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www.medjugorje.ws » Eco di Maria Regina della Pace » Eco di Maria Regina della Pace 146 (Luglio-Agosto 1999)

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Eco di Maria
Regina della Pace 146


 

Luglio - agosto 1999


Messaggio di Maria del 25 maggio 1999:

Cari figli, anche oggi vi invito a convertirvi e a credere più fortemente in Dio.
Figlioli, voi cercate la pace e pregate in diversi modi, ma non avete ancora dato i vostri cuori a Dio perché li riempia del suo Amore. Ecco, per questo sono con voi: per ammaestrarvi ed avvicinarvi all'Amore di Dio. Se amate Dio al di sopra di tutto, vi sarà facile pregare ed aprirgli il vostro cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Maria ci offre la chiave della pace: accogliere l'amore di Dio

Evidentemente nel sottofondo del messaggio c'è l'attuale momento cruciale che stiamo attraversando e che preoccupa e sgomenta un po' tutti; ma Lei ci insegna ad andare molto a monte di questi fatti, dandoci la chiave per superarli.
1. Anche oggi vi invito a convertirvi. Conversione e preghiera sono le parole che Lei più spesso ci ripete. La conversione è anche il primo invito del Vangelo: Convertitevi e credete al Vangelo (Mc 1,15). Quell'anche oggi che precede l'invito, ci dice tutta la pazienza materna con cui Maria ci richiama alla conversione: non solo oggi, ma in tutte le sue apparizioni sulla terra. Se accoglieremo la grazia di Dio, sentiremo il bisogno di cambiare subito e non continueremo a pensare che siano gli altri a dover cambiare.
Rifletti: potresti essere anche tu tra i tanti cristiani faciloni che dicono: non val la pena di affannarsi troppo per il Regno di Dio, tanto è Gesù che ci salva. E così si sentono tranquilli quando sono andati a Messa la domenica e si comportano come tutti i benpensanti: non agitarsi tanto, il Signore è buono, non può condannare a un inferno eterno. Ma Gesù predicava ben diversamente: il Regno dei cieli patisce violenza e solo i violenti lo rapiscono... Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo (Lc 13,5). A quelli che non vegliano in attesa del Signore che viene, dirà: Non vi conosco (Mt 25,12).
Ogni giorno dobbiamo sentirci ancora agli inizi della conversione ed è una grazia capirlo e impegnarci ad andare avanti, nonostante le ricadute e le debolezze.
2. Credere più fortemente in Dio: vuol dire che crediamo poco! Già all'inizio delle apparizioni, contro la nostra indifferenza, Maria diceva: Sono venuta a dirvi che Dio c'è... Abbandonatevi completamente a Lui. E per le nostre preoccupazioni Gesù ci assicura che nemmeno un capello del nostro capo ci sarà tolto senza che il Padre lo voglia (cf Mt 10, 30). Dio è per noi rifugio e forza, perciò non temiamo se trema la terra, se crollano i monti nel fondo del mare (Sal 46-45).
3. Figlioli, voi cercate la pace e pregate in diversi modi... Tutti vogliono la pace. Anche noi preghiamo in tanti modi per la pace. Quali sono questi modi? Certo non sono le marce della pace, ma noi facciamo veglie di preghiera, intenzioni per la pace nella Messa e molte altre iniziative e messaggi per lo scopo. Eppure tutti dicono pace, pace e pace non c'è, diceva Geremia a chi la proclamava nel tempio. Ma qui Maria precisa una condizione particolare che deve fare molto riflettere, soprattutto i suoi.
Da quali cuori deve essere fatta la preghiera? Essa deve partire dai cuori che si sono dati a Dio perché Lui li riempia del suo Amore. Dare il cuore a Dio vuol dire arrenderci con gioia a Lui senza condizioni, perché Lui possa operare in noi tutto ciò che vuole. E che cosa vuole? Solo riempirci del suo Amore, per farci amare e operare come vuole Lui. Che cosa può darci di più del suo Amore, del suo Santo Spirito, che è Dio stesso? Quando non ci saranno più le nostre resistenze e non saremo più attaccati ai nostri schemi, anche la nostra preghiera diventerà facile, non più di routine, o cercata per circostanze o necessità urgenti, ma sarà totale, fiduciosa apertura a Dio nell'unico desiderio di compiere la sua volontà e tutto quello che chiederemo ci sarà dato.
Se ameremo Dio al di sopra di tutto ci accorgeremo che Egli dirige ogni nostro passo e risolve ogni cosa; e che anche da ogni sbaglio o da ogni situazione negativa Lui saprà trarre il bene, anche dalla guerra che è la somma dei mali, perché Egli può veramente tutto. Ma quando tutta la vita sarà per Lui, la pace si sprigionerà dai cuori convertiti e invaderà il mondo intero: ammasseremo -come dice l'Apostolo- carboni ardenti (d'amore) sul capo (dei nemici) Rom 12,20.
4. Per questo sono con voi, per ammaestrarvi ed avvicinarvi all'Amore di Dio. Così Lei dichiara apertamente il motivo del suo stare con noi da 18 anni: siamo chiusi all'Amore di Dio e Lei è venuta a risvegliarci per farlo regnare nel nostri cuori. Sembra poco questo? Con lo Spirito (cioè l'Amore) tutto è ricreato e si rinnova la faccia della terra (cf. Sal 104). E' propr«io quello che Lei vuol fare attraverso i suoi.

don Angelo

 

Messaggio di Maria del 25 giugno 1999:

Cari figli, oggi vi ringrazio perché vivete e testimoniate con la vostra vita i miei messaggi. Figlioli, siate forti e pregate, perché la preghiera vi dia forza e gioia. Solo così ciascuno di voi sarà mio ed io lo guiderò sulla strada della salvezza.
Figlioli, pregate e testimoniate con la vostra vita la mia presenza qui. Che ogni giorno sia per voi una gioiosa testimonianza dell'amore di Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Con la preghiera sarete forti
per vivere e testimoniare

Nel 18° anniversario delle sue apparizioni, la Madonna si rivolge a quelli che vivono e testimoniano con la vita i suoi messaggi i quali ripetono il contenuto del Vangelo. I veri discepoli di Gesù e di Maria oggi sono veramente tanti e sparsi ovunque, anche se non fanno rumore. Se ne trovano con stupore nei gruppi, nelle parrocchie, nelle comunità, nel segreto delle case, spesso ignorati dalla comunità ecclesiale, di cui sono i membri più vivi. Molti sono quelli che la Vergine ha formato alla scuola dei suoi messaggi e li ringrazia.
Per questi "giusti" Dio continua a pazientare con il mondo e anche con gli uomini della Chiesa che non sono fedeli. E Dio pazienterà ancora finché non sia completato il numero degli eletti (cf Ap 6,11).
La Madonna ripete in questo messaggio due parole "testimoni e forti": questa espressione l'ha usata per satana che è "il forte", ma che noi vinceremo se saremo dalla parte del "Più Forte" (cf Lc 11,21-22).
1. La fortezza è un dono dello Spirito Santo, ma anche una delle 4 virtù cardinali da conquistare. Siate forti lo dice oggi, quando viviamo in un mondo di deboli. Anche noi, per natura, siamo deboli, ma la nostra forza viene dalla preghiera, quando è vera, insistente e perseverante apertura del cuore a Dio. La preghiera dà forza e gioia anche nella tribolazione e nella croce e ci fa superare le tentazioni di satana e le seduzioni del mondo.
La preghiera ci comunica l'Amore, di cui dice il Cantico (8,6): forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo. Tale è l'amore che semina Maria nel mondo e che i cuori aperti accolgono. Quelli che lo accolgono, li chiama i suoi: solo così ciascuno di voi sarà mio e io lo guiderò sulla strada della salvezza, che è quella della santità.
2. Testimoniate con la vostra vita. Testimoniare vuol dire dimostrare in concreto e con le opere, la piena adesione a Cristo fino a dare la vita. I testimoni si chiamavano martiri. E martiri sono anche oggi quelli che resistono a tutto un mondo proiettato sulla via larga, che trascina anche uomini di Chiesa e che scoraggia a seguire Gesù sulla via stretta.
Eppure quanti nella gioia e nella pace non cedono alla "grande seduzione del diavolo" che si aggira come leone ruggente cercando chi divorare e gli resistono forti nella fede (1Pt 5, 8).
Così diventeremo gioiosi testimoni dell'Amore di Dio. E molti cuori accoglieranno questo amore. Gli uomini di ogni tempo credono ai testimoni, non alle parole; e anche oggi credono alle parole, solo se chi predica le vive. Allora chi ascolta si sente chiamato interiormente alla conversione, e Dio attraverso i suoi testimoni, può fare sorgere dei figli di Abramo anche dalle pietre (Mt 3,8).
Maria vuole che noi testimoniamo con la vita di ogni giorno la sua presenza sulla terra per la salvezza di tanti fratelli. La sua presenza è il richiamo di Dio, ultimativo e persuasivo in quanto materno, perché gli uomini si salvino dalla perdizione. Aiutiamola anche noi a salvare tanti figli suoi.

 

La visita del Papa nella sua terra
all'insegna del cuore

"Vengo da voi alla vigilia del grande Giubileo. Vengo come un pellegrino dai figli e dalle figlie della mia patria, con parole di fede, di speranza e carità. Al tramonto di questo millennio e alla soglia dei tempi nuovi che verranno, voglio meditare insieme ai miei connazionali il grande mistero di Dio che è amore..." Ecco il tema che ha percorso il 7° viaggio del Papa in Polonia, il più lungo, dal 5 al 17 giugno e che l'ha portato in 21 località, più le soste intermedie, con 32 discorsi, 11 SS.Messe celebrate in pubblico, 9 milioni di fedeli.
"Filo conduttore di questi giorni è stata la pagina evangelica della Beatitudini, che presenta l'amore di Dio nei tratti inconfondibili del volto di Cristo. Quale gioia per me proclamarle sulle orme di S. Adalberto, il grande Vescovo e martire a cui ho dedicato le prime tappe del viaggio nelle terre che lui stesso ha percorso" ha detto il Papa ricordando il viaggio nell'udienza generale del 23 giugno. In varie tappe egli ha fatto memoria di Santi e martiri e ne ha anche proclamati beati: "Questi eroici testimoni della fede dimostrano che la traditio della Parola di Dio, ascoltata e messa in pratica, è giunta da Adalberto fino ad ora e va con coraggio incarnata nell'odierna società, che si appresta a varcare la soglia del 3° millennio...
La fede della Polonia si è alimentata ed è stata molto sostenuta dalla devozione al Sacro Cuore e alla beata Vergine Maria. Il culto del S. Cuore in questo pellegrinaggio ha avuto un risalto speciale: vi era sullo sfondo la consacrazione del genere umano al Cuore Divino fatta da Leone XIII cent'anni fa. L'umanità ha bisogno più che mai di confidare nell'Amore misericordioso di Dio entrando nel 3° millennio...
E che dire dell'affetto filiale dei miei compatrioti per la loro Regina, Maria SS.?" Così ha benedetto un grande santuario a Lei dedicato, ha incoronato venerate immagini, ha celebrato solennemente il Cuore I. di Maria a Sandomierz. Poi, obbligata, la visita al Santuario di Czestochowa: "E' stato un momento di grande emozione spirituale".
"Nel corso del mio itinerario ho avuto modo, a più riprese, di rendere grazie a Dio per le grandi trasformazioni operate in Polonia negli ultimi 20 anni in nome delle libertà e della solidarietà... L'ho fatto soprattutto parlando al parlamento della Repubblica, dove ho ricordato le pacifiche lotte degli anni 80 e i rivolgimenti dell'89: i principi morali di quelle lotte devono ispirare la vita politica perché la democrazia sia fondata su solidi valori etici: famiglia, vita umana, lavoro, educazione, cura dei deboli... In altre circostanze ho levato la voce in difesa delle persone e dei gruppi sociali più deboli. Il progresso non può venire a spese dei poveri".
Col cuore rivolto all'unità dei cristiani ha fatto memoria dei Beati martiri della Podlasia, ha pregato con i greco-cattolici per il superamento delle divisioni del 2° millennio; ha partecipato a una liturgia ecumenica con ortodossi, luterani e altre comunità ecclesiali non cattoliche: "La necessità dell'unità della Chiesa è avvertita da tutti: dobbiamo lavorare per la sua piena realizzazione, pronti ad ammettere le colpe e a perdonarci vicendevolmente".
Memorabile l'incontro con i suoi concittadini di Wadovice, che nell'entusiasmo l'hanno fatto "risorgere" dopo un giorno di febbre a causa della sfinitezza. Poi ha avuto il coraggio di ritornare nella città dove aveva dovuto saltare la visita. Di fronte alla popolazione accorsa di nuovo ha detto scherzando: "Un Papa simile io non lo sopporterei". In questo viaggio egli si è lasciato condurre dagli affetti del cuore e dalle memorie del passato, incidendo ancora più così nell'intimo delle persone con i suoi insegnamenti spirituali.

 

Dio vuole che "tutti gli uomini siano salvati" anche nelle altre religioni

Sul problema dell'incontro dei cristiani con i credenti delle altre religioni, sempre in ordine alla evangelizzazione, il S.Padre ha tenuto magistrali discorsi nelle udienze generali del maggio scorso. Ecco uno stralcio del primo di questi discorsi.
"...Se il Signore Dio d'Israele non è un Dio tra tanti, ma l'unico vero Dio, deriva che da Lui devono essere salvate tutte le genti "fino all' estremità della terra" (Is 49,6). La volontà salvifica universale trasforma la storia umana in un grande pellegrinaggio di popoli verso un solo centro, Gerusalemme, senza tuttavia che le diversità etnico-culturali vengano annullate (cfr Ap7,9). Il profeta Isaia esprime suggestivamente questa prospettiva attraverso l'immagine di una strada che congiunge l'Egitto all'Assiria, sottolineando che la benedizione divina accomuna Israele, l'Egiziano e l'assiro (cfr Is 19,23-25). Ciascun popolo, conservando pienamente la propria identità, è chiamato a convertirsi sempre di più al Dio unico, rivelatosi a Israele.

Questo afflato "universalistico", presente nell'A.T., si sviluppa ulteriormente nel Nuovo, il quale ci rivela che Dio "vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla piena conoscenza della verità" (I Tm 2,4). La convinzione che Dio stia effettivamente preparando tutti gli uomini alla salvezza fonda il dialogo dei cristiani con gli uomini religiosi di diversa credenza. Il Concilio ha così delineato l'atteggiamento della Chiesa riguardo alle religioni non cristiane: "La Chiesa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella Verità che illumina tutti gli uomini. Essa però annuncia, ed è tenuta ad annunciare incessantemente Cristo che è la via, la verità e la vita" (cfr Gv 14,6) in cui gli uomini trovano la pienezza della vita religiosa nel quale Dio ha riconciliato a sé tutte le cose".
Negli anni passati, da parte di qualcuno si è opposto il dialogo con gli uomini religiosi all'annuncio, dovere primario della missione salvifica della Chiesa. In realtà il dialogo interreligioso è parte integrante della missione evangelizzatrice della Chiesa (cfr Ccc, 856). Come più volte ho ribadito, esso è fondamentale per la Chiesa, esprime la sua missione salvifica, è un dialogo di salvezza (cfr Insegnamenti 7°/1, 1984, p. 595-599).
Nel dialogo interreligioso non si tratta perciò di abdicare all'annuncio, ma di rispondere a un appello divino perché lo scambio e la condivisione conducano a una mutua testimonianza della propria visione religiosa, a una approfondita conoscenza delle rispettive convinzioni e a un'intesa su taluni valori fondamentali...". Ha dedicato le successive udienze all'esame dell'ebraismo, dell'islam, del buddismo, dell'induismo.
Tutto questo è in piena sintonia con quanto la Madonna ha manifestato a Medj. riguardo alle altre religioni. A Vicka ha detto che si devono rispettare tutte le religioni e che ciascuno deve osservare gli insegnamenti validi della propria religione. Quando la veggente ha riferito come dette dalla Regina della Pace quelle parole: "Tutte le religioni sono uguali davanti a Dio", voleva dire che tutte le razze sono uguali davanti a Dio, come poi ha spiegato. "Difatti per la concezione culturale di quelle terre, "la religione" si identifica con la "razza": per loro i cattolici sono i croati, gli ortodossi sono i serbi, i musulmani sono i bosniaci" (Laurentin: Messaggi e pedagogia di Maria a Medj. [alla fine]).

Un viaggio nei luoghi della salvezza
E' molto significativo che proprio nel giorno dei SS. Pietro e Paolo, Giov. Paolo II abbia annunciato il proposito di voler ripercorrere il cammino della salvezza, visitando Ur dei Caldei, donde partì Abramo (ora siamo nell'Irak), il Sinai dove Dio ha dato la Legge (in Egitto), e poi dove il mistero si è compiuto: Nazareth, Betlemme e Gerusalemme.

 

Semi di unità

La visita del Papa in Romania dal 7 al 9 maggio ha un po' rotto il muro di separazione tra cattolici e ortodossi. Le comuni celebrazioni a Bucarest del Papa e del Patriarca Teoctist hanno avuto una grande eco e hanno dimostrato una comunione spirituale inaspettata. Per dare tutto il valore possibile all'evento ecumenico, il S.Padre ha rinunciato alle tappe nelle zone cattoliche della Romania (Transilvania e Moldavia), rimanendo solo a Bucarest in pieno territorio ortodosso. Il Patriarca Teoctist restitutirà la visita a Roma. Ricordiamo che i rumeni sono per l'87% ortodossi, il 6% cattolici (circa 2 milioni di rito latino e 1,5 milioni di rito greco orientale) e il 5% protestanti.
"In questo giorni -ha detto il Papa- lo Spirito consegna a voi, giovani, il sogno di Dio: che tutti gli uomini facciano parte della sua famiglia, che tutti i cristiani siano una cosa sola. Entrate con questo sogno nel nuovo millenio.
Anche l'Armenia, piccola isola cristiana nell'Islam, attende la visita del Papa entro l'anno. Anzi doveva essere anticipata con un "salto aereo" di Giov.Paolo II dalla Polonia, per essere vicino al capo di quella Chiesa, il Catholicos Karekin I, gravemente ammalato. Grande artefice dell'unità, egli è morto a 62 anni il 29 giugno. Superati ormai i fraintendimenti che duravano da circa 1.500 anni, con la dichiarazione comune dello scorso anno tra il Papa e il Catholicos, è ora aperta la strada della comunione.
Cattolici e luterani, dopo 5 secoli si sono intesi sulla "dottrina della giustificazione" per cui non siamo "giustificati" in modo assolutamente gratuito da Dio mediante la fede, come sosteneva Lutero, ma "l'opera della grazia di Dio non esclude l'azione umana, cioè siamo chiamati a corrispondere con le opere alla grazia". "Il testo che firmeremo -ha dello il Card.Cassidy- è figlio della riconciliazione, non di compromessi". E a sua volta il presidente delle Chiese luterane, pastore Noko: "Non ci sono vincitori o vinti, ma cristiani proiettati verso l'unità". La dichiarazione congiunta sarà firmata il 31 ottobre ad Augusta, proprio donde partì la Confessio della riforma protestante.

 

Ritornate al fervore primitivo

"Vivete la S. Messa"

Tante volte la Madonna nei suoi messaggi ha parlato della S.Messa. Il giovedì 3.4.86 ha detto: Cari figli! Vi invito a vivere la S. Messa. Molti di voi ne hanno sperimentato la bellezza, ma ci sono anche coloro che non vengono volentieri. Io vi ho scelto, cari figli ed è nella S.Messa che Gesù vi dà le sue grazie. Perciò vivete coscientemente la S.Messa e la vostra venuta sia piena di gioia. Venite con amore ed accogliete in voi la S.Messa. E il 16.5.85: Desidero che ogni vostra Messa sia esperienza di Dio.
E ancora: Venite a Messa, perché questo è un tempo che vi è dato in dono. Sono molti a venire regolarmente (ogni giorno) anche se fa cattivo tempo, perché mi vogliono bene e desiderano manifestare in modo speciale il loro amore. Vi chiedo di dimostrare il vostro amore col venire a Messa. Il Signore vi ricompenserà largamente (21.11.85). Erano gli anni in cui ogni sera si vedeva la Chiesa piena della gente del paese.
E a Jelena diceva: Figli miei, desidero che la S.Messa sia per voi il regalo della giornata. Aspettatela, desiderate che essa cominci, perché Gesù stesso si dona a voi nella Messa. Aspirate, quindi a quel momento in cui siete purificati. Se la gente assiste alla Messa tiepidamente, ritorna a casa fredda e con il cuore vuoto (30.3.83). Altra volta chiedeva per il gruppo di preghiera di non arrivare alla Messa all'ultimo momento, ma di venire almeno 10 minuti prima, per prepararla con la preghiera. Molti, appena é finita la Messa si affrettano ad andarsene. Non é bene che si attardino attorno la chiesa. Così non potranno mai donarsi totalmente... (4.2.84).

La Messa al 1° posto nella vita

I preti dovrebbero parlare di più sulla Messa. Se la Messa è il centro della fede, non si dovrebbe mai lasciare passare un anno senza un corso serio sulla Messa. Nei catechisti e nelle catechiste questo argomento dovrebbe essere vivissimo per la vita spirituale individuale e vivissimo nella trasmissione del messaggio ai ragazzi. La Chiesa ha detto delle cose nuove, grandiose sulla Messa che purtroppo non sono ancora giunte a tutti i cristiani.
A me sembra di dover affermare che se non si rivoluziona la partecipazione alla Messa, non si fa nulla nella pastorale. Se la Messa non è al vertice di tutto il nostro vivere cristiano, mi sembra che non siamo arrivati a capire il nocciolo del vivere cristiano, il cuore della fede cristiana.
Prendo anzitutto un brano della Lumen gentium del Concilio Vaticano II. Al n. 11 c'è questa affermazione sulla Messa: "Il sacrificio Eucaristia è culmine e origine di tutta la vita cristiana". Il Concilio ha detto una cosa paradossale, bisogna che me ne renda conto! Affermando che la Messa, la Cena del Signore, è il culmine e l'origine di tutta la vita cristiana, ha detto allora che la Messa è il cuore della religione, il centro propulsore di tutta la sua vitalità, di tutta la sua forza. Culmine e origine di tutta la vita della Chiesa, allora, il sacrificio Eucaristico è la vetta e la sorgente del culto, è il "terminal" e la partenza di tutta la forza che muove la Chiesa.
Allora il Concilio ha detto in sostanza che il sacrificio Eucaristico è il centro della religione perché: è il tutto della religione, il fine di tutto e l'inizio di tutto; è l'atto supremo della religione e insieme l'atto primo; è l'ultimo fine della religione e il primo principio della religione è lo scopo e il mezzo della religione, è la conclusione e l'inizio della religione. "Culmine e origine" di tutta la vita cristiana, allora è il sacrificio Eucaristico: è l'atto supremo di amore a Dio che l'uomo può compiere ed è l'inizio dell'amore; è tutta la redenzione che passa a me ed è il mio passo personale nella Redenzione; è la più grande ricchezza in possesso dell'uomo.

Perché la Chiesa nel Concilio ha lanciato questo paradosso?

Non può averlo fatto per fare accademia; in un decreto conciliare si pesano le parole fino alla pedanteria. Se l'ha usato è perché voleva che comprendessimo che il sacrificio Eucaristico è tutta la fede ed è il tutto della fede cristiana; che il sacrificio Eucaristico non è un soprammobile della fede, è la fede. Se l'ha fatto è per dire basta al mio superficialismo! È per tracciare una sbarra di confine all'infantilismo religioso di una religione troppo magica e lontana dalla realtà.

La Messa è tutto - mi grida in faccia la Chiesa - o prendi sul serio la Messa o spappoli tutta la tua fede. Il sacrificio Eucaristico è la prima cosa della tua giornata, della tua settimana; la cosa più ardua, più impegnativa, la vetta, e la cosa più bella, più attraente, la sorgente della tua gioia più pura. E se il sacrificio Eucaristico è la cosa più importante per la tua vita, allora esige da te un atteggiamento nuovo, forte, completo, nella sfera delle idee e nella sfera dell'azione. Se la Chiesa afferma con solennità che la Messa è il culmine e il principio della religione, allora devono entrare in azione la testa e il cuore quando partecipiamo all'Eucaristia: testa e vita!
S. Giustino, filosofo cristiano martire (+ 163) testimoniava che i cristiani partecipavano alla S. Messa ogni mattina prima dell'alba. La Chiesa insomma ci chiede di prepararci a questo atto, di programmarlo, di essere coscienti e non degli automi; di agire, non di stare immobili; di partecipare, non di gingillarci.

Dividere ogni giorno e ogni settimana
nel preparare e nel vivere la Messa

Se l'Eucaristia è il cuore della religione, allora va messa al primo posto nella nostra vita: come stima, come sforzo,come gioia dello spirito,come preoccupazione,come dovere. Io direi che grosso modo dovremmo dividere la giornata in due parti: se al mattino abbiamo la Messa, continui fino a mezzogiorno e da mezzogiorno continui la preparazione alla Messa del giorno dopo.
E per fortuna è così che tutti i giorni c'è una Messa, perché così abbiamo sempre il modo di completare i difetti di amore della Messa precedente e credo che chi invece non ha la fortuna della Messa ogni giorno è perché non la cerca! Che cosa non facciamo quando vogliamo veramente una cosa! Perché allora non si può trovare mezz'ora per la Messa? Anche se siamo indaffaratissimi, per una cosa importante possiamo tirar fuori mezz'ora anche in una giornata febbrile!
Ma anche se non è possibile la Messa tutti i giorni, bisogna almeno che la Messa domenicale sia la cosa importantissima, il luogo dove sfocia la settimana e da dove riparte la settimana nuova. Bisognerebbe proprio dividere così la settimana: fino a metà settimana per godermi la Messa della domenica e dalla metà in avanti per prepararmi con la preghiera a quella seguente [Così faceva anche S.Luigi Gonzaga]. (da una conversazione di P.Gasparino a Radio Maria)

Come è facile sprecare questo tesoro!

La regina di Saba, rientrando nella sua casa, non si stancava mai di raccontare le meraviglie che aveva vedute nel tempio di Salomone e ne parlava sempre con rinnovato piacere. La stessa cosa dovrebbe accadere al cristiano che abbia ascoltato a dovere la S. Messa. Rientrando in casa, egli dovrebbe intrattenersi con i figli e con i domestici e chiedere che cosa, della sua santa funzione, li abbia maggiormente colpiti ed attratti. Mio Dio che cosa sto dicendo?... Quanti genitori e quanti padroni se si parlasse loro di ciò che hanno inteso nella S. Messa, si prenderebbero gioco di una tale richiesta e chiederebbero di non essere annoiati ancora!
Tuttavia come constatazione di carattere generale, pare che le parole della Messa siano ancora ascoltate. Appena usciti però di chiesa, ci si lascia andare ad ogni sorta di dissipazioni: ci si alza con partecipazione, si corre, ci si affolla all'uscita. Il sacerdote non è ancora disceso dall'altare che già si è fuori ad intrattenersi intorno a mille argomenti. Ecco, fratelli, qual è il risultato di una tale condotta: non si riceverà alcun profitto, alcun vantaggio di ciò che si è veduto ed inteso nella casa di Dio. Quante grazie disprezzate, quante possibilità di salvezza calpestate!
Quale sventura riuscire a tramutare in danno ciò che dovrebbe essere un valido aiuto per il raggiungimento della salvezza eterna! Con i vostri stessi occhi avrete constatato quanto siano pesanti per la maggior parte dei cristiani le sacre funzioni: hanno trascorso quel poco tempo in chiesa come in una specie di prigione ed, appena usciti, li abbiamo intesi muoversi e parlare con tanta vivacità ed entusiasmo da sembrare tanti prigionieri appena messi in libertà.
Quante volte siamo stati costretti a chiudere la porta per non essere storditi dal loro chiasso? Mio Dio sono questi i cristiani che dovrebbero uscire dal vostro santo tempio con il cuore colmo di quei buoni proponimenti che dovrebbero cercare di imprimere nella loro mente per non dimenticare più?

Dalle istruzioni del S. Curato d' Ars

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Corriamo alla fonte
della Misericordia!

Il S. Padre ha indicato tre mete spirituali a cui puntare nel prossimo Giubileo:
1. Il ritorno alla confessione sacramentale, come segno di conversione;
2. la piena fedeltà al giorno del Signore;
3. lo spirito di solidarietà che si concretizzi in opere di carità effettiva verso tutti i bisognosi.
Sotto il titolo Voglio Confessarmi bene, l'Arcivescovo di Loreto, mons. Angelo Comastri, ha indicato una traccia di esame di coscienza, che tiene conto della situazione esistenziale attuale.

Un esame di coscienza
per una vera confessione oggi

Spirito Santo, aiutami a confessare con sincerità e vero pentimento tutte le mie colpe.

1°- "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore"
- Sono cristiano nella vita di  tutti i giorno o solo all'anagrafe?
- La mia fede è genuina e generosa o solo di facciata? Sono superstizioso, credo alla magia, ai sortilegi? Frequento cartomanti, indovini? E l'oroscopo?
- Prego solo quando ho bisogno di grazie oppure sempre, anche quando le mie cose (salute, affari...) vanno storte?
- Bestemmio, impreco, maledico Dio, la Madonna , i Santi, le cose Sante?
- Partecipo con devozione e con frutto alla Messa festiva, ai Sacramenti, alla Catechesi? Parlo male della Religione, della Chiesa, del Papa?
- Per me contano di più il denaro, il benessere materiale, la carriera, il successo, i divertimenti, oppure Dio e la salvezza sterna?

2°- "Amatevi da fratelli come Io vi ho amati"
- Il Vangelo insegna che non si può amare Dio se non si ama anche il prossimo. Ne sono convinto?
- Come figlio sono obbediente e rispettoso dei genitori, dei nonni, dei fratelli e dei familiari? Seguo i loro consigli? Li assisto, se malati o anziani? Mi impegni nello studio e nel lavoro?
- Come genitore mi preoccupo dell'educazione umana e cristiana dei figli? Do loro buon esempio? Trovo tempo e modi per stare con loro e per pregare con loro?
- Come coniuge, sono fedele agli impegni del matrimonio e della famiglia? Sono aperto al dialogo, sono paziente, so perdonare, so compatire i limiti e i difetti dell'altro?
- Amo il prossimo sull'esempio del Signore Gesù Cristo? Sono facile alla calunnia, all'invidia, alla gelosia, alla maldicenza, alla prepotenza?
- Come lavoratore o datore di lavoro sono giusto, onesto, rispettoso dei diritti?
- Ho rispettato la vita altrui? Ho procurato o consigliato l'aborto?
- Ho rubato? Ho imbrogliato nel commercio? Ho danneggiato la roba degli altri e della collettività?
- Guido l'auto con prudenza e in rispetto della vita mia e altrui?

3°- Doveri verso me stesso
- So, come cristiano, essere "Tempio dello Spirito Santo"?
- Curo la mia vita spirituale con la preghiera quotidiana, con la Parola di Dio?
- Partecipo con interesse e senso di dovere alla vita della comunità parrocchiale, diocesana?
- Come uso il tempo e i diversi doni ricevuti dal Signore?
- Conservo puro il mio cuore e il mio corpo? Coltivo pensieri e desideri non limpidi? Do scandalo con i miei comportamenti? Mi permetto letture, spettacoli televisivi e divertimenti scandalosi?
- Esagero nel mangiare, nel bere e nel fumo? Faccio uso di droghe? Pratico il giuoco d'azzardo, le scommesse?
- Come cittadino cristiano compio i doveri politici e sociali? Pago le tasse? Rispetto l'ambiente? Cos'altro la mia coscienza mi rimprovera?

Dopo la confessione sincera e completa delle mancanze, soprattutto gravi, il sacerdote suggerisce opportuni consigli per una vita cristiana più viva e coerente. Invita quindi, come "penitenza" a recitare qualche preghiera o a compiere un gesto penitenziale o di carità a favore dei poveri, nei quali si nasconde Gesù.
La confessione termina con la recita dell'atto di dolore, come segno ed espressione di pentimento dei peccati e di buon proposito.

 

L'anno giubilare insidiato

C'è il rischio che la visuale spirituale e pastorale dell'Anno Santo che si vuole preparare venga disattesa, offuscata e addirittura sommersa da preoccupazioni marginali e secondarie, come la preparazione di pellegrinaggi, viaggi, sistemazioni alberghiere ecc. che nascondono interessi economici, anche rilevanti, che mal si conciliano con le grandiose finalità del Grande Giubileo, premurosamente caldeggiate dal Papa. Dobbiamo a lui rinnovare la nostra fedeltà, memori della parola di Cristo: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa! Pasci i miei agnelli! Conferma i tuoi fratelli!

 

Paolo VI, un Papa nella tempesta,
presto sugli altari

Benché le 165 testimonianze raccolte negli atti non siano ancora state rese pubbliche, la vita e gli scritti stessi di Paolo VI ci sono di guida per coglierne l'autentico ritratto.
Lasciando questo mondo, il pontefice scrisse nel suo testamento: "Chiudo gli occhi su questa terra dolorosa, drammatica e magnifica, chiamando ancora su di essa la divina bontà" rivelando così quanto amore sofferto per l'umanità portava in sé questo Papa, in apparenza così serio e controllato.
Era intellettuale, di famiglia borghese, ricorda il card. Ruini, e perciò sospetto alla cultura populista del suo tempo; difatti è vissuto in un periodo tormentato della storia e della Chiesa.
Mentre il papato di Giovanni XXIII fu contrassegnato dall'entusiasmo, quello di Paolo VI fu veramente travagliato: ma è proprio lì che dimostrò la sua fede e la sua capacità nel reggere il timone della "Barca di Pietro". Dal Concilio in poi, tendenze progressiste e resistenze conservatrici si affrontarono all'interno della Chiesa tanto che Papa Montini, trovandosi tra due fuochi, veniva bollato alternativamente dall'una e dall'altra tendenza.
Cosa fece allora? In mezzo a tutto questo seppe riformare la Curia Romana. Ricorda il card. Ruini " La sua era una speranza profonda, teologale: ha creduto nel futuro della Chiesa e nella rifioritura del Cristianesimo". Il suo presunto pessimismo fu un'invenzione dei media, infatti rafforzò l'Istituto di Giovanni XXIII per l'unità dei cristiani, poi ne creò di nuovi per i rapporti con l'ebraismo, con i musulmani, con i non cristiani, con i non credenti, per le comunicazioni sociali, per la cura degli emigranti, per i laici. Fu un analista lucido e rigoroso dei mali del suo tempo; ebbe l'intuizione dei tempi nuovi e del bisogno celato, ma crescente di spiritualità.
Papa Montini fu il primo ad inaugurare i grandi viaggi apostolici per testimoniare il Vangelo in ogni angolo della terra, baciando il suolo in segno di ringraziamento a Dio Padre per ogni terra, per ogni popolo. Appena eletto Papa aveva scelto, a sorpresa il nome di "Paolo" in onore dell'Apostolo delle genti; scelse di portare una semplice mitra vescovile, offrendo ai poveri la preziosa tiara dalle 3 corone; ed abolì la corte pontificia per un semplice corpo di vigilanza.
Di fronte alle ingiustizie planetarie e al rinforzarsi della logica dell'armamento, della guerra fredda, Papa Montini si recò per primo alla sede dell'ONU a New York il 4 aprile 1965 per gridare al mondo: "Mai più la guerra, mai più! È la pace che deve guidare il destino dei popoli e di tutta l'umanità". In seguito istituì la Giornata mondiale per la Pace.
Paolo VI non fu immediatamente popolare, ma fu un innovatore. Come comunicava la sua fede? Scrisse un piccolo trattato sul rapporto del credente col mondo moderno che intitolò "De fortis dulcedine" (La dolcezza del forte). Paolo VI &endash; l'uomo e il Papa &endash; era così: fermezza nella fede ma dolcezza, apertura nell'avvicinare l'altro.
Molti lo accusarono di essere un uomo triste, mesto e fu certamente una sorpresa quando per l'anno Santo 1975 scrisse un'esortazione apostolica tutta dedicata alla gioia "Gaudete in Domino" (Gioite nel Signore), nella quale così si esprimeva: "La società tecnologica ha potuto moltiplicare le occasioni di piacere, ma essa difficilmente riesce a procurare la gioia. Perché la gioia viene da altrove, è spirituale. La gioia di essere cristiano, strettamente unito alla Chiesa, nel Cristo, in stato di grazia di Dio, è davvero capace di riempire il cuore dell'uomo".
Il giovane prete Montini non ambiva alla carriera ecclesiastica, avrebbe amato di più fare il pastore d'anime nella sua diocesi bresciana, ma è lo stile di Dio di scegliere i suoi condottieri fra i pastori &endash; come Davide &endash; o fra i pescatori &endash; come Pietro &endash; perché possano "pascere le sue pecorelle" secondo il suo cuore: quello del Buon Pastore.
E' in corso anche la causa di beatificazione di Papa Giovanni XXIII.
Nicola

 

S. Teresina pellegrina in Russia

I fratelli della Dom Marii di Mosca, che stampano Eco di Maria in russo, scrivono per il loro bollettino Pro Deo et Fratribus la meravigliosa avventura della salma di S.Teresina nella loro terra.
La sera del 24 febbraio ad aspettare Teresina c'erano solo tre persone: il segretario del vescovo, una suora nostra collaboratrice e la signora Maria Teresa, moglie dell'ambasciatore del Guatemala, devota della santa. Gli altri si erano scoraggiati per le previste lungaggini burocratiche. Nonostante ciò tutto si svolse velocemente tranne che per alcuni imprevisti che hanno costretto la salma a "pernottare" nella sede dell'ambasciata.
La mattina del 25 una Messa in onore della santa venne celebrata dall'Arcivescovo Kondruciewicz nella Chiesa dell'Immacolata, ma al momento di scoperchiare la cassa ci si rese conto che mancavano le chiavi per aprire (la responsabile si era persa in città). Si dava comunque inizio alla celebrazione anche per attenuare la forte tensione creatasi per l'attesa. Poi inaspettatamente, poco prima della Consacrazione, il momento più solenne della Messa, un sacerdote presente riuscì, non si sa come, ad aprire la cassa sigillata, provocando la commozione di tutti.
Il giorno dopo c'era una giornata libera non prevista (si pensava a un tempo più lungo di formalità doganali), e quindi le reliquie furono portate alla Dom Marii (la Casa di Maria), luogo di incontro ecumenico tra cattolici e ortodossi. Ma anche lì ci attendeva un imprevisto: le porte della casa erano troppo strette! Quindi si è dovuto far passare il reliquiario attraverso la finestra aprendo le grate... e così S. Teresina fu ospite della sala mensa dove di solito ricevono il pasto 140 poveri. Crediamo che questa visita sia stata una garanzia per il futuro di questa casa in mezzo a una città così lontana da Dio.
San Pietroburgo attendeva Teresina il 27 febbraio e all'inizio del tragitto con la macchina dell'ambasciatore si è pensato di far passare la Santa nei luoghi principali di Mosca per portare ovunque la sua benedizione (dinanzi alla Casa Bianca, al Parlamento, ecc.). Le strade chiuse, soprattutto nei pressi della Piazza Rossa, non scoraggiarono l'autista della macchina diplomatica che riuscì a sostare proprio davanti alla tomba di Lenin per esporre le reliquie davanti ai resti del "persecutore dei cristiani". In quell'occasione si è pregato per ottenere la grazia di un incontro tra il Santo Padre e il Patriarca di tutta la Russia, Alexis II.
La Cattedrale dell'Assunzione, la chiesa del seminario cattolico, accolse S. Teresina a San Pietroburgo. La S. Messa fu presieduta dal rettore del Seminario, Mons. B.Antonini e da tutti i professori.
Novgorod, Pskov, Smolensk, Kaluga e poi tutte le altre grandi città fino a Vladivostok, nell'estremo oriente, saranno le ulteriori soste di questo viaggio attraverso la Russia per attraversare poi tutto il Kazakhistan fino al termine fissato per il primo luglio. È un avvenimento importantissimo per la Russia perché S.Teresina era stata messa, accanto a S. Nicola, come patrona della Russia da Pio XI . La piccola Teresa con questo viaggio sicuramente preparerà la strada al Papa, affinché egli possa venire a visitare i fratelli dei popoli russi. "Dopo la mia morte spargerò una pioggia di rose" aveva profetizzato la Santa. Ora le sta spargendo sull'ex impero russo.
P. Rolf-Philipp

 

I nuovi martiri

215 in Corea - In vista del Giubileo del 2000, una speciale Commissione vaticana sta costituendo una lista dei nuovi martiri del XX secolo per aggiornare il martirologio. La conferenza episcopale della Corea del Sud ha presentato 215 nominativi di cui 209 cattolici e 6 anglicani. Sono laici, religiosi, sacerdoti e vescovi uccisi per lo più tra il secondo conflitto mondiale e la guerra di Corea (1950 &endash; 53). Storicamente i martiri sono stati sempre fermento di unità fra i cristiani, per la loro testimonianza ci auguriamo avvenga la stessa cosa tra le varie confessioni.
108 martiri della persecuzione nazista contro la Chiesa in Polonia, sono stati beatificati da Giovanni Paolo II a Varsavia il 13 giugno davanti a un milione di persone. Di essi 3 erano Vescovi, 52 sacerdoti, 26 religiosi, 15 fratelli e sorelle professi e 9 laici. A 62 di essi fu inflitta una morte violenta; gli altri 46 morirono di torture e di stenti. Molti di loro sono caduti nei campi di sterminio. Sono stati dichiarati altri 3 beati e una santa: Kinga.

"Pentito" il boia dei Khmer rossi

Il capo dei servizi segreti di Pol Pot (il dittatore che ha tenuto la Cambogia nel terrore dal '75 al '79) si è convertito al cristianesimo e vive "pentito e profondamente addolorato" e, a suo dire: "pronto ad essere giudicato da un tribunale internazionale."
Nella famigerata prigione che egli dirigeva erano stati torturati ed uccisi oltre 16 mila persone. Gli unici sopravvissuti (sette in tutto) lo hanno descritto come "un mostro dalle sembianze umane" anche se, come egli afferma, le torture e le esecuzioni venivano eseguite dopo l'approvazione dell'intero gruppo dirigente Khmer rosso. Sparito per un certo tempo, dopo la sua conversione Kang Kek Ieu dice di aver collaborato per anni con organizzazioni internazionali umanitarie.

Il giorno del bambino non nato

Il presidente argentino, Carlos Menem, ha istituito il 25 marzo (festa dell'Annunciazione) come "giorno del bambino non nato" firmando un decreto dove afferma che per la legislazione argentina "la vita comincia al momento del concepimento"


Notizie dalla terra benedetta

Mons. Bertone: considerare Medj. come i grandi Santuari mariani

La nuova conferenza episcopale ricomincia l'esame

Mons. T. Bertone, segretario del dicastero della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha affermato in un'intervista rilasciata al Moderatore del Béatitudes, dr.Ferrand Sanchez e ha P. Xavier Wallaxs il 12.1.'99, l'importanza del servizio di assistenza ai pellegrini a Medj. Poi ha aggiunto: "Per il momento bisogna considerare Medj. come un santuario, un luogo di culto mariano sullo stesso piano di Czestchokowa.
La Congregazione per la Dottrina della Fede ha chiesto alla Conferenza Episcopale di Bosnia-Erzegovina di ricominciare da capo il dossier insieme ad un'équipe di esperti, in modo da garantire un lavoro completo. La nostra preoccupazione è di dare una linea pastorale chiara per guidare le folle di pellegrini che da molto tempo si recano a Medj.
La questione fondamentale non è di sapere se i 6 veggenti vedono o no la Madonna, perché la Chiesa non si è ancora pronunciata a questo proposito. Roma desidera mettere l'accento sulla pastorale dei sacramenti, in particolare la Riconciliazione e l'Eucarestia, e chiede di guidare i pellegrini verso la preghiera, la conversione, la fede, lasciando da parte la ricerca dello straordinario e di tutto quello che distrae dall'essenziale".
(Suor Emmanuel)

Una nuova Medjugorje a Panama

L'arcivescovo di Panama in visita a Medj., racconta la sua esperienza - "Questa è la prima volta che vengo a Medj. Sono qui insieme ad una ventina di pellegrini. In questi giorni ho visto e ho vissuto una profonda devozione e fervore nella preghiera. Lo spirito di fede che si avverte nella preghiera stimola ad un rinnovamento della fede nei cuori di coloro che si recano qui.
I frutti di Medj, grazie a Dio, sono evidenti a Panama: abbiamo una comunità parrocchiale guidata da Francesco Verar. Egli viene spesso a Medj ed ha organizzato la Chiesa come quella che c'è qui. Inoltre ha costituito una comunità che si chiama "Sorelle della Regina della Pace". Tutte le sere si svolge in quella Chiesa lo stesso programma di Medj. Il 25 giugno 1998 ho riconosciuto questa comunità a livello diocesano quando ho visto come vive ed opera, anche attraverso le testimonianze di altre fonti.

Il Rosario e l'amore salvano dalla droga

Il ritmo alternato dell'Ave Maria scandisce le giornate nella Comunità Cenacolo, ormai nota a tutti per l'uso della preghiera come cura della tossicodipendenza. "Da noi si recita il rosario tre volte al giorno, come i pasti" afferma sr. Elvira, la fondatrice della Comunità. "Come si nutre il corpo per lavorare, la preghiera sostiene la gioia, la speranza, la pace. È importante avere dei modelli, e il nostro è la Madonna".
In quindici anni di vita la Comunità ha accolto 15 mila tossicodipendenti che hanno ritrovato la via d'uscita dalla droga proprio avvalendosi della preghiera, soprattutto del rosario: "La Madonna a Lourdes, a Fatima a Medjugorje ha raccomandato il rosario. Evidentemente in questa preghiera c'è un potenziale misterioso" continua la suora piemontese, "la corona guarisce la psiche, è una forza che passa nelle vene. È una presenza, non solo un segno."
Il metodo usato nelle 27 case sparse in tutto il mondo è quello cristiano, applicato radicalmente: se l'uomo è immagine di Dio, solo lui può ricostruirla. Ecco perché essi chiamano i loro centri "scuole di vita" e non "comunità terapeutiche" e invece di "cura" si parla di "cammino di resurrezione". Spiega sr. Elvira "Abbiamo delle regole rigide ed esigenti perché i ragazzi devono familiarizzare con la croce ed imparare a portarla. Non imponiamo nulla, rispettiamo la loro libertà, perché la vera libertà è conoscere chi li ha creati. È una verità che proponiamo in modo graduale e differenziato, ma a noi non basta la guarigione, vogliamo la salvezza. Se li togliamo dalla droga e poi tornano fuori senza un ideale, restano dei disperati". Si calcola che almeno l'80% degli ospiti di questa comunità guariscano definitivamente.
Il "Campo della vita", la casa nata a Medj. 9 anni fa, conta circa 80 ragazzi di 18 nazioni diverse. La loro presenza è una realtà importante per Medj. perché testimonia "dal vivo" come la Madonna sia venuta realmente a salvare i suoi figli, e tra questi i giovani caduti vittima della droga, una grave piaga di questo secolo. "Quando si congedano facciamo una festa in cui consegno loro la croce e il rosario: la croce perché la incontreranno subito e il rosario perché dalla preghiera non dovranno separarsi più".
Però non tutti vanno via, anzi sono numerosi i "volontari per amore", ragazzi già distrutti dalla droga che diventano missionari per gli altri (addirittura alcuni gestiscono una Casa in Brasile da soli). Non temono le responsabilità perché hanno imparato a conoscere la paternità di Dio che si occupa di provvedere quotidianamente il cibo. Nessuno infatti paga la retta alla Comunità né vengono accettati contributi pubblici perché i giovani comprendano che la società non deve pagare per loro, ma loro stessi con i sacrifici e il lavoro sostenuti dalla fiducia in Dio. Riconosciuta a livello diocesano la Comunità Cenacolo conta tanti collaboratori che si offrono come strumenti in questa grande opera di amore: laici, coppie, consacrati e consacrate, oltre a 800 famiglie che hanno capito che solo l'amore salva!
(ridotto da Avvenire del 12.3.'99)

René Laurentin, il noto esperto mariano, e autore di opere su Medj. è giunto insieme ad un gruppo di pellegrini francesi, partecipando ai programmi serali e tenendo conversazioni ai pellegrini sulle apparizioni.

 

La mia vita con la Madonna:
un veggente si confessa e ci ricorda...

Jakov Colo racconta: Io avevo dieci anni quando la Madonna apparve la prima volta e prima di allora non avevo mai pensato ad un'apparizione. Vivevamo qui in paese: era abbastanza povero, non c'erano notizie, non sapevamo di altre apparizioni, né di Lourdes, né di Fatima, né di altri posti dove è apparsa la Madonna. Poi anche un bambino di dieci anni non pensa veramente all'apparizione, a Dio, a quell'età. Ha nella sua testa altre cose più importanti per lui: stare con gli amici, giocare, non pensare alla preghiera.
Però quando ho visto per la prima volta, sotto la montagna, una figura di donna che ci invitava a salire sù, nel mio cuore ho sentito subito qualcosa di speciale. Ho subito capito che la mia vita sarebbe cambiata totalmente. Quando poi siamo saliti sù, quando abbiamo visto da vicino la Madonna, quella sua bellezza, quella pace, quella gioia che ti trasmetteva, in quel momento per me non c'era nient'altro. In quel momento esisteva solo Lei e nel mio cuore c'era soltanto il desiderio che quell'apparizione si ripetesse ancora, che avremmo potuto rivederla.

La prima volta che l'abbiamo vista, per la gioia e l'emozione non abbiamo potuto dire neanche una parola; abbiamo soltanto pianto dalla gioia e pregato che ciò si ripetesse nuovamente. Lo stesso giorno, quando siamo ritornati nelle nostre case si è presentato il problema: come dire ai nostri genitori che avevamo visto la Madonna? Ci avrebbero detto che eravamo matti! Infatti all'inizio la loro reazione non è stata per niente bella. Però vedendo noi, il nostro comportamento, (come diceva la mia mamma, ero così diverso che non volevo più uscire con gli amici, volevo andare alla Messa, volevo andare a pregare, volevo salire sulla montagna delle apparizioni), hanno incominciato a credere e io posso dire che in quel momento è iniziata la mia vita con la Madonna.

L'ho vista per diciassette anni. Si può dire che sono cresciuto con Lei, ho imparato tutto da Lei, tantissime cose che prima non sapevo. Quando la Madonna è venuta qui ci ha invitati subito ai suoi messaggi principali che per me erano del tutto nuovi, per esempio la preghiera, le tre parti del Rosario. Mi chiedevo: perché pregare le tre parti del Rosario, e che cos'è il Rosario? Perché fare il digiuno? e non capivo a che cosa servisse, che cosa volesse dire convertirsi, perché pregare per la pace. Erano tutte cose nuove per me. Però fin dall'inizio ho capito una cosa: per accettare tutto quello che la Madonna ci dice, occorre soltanto aprirci totalmente a lei. La Madonna tante volte dice nei suoi messaggi: basta che voi apriate il vostro cuore a me e al resto penso io. Così io ho capito, ho dato la mia vita nelle mani della Madonna. Le ho detto di guidarmi affinché tutto quello che avrei fatto fosse la sua volontà, così è iniziato anche il mio cammino con la Madonna.
La Madonna ci ha invitati alla preghiera e raccomandava di far ritornare il S.Rosario nelle nostre famiglie perché diceva che non c'è cosa più grande che può unire la famiglia come il pregare insieme il S.Rosario, in modo particolare con i nostri figli. Io vedo che tante persone quando vengono qui mi chiedono: mio figlio non prega, mia figlia non prega, cosa dobbiamo fare? E io chiedo loro: avete qualche volta pregato con i vostri figli? Tanti dicono di no, quindi non possiamo aspettarci che i nostri figli preghino all'età di vent'anni quando fino allora non hanno mai visto la preghiera nelle loro famiglie, non hanno mai visto che esiste Dio nelle loro famiglie. Noi dobbiamo essere d'esempio ai nostri figli, noi dobbiamo insegnar loro, non è mai troppo presto per insegnare ai nostri figli. Non devono all'età di 4 o 5 anni pregare con noi tre parti del Rosario, ma almeno dedicare un tempo per Dio, per capire che Dio deve essere al primo posto nelle nostre famiglie. (...)

La Madonna perché viene? Viene per noi, per il nostro futuro. Lei dice: vi voglio salvare tutti e consegnarvi un giorno come il più bel bouquet a mio Figlio. Quello che noi non capiamo è che la Madonna qui viene per noi. Come è grande il suo amore per noi! Lei dice sempre che con la preghiera e con il digiuno possiamo fare tutto, perfino fermare le guerre. Dobbiamo capire i messaggi della Madonna, ma dobbiamo prima capirli nel nostro cuore. Se non apriamo il nostro cuore alla Madonna, non possiamo fare niente, non possiamo accettare i suoi messaggi.
Io dico sempre che è grande l'amore della Madonna e in questi 18 anni ce l'ha dimostrato tantissime volte, ripetendo sempre gli stessi messaggi per la nostra salvezza. Pensate a una madre che dice sempre al figlio: fai questo e fai quello, lui alla fine non lo fa e noi rimaniamo male. Nonostante ciò la Madonna continua a venire qui e ad invitarci ancora agli stessi messaggi. Basta guardare il suo amore tramite il messaggio che ci dà il 25 del mese, in cui ogni volta alla fine dice: grazie per aver risposto alla mia chiamata. Come è grande la Madonna quando ci dice "grazie perché abbiamo risposto alla sua chiamata". Invece siamo noi quelli che dovrebbero dire in ogni secondo della nostra vita grazie alla Madonna perché viene qui, perché viene a salvarci, perché viene ad aiutarci.

La Madonna ci invita anche alla preghiera per la pace perché Lei è venuta qui come Regina della pace e con la sua venuta ci porta pace e Dio ci dà la sua pace, noi dobbiamo solamente deciderci se vogliamo la sua pace. Tanti si sono chiesti all'inizio perché la Madonna insisteva tanto sulla preghiera per la pace, perché noi in quel momento avevamo la pace. Poi però hanno capito perché la Madonna insisteva così tanto, perché diceva con la preghiera e con il digiuno potete fermare anche le guerre. Dopo dieci anni dai suoi inviti quotidiani alla preghiera per la pace, qui è scoppiata la guerra. Sono sicuro dentro il mio cuore che se tutti avessimo accettato i messaggi della Madonna, tante cose non sarebbero successe. Non solo la pace nella nostra terra ma anche in tutto il mondo.

Tutti dovete essere suoi missionari e portare i suoi messaggi. Lei ci invita anche a convertirci, ma dice che per prima cosa dobbiamo convertire il nostro cuore, perché senza la conversione del cuore non possiamo arrivare a Dio. E poi è logico che se non abbiamo Dio nel nostro cuore, non possiamo accettare neanche quello che la Madonna ci dice; se non abbiamo la pace nel cuore, non possiamo pregare per la pace nel mondo. Tante volte sento dire dai pellegrini: "io sono arrabbiato con mio fratello, io gli ho perdonato ma è meglio che stia lontano da me". Questa non è pace, non è perdono, perché la Madonna ci porta il suo amore e noi dobbiamo dimostrare amore per il prossimo e amare tutti. dobbiamo prima perdonare a tutti per avere la pace nel cuore.
Tanti quando vengono a Medj. dicono: forse vedremo qualche cosa, forse vedremo la Madonna, il sole che gira... Ma io dico a tutti quelli che vengono qui che la cosa principale, il più grande segno che Dio può darvi, è proprio la conversione. È quello il più grande segno che ogni pellegrino può avere qui a Medj. Cosa potete portare da Medj come ricordo? Il più grande souvenir di Medj. sono i messaggi della Madonna: dovete testimoniare, non avere vergogna. Solamente dobbiamo capire che non possiamo obbligare nessuno a credere. Ciascuno di noi ha la libera scelta di credere o no, noi dobbiamo testimoniare ma non soltanto con le parole.
Potete fare nelle vostre case dei gruppi di preghiera, non occorre essere duecento o cento, possiamo anche essere in due o tre, ma il primo gruppo di preghiera deve essere la nostra famiglia, poi dobbiamo accettare gli altri e invitarli a pregare con noi.
Poi racconta l'ultima apparizione che ebbe dalla Madonna a Miami il 12 sett. '98, da noi già descritta in Eco 142 p.4.
(Intervista del 7.12.1998, a cura di Franco Silvi e Alberto Bonifacio)

 

Ferita nel fisico, guarita nell'anima

Mariana, una giovane del Messico, racconta: "Ero una giovane indipendente e, come la maggior parte dei giovani facevo quel che volevo e cercavo di godermi la vita. Un giorno, mentre andavo al cinema con degli amici, un ragazzo drogato ci ha avvicinati con una pistola ed ha sparato un colpo, colpendomi alla spina dorsale. Così in un attimo mi sono trovata all'ospedale, con il corpo insensibile e paralizzato dal busto fino ai piedi, eppure in me non è mai nato l'odio verso quel ragazzo perché sentivo che la cosa migliore era perdonare. Dopo qualche tempo vidi Gesù e Maria in sogno e Gesù mi disse: Ti guarisco.. All'inizio credetti che si trattasse di una guarigione fisica, ma poi capii che Gesù mi aveva guarita spiritualmente e mi aveva donato la grazia di pregare di più e meglio. Decisi poi di recarmi a Medj. sperando di essere guarita anche fisicamente. Questa guarigione fisica non avvenne, ma ricevetti una grazia ancora più grande: compresi che avevo passato la mia giovinezza nelle tenebre e nel vuoto, rischiando di perdere l'anima. Dio aveva utilizzato questo incidente per riavvicinarmi a Lui.
Ora non sento più il bisogno di una guarigione fisica, ma desidero far conoscere Dio a tutti i miei amici. Sento un desiderio profondo di consacrare la mia vita alla preghiera e all'intercessione e offro le mie sofferenze perché gli uomini guariscano dall'ateismo e possano conoscere la gioia che io conosco adesso".

P. Jozo risponde e precisa, durante una missione negli U.S.A nella quale è interrogato sull'invito alla preghiera che avrebbe rivolto ai pellegrini a Medj. (pregare 9 novene consecutive per evitare il rischio di una terza guerra mondiale): "Non conosco la fonte di questo messaggio che mi è stato attribuito, ma una cosa è chiara: quando un invito è legato ad una minaccia, come per esempio il rischio di una terza guerra mondiale, di sicuro proviene da persone che hanno paura. Perché questo bisogno di aggiungere la paura alla preghiera? Tutto questo è lontano dallo spirito di Medj. perché la Madonna non trasmette mai la paura alle anime.
Analoga smentita P.Jozo l'ha fatta pubblicare su Press Bulletin n.119. A noi la notizia era giunta per mezzo di diversi fax da parte di collaboratori di P.Jozo. Comunque non è male un richiamo all'urgenza della preghiera in questo momento. Anche Vicka riferisce che mai come ora la Madonna chiede di pregare.

Mons. Schönborn, Card. di Vienna, mi ha ricevuto il 28 aprile scorso. Argomento di conversazione sono state le calunnie contro alcuni testimoni di Medj. pubblicate da molti giornali, anche cattolici, e per lo più firmate da persone che non hanno mai incontrato personalmente i veggenti o i sacerdoti del luogo. Il Cardinale, che conosce i vecchi metodi usati nell'est per screditare la fama di un sacerdote che "dà fastidio", dopo averci ricordato che due anni prima aveva invitato P. Jozo a parlare nella sua cattedrale, senza aggiungere altre parole ha concluso: "Vi prego di dire a Padre Jozo che lo invito di nuovo a parlare nella mia cattedrale!".

 

"Stare con Dio Padre"

Su questo tema a Numana dal 6 al 9 maggio si è svolto il convegno guidato da p.Tomislav Vlasic.
Attento ai bisogni spirituali dei convenuti &endash; più di 800 quest'anno &endash; e concreto nel portare il frutto della propria esperienza di pastore delle anime, p. Tomislav ha tracciato un quadro efficace del nostro rapporto con Dio Padre indicandone alcuni passaggi obbligatori e i rispettivi passi da compiere di cui riportiamo la sintesi. L'atmosfera serena e l'impegno dei partecipanti che hanno collaborato attivamente &endash; con l'adorazione eucaristica personale anche notturna &endash; sono stati determinanti: abbiamo vissuto un'esperienza di comunione e di pace culminata col rinnovo delle promesse battesimali nella Veglia di Risurrezione.

1. Chiamati alla vita... - Stare con Dio significa vivere. Nella creazione l'uomo era in armonia con Dio. Quando ci ha creati, Dio Padre, ci ha destinati alla pienezza, alla perfezione ed Egli si rapporta con noi in questo modo: sta in noi, agisce in noi. La creazione non è solo un atto del passato, ma di oggi; tutta la storia della salvezza è una chiamata continua a ritornare a questo rapporto di vita che raggiunge la pienezza in Gesù Cristo. È un rapporto vitale! Non ha nulla a che vedere con un'ideologia, non c'è nulla da imparare a memoria: tutte le leggi di Dio sono dentro di noi. Chi trasgredisce queste leggi dentro di sé, aggredisce la vita e così nasce la guerra. Noi invece siamo chiamati a comunicare con la fonte della vita: Dio Padre.

2. ...non alla guerra! - La guerra contro la vita, contro Dio avviene quando l'uomo rifiuta di morire ai propri progetti. Nell'uomo che non è riconciliato con Dio nel profondo nasce la paura. È satana a far entrare la paura che provoca poi, a seconda della persone, aggressività o depressione.
Ma questa guerra non rimane solo in un'anima, bensì si trasmette alle altre; così tutto parte da un'anima che non riuscendo ad avere un rapporto pieno con Dio Padre comincia a distruggere se stessa e gli altri.
La guerra non si risolve con argomenti umani, ma riconciliandosi con Dio Padre. Basta una sola anima riconciliata col Padre per mettere terrore a Lucifero e abbatterlo. Chi viene alla luce di Dio Padre vince la guerra dentro di sé e porta la luce attorno a sé e nell'universo. Io vi invito a questo lavoro interiore e a questa apertura a Dio che è Padre. Non si tratta di un'apertura mentale, umana in cui conta saper parlare bene del Padre o leggere libri di grandi teologi e non si tratta nemmeno di un sentimento affettivo, ma di un rapporto con Dio nell'anima.
L'apertura incondizionata a Dio, porta inevitabilmente alla Risurrezione, non esiste neppure una persona a cui questo sia impedito. Addirittura i nostri peccati e i nostri limiti non sono di impedimento se si vuole entrare in un rapporto di fedeltà vitale con Dio Padre.
3. Cosa succede quando rispondiamo alla chiamata di Dio? - Quando ci mettiamo a pregare davanti a Dio Padre escono fuori tanti dubbi e paure. Una prima paura è quella che Dio voglia possederci, quasi a derubarci di qualcosa. Quanti giovani rifiutano di abbandonarsi per questo! Invece no! Dio vuole darci la vita piena.
C'è un'altra paura in noi ed è quella che Dio non ci ascolta, non può capire le nostre cose. Non è vero! Dio Padre ascolta tutto e comprende tutto, siamo invece noi a non ascoltarlo perché abbiamo nelle nostre domande già le risposte che vogliamo. Questo atteggiamento fa aumentare la paura e così si moltiplicano le preghiere nevrotiche, le tensioni. L'egocentrismo non è solo una parte del nostro carattere, ma ha le sue radici più profonde nell'egoismo.
Non è possibile aprirci a Dio Padre se siamo concentrati su noi stessi e allo stesso modo non possiamo rapportarci con gli altri. Dall'incontro con Dio Padre riceviamo la vita traboccante; questa vita non è qualcosa di astratto o per l'aldilà, è una vita piena, per l'oggi. Se non partite da questa certezza, avete sbagliato strada. Tuttavia questo rapporto interiore con Dio Padre nessuno ve lo potrà spiegare, perché dovete scoprirlo da soli.
4. Per stare con Dio Padre, occorre compiere due passi: vedere... - Volete vedere Dio Padre? "Io vorrei" tutti diremmo, ma non è vero. Qui tocchiamo un livello profondo: Dio Padre si può vedere a patto che si cerchi solo Lui e gli si dia il primato assoluto nell'anima. Solo allora l'anima comincia a vedere. Questo passo concreto si può fare solo contemplando Gesù Cristo ma non come un'immagine astratta.
Il quinto capitolo di S. Giovanni ci parla di una responsabilità interiore: l'uomo può vedere e incontrare Dio, e questo passo ce lo assicura Gesù Cristo con la Redenzione. Gesù ci apre la strada a un livello più profondo per vedere e incontrare il Padre, ma questo esige da parte nostra una decisione autentica e la rinuncia ad ogni tipo di scusa di fronte al Padre. È importante smascherare le nostre scuse: quanto più le scopriamo e le eliminiamo, tanto più entriamo nella luce.

5. ...e venire - S. Giovanni, poi, ci indica un secondo passo. Non è sufficiente vedere, bisogna venire. Noi abbiamo generalmente un concetto molto statico della fede, al contrario, essere aperti nella fede significa essere catapultati fuori. Ma venire incontro al Padre presuppone ancora una volta una decisione, una disponibilità.
Cosa significa venire? In Gv. 6, Gesù parla dell'Eucaristia nel discorso sul pane di vita e dice: Chi viene a me non avrà più fame (Gv 6, 35). Dobbiamo arrivare al punto di accettare il Padre per mezzo del Figlio. Questo comporta il sacrificio dell'egoismo in tutte le sue forme, significa attraversare le croci in maniera pulita e diventare pane di vita. Gesù nutriva le anime con la vita del Padre, anche noi in questa unione diventiamo pane e trasmettiamo la vita del Padre. Chi arriva a questo livello arriva alla contemplazione, chi arriva a questo rapporto aperto con Dio, arriva al sacerdozio regale! Bisogna cercare Dio Padre non per possederlo ma per donarci a Lui

6. Perché andiate e portiate frutto! - Chi rimane in Dio porta frutto, chi ha Dio in sé può rivelarlo agli altri. Il nostro agire a nome di Dio è un fallimento se non rimaniamo in Lui e Lui in noi.
Il nostro compito è manifestare Dio vivo perciò vi invito a rimanere con Dio Padre e a continuare a scoprire questo rapporto, questa dinamica di Dio in voi. La nostra missione è custodire la vita di Dio in noi e negli altri e non permettere che venga uccisa. Questo è l'atteggiamento che dobbiamo avere: non portare se stessi a nome di Dio, ma portare la vita di Dio. Solo così in comunione con Dio Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo, potrete rigenerare il mondo.

Nicola

 

Francesco e Giacinta di Fatima beati

L'uno di 10 e l'altra di 11 anni, saranno i più giovani, non martiri, dichiarati beati con regolare procedura. Il Papa ne ha dato l'annuncio il 29 giugno approvando il miracolo compiuto per loro intercessione su una donna malata di cancro da venti anni. Si dirà: troppo piccoli per poter essere dichiarati Santi! Ma pensiamo che in prigione seppero resistere anche alla minaccia di morte "sicura" se non avessero rivelato il segreto. Non esistono età particolari per poter essere santi ed esercitare l'eroicità delle virtù.

Per il nuovo ospedale P. Pio di Medj ci siamo ispirati a quello di S. Giovanni Rotondo, esemplare sotto ogni aspetto. Vogliamo compiere un'opera concreta al servizio dei pellegrini, che rimanga negli anni a lode di Dio e di Maria. Ottenuta la concessione edilizia dal comune di Citluk per la prima fase dell'ospedale (Pronto soccorso e Dipartimento materno-infantile) con il pagamento di 195 milioni, stiamo costruendo il 1° nucleo operativo ( costo di 300 milioni). Presto perforeremo i pozzi per l'acqua potabile a 100-150 m. di profondità (costo 150 milioni). Ringraziamo i cari amici benefattori per i quali celebriamo la S.Messa ogni 1° venerdì del mese.
Per aiutare: CCP 11958436 ad Associazione solidarietà e aiuto per la Casa internazionale dalla pace, v. Gen. Dalla Chiesa 38/a, I-43015 Noceto (PR), tel. (39) 0521-628448, fax 628447.
P. Mannes M. Ghizzardi - Alberto Gardoni

A S. Martino di Schio, Radio Kolbe, in collaborazione con l'Associazione Opera dell'Amore e i cantautori di ispirazione cristiana, organizza l'8° meeting internazionale dei giovani 1999 dal 12 al 15 agosto sul tema "Tutti tuoi, o Maria, Figlia prediletta del Padre". Per informazioni: Radio Kolbe, v. Ischia 8, I-36015 Schio (VI), tel. 0445-505035, fax 526815.

 

Il culmine della preghiera
nel Corpus Domini segna la fine della guerra

Ormai, dopo 80 giorni dall'inizio, si profilava una tragedia senza fine con un milione di profughi dal Kosovo con le note atrocità e le bombe che distruggevano senza sosta il territorio serbo. Poteva essere anche peggio, con l'estensione del conflitto, come molti prevedevano, compresi i profeti di sventura fissati al 1999, come all'anno apocalittico. Dopo i ripetuti appelli angosciati del Papa e gli sforzi della S.Sede per l'arresto del conflitto, il S.Padre richiamava urgentemente tutti i cristiani alla preghiera, indicando "il giorno del Corpus Domini come il culmine dell'intensa implorazione della Chiesa per la pace nei Balcani".
Ebbene proprio il giovedì del Corpus Domini, 3 giugno, il parlamento jugoslavo approvava la soluzione del conflitto proposta dal gruppo europeo, più la Russia. Giovanni Paolo II ha potuto dire, al termine dell'imponente processione del Corpus Domini da S.Giovanni in Laterano a S.Maria Maggiore: "La preghiera del Papa e di tutta la Chiesa sembra che sia stata confortata dalle prospettive di pace che appaiono essersi finalmente aperte". Il giovedì dopo, vigilia della festa del S.Cuore di Gesù, è stata firmata all'ONU la definitiva cessazione delle ostilità.
Certo non tutto è finito. Bisogna costruire la pace: impresa colossale dove la vendetta delle bande kosovare si scatena contro i serbi rimasti nel Kosovo. Molti di essi fuggono dopo aver saccheggiato e incendiato le case degli albanesi. Si scoprono molte fosse comuni, segno degli eccidii di albanesi da parte dei serbi. I profughi ritornano e trovano le case distrutte. Le forze della Nato con difficoltà fanno fronte alla situazione. Chi risanerà simili ferite? E' il momento in cui deve venire alla luce l'amore dell'uomo verso il fratello.

* Viaggio a Medj. - Pullman giornaliero da Trieste (vicino a staz. FFSS) ore 18, con arrivo a Medj. alle 08 del mattino; riparte alle 18 da Medj. con arrivo a TS alle 08 (tel 040-425001; £ 102mila, con prenotazione, a/r valevole pe un mese).

Eco su Internet: http://www.eclipse.it/medjugorje
E-mail di Mantova: ecodimaria@mclink.it

 

P. Tardif, un amico e "profeta" di Medjugorje, ci ha lasciato

Padre Emiliano Tardif, canadese, dei missionari del S. Cuore, è morto in seguito a una crisi cardiaca l'8 giugno scorso, a Cordoba, in Argentina. Aveva 71 anni.
A lui il Signore Gesù aveva donato un forte carisma di intercessione nella preghiera per i sofferenti nello spirito, nella psiche e nel corpo. Centinaia sono le testimonianze di guarigioni e di conversioni profonde che sono avvenute nelle sue missioni. Lui stesso è stato risanato miracolosamente nel 1973. "Ero ammalato di turbecolosi acuta, mi avevano prescritto un anno di cure intense. Invece guarii in 3 giorni, grazie alle preghiere di 5 laici". Ma a chi gli attribuiva i miracoli, egli rispondeva:"Io sono l'asinello di Dio. Quando Gesù entrò a Gerusalemme, la folla certamente acclamava Gesù, non l'asinello che lo portava". P.Emiliano ripeteva in ogni suo incontro e attualizzava con la sua opera, le parole: Cristo Gesù è il Signore - Cristo Gesù è vivo!.
P.Tardif intuiva che sarebbe morto presto? Sappiamo solo che ormai da un anno egli continuamente predicava quanto fosse necessario prepararsi all'incontro con il Signore. Le persone a lui più vicine sostengono che lui si impegnava a vivere questa preparazione in prima persona. E Dio è venuto a cercarlo mentre si stava preparando a celebrare la S.Messa, durante un ritiro per sacerdoti, dando così un bel segno a questo figlio che aveva sempre messo la S. Eucaristia al centro della sua vita, del suo ministero e dei suoi carismi. Preghiamo perché anche noi sappiamo fare della S.Messa la nostra vita, e della nostra vita una S.Messa.
Scrive sr. Emmanuel: "P.Tardif è sempre stato molto legato a Medj.; già nel 1981, mentre si trovava a Roma per un ritiro internazionale per sacerdoti, aveva profetizzato a Padre Tomislav Vlasic: "La Santa Vergine verrà ad aiutarvi!", e proprio un mese dopo cominciarono le apparizioni a Medj.!
Nel 1983 venne a Medj. insieme a un fratello delle "Beatitudini", al Dott. P.Madre e a Padre Rancourt. In quell'occasione la Madonna, tramite la veggente Marija, indirizzò loro un messaggio privato nel quale la Vergine comunicava di averli Lei stessa invitati in quel luogo per raccomandare di diffondere i suoi messaggi nel mondo e di proclamare suo Figlio Gesù come Signore e Salvatore. Ma il giorno dopo le autorità comuniste li arrestarono perché, pregando per i malati soprattutto dopo la S.Messa, riunivano intorno a sé folle immense. Furono quindi cacciati dal Paese e fu vietato loro di ritornare per 5 anni.
P.Tardif ritornò poi parecchie volte in Erzegovina e il suo ministero di compassione per i sofferenti è sempre stato in linea con lo spirito di Medj. dove, grazie all'intercessione della Vergine, si sono sempre ottenute moltissime guarigioni spirituali e fisiche".
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ULTIME

Il Corpus Domini a Medj. - Il Vescovo Peric' ha amministrato la Cresima a circa 70 tra ragazzi e ragazze. All'inizio della Messa egli aveva benedetto la nuova porta della chiesa, i nuovi confessionali e il nuovo tabernacolo. Dopo il programma serale si è svolta la Processione del SS. Sacramento.
Il 18° anniversario - Il 25 giugno ha visto una grande moltitudine di pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo. Le S. Messe sono state celebrate in 16 lingue. Si pensa a circa 50mila presenti. Nella Messa serale hanno concelebrato più di 160 sacerdoti. Era presente anche l'Arcivescovo Mons. Franic', il Nunzio apostolico in Slovenia, il Card. Echevarria e 2 Vescovi ecuatoriani. I veggenti erano tutti presenti: anche Marija è venuta con la sua famiglia. Il giorno precedente si è svolta, come al solito, la marcia della pace da Humac a Medj. dietro al SS. Sacramento.

A Ivanka: "Pregate per la pace!"

Come tutti gli anni, Ivanka ha avuto l'apparizione il 25 giugno e la Madonna è stata con lei, nella sua casa, per circa 7-8 minuti. Erano presenti solo il marito e i 3 bambini. La veggente ha detto di aver pregato per la parrocchia, per le famiglie e per tutti. Ecco il messaggio di Maria: Cari figli, ringraziate il mio figlio per tutte le grazie che vi ha concesso. Pregate per la pace, pregate per la pace, pregate per la pace.

Il festival dei giovani si terrà da sabato 31 luglio al 6 agosto, come già annunciato.

 

Vi partecipo la Grazia del mio 50° di sacerdozio, che ho celebrato il 29 giugno con i miei confratelli di ordinazione e la domenica precedente 27 nell'intimità festosa della mia comunità parrocchiale, sempre più generosa verso di me quanto più mi vede impotente. Finora, grazie a Dio, riesco a celebrare la Messa, anche se con un po' di fatica. Ho detto: Padre Santo, grazie per gli infiniti tuoi doni. - Gesù, buon pastore, salva e santifica quelli che mi hai dato. - Spirito Santo, compi nella mia infermità quello che non ho fatto nella pienezza delle forze. - Madre mia, fiducia e speranza mia, a Te mi affido e mi abbandono.
Quanto al lavoro per l'Eco, nel quale ho impiegato tutte le mie forze, ora devo dire basta. Preghiamo Maria che, oltre ai bravi collaboratori, ci dia un redattore e coordinatore sul luogo per l'enorme fatica di redazione e di collegamento con i vari traduttori. Nel Preziosissimo Sangue di Cristo, a cui è dedicato luglio e nella gloria di Maria Assunta in cielo, vi benedico di cuore.

Don Angelo

Villanova Maiardina, 1° luglio 1999