger Watson e altri.

Dalla Grecia - Suor Despina dell'Eco greco ci manda un fascicolo su Maria composto da un giovane ortodosso: "Sono continuamente edificata dalle testimonianze fervorose e silenziose degli ortodossi vicini a noi, che vivono l'amore a Maria".

Ringraziamo Maria che ha dato al sottoscritto la forza di redigere anche questo numero di Eco e tutti i cari e solerti traduttori e collaboratori di ogni parte del mondo.
Il S. Rosario ci unisca tutti in una catena di preghiere per il Papa, per tutti i pastori, per le famiglie, per i lontani e per tutte le vittime della cultura della morte. Scenda su tutti la benedizione di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.

Villanova M. 27 agosto '98

Don Angelo

 

Resp.Ing.A. Lanzani-Tip. DIPRO (Roncade TV).