Aggiornamenti  | Medjugorje  | Messaggi  | Articoli i Attualitaè  | Video  | Galleria | Mappa del Sito  | Sulle[EN]  | Links[EN]  | Screensaver  | Wallpaper | Web Feed

www.medjugorje.ws » Eco di Maria Regina della Pace » Eco di Maria Regina della Pace 159 (Settembre-Ottobre 2001)

Other languages: English, Deutsch, Français, Italiano
Scarica (78.2 KB )
 


Eco di Maria
Regina della Pace
159

Settembre-Ottobre 2001

 


Messaggio del 25 luglio

"Cari figli, in questo tempo di grazia vi invito ad avvicinarvi ancora di più a Dio attraverso la vostra preghiera personale. Utilizzate bene il tempo di riposo e donate alla vostra anima e ai vostri occhi il riposo in Dio. Trovate la pace nella natura e scoprirete Dio il Creatore al quale potrete rendere grazie per tutte le creature; allora troverete la gioia nel vostro cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

Riposate in Dio!

E’ tempo di grazia, tempo nel quale Dio si fa trovare, e Maria ce lo ricorda tanto spesso quasi a sollecitare una nostra presa di coscienza affinché questo tempo, dono della misericordia divina, non trascorra invano. Tutto il tempo della nostra vita è tempo di grazia perché finché viviamo ci è data la possibilità di accogliere l’Amore incarnato; ma questo periodo storico è un particolarissimo tempo di grazia. E’ vero che l’incontro salvifico con Cristo Gesù può avvenire al tramonto della nostra vita, perfino all’ultimo istante, ma perché non vivere tutti i nostri giorni in comunione con Lui? Occorre sgombrare la mente ed il cuore dal sospetto antico, dalla diffidenza instillata dal tentatore; fidarsi di Dio, credere nel suo Amore di Padre, abbandonarsi a Lui e sperimentare l’ineguagliabile bellezza di una vita così vissuta. Possiamo così fare esperienza di vita eterna già in questa vita perché viviamo e gustiamo momenti di vita che non sono soggetti alla morte, a nessun tipo di morte, né sono messi in crisi dagli eventi del mondo. La chiamata di Dio è una chiamata alla gioia, indipendentemente dalle vicende liete o tristi della nostra esistenza. La santità è la vita in Dio e non è riservata solo a poche anime elette ma è offerta a tutti e solo il nostro rifiuto di abbandono a Lui può impedirci di raggiungerla. Quanto spesso Maria ci ha invitati ad abbandonarci a Dio, a deciderci per Lui!

In questo messaggio torna ancora sullo stesso tema: l’abbandono a Dio è qui visto come riposo in Dio. Non è la medicina che va cambiata ma la volontà dell’ammalato; il rimedio è sempre quello, e Maria non può far altro che ripetercelo, ma siamo noi che dobbiamo deciderci. Maria ci invita ad avvicinarci ancora di più a Dio attraverso la preghiera personale. Non una sequela sterile di frasi fatte o di formule preconfezionate che non coinvolgano il cuore sia la nostra preghiera, ma autentico colloquio della creatura con il suo Creatore perché si riduca sempre più la nostra distanza da Lui, fino a diventare così intimi a Lui da scomparire in Cristo. Se il nostro rapporto con Dio è espressione in noi del rapporto di Gesù con il Padre, la nostra comunione con Loro non può limitarsi a particolari momenti o circostanze, ma coinvolgerà la nostra esistenza senza soluzione di continuità. Ogni nostra azione, ogni pensiero avrà in modo naturale origine da Dio e troverà in Lui il suo compimento; tutto sarà riposo in Dio. Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi ristorerò (Mt, 11, 28). Entrare nel riposo di Dio perché la nostra anima ma anche il nostro corpo - i nostri occhi &emdash; trovino vero riposo e scoprano così il Creatore e gli rendano lode e grazie per tutte le creature. Riposare in Dio per cogliere la sua Presenza nella natura, per lasciarsi invadere dalla gioia della sua Presenza accanto a noi ed in noi, per ascoltare i palpiti del suo Cuore, per cogliere lo Spirito che il suo respiro ci trasmette, la Parola che vive in Lui, proprio come Maria di Betania (Lc 10, 39). Ritorna, anima mia alla tua pace poiché il Signore ti ha beneficato; egli mi ha sottratto dalla morte, ha liberato i miei occhi dalle lacrime, ha preservato i miei piedi dalla caduta. Camminerò alla presenza del Signore sulla terra dei viventi, recitano i versetti 7-9 del Salmo 116 (114).
Qui pace è sinonimo di riposo e questo ritorno dell’anima a Dio è certamente il modo migliore per utilizzare bene il tempo di riposo, secondo il suggerimento di Maria.

Nuccio Quattrocchi

 

 

Messaggio del 25 agosto

"Cari figli, oggi vi invito tutti a decidervi per la santità. Figlioli, che la santità sia sempre al primo posto nei vostri pensieri e in ogni situazione, nel lavoro e nei discorsi. Così la metterete in pratica un pò alla volta e passo per passo entrerà nella vostra famiglia la preghiera e la decisione per la santità. Siate veri con voi stessi e non legatevi alle cose materiali ma a Dio. E non dimenticate, figlioli, che la vostra vita è passeggera come un fiore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

Siate santi!

L’invito di Maria è chiaro, esplicito, preciso: vi invito tutti a decidervi per la santità. Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che l’uomo, creato in uno stato di santità, era destinato ad essere pienamente divinizzato da Dio nella gloria. Sedotto dal diavolo ha voluto diventare come Dio, ma senza Dio e anteporsi a Lui (398). Questo atteggiamento antico è tuttora presente nella storia dell’uomo. La venuta di Gesù nel mondo porta agli uomini la giustificazione che dà vita (Rm 5,18), consente la riconciliazione con Dio; ma questa possibilità è pur sempre soggetta alla nostra libera volontà: può essere accettata o rifiutata.
Tutta la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata fin dall’origine del mondo, che durerà fino all’ultimo giorno (Gaudium et spes, 37; Cat. Chiesa Catt, 409). In questa lotta tremenda Maria gioca un ruolo essenziale e decisivo: Io porrò inimicizia fra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe (Gen 3, 15). Maria ha inaugurato il tempo della salvezza portando Gesù nel mondo, e per suo mezzo si compirà la salvezza (Trattato della vera devozione a Maria, 49). Lei ci invita alla santità.
Tutti i messaggi dati a Medjugorje sono un continuo, incessante, invito alla santità; la preghiera, il digiuno sono vie che portano alla santità, l’abbandono in Dio è l’ambito della santità. Figlioli, che la santità sia sempre al primo posto nei vostri pensieri e in ogni situazione, nel lavoro e nei discorsi. Non è pensabile di potersi accontentare di qualcosa di meno; o si tende con tutte le proprie forze alla santità o si riduce Dio ad un idolo o ad un optional. Le stesse pratiche religiose possono tradire la loro finalità ed addormentare l’anima e la coscienza. L’obiettivo deve essere la santità, cioè la vita di Cristo in noi.
Se non ci rivolgiamo al Padre nello stile e nello spirito di Cristo Gesù come possiamo pretendere di essere riconosciuti figli? Se Cristo non vive in noi cosa diamo agli altri, quale vita comunichiamo? Se non rifulge nei nostri sguardi, nei nostri atteggiamenti, nei nostri discorsi, nelle abituali occupazioni della nostra giornata la luce di Cristo dove è finito il nostro Battesimo? Se la nostra preghiera non è la preghiera di Cristo quale è il suo valore?

La santità non è difficile da raggiungere se ci decidiamo con verità e se non ci assoggettiamo al mondo: siate veri con voi stessi e non legatevi alle cose materiali ma a Dio. Non è ciò che ci lega a Dio che limita la nostra libertà ma ciò che ci lega alle cose materiali, cioè a tutto ciò che ci distoglie da Lui. Maria ci incoraggia al raggiungimento della santità: la metterete in pratica un po’ alla volta e passo per passo entrerà nella vostra famiglia la preghiera e la decisione per la santità. L’invito di Maria è rivolto a tutti e solo il nostro rifiuto può essere di ostacolo. La nostra vita è passeggera come un fiore, ma questo fiore può, se lo vogliamo, profumare di cielo! N.Q.

 

 

La Globalizzazione e la profezia della povertà

L'anno scorso a Tor Vergata durante la giornata mondiale della gioventù abbiamo ascoltato le parole del Papa: Cari amici, voi non vi rassegnerete a un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame; restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti. Questa riflessione è - purtroppo - ancora attuale, e chiede risposte concrete, anche alla luce dalle violente contestazioni politiche che hanno accompagnato gli ultimi importanti summit internazionali.
Da anni ormai è in atto la globalizzazione dei mercati, cioè uno sviluppo economico che sulla base della innovazioni tecnologiche (informatica, internet) e finanziarie (Borse valori, moneta unica), ha reso l'economia dei vari Paesi interdipendente, per cui le scelte economiche di un Paese o di una grande azienda multinazionale hanno ripercussione (nel bene e nel male) sull'intera economia mondiale.
In sé la globalizzazione non è né un bene né un male, poichè può generare sia aspetti positivi che negativi. Entrambi gli aspetti sono presenti e si intrecciano in modo complesso tra loro: in senso positivo può operare un'apertura della mentalità, un esportazione dei valori democratici, la possibilità di benessere per tutti, lo sviluppo dei paesi poveri, l'avvento di una società multiculturale e tollerante, la fine dei regimi dittatoriali.
In senso negativo invece - e sono i risultati più evidenti - può generare la concentrazione del potere economico nelle mani di poche potenti società multinazionali, l'aumento del cosiddetto effetto forbice per il quale aumenta il divario tra paesi ricchi (il Nord del mondo) e paesi poveri (il Sud del mondo): i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri poichè la ricchezza si fonda sempre di più nella finanza (cioè negli investimenti di denaro) e sempre meno nella forza lavoro. Una sorta di effetto forbice è già presente anche all'interno dei Paesi ricchi: basti pensare alle forti differenze di guadagni tra un insegnante e un notaio, tra un assistente sociale e un analista finanziario, tra un operaio e un calciatore. Il valore del lavoro non è più determinato dalla sua utilità sociale ma dalla sua capacità di produrre altra ricchezza (spesso - come nel caso della Borsa - virtuale, cioè fittizia) o di generare spettacolo. Un altro aspetto negativo è il primato dell'economia sulla politica (cioè sugli interessi della collettività): sono gli interessi economici che determinano le scelte politiche che quindi non tengono debitamente in considerazione i bisogni (non solo economici) della collettività.
La globalizzazione dei mercati è ormai un dato di fatto che - almeno umanamente - non è possibile arrestare. Non ha senso dunque limitarsi ad una critica tout court senza pensare a soluzioni correttive che non siano solo idealistiche.
Per questo noi cristiani sentiamo il bisogno di interrogarci per quella che il Papa definisce la globalizzazione della solidarietà. Anzitutto occorre non estranearsi dalla realtà (magari rifuggendo in un errato spiritualismo) e capire, riflettere sui segni dei tempi.
Di fronte alla miseria di milioni di poveri, siano essi del Terzo mondo o delle nostre città, dobbiamo chiedere che le istituzioni politiche e i meccanismi economici nei quali viviamo agiscano in modo responsabile, solidale, favorendo uno sviluppo economico che sia anche sviluppo della dignità umana e rispetto dell'ambiente. Ma oltre a questo ciascuno di noi deve chiedersi cosa può fare come singolo, come famiglia: al di là della richiesta di necessari cambiamenti macroeconomici (cioè delle istituzioni politiche e dei sistemi economici) s'impone una revisione microeconomica, ossia dei nostri comportamenti quotidiani che ci rendono ingranaggi di un meccanismo complesso dove tutti diventiamo inconsapevolmente vittime e carnefici.
Di fronte allo stordimento consumista occorre riscoprire la povertà evangelica intesa come attenzione ai bisogni dei poveri, stile di vita sobrio. E' questa oggi una povertà profetica che può dire qualcosa al mondo, che può essere concretamente percorsa da ciascuno, che concorre al bene di tutti, che non è solo necessaria denuncia delle ingiustizie altrui ma propone stili di vita costruttivi.
Le decime (cioè la destinazione di parte dei propri guadagni a iniziative di beneficenza), le adozioni a distanza, il commercio equo solidale, il boicottaggio delle firme che producono sullo sfruttamento, uno stile di vita che distingue l'utile dal superfluo: sono queste alcune semplici iniziative già da anni presenti negli ambienti cattolici più sensibili e che contribuiscono a creare la giustizia sociale.

Mirco Trabuio

 

Le apparizioni di Kibeho

La Congregazione per la dottrina della fede ha avviato il riconoscimento dell'autenticità delle apparizioni di Kibeho, in Ruanda. Si tratta delle prime apparizioni mariane in Africa e sono anche le prime apparizioni ufficialmente approvate dalla Chiesa negli ultimi cinquant'anni (dopo quelle di Beauraing e Banneux degli anni Trenta). Costituisce forse un segno dei tempi il fatto che la Madonna, dopo le frequenti "visite" del secolo scorso nell'Europa Occidentale (Lourdes, Fatima, La Salette, Banneux, Montichiari, ecc) sia apparsa in Africa. Cinque secoli fa apparve per la prima volta in Sudamerica (Guadalupe), poi destinato a diventare nei giorni nostri il Continente con la più alta concentrazione di cristiani al mondo.
A Kibeho le apparizioni cominciarono nel novembre del 1981, quando sette giovani africani videro la Madonna e Gesù. Il vescovo del luogo, mons. Jean Gahamanyi, ha vigilato sulle apparizioni in modo esemplare incominciando ad interessarsi prima che esse finissero, riconoscendo l'abbondanza di frutti spirituali e denunciando alcune deviazioni che spesso prolificano in questi casi: (anche a Lourdes ci fu un "epidemia" di visionari). Una commissione di teologi e di medici ha condotto le necessarie verifiche e visti i risultati il vescovo già nel 1988 aveva dato la sua approvazione e permesso la pubblica devozione.
In Ruanda la Madonna si è presentata come la Madre del Verbo, facendosi portatrice di un messaggio di amore e di compassione rivolto agli uomini del nostro tempo.
Tra Medjugorje e Kibeho vi sono alcune somiglianze: le apparizione sono iniziate nello stesso anno (nel giugno 1981 a Medj., nel novembre dello stesso anno a Kibeho). I veggenti sono quasi in ugual numero (6 a Medj e 7 a Kibeho) e sono coetanei. Qualche anno dopo l'inizio delle apparizioni, sanguinosi conflitti etnici hanno colpito la ex-Jugoslavia e il Ruanda: in alcune visioni i veggenti avevano visto in anticipo i massacri delle rispettive guerre civili. Il messaggio fondamentale di Kibeho, come quello di Medjugorje, è l'invito alla conversione, alla preghiera, al digiuno.
Tuttavia vi sono anche le differenze: la Madonna è sempre la stessa, ma si adatta alle circostanze: parla croato con i croati, ruandese con i ruandesi. Ispira loro gesti e parole diverse secondo le rispettive culture e tradizioni.
Uno dei veggenti ruandesi, Emmanuel, poi deceduto durante il conflitto tra Tutsi e Hutu, aveva detto di aver imparato i fondamenti della vita cristiana e la preghiera del Padre Nostro, direttamente da Gesù.
Anche noi di Eco ci uniamo alla preghiera e all'augurio che fece Mons. Bigirumwami (primo vescovo di Nyundo e del Centro Africa) al tempo delle apparizioni: Noi speriamo che Kibeho diventi un centro di preghiera e di conversione. Così potranno sgorgare acque abbondanti portatrici di benedizione e di germi di conversione. Che bella speranza!

M.T.

 

"Risplende la Regina, Signore, alla tua destra"!

Così canta quest'oggi la Chiesa, mentre esultante ammira l'evento prodigioso dell'Assunzione della Vergine in corpo e anima al cielo. Questa solennità, posta nel cuore dell'estate, costituisce una propizia occasione per meditare sulle realtà che oltrepassano l'esistenza terrena.
Contemplando la Madonna nella gloria celeste, comprendiamo meglio che
l'impegno e le fatiche di ogni giorno non devono assorbirci totalmente, perché l'orizzonte della vita non si limita alla terra. In Colei che oggi splende di luce, vediamo realizzarsi pienamente quanto il Padre celeste promette a chi generosamente lo serve spingendo, se necessario, la propria fedeltà sino al dono supremo della vita. E' il saluto di Giovanni Paolo II alla Vergine Assunta in cielo, nel giorno in cui il Papa ricorda anche un uomo, polacco come lui, che accolse il martirio per "pura carità".
Sessanta anni fa, proprio alla vigilia dell'Assunta, s. Massimiliano Kolbe veniva ucciso e bruciato, il giorno dopo, nei forni crematori. Si era offerto con slancio in cambio di un padre di famiglia. Il suo gesto straordinariamente generoso può essere simbolicamente considerato un "dono alla famiglia", di cui egli aveva ben presente la fondamentale missione nella Chiesa e nella società - continua il Papa. Possa la memoria di questo martire della carità aiutare i credenti a seguire senza esitazione e compromessi Cristo e il suo Vangelo. Devoto figlio della Vergine, san Massimiliano incoraggi specialmente le famiglie e i giovani a trovare nella Madre di Dio sostegno nei momenti difficili e guida sicura verso la santità.

 

Il "cavaliere dell'Immacolata"

Chiamava la Madonna con i nomi più teneri e familiari. Con ciò esprimeva il suo intimo e appassionato amore alla creatura senza macchia. All'Immacolata s. Massimiliano Kolbe aveva dedicato tutta la sua opera, consacrandoLe innanzitutto se stesso e poi tutta quella attività apostolica volta a diffondere la devozione a Maria e alla sua azione mediatrice presso Dio.

Nato in Polonia nel 1894, p. Kolbe vive intensamente ciò che la storia propone al suo paese, studia per diventare sacerdote ma è anche appassionato di fisica e di matematica, il che gli avrebbe permesso più tardi di seguire le sue opere anche dal punto di vista tecnico. Trovandosi a Roma per gli studi, casualmente assiste a una processione di anticlericali-massoni che proclamano la vittoria del demonio sulla Chiesa, affermando che "Satana deve regnare in Vaticano e il Papa dovrà fargli da servo". Tale ardire lo porta a scoprire la sua missione e si convince che i cristiani devono diventare "cavalieri dell'Immacolata", per aiutare Maria schiacciare la testa al serpente, così come previsto dalla Scrittura.
A questo scopo fonda un'associazione, la "Milizia dell'Immacolata", che si propone di "cercare la conversione dei peccatori, degli eretici, degli scismatici, dei giudei e soprattutto dei massoni. In primo luogo si chiede la santificazione di tutti sotto il patrocinio e con la mediazione della Beata Vergine Maria" (ndr. sono le prime parole dello statuto).
E' un intento di larghissima portata perché nel suo programma non viene descritta solo una "opzione religiosa" ma una scelta globale. Il suo desiderio è infatti che i suoi cavalieri siano presenti dappertutto, nel campo dell'educazione, del lavoro editoriale e divulgativo, delle arti, delle scienze... In sostanza, si vuole che la Milizia "impregni tutto e in uno spirito sano guarisca, rafforzi e sviluppi ogni cosa alla maggior gloria di Dio, per mezzo dell'Immacolata e per il bene della comunità".
Come realizzare questo grande progetto? Innanzitutto creando un luogo dove questa attività possano svolgersi. Così p. Kolbe inizia a costruire una intera città a 40 km. da Varsavia, chiamata "Niepokalanow", ovvero, città dell'Immacolata. Sarebbe troppo lungo descrivere gli edifici e le loro funzioni, è sufficiente dire che in essa vivevano e operavano circa 1000 religiosi. Essi dovevano essere poverissimi ma avere a disposizione quanto di meglio c'é sul mercato. P. Massimiliano si intendeva di tutto e seguiva con attenzione i mezzi che la Provvidenza gli metteva a disposizione, non c'era sistema di comunicazione troppo veloce per lui: "il veicolo del missionari - sovente diceva - dovrebbe essere l'aereo ultimissimo modello".

In questa nuova "città" si stampano otto riviste per parecchie centinaia di migliaia di copie: "Bisogna inondare la terra con un diluvio di stampa cristiana e mariana, in ogni lingua, in ogni luogo, per affogare nei gorghi della verità ogni manifestazione di errore che ha trovato nella stampa la più potente alleata - affermava p. Kolbe - fasciare il mondo di carta scritta con parole di vita per ridare al mondo la gioia di vivere". Per questo amava definirsi "missionario della penna".
Intraprendente, energico, sfrutta le sue grandi capacità organizzative per creare quasi dal nulla e senza un soldo in tasca i suoi progetti, compresa una città anche nel lontano Giappone (1930). Eppure non fu questo a innalzare il prete polacco alla schiera di santi. La sua vita infatti prende una svolta totalmente diversa quando, con lo scoppio della II guerra mondiale, fu preso di mira dai nazisti e arrestato più volte. La sua città diviene rifugio per molti scampati, ebrei, feriti.
"Vado a servire l'Immacolata in un altro campo di lavoro" dice agli amici quando sta per essere condotto nel lager di Auschwitz. Era prete, una categoria che per odio veniva accomunata agli ebrei; ma a lui, proprio perché prete, tocca un lavoro due o tre volte superiore a quello degli altri. L'unione al Cuore della Vergine gli comunica tuttavia la forza per sopportare tutto. Il destino lo vuole nel famoso "blocco 14", un gruppo dal quale uno dei prigionieri riesce a fuggire. Ma ad Auschwitz la colpa di uno veniva pagata da dieci compagni con la condanna a morte nel bunker della fame. Tra questi, un uomo che al pensiero di lasciare la famiglia lancia un grido. Un urlo di dolore e di pietà che motiva immediatamente il sacerdote polacco a offrirsi al suo posto: sarebbe andato lui a morire di fame. Il gesto eroico di un santo, eppure il vero miracolo è che il suo sacrificio venga accettato. I nazisti intendevano infatti distruggere ogni tipo di solidarietà umana, il campo di concentramento voleva essere la dimostrazione che "l'etica della fratellanza umana" era solo vigliaccheria. Che la vera etica era la razza, e le razze inferiori non erano "umane". P. Kolbe dava finalmente un valore umano al morire, che rendeva il morire non più soggezione alla forza ma offerta volontaria.
La lunga agonia - nudi, al buio, in attesa di morire di fame - si trasforma in un'occasione privilegiata per rendere gloria a Dio. Preghiere e inni recitati ad alta voce "contagiano" le celle vicine e nel bunker della morte si consuma il sacrificio di purificazione, si celebra una messa. Un gesto che non può passare inosservato, neanche ai soldati che guardavano il prete con una sorte di rispetto.
E' la vigilia dell'Assunta, una delle feste mariane che egli più amava, quando lo costringono a morire insieme ad altri tre compagni rimasti vivi dopo due lunghe settimane di tortura. Il 14 agosto un'iniezione di acido fenico nel braccio spezza la vita terrena di s. Massimiliano Kolbe; "Quando aprii la porta di ferro non viveva più - racconta il suo carceriere; - ma si presentava come se fosse vivo. Ancora appoggiato al mure. La faccia era raggiante in modo insolito". Gli occhi largamente aperti e concentrati in un punto. Tutta la figura come in estasi. Non lo dimenticherò mai".
Con il suo insegnamento Kolbe ci mostra che rispondere alla disumanità con l'offerta e il sacrificio di sé non è la risposta di chi non sa fare altro - scrive A. Sicari nel suo libro "Ritratti di santi" (dal quale attingiamo informazioni per il nostro articolo) - di chi si rassegna all'oppressore, di chi attende tutto dall'aldilà e perciò può subire. P. Kolbe ha dato la vita, accettando di morire, dopo che aveva spese tutte le sue energie per la costruzione di un mondo diverso, di un mondo nuovo, di un centuplo quaggiù. Il martirio non fu una fuga devota. Fu la pienezza della sua energia vitale.

Stefania Consoli

 

 

* Cina, Indonesia, Sudan, Nigeria e Turkmenistan sono i paesi che calpestano più degli altri la libertà religiosa. E' quanto emerge dal rapporto annuale dell'Acs (Aiuto alla Chiesa che soffre), presentato a Roma a fine giugno. I casi più gravi sono segnalati in Cina, dove è sempre più dura la repressione nei confronti dei gruppi religiosi.

* Ucciso un missionario canadese in Giamaica. Il gesuita Martin Royackerzs era impegnato in un progetto per lo sviluppo agricolo della popolazione. E' caduto vittima dei conflitti tra bande armate di opposte fazioni politiche che dall'inizio dell'anno hanno ucciso 543, tra cui 3 sacerdoti.

* Pena capitale abolita in Cile. Lo comunica con soddisfazione l'arcivescovo mons. F. E. Ossa, che definisce la promulgazione "un importante passo verso la protezione della vita della persona". Il Papa ha espresso "compiacimento" per il provvedimento.

(dalle Agenzie di stampa)

 

 

Contemplare l’amore di Dio nella creazione

In numerosissimi messaggi Maria ci chiama "a dare gloria a Dio Creatore nei colori della natura", a quel Padre misericordioso, che "attraverso il più piccolo fiore ci parla della Sua bellezza e della profondità dell’Amore con cui ci ha creati" (Mess. 25.08.99).
Anche nel Vangelo esistono molteplici richiami a rivolgere lo sguardo al grande libro della Creazione, per discernere i grandi segni dell’Amore di Dio, che rivela la sua gloria anche nelle creature più umili, nei "gigli del campo" (Mt. 6,28), dove risplende un raggio della fulgida bellezza del Creatore, assai più che nelle splendide vesti dei re della terra. Queste sono infatti opera dell’uomo, in cui l’amore divino, unica fonte di ogni vera bellezza, è stato radicalmente appannato dal peccato d’origine.
In realtà in ogni creatura rifulge la gloria dell’Amore di Dio Uno e Trino, che "offre agli uomini nelle cose create una perenne testimonianza di sé " (Cost. dogm. Dei Verbum 3). Infatti "Dio ha creato il mondo per manifestare e per comunicare la Sua gloria" (CCC, N° 319).
Il Cuore Immacolato della Regina della Pace, che perennemente canta e serve la gloria di Dio, è pienamente aperto ad accogliere e a riversare sui suoi "cari figli" il fiume di grazia e di verità che il Padre fa sgorgare incessantemente sul mondo attraverso il mistero della Creazione. "Cari figli! Oggi vi invito a entrare nella natura, perché in essa incontrerete Dio Creatore…vi invito a ringraziare Dio per tutto ciò che vi dà. Ringraziandolo, voi scoprirete l’Altissimo e tutti i beni che vi circondano…" (Mess. 25.10.95). La Madonna ci invita a glorificare l’Amore del Padre, aprendoci con animo traboccante di gratitudine filiale alla contemplazione del Creato, per accogliere pienamente la benedizione della gioia celeste che Dio fa scorrere nel Suo Cuore Immacolato. In tal modo ci sarà dato di riconoscere in ogni creatura la gloria dell’Amore Trinitario: "Figlioli, rallegratevi di tutto ciò che avete…così nella vita potrete ringraziare per tutto e scoprire Dio in tutto, anche nel più piccolo fiore. Scoprirete una grande gioia, scoprirete Dio" (Mess.25.04.89).

Maria ci ricorda che Dio parla ai suoi figli attraverso la natura chiamandoli incessantemente alla verità e alla salvezza: "...Dio vi vuole salvare e vi manda messaggi attraverso gli uomini, attraverso la natura e attraverso molte altre cose che vi possono aiutare a comprendere che dovete cambiare la direzione della vostra vita.."(Mess. 25.03.90); "Figlioli, voi cercate segni e messaggi e non vedete che Dio, con il sorgere del sole di ogni mattino, vi invita a convertirvi e a ritornare sul cammino della verità e della salvezza" (Mess. 25.09.98). La Madonna ci invita a contemplare nella natura il riflesso di quella perfezione originaria del rapporto con il Creatore, non perturbata dalla libertà malata dell’uomo, per trarne continua luce e ispirazione nel cammino verso la santità: "Cari figli! Vi invito ad aprirvi a Dio. Vedete come la natura riapre e dona la vita e i frutti? Così anch’io vi invito alla vita con Dio e all’abbandono totale a Lui."(Mess. 25.05.89); "Cari figli! Oggi vi invito a risvegliare i vostri cuori all’amore. Osservate al natura e vedete come essa si sta risvegliando: questo vi aiuterà ad aprire i vostri cuori all’amore di Dio Creatore. (Mess 25.04.93).
Nei suoi messaggi, Maria attinge molto spesso, come del resto Gesù nel Vangelo, a vivide immagini tratte dalla natura, da cui traspare il fuoco d’amore celeste che pervade il Suo Cuore Immacolato nel contemplare nelle creature il riverbero dell’indicibile bellezza dell’Amore divino. Così si rivolge ai suoi figli: "Quando pregate voi siete molto più belli: come i fiori che dopo la neve mostrano tutta la loro bellezza e tutti i colori diventano indescrivibili" (Mess. 1.12.86); "Desidero che siate come un fiore che fiorisca a Natale per Gesù, un fiore che non cessi di fiorire quando finirà il Natale" (Mess. 21.12.84, tramite Jelena); "Che i campi di grano vi parlino della misericordia di Dio verso ogni creatura" (Mess. 25.08.99).
Nella varietà delle creature, la Madonna sembra guardare con speciale predilezione ai fiori, che, con la loro molteplicità di forme e colori e con la gratuità della loro bellezza, compongono tuttavia un’unità armoniosa, che riflette e glorifica mirabilmente il mistero dell’Amore Trinitario impresso indelebilmente nell’intera Creazione.
Maria ci invita ripetutamente a presentarci, con libertà ed amore di figli, davanti al nostro Creatore, come tanti piccoli fiori, ricolmi del profumo delle virtù, totalmente aperti e abbandonati al calore salvifico e alla pienezza di vita che si irradiano incessantemente dal sole di grazia del "Padre di ogni misericordia": "Cari figli! Oggi desidero esortarvi ad aprire il vostro cuore a Dio, come si aprono i fiori in primavera alla ricerca del sole" (Mess. 31.01.85); "Figlioli, desidero che siate un meraviglioso mazzo di fiori da offrire a Dio nel giorno di tutti i Santi" (Mess. 25.10.94); "Figlioli, desidero fare di voi un bellissimo mazzo di fiori preparato per l’eternità…"(Mess. 25.07.95).
L’amore di Dio fluisce incessantemente attraverso la natura e vuole raggiungere le anime ferite ed inquiete degli uomini per guarirle, ricolmarle di pace celeste ed elevarle a sé. Per questo, anche nell’ultimo messaggio, Maria ci esorta ad incontrare il volto del Padre attraverso l’esperienza viva dell’amore divino presente nella Creazione: "Trovate la pace nella natura e scoprirete Dio il Creatore al quale potrete rendere grazie per tutte le creature; allora troverete al gioia nel vostro cuore"(Mess. 25.07.01).

Proprio per essere un mezzo privilegiato attraverso cui scorre l’amore puro di Dio sul mondo, l’intera Creazione viene radicalmente coinvolta nella grande lotta cosmica tra la Luce e le potenze delle tenebre, che vorrebbero annientare tutto ciò che esprime la vita e la gloria di Dio. Infatti, come ci ricorda l’Apostolo "…tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi le doglie del parto…aspettando la redenzione del nostro corpo" (Rm. 8, 22-23).
Maria non esita a smascherare le reali intenzioni di satana che, attraverso i suoi numerosi accoliti, accecati dal culto di Mammona, vuole distruggere i più fondamentali equilibri ambientali del pianeta: "Satana è forte e desidera distruggere non solo la vita umana, ma anche la natura e il pianeta su cui vivete. Perciò, cari figli, pregate per poter essere protetti attraverso la preghiera con la benedizione della pace di Dio" (Mess. 25.01.91).
Per questo la Regina della Pace ci chiama alla dignità regale dei figli che non si limitano a ad accogliere e a godere della grazia e della benedizione donati gratuitamente dal Padre attraverso la natura, ma sono pienamente disposti a farsi, nelle Sue mani, strumenti attivi ed efficaci di salvezza per i fratelli e per l’intera Creazione. Che Lei ci ottenga il dono di una risposta più vera e profonda a questa grande chiamata, bruciando nella fiamma d’amore del suo Cuore Immacolato ogni grettezza e divisione che rendono ancora tanto pesanti e opachi i nostri cuori alla luce dell’Agnello che illumina la nuova Creazione.

Giuseppe Ferraro

 

 

Una protesi per Edina. Chi le ridarà la casa?

A nord di Nevesinje, città serba di Bosnia, a 41 km da Mostar, sorgono 12 villaggi musulmani: gente attiva e pacifica che la tragica guerra decimò e allontanò. Povere case che furono tutte distrutte dall'odio etnico. Ai vecchi abitanti di quei villaggi, da quasi due anni è consentito rientrare e, con l'aiuto di alcune organizzazione europee che forniscono un po' di materiale edile, ricostruiscono pian piano le proprie piccole case. Sono tornate famigliole di una certa età, non quelle giovani con bambini, perché le scuole non sono ancora ricostruite; gente buona che lavora sodo e che si aiuta l'un l'altro in pieno accordo. Hanno bisogno di tutto; ma un anno fa, quando li abbiamo conosciuti, ci chiesero soprattutto sementi ed attrezzi agricoli per riavviare un po' di campagna e gli orti.
Lo scorso aprile fui condotto a visitare una famiglia originaria di quei villaggi ma ancora profuga a Mostar in due angusti e poverissimi locali. La figlia maggiore, Edina di 29 anni, sei mesi prima, mentre si recava nel villaggio per vedere se era possibile mettere mano ai ruderi della loro casetta per ricostruirla, è saltata su una mina posta sulla strada ed ha perso una gamba, oltre a moltissime ferite in ogni parte del corpo. Non una vecchia mina dimenticata, ma messa apposta allora, dopo cinque anni dalla fine della guerra! Promisi che mi sarei interessato e proprio di recente Edina ha messo la protesi alla gamba che le permetterà di camminare sempre meglio. Con poco più di 3 milioni di lire abbiamo potuto dare ad Edina un po' di fiducia nella vita, la possibilità di trovare un lavoro e finalmente l'abbiamo vista serena... quasi felice.

Continuano i nostri pellegrinaggi di carità per portare aiuti in tante parti della Bosnia. Prossime partenze 29/9 - 31/10... Per chi trova un furgone e vuole venire, per chi vuole contattarci o aiutarci:
Alberto Bonifacio - Centro Informazioni Medjugorje - Via S. Alessandro, 26 - 23855 PESCATE (LC) Tel. 0341-368487 - Fax 0341-368587
conto corrente postale n. 17473224
conto corrente bancario n. 98230/Y Banca Popolare di Lecco - Div. Deutsche Bank - Piazza Garibaldi, 12 - 23900 LECCO - ABI 3104 - CAB 22901

(I conti sono intestati ad Alberto Bonifacio).

 

 

Il Festival dei Giovani a Medj.
"Crescere con Maria nella sapienza e nell’amore"

 

"Amare ed essere amato è il desiderio più profondo e fondamentale di ogni uomo. Non c'è neanche bisogno di dire quanto sia importante l'amore e il fatto di essere accettati all'interno della famiglia, scuola di vita. La mancanza di amore e di accettazione all'interno della famiglia lasciano delle ferite molto profonde. Si sa molto bene che il bambino fin dal concepimento sa e riesce a sentire se viene accettato con amore oppure no. I cuori che si aprono all'amore, così come si apre la natura, prima mostreranno e dimostreranno il proprio amore all'interno della famiglia. L'amore salverà la famiglia dal disordine e dall'odio e riporterà all'interno di essa lo spirito della preghiera. Attraverso la preghiera Dio ci darà la forza per amarci gli uni e gli altri".

E’ bello introdurre così questo nostro commento alla 12° edizione del Festival dei giovani che si è svolto a Medj. dal 31 luglio al 6 agosto. Sono parole pronunciate in una diversa occasione da p. Slavko che fu, tra l’altro, l’ideatore stesso di questa manifestazione. In maniera sintetica ma estremamente eloquente p. Slavko ci aiuta a comprendere la centralità dell’amore nella nostra vita e l’importanza della famiglia come luogo privilegiato dove l’amore nasce, cresce e porta frutto. Nel corso di tutto il festival i giovani sono stati invitati a riflettere su diversi aspetti di queste tematiche e a pregare ogni giorno per un’ intenzione particolare: per i papà, le mamme, i bambini, i fratelli - sostenuti dall’invito di Maria che nei suoi messaggi ci dice: "...amate prima di tutto i vostri familiari..." (mess. 6.06.1985), "...vi invito a scoprire l’amore nei vostri cuori e nelle nostre famiglie." (mess. 25.11.1995). Maria sa bene quanto sia importante per noi capire il suo invito all'amore e che partecipiamo al processo dell'amore che si risveglia. Perciò ci ripete che Lei ci ama con amore materno. L'amore materno è la condizione della vita in generale. Questo tipo d'amore in particolare è attivo ed è la condizione per la creazione di una nuova vita. Senza quest'amore la vita non può nè iniziare nè sopravvivere.
L’amore è anche la fonte della pace... Quest’anno è stato dichiarato anche ANNO DEL DIALOGO. Nel suo messaggio per la giornata mondiale della pace "Dialogo tra le culture per una civiltà d’amore e di pace", il Santo Padre invita il mondo intero a realizzare "passi concreti per promuovere la pace e la comprensione tra i popoli". Il Papa in modo particolare si rivolge ai giovani "futuro dell’umanità" e "pietre vive nella costruzione della civiltà dell’amore" dicendo: "Conservo nel cuore il ricordo dell’incontro commovente e pieno di speranza che abbiamo avuto nel corso della giornata mondiale della gioventù a Roma (ndr: Giubileo dei giovani 2000). La vostra partecipazione è stata gioiosa, sincera e promettente. Il Signore mi ha dato la grazia di contemplare - attraverso il variopinto mosaico delle vostre diverse lingue, culture, abitudini e mentalità - il miracolo dell’universalità della Chiesa, la sua cattolicità, la sua unità. Attraverso di voi ho visto una miracolosa armonia di diversità nell’unità della stessa fede, della stessa speranza, dello stesso amore…
E’ ciò che si è visto anche a Medj. in questi giorni, dove 10.000 giovani provenienti dai cinque continenti affollavano la spianata alle spalle della chiesa. A loro era offerta la traduzione simultanea in ben 15 lingue ma in realtà si sentiva parlare in 22 lingue diverse. Sembrano proprio questi giovani i destinatari delle parole del Papa: "Carissimi giovani di tutte le lingue e culture, davanti a voi sta il sublime ed esigente compito di essere, nel rispetto di tutti, uomini e donne capaci di vivere la solidarietà, la pace e l’amore verso la vita. Siate costruttori di un’umanità nuova nella quale fratelli e sorelle, membri di un’unica famiglia, potranno finalmente vivere in pace".

La Madonna ci insegna sempre che se vogliamo costruire un mondo nuovo tutti gli individui sono invitati: le famiglie, i gruppi, tutta la Chiesa e tutto il mondo. Così come specifica nel messaggio del 6 giugno 1985: "Cari figli, nei prossimi giorni verranno in questa parrocchia persone di tutte le nazionalità. Ed ora vi invito all'amore: amate prima di tutto i vostri familiari, e così potrete accogliere ed amare tutti coloro che arrivano". Tutto ciò che la Madonna ci dice, lo dice in nome di Dio &emdash; ribadisce nei suoi scritti p. Slavko. Maria é il profeta e la regina dei profeti, e profeta é colui che parla in nome di Dio. Perciò, la parole dei profeti non riguardano soprattutto gli avvenimenti futuri, ma "parlano" in nome di Dio. Perciò ogni madre ed ogni padre sono prima di tutto profeti, che rivelano ai propri figli la volontà di Dio, l'amore di Dio, la misericordia, i piani di Dio e i mezzi attraverso i quali questi piani si possono realizzare. A Lei Dio ha raccomandato i piani che si realizzeranno solo con la nostra collaborazione. "Mi avete aiutato con la vostra preghiera per realizzare i miei piani. Continuate a pregare affinché questi piani si realizzino del tutto" (Mess. 27.9.1984).
Sull’altare maggiore si sono alternati molti "testimoni dell’amore"- : sacerdoti, religiosi, giovani, i veggenti... che hanno raccontato come l’incontro con l’Amore di Dio ha guidato le loro vite e come continua a trasformare quelle che il Signore gli fa incontrare. In particolare, sr. Elvira, della Comunità Cenacolo, ha esortato i giovani ad aiutarsi reciprocamente a comprendere che l’amore vero è quello che sa sacrificarsi per gli altri.

S.C.

 

A Medj. i giovani scoprono l’amore e la semplicità di Dio

Per sapere cosa vivono i giovani quando si sentono chiamati a scoprire l’amore di Dio è necessario chiederlo a chi ha fatto personalmente questa esperienza.
In un intervista
fr Jean Uriel Frey, membro della Comunità delle Beatitudini, ci racconta la sua conversione avvenuta a Medj. e come ha messo a disposizione di altri giovani il suo "tesoro".

Mi chiamo Jean Uriel, sono svizzero di lingua tedesca, nato a Lucerna e ho 32 anni. Ho sentito parlare di Medj. 12 anni fa da mio fratello maggiore quando lui mi ha invitato a venire qui in pellegrinaggio. Ho accettato senza sapere nulla di ciò che in realtà succedeva in questo luogo. Ricordo, come se fosse ieri, che sin dal primo giorno ho sentito la grazia di Dio su di me. A un certo punto di quel primo giorno persi il piccolo gruppo con il quale ero venuto, e così dietro la chiesa, da solo, ho incontrato l’amore e la grande misericordia di Dio. Ho pianto tutte le lacrime che avevo dentro, che esprimevano non solo il mio dolore, ma anche la gioia e la riconoscenza verso il Padre che mi amava per quello che ero veramente.
Quel momento, quella esperienza, mi hanno segnato per tutta la mia vita. Non subito, ma pian piano, il Signore ha potuto lavorare nel mio cuore. Cominciai lentamente a scoprire il ruolo della Vergine Maria nella mia vita e il suo compito nella Chiesa. Mi posi alla sua scuola in ricerca della mia vocazione; così, alcuni anni più tardi, sentii chiaramente la chiamata al sacerdozio e alla vita religiosa nella Comunità delle Beatitudini, dove vivo già da 7 anni. Per la festa dell’Ascensione ho professato solennemente i miei voti.
Sono tornato più volte a Medj. Ora mi trovo qui con un gruppo di 170 giovani francesi, alcuni italiani e tedeschi, per partecipare al festival. La cosa che mi ha colpito, così come era anche successo le altre volte, è stata l’essermi sentito subito avvolto dalla presenza della Vergine Maria. Quando mi avvicino alla chiesa e vedo i giovani che pregano attorno alla rotonda ho l’impressione che il manto della Madonna li ricopra e che tutti trovano la grazia di sentirsi figlio di Dio.

d. Cosa cercano i giovani a Medj e cosa trovano?

I giovani nel profondo cercano Dio, anche se tante volte non lo esprimono direttamente. Molti mi hanno detto che sono venuti per caso e che loro stessi non sanno il perché; ma penso che in loro ci sia la ricerca di qualcosa di più, di qualcosa che può veramente donare un senso alla loro vita e al quale non possono dare un nome. Credo che la maggioranza dei giovani trovi a Medj la certezza di essere amato profondamente da Dio, così come essi sono... Nello stesso tempo scoprono che questo Padre pieno di bontà e di amore gli ha dato anche una Madre che li aiuta nel loro cammino di fede. A Medj. trovano anche una chiesa molto semplice, fraterna e viva. Al Festival dei giovani si respira lo stesso spirito della GMG (ndr. Giornata Mondiale della Gioventù), dove è presente una grande diversità, tante nazionalità, gente di tutti i tipi, gruppi di preghiera di origine differenti e tutti sono afferrati dalla stessa grazia, dalla stessa fede e dalla sicurezza di essere figli di Dio e della Vergine Maria.

d. Come amano pregare i giovani?

Sono molto sorpreso perché quest’anno ho realizzato che il modo di pregare, soprattutto in questo festival della gioventù, è caratterizzato da una grandissima semplicità ed apertura. Sono felice di vedere come i responsabili dei gruppi e del festival accolgano con cuore aperto tanti predicatori così diversi tra loro e come proprio i predicatori formano armoniosamente un solo corpo, senza contraddizioni, senza competizioni. Si vive una grande libertà e la gente viene aiutata attraverso il canto a pregare con tutto il corpo e con la gestualità. I giovani sono molto sensibili a questo perché possono esprimere con naturalezza ciò che abita nel loro cuore.
Generalmente è molto difficile riuscire a far cantare i giovani che stanno ancora scoprendo la Chiesa. Ad esempio, qualche settimana fa mi trovavo in un incontro in Francia dove erano presenti circa 400 giovani. In quell’occasione sono stati necessari più giorni per far entrare i giovani nella lode davanti a Dio, da esprimere con il canto e con i gesti; invece qui a Medj., fin dal primo giorno, ho avuto l’impressione che tutti possono seguire con facilità questo modo di pregare. E’ davvero un dono di Dio questa semplicità con cui tutti riescono a vivere una sorta di infanzia spirituale.

d. Cosa dici ai giovani che si sentono chiamati a stare più vicini a Dio, come li accompagni, cosa gli consigli per capire dentro di sé la loro vocazione?

Mi è capitato spesso di vedere che a Medj. i giovani vivono delle esperienze molto forti che li coglie impreparati Ne ho incontrati molti, tra questi una ragazza, Veronique, che è venuta qui invitata da sua cugina e non sapeva neanche perché fosse venuta. Viaggiavamo sullo stesso pullman e lei era molto sorpresa, le appariva tutto strano, non capiva cosa stavamo facendo... ma quando siamo arrivati anche lei è stata subito rapita dalla grazia e ha scoperto la bellezza e la gioia di credere. In pochi giorni ha fatto una cammino incredibile! La domanda più frequente che essi mi pongono è: cosa avverrà dopo questi giorni qui a Medj, una volta rientrati a casa?
Nei colloqui personali, consigliamo ai giovani di provare a continuare a vivere nelle proprie case un breve tempo quotidiano di preghiera personale con Dio e, possibilmente, di inserirsi in un gruppo di preghiera dove poter condividere le proprie esperienze, così come la Vergine ci invita nei suoi messaggi. La Madonna ci indica i cinque strumenti che ormai sono noti a tutti, ma non sempre per i giovani è facile vivere il digiuno. Ritrovarsi in un piccolo gruppo di preghiera li può aiutare a vivere la grazia ricevuta a Medj, affinché essa possa lentamente penetrare le radici della loro vita e trasformarla.
Desidero aggiungere ancora qualcosa: il nostro pellegrinaggio aveva un tema specifico &emdash; "Vivere sotto la guida dello Spirito Santo" (cfr. Gal 5,16). Vedo che qui a Medj. tutta la vita cristiana diventa molto facile. Tante volte i giovani dicono che essa è impegnativa, e anche lo nostra esperienza ci mostra che spesso non è facile seguire Cristo nel nostro quotidiano con tutto quello che il mondo ci propone, ma sentiamo anche che attraverso Maria tutto diventa più semplice. Veramente questa Madre che ci prende per mano e che ci aiuta a seguire Cristo, in una grande tenerezza e semplicità. Lei che è riempita dello Spirito Santo, ci aiuta a fare tutto nella forza dello Spirito e non attraverso le nostre capacità.

d. L’esperienza della preghiera carismatica spinge un po’ ad una preghiera di lode, di gioia... Come parlate ai giovani della croce, come affrontate nelle vostra spiritualità la sofferenza vissuta come elemento di corredenzione e di salvezza?

Per noi, in Comunità, la Croce ha un posto molto importante. E’ vero che a Medj. l’aspetto più evidente in questi giorni del festival è la gioia vissuta con spirito di fraternità, ma è anche vero che non siamo ancora saliti sul monte della Croce; lo faremo insieme agli altri per la messa finale. Ma dalla mia esperienza passata so anche che i pellegrini testimoniano che vengono maggiormente colpiti dalla Via crucis sul monte Krizevac, anche se spesso è umanamente difficile a vivere.
Per me questa è la prova che Maria non fa altro che guidarci verso Cristo: Come ho già detto, 12 anni fa ho incontrato Gesù e il suo amore, e allora era difficile comprendere il posto di Maria: ho avuto bisogno di tempo. Per me il suo ruolo è nella Chiesa, ma il suo unico desiderio è quello di guidarci verso suo Figlio e nelle braccia del Padre. Allora non mi sorprende che tanti giovani scoprono l’amore di Cristo nella Via crucis, perché nella morte sulla croce Dio ci ha mostrato il suo più grande amore per tutti noi.

d. Nella tua famiglia siete quattro figli e tutti consacrati...

Tutte le opere di Dio si realizzano sempre in una grande semplicità... Ciascuno di noi fratelli (tra cui una sorella) è stato chiamato alla vita consacrata, ma questo è successo in una maniera così naturale! Devo ammettere che quando la gente lo viene a sapere umanamente gli sembra un po’ strano, persino shockante, ma è importante dire che questo si inscrive nella storia personale di ognuno.
Il Signore fa le cose molto dolcemente, con naturalezza; ognuno di noi è stato chiamato a seguirlo nella vita consacrata in Comunità diverse, "colorate" diversamente (lo dimostrano gli abiti che indossiamo!), e questo non si fa da un giorno all’altro. Ciascuno di noi è cresciuto con la Grazia di Dio. Allora approfitto per dire un grande grazie al Lui per la chiamata che ci ha donato, per me essa è personalmente una grande gioia e penso che lo sia anche per i miei fratelli. Lo ringrazio anche per i nostri genitori, che non sono delle persone straordinarie, direi che sono come tutti gli altri, ma è vero che essi sono riusciti ad aprirsi alla volontà di Dio e a rimanere sempre aperti a ciò che Dio voleva realizzare nella vita dei loro figli. E con prontezza e semplicità hanno accettato la nostra vocazione.

d. Cos’altro vuoi dirci?

Voglio approfittare per invitare tutti a mettersi alla scuola della Madonna, di essere in ascolto di ciò che Lei vuole dirci. Oggi, il 5 agosto, qui a Medj. si festeggia il suo compleanno (ndr. secondo quanto è stato da lei stessa rivelato in un messaggio), e penso che la gioia più grande di una madre sia sapere che i suoi figli sono sereni. L’unico desiderio della Vergine Maria e saperci felici; per essere in questa beatitudine, in questa gioia dei figli di Dio, dobbiamo farci guidare da Lei: sarà Lei a comunicarci la felicità di sapere che Cristo è il nostro Salvatore.
Infine vorrei invitare i giovani a venire a Medj., in particolar modo nei giorni del festival. Ai "grandi" direi di non esitare ad offrirgli il viaggio come regalo di Natale o di compleanno, così come mio fratello più grande lo ha offerto a me la prima volta. Probabilmente non sarei mai venuto e mai avrei potuto vivere quello che ho vissuto... Vi invito allora ad essere creativi a farvi promotori di questi viaggi, per permettere ad altri giovani di vivere la gioia di sentirsi amati dalla Regina della Pace.

Red.

 

Trasfigurati dall’Amore

Una luna tonda, piena, bianchissima illuminava i ciottoli del Krizevac, dove migliaia di piedi si posavano per ascendere quel "Monte della Croce" che presto si sarebbe trasformato in un "Tabor"... In preghiera, in silenzio, uno dietro l’altro, i giovani si guadagnavano il posto dal quale, dopo la veglia di preghiera, avrebbero assistito alla s. Messa, celebrata all’ombra della grande croce di cemento che sovrasta Medj. E’ il giorno conclusivo del festival; un pizzico di rammarico nel cuore per l’imminente partenza ma anche tanta gioia e gratitudine per quanto hanno ricevuto in questi giorni di agosto.
Le erbe che incorniciano le pietre del Krizevac emanano intensi e penetranti aromi &emdash; salvia, timo, mentuccia, origano selvatico... Odori di antica memoria che riportano la mente a quell’unguento profumato con cui una donna peccatrice aveva cosparso i piedi di Gesù (cfr. Gv 12,3).
Anche loro, i giovani, con il loro entusiasmo, con l’innata capacità a lasciarsi coinvolgere e guidare dalla grazia, sono stati in questi giorni un balsamo profumato per il Corpo di Cristo. Quel Corpo che è ancora vivo e palpitante: il suo Corpo mistico, la Chiesa. Un Corpo spesso ferito dall’indifferenza e dalla tiepidezza di chi, pur professandosi cristiano, dedica al suo Signore soltanto poche briciole della propria esistenza, qualche attimo ritagliato nella frenesia di un tempo che ci sfugge tra le mani.
I giovani, al contrario, sanno essere un membro molto vitale del Corpo di Cristo. Sono capaci di avvicinarsi naturalmente al suo cuore e attingere da esso l’amore che poi trasmettono agli altri con spontaneità e sincerità, attraverso il volto, il sorriso, lo sguardo, i gesti... Liberi dalle convenzioni e mossi esclusivamente dal desiderio di essere autentici.

Sono venuti qui alla ricerca del loro Capo, Gesù, perché sanno che solo Lui li accetta per quelli che sono: fragili, deboli, insicuri, intimoriti. Sono quegli stessi giovani che il mondo vuole invece forti, sicuri di sé, aggressivi, per conquistare la loro piccola porzione di potere in una società sempre più individualista e consumista. Si combatte per tutto e si consuma tutto, persino i sentimenti e la propria dignità. Gesù invece si propone come la loro libertà dove ognuno può scoprire se stesso, il suo vero volto e sentirsi scelto, chiamato a vivere in una pace che non si consuma perché proviene dall’eternità.
Ma qui a Medj. oltre al Figlio c’è la Madre, con una presenza del tutto speciale. E’ Lei che li accoglie, che li abbraccia e indica loro la strada per trovare l’Emanuele, il Dio con noi... Non è strano allora vedere le lunghe file davanti ai confessionali, l’ansia gioiosa di ricevere l’Eucaristia stampata sui volti, il raccoglimento profondo e adorante davanti al SS. Sacramento... Maria indica la via dei sacramenti, della Parola di Dio, del sacrificio - la stessa via tracciata dal Maestro - e i giovani la seguono.

Un sole cocente infuocava ogni cosa, ma il suo calore non è riuscito a sciogliere il desiderio di accettare ogni contrarietà pur di esserci. E’ questo il modo con qui essi affrontano il sacrificio; con naturalezza, spontaneità, vivendolo come parte della propria esistenza con il quale imparare a stare. E’ nell’accettazione che tutto diventa più facile.
Il sentiero verso la croce si fa sempre più ripido, impegna tutto il corpo, ma l’approssimarsi delle voci che cantano e pregano rende magicamente più lesti i piedi. Si desidera gustare gli ultimi attimi della Grazia che ha invaso in questi giorni Medj: una Grazia potente, palpabile, quasi inebriante. Ma è anche merito loro. I giovani infatti sono capaci di aprirsi interiormente senza troppi condizionamenti, così come si aprono alle novità della vita e al futuro. Questa apertura attira Dio in un modo prepotente, tanto che Egli non può resistere... L’Amore si sente quasi "calamitato" dall’anima che non si vergogna di esprimere la propria sete di Lui, il suo desiderio dell’Infinito e dell’Eterno. E allora il cielo si fa uno con la terra, penetra i cuori, le anime e li fa risplendere di Sé.
E’ così che i giovani accolgono il mandato affidatogli dal Santo Padre in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù del prossimo anno: "Siate sale e luce per la terra!"
L’orizzonte si rischiara. Ora è l’alba a risplendere sui volti assonnati e a rivelare la gioia e la soddisfazione di essere lì, sul loro "Tabor", trasfigurati dall’amore di Gesù.

Stefania Consoli

 

 

 

Ai giovani riuniti a Medj. Jelena ha raccontato il suo cammino di fede e di preghiera alla scuola di Maria. Accanto a lei Marjiana, a testimonianza che la Madonna le aveva scelte insieme per valorizzare la complementarietà dei doni e la comunione delle anime. Al gruppo la Madonna aveva detto: "Io amo molto questo gruppo di preghiera, desidero solo che mi apra il cuore e si abbandoni a me, che preghi e che combatta contro Satana."

"Da bambina ho pregato tanto..."

di Jelena Vasilj

Avevo dieci anni quando cominciò in me qualcosa di nuovo, un dono di Dio che mi rendeva capace di ascoltare e di vedere interiormente la Madonna e Gesù. Forse non tutti sanno che anche la nostra anima è dotata di una vista e di un udito e che Dio si manifesta ad essa proprio attraverso questi sensi interiori. Egli è un mistero per i nostri sensi fisici, ma si rivela a tutti quelli che pregano e credono. Da bambina ho pregato tanto; oggi mia madre mi dice che ero migliore quando ero piccola, vuol dire che anche oggi devo cercare Dio con lo stesso ardore, altrimenti corro il pericolo di dimenticarLo. Il dono che ho ricevuto non era niente di nuovo né di strano; ci sono molte persone "spirituali", vecchi e giovani, che nella storia lo hanno avuto. Ricordiamo una s. Teresa D’Avila o un s. Giovanni della Croce che lo interpreta superbamente definendolo "una teologia ispirata". L'averlo ricevuto personalmente non mi pone in una categoria particolare, al contrario, sono i malati ad aver bisogno del medico, però lo devono anche cercare, devono sapere che ne hanno bisogno.
Come ho già detto, questa esperienza non era destinata solo a me, ma a tutto il gruppo di preghiera che la Madonna guidava a Medj. La Vergine Maria desiderava che i giovani della parrocchia si riunissero e rimanessero a sua completa disposizione per 4 anni. Devo dire che la Madonna era molto esigente: ci dettava delle condizioni precise per favorire la nostra crescita comunitaria. S. Agostino dice "dammi un uomo che ama ed egli mi capirà"...E noi amavamo veramente la Madonna, per questo avevamo fiducia in lei, anche se ci chiedeva davvero tutto: di non sprecare tempo davanti alla televisione, di rinunciare ai diversi vizi... Ricordo di quando ci ha detto persino: non preoccupatevi del vestito, tutto questo vi sarà dato.
Allora ha chiesto una libertà interiore, ci ha detto che la ragione principale della nostra chiusura è la nostra preoccupazione mondana, ed anche Gesù ci dice questo: "ci sono quelli che ricevono con gioia ma poi le preoccupazioni temporali facilmente soffocano il seme", perché il seme è già stato seminato e se non sappiamo chiudere il nostro cuore di fronte all’attacco del male e custodire gelosamente la purezza e la pace, ben presto arrivano gli uccelli e portano via il seme. Possiamo pensare a noi stessi come alla terra che l’aratro apre affinché vi cada il seme ma che, allo stesso modo, chiude perché possa produrre frutto. Questo significa che dobbiamo aprirci davanti a Dio, ascoltare la sua parola, ma quando ci assalgono parole di egoismo dobbiamo chiudere le orecchie. Così abbiamo passato ore in preghiera, insieme abbiamo partecipato all’Eucaristia, siamo andati alle veglie, siamo saliti sul Krizevac. La Madonna ci ha chiesto di pregare ogni giorno tre ore comprensive della S. Messa. Insieme al gruppo pregavamo tre volte insieme ed inoltre tre ore con la famiglia.

La Madonna ci seguiva ogni giorno, Marijana si ritirava personalmente in preghiera e riceveva il messaggio per il gruppo di preghiera, a me spesso la voce si manifestava durante la preghiera comunitaria. Che cosa ci ha insegnato? Ci ha insegnato a pregare, a pregare col cuore. Pregare sinceramente ed ininterrottamente. Ci ha insegnato che la preghiera è il desiderio ardente di Dio, perché Dio è la nostra pienezza. Non ci ha dato nuove forme di preghiera, è chiaro che è la preghiera a rinnovare noi. Non ci ha insegnato a pregare per ricevere la pace o per risolvere i nostri problemi, ci ha insegnato piuttosto a cambiare noi stessi. Per questo la preghiera non è soltanto un’esperienza che finisce quando viene meno la dolcezza della preghiera.
La preghiera è un cammino e, spesso, un cammino faticoso. Il primo passo consiste sempre nella sincerità di fronte a Dio, e ci ha detto persino che il fatto che la nostra preghiera venga esaudita dipende dalla nostra sincerità. Quando entriamo nella preghiera, e questo lo facciamo all’inizio di ogni S. Messa, dobbiamo manifestare a Dio le nostre debolezze. Ci rivolgiamo a Dio perché siamo consapevoli della nostra pochezza, ma anche della sua grandezza. Naturalmente non è sufficiente che guardiamo soltanto alle nostre debolezze, Dio è molto più grande delle nostre debolezze, e non dobbiamo permettere che le nostre piccole debolezze nascondano la grandezza di Dio. Allora il Signore fascia e rimargina le nostre ferite, con la sua parola e poi con il suo corpo.

La Parola di Dio è un tesoro che dobbiamo portare nel nostro intimo, questa parola ci nutre e crea dal di dentro. Essa deve allora riempire la nostra anima, i nostri sensi, la nostra memoria, deve diventare nostra. Dobbiamo spesso esaminarci su quali parole abitano in noi, spesso si tratta solo delle nostre parole. Sappiamo dire no ai pensieri negativi e al male o ci chiudiamo in un monologo continuo? Siamo uniti a Gesù nei nostri pensieri oppure scegliamo continuamente i nostri pensieri che poi alla fine sono solo pensieri? Dio sta nel nostro intimo ma solo la Parola di Dio ci può insegnare ad ascoltare la sua voce.
Subito dopo l’ascolto la Madonna ci ha insegnato a chiedere, davvero noi dobbiamo imparare a chiedere, la Sacra Scrittura ci insegna a chiedere, cioè a cercare innanzitutto la volontà di Dio.

Infine e al di sopra di tutto, ci ha insegnato a ringraziare, ogni nostro incontro con Dio deve trasformarsi in un grazie, in un incessante ringraziamento. Ringraziamento che è davvero un segno di maturità spirituale, segno che la nostra vista spirituale guarisce, che il vangelo si è già radicato in noi, segno che comprendiamo che questo sole caldo non deve splendere domani solo perché splende oggi, ma che splende in quanto Egli lo vuole e lo permette. Per questo la Madonna ci ha insegnato a benedire il Signore, a non dimenticare mai che le sue opere sono buone e più grandi del male che possiamo incontrare.
Come vedete oggi non parlo più, né comprendo come una bambina, vedo chiaramente il tesoro che Maria ci ha donato, e che ugualmente dona anche oggi qui a noi e a voi. A partire da questa consapevolezza si risveglia la gratitudine e la sicurezza interiore, perché so che abbiamo trovato il regno di Dio e che davvero vale la pena di vendere tutto e di comprare questa perla preziosa ed essere così veramente saggi. Davvero non bisogna aspettare la vecchiaia per entrare nel mistero della vita divina, al contrario il tempo della gioventù è il tempo più adatto per donarci a Gesù. E la Madonna stessa lo conferma, Lei sceglie i giovani e i bambini.
Noi diciamo popolarmente "chiedi alla vecchiaia ciò che ha fatto la giovinezza" posso aggiungere, non solo alla vecchiaia ma anche all’eternità, e perciò non dobbiamo permettere a noi stessi di pensare come persone che si rapportano da sole con le difficoltà di questa vita, dobbiamo guardare oltre, dobbiamo vivere la realtà che la pienezza non è qui, i mai lo sarà per quanto viviamo nell’errore che sia qui. Essa comincia qui ma non si realizza qui. Perciò è un bene se oggi ci sentiamo delusi, se abbiamo scoperto infine che non possiamo contare solo sugli altri o su noi stessi, anche questo è segno che siamo sulla strada buona. Il nostro Dio è un Dio geloso e cerca il suo posto nel nostro essere e nulla può cambiare questo, per quanto siamo di dura cervice. Confidiamo nel Signore e comprendiamo umilmente che la sua provvidenza ci guida. Siamo gioiosi perché Egli è più grande di noi, e perché la sua sapienza oltrepassa la nostra, rallegriamoci perché siamo vasi di creta che la sua tenerezza conosce molto bene.

La Madonna ci parla spesso del tempo della grazia, e penso che la nostra giovinezza sia questo tempo di grazia perché Dio ci ha elargito molti doni e soprattutto il dono dell’amore. L'amore è quella cosa che il giovane conosce e desidera, gli amici sono tutto per lui, è totalmente aperto all'amore. per questo è bello essere giovane ma è anche pericoloso, perché il mondo cambia un cuore giovane, di conseguenza il cuore può ferirsi come anche guarire. S. Agostino dice: "dimmi che cosa ami e ti dirò chi sei". Dobbiamo chiederci seriamente: dov'è il nostro amore. Scegliamo sempre la linea che offre minori problemi, meno contrarietà? Così invecchiamo prima del tempo, ma con la fede in Gesù bisogna avere il coraggio di innalzarsi al di sopra di tutto.
Noi giovani possiamo farcela, non siamo creati per accontentarci delle briciole di questo tempo, siamo invece creati per l'eroismo. Non dobbiamo permettere che il peso del tempo ci soffochi. Naturalmente la solitudine e la sofferenza sono solo una parte del cammino. Gesù ci dà anche il cibo per camminare, cioè il suo corpo; la medicina per quando sulla strada ci feriamo; cioè la confessione e poi la comunione, che nasce quando tutti siamo in Lui, ovvero nella preghiera con la famiglia, con gli amici... Ma Gesù deve essere sempre il centro, altrimenti tutte le nostre iniziative cadranno.

 

 

"Giovani dell’est, evangelizzate l’occidente!".

Può sembrare paradossale l'invito rivolto ai figli di quei paesi da poco liberati dal regime comunista ed ateo, che opprimeva le loro coscienze oltre che le loro anime. Eppure p. Daniel Ange - sacerdote francese fondatore della comunità "Gioventù - Luce" &emdash; ha sottolineato con forza il richiamo ad essere loro i missionari nelle terre di antica tradizione cattolica, che purtroppo vivono un forte calo di fede tra le nuove generazioni. A Medj. i ragazzi provenienti dai paesi dell'est erano i più numerosi. Tra questi un nutrito gruppo di russi che finalmente hanno potuto venire a Medj. ad attingere le grazie che la Madonna ha riservato per i suoi figli, soprattutto per chi ha subito la privazione della libertà di fede.
A Fatima la Vergine aveva chiesto la Consacrazione al suo Cuore Immacolato della Russia, ben sapendo che solo così sarebbe stato possibile riaprire la strada della fede a tante anime capaci di viverla in profondità, così come ci dimostra la tradizione religiosa russa. "La Madonna è come un fiume che scorre su un letto di terra di colori diversi. L'acqua è la stessa ma assume il colore del terreno dove passa", afferma p. Daniel Ange. In terra di Russia la Madre di Dio assume delle tinte forti e originali, accesi dal grande amore che questo popolo ha sempre nutrito per Lei, soprattutto tra i fedeli ortodossi.

Ora per me Medjugorje è tutto...

Abbiamo intervistato una giovane donna di Mosca presente al festival, per ascoltare direttamente da lei cosa significa ritrovare la fede e la speranza nel Signore che ama ogni uomo.
Devo ammettere che dopo l'iniziale risveglio della fede la mia preghiera era esclusivamente rivolta a Gesù Cristo; occupava il primo posto e non mi veniva neanche in mente di pregare sua Madre. Due anni fa sono stata in Caucaso e lì ho scoperto che la Madonna avrebbe gradito che mi rivolgessi anche a Lei. Così al mio rientro a Mosca mi sono unita ad un gruppo di preghiera dove si pregava i rosario. Non sono stata io dunque a cercare la Vergine, è stata lei a trovare me!
Cominciai a pregare regolarmente il rosario e il primo frutto fu proprio la possibilità di venire a Medj. (seppi che avrei ottenuto il permesso appena due giorni prima della partenza!). Era maggio e in quel periodo erano previsti degli esercizi spirituali con p. Jozo. Ero già stata ad un incontro di questo tipo, ma quello fu diverso; p. Jozo ci insegnò con estrema semplicità cosa significa la s. Messa e come aprirsi a Dio nel cuore. Era davvero fantastico - ho scoperto la bibbia e ho cominciato a leggerla ogni giorno, Iniziai anche a pregare i tre misteri del rosario, una cosa completamente nuova per me! Adesso non potrei più vivere senza. A Mosca non c’è ancora la pace, ma quando prego il rosario sento subito che la pace penetra il mio cuore.
Questo festival era previsto solo per i giovani... io non sono più tanto giovane ma ho pregato la Madonna perché mi permettesse di venire nuovamente qui. Purtroppo nel nostro gruppo non ci sono moltissimi giovani, perché quelli che hanno la fede non hanno i soldi e quelli che hanno i soldi non hanno la fede: il denaro occupa il primo posto nella loro vita. E’ un problema, dobbiamo pregare perché tutti possano venire e perché i ricchi... si convertano!

d. Cosa significa dunque Medj per te e cosa desideri dare agli altri dopo questa esperienza?

Medj. per me significa pace, significa amore con il quale io amo tutto il mondo; un amore con il quale vorrei abbracciare tutti. Dire che Medj per me è...tutto! A Mosca si vive una vita frenetica e non è facile trovare il tempo e la giusta quiete per pregare. Invece qui sento che posso pregare tutto il giorno - al mattino andare sul Krizevac, durante il giorno ritirarmi in una cappellina, la sera partecipare alla Messa. Il festival è un’occasione molto importante. Personalmente ho invitato una giovane, ex-tossicodipendente. I suoi occhi brillavano quando ha sentito questa pace e questa tranquillità e anche lei ha cominciato a pregare, a leggere la bibbia.

d. Come si rapportano i giovani russi con la fede?

Da noi sicuramente esiste un problema di conversione alla fede. Dopo tanti anni di ateismo nelle generazioni più adulte sono avvenute numerose, veloci conversioni, soprattutto grazie alla Madonna, grazie a Medj. Io adesso prego Lei per i giovani e per la loro conversione.

d. E loro cosa cercano?

Cercano la verità, e noi possiamo aiutarli. Senza la conversione a Dio il vuoto è immenso, per questo i giovani cercano la droga, il business, i soldi... non cercano Dio. Nelle loro profondità c’è Dio, bisogna solo aiutarli a farlo uscire, e questo è quello che accade a Medj., attraverso gli strumenti che la Madonna ci ha donato, la preghiera, il digiuno, i sacramenti. Tutti sanno che in Russia da sempre esiste una profonda spiritualità, che però è stata soffocata. Pochi credono, ma credono in modo molto intenso. Ci sono moltissimi problemi di ordine spirituale. Abbiamo vissuto un cambiamento troppo radicale nella nostra vita, gli uomini sentono il bisogno di Dio ma fanno fatica a trovarlo.
Quando invece ti senti chiamato da Dio è importante inserirsi in un gruppo di preghiera e stare con le persone che seguono il Signore. E' facile infatti cadere nella tentazione di non perseverare quando chi ti vive accanto, a casa o al lavoro, non crede e vive come se il Signore non ci fosse. Adesso sento che il tempo è molto breve, tutto va così velocemente. Credo che abbiamo perso troppo tempo senza Dio.

d. Qual’è il messaggio della Madonna che ha più valore nella tua vita?

Pace! E’ la cosa più importante.

d. A Medj. la Madonna ci invita a dedicare tempo all'adorazione eucaristica, cosa è per te?

Qualcosa di straordinario! Appartengo alla Chiesa ortodossa, dove non è prevista l’adorazione al SS. Sacramento. Ma qui ho visto, già dal primo giorno, come attraverso l'adorazione si è creata una così profonda unità tra di noi e con Dio. Cerco sempre delle cappelline qui a Medj. dove posso raccogliermi in adorazione. Adesso sono tante le chiese in Russia che hanno riaperto al culto, anche lì andrò in cerca del tabernacolo. Benedico Dio che mi ha dato Medj. e continua a darmi la sua grazia e la sua bontà. Sono grata ma non voglio trattenere questo dono solo per me, desidero trasmetterlo a tutti.

Redazione

 

* "E' impossibile descrivere a parole l'esperienza di conversare ogni giorno con la Madonna per 5/10 minuti e poi ritornare nella realtà!". Il veggente Ivan, intervistato da un giornale croato, sottolinea la difficoltà di immergersi nuovamente nel quotidiano dopo l'incontro con la Vergine: "Talvolta mi occorrono alcune ore dopo l'apparizione per rientrare totalmente nella realtà che mi circonda. Cerco poi di stare attento a far bene ogni cosa, anche se la Madonna non critica mai, al contrario educa, consola e conduce verso il bene. Negli incontri la Gospa è generalmente gioiosa ma diventa tristissima quando guarda a ciò che avviene ai giovani che si drogano, agli sposi che si separano e a tante difficili realtà che l'umanità oggi vive. Bisogna lavorare molto con loro, ed è questa la missione che Maria mi ha affidato.

* "Non esiste niente di più bello e più prezioso della presenza della Madre di Dio in mezzo a noi" afferma Vicka, osservando questi anni trascorsi insieme a Lei. "Noi non ci rendiamo realmente conto quante grazie siano legate a questa sua permanenza sulla terra. Per quanto mi riguarda, la cosa più importante è servirla, perché la Madonna mi ha scelto tra milioni di persone, e continuerò sempre a ringraziarla e a diffondere con amore il suo messaggio. Ogni giorno la santa Vergine ci dona una nuovo amore, una speranza nuova e la forza per affrontare tutto. Viene solo per pochi minuti, ma lei è talmente viva nel cuore che ti coinvolge completamente. Conversa, si muove, ride, ci festeggia nei giorno del compleanno... insomma, si sente che è una presenza fisica e non solo spirituale.
Non ci sono davvero parole per descrivere ciò che si prova! Una volta le abbiamo chiesto "Perché sei così bella?". E lei rispose con tenerezza: "Io sono bella perché amo! Cominciate ad amare anche voi per essere belli, non cercate però che la bellezza venga dall'esterno ma dall'interno del vostro cuore".

 

 

* Eletto un nuovo provinciale - Alla fine di giugno fra Slavko Soldo, attuale custode della custodia francescana negli USA, nato nella parrocchia di Medj., è stato prescelto come provinciale della provincia francescana dell'Erzegovina. In questa funzione egli sostituisce l'attuale provinciale, fra Tomislav Pervan.

* Il Seminario dei sacerdoti - A Medj.dal 2 al 7 luglio ha avuto luogo il VI incontro internazionale dei sacerdoti. Hanno preso parte 243 sacerdoti provenienti da 36 paesi del mondo. Il tema: "Il sacerdote, colui che ascolta la misericordia divina" .

Nella dichiarazione finale i sacerdoti riassumono i frutti di questo loro incontro:
" Intendiamo esprimere la nostra gratitudine al Signore che ci ha chiamati al suo santuario. Ringraziamo il Signore Gesù per la sua fiducia infinita in noi, nonostante tutte le nostre debolezze e limitazioni. Preghiamo il Signore affinché ci doni l'esperienza del perdono dei nostri peccati, in modo da poter essere coloro che donano il perdono agli altri".
I chierici hanno anche indirizzato al Santo Padre una lettera che riportava le firme di tutti, nella quale precisavano: A Medj. abbiamo pregato per Lei. Esprimiamo la nostra devozione e disponibilità al servizio della Chiesa.
Possa oggi Maria, Regina della Pace e Madre della misericordia, donarle il suo sorriso. Dio la benedica.

(da: Press Bulletin)

 

Gentili lettrici e lettori,

vi ringraziamo per il grande interesse verso Eco testimoniato dalla crescita di questi anni, favorita anche dalla fitta rete di distributori volontari.

Nelle ultime spedizioni alcuni abbonati e distributori hanno ricevuto una quantità di copie diversa dal solito.

Desideriamo anzitutto scusarci per il cambiamento, ma esso è determinato dai recenti cambiamenti delle tariffe postali relativi alle stampe e ad un più efficace sistema di spedizione che ci costringono ad una revisione delle quantità inviate.

D'ora in poi quindi ci sarà possibile spedire ECO solo nelle seguenti quantità: 1 - 3 - 20 - 70 - 150 - 230 - 550 - 820 - 1100. Le altre quantità in precedenza inviate (es. 2, 4, 7, 14, 35, 50 ecc) sono state fatte rientrare in queste fasce secondo un sistema di approssimazione che speriamo essere adeguato.

L'occasione ci è propizia per ricordare che il modo più veloce e più pratico per ricevere ECO è quello di abbonarsi singolarmente inviando il proprio indirizzo alla nostra segreteria.