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www.medjugorje.ws » Eco di Maria Regina della Pace » Eco di Maria Regina della Pace 177 (Settembre-Ottobre 2004)

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Messaggio del 25 luglio 2004:
Cari figli, di nuovo vi invito: siate
aperti ai miei messaggi. Desidero, figlioli,
avvicinarvi tutti a mio figlio Gesù, perciò
voi pregate e digiunate. Vi invito in modo
particolare a pregare per le mie intenzio-
ni, cosicché possa presentarvi a mio figlio
Gesù, e Lui trasformi e apra i vostri
cuori all’amore. Quando avrete amore
nel cuore, in voi regnerà la pace. Grazie
per aver risposto alla mia chiamata”.
Gesù trasformi i vostri cuori
Con estrema chiarezza Maria sintetizza
lo scopo della sua Presenza a Medjugorje,
gli obiettivi da raggiungere, il suo ed il no-
stro ruolo.
La premessa è nel suo rinnovato invito:
siate aperti ai miei messaggi. La nostra
disponibilità è necessaria perché i messag-
gi di Maria vengano accolti nella loro ori-
ginalità e dunque in tutta la loro forza rin-
novatrice che consiste nel lasciare allo
Spirito Santo la più ampia libertà di azione
in noi. Non siamo noi che raggiungiamo
Dio; noi possiamo solo desiderare di esse-
re raggiunti da Lui o chiuderci alla sua
azione d’amore; la premessa riguarda dun-
que la nostra disponibilità.
Il primo obiettivo di Maria: desidero,
figlioli, avvicinarvi tutti a mio figlio
Gesù
; il nostro primo compito: perciò, voi
pregate e digiunate
. Non si tratta di di-
ventare un po’ più buoni, più onesti, più ge-
nerosi, più pii. Tutto ciò non ci avvicina a
Cristo; non è la causa di una nostra accre-
sciuta somiglianza a Lui, ma di essa è il
frutto. Maria ci dice che è suo desiderio av-
vicinarci a Cristo e ci chiede di pregare e
digiunare perché Lei possa realizzare que-
sto suo desiderio. La nostra preghiera ed il
digiuno sono a Lei necessari per portarci
accanto a Gesù; non sono richieste esose: è
esattamente quanto Gesù stesso ha fatto
nella sua esistenza terrena. Se dunque Egli,
che è Dio, ha tanto pregato e digiunato
quanto più noi, poveri peccatori, abbiamo
bisogno di preghiera e di digiuno! In un
mondo alieno da questi due valori Maria
con insistenza li ripropone a noi e noi dob-
biamo accoglierli con docilità, con umiltà,
onorandoli scrupolosamente, vivendoli
nella lettera e nello spirito (Mt 6, 5-18).
Il nostro secondo compito: pregare per
le intenzioni di Maria; l’obiettivo: cosic-
ché possa presentarvi a mio figlio Gesù,
e Lui trasformi ed apra i vostri cuori al-
l’amore
. L’avvicinamento a Gesù è assimi-
lazione a Lui. Così Maria, per grazia di
Dio, per la potenza del Santo Spirito, per
volontà di Gesù (Gv 19, 26-27) realizza
pienamente la Sua Maternità. Non solo
Madre della Chiesa, ma Madre mia, Madre
tua, Madre di ciascuna persona che la ac-
colga nella sua casa,
cioè nella propria
anima, nel proprio cuore. Lei ci presenta a
Lui, ci offre a Lui come il frutto della sua
Passione e Morte e noi, rigenerati dal suo
Sangue, veniamo trasformati e resi capaci
di amare, cioè di vivere a sua immagine.
Questa è la conversione e si realizza nella
misura in cui Egli vive in noi, al nostro
posto (Gal 2, 20).
Infine: quando avrete amore nel
cuore, in voi regnerà la pace. Qui la pace
è conseguenza dell’amore. Ma avere
amore nel cuore
è al tempo stesso un com-
pito (il dovere di amare) ed un dono già ot-
tenuto, un obiettivo già raggiunto: è Gesù
che vive in noi. Egli è l’Amore, Egli è la
Pace ed in Lui siamo riconciliati al Padre ed
ai fratelli. L’uomo è capienza di Dio e solo
Dio può riempirlo. Qualunque dono, qua-
lunque carisma, qualunque azione non è
sufficiente a colmare il vuoto che solo Dio
può riempire. È inutile e fuorviante cercare
nelle cose ciò che solo Dio può dare. È inu-
tile agitarsi per ottenere ciò che solo un
cuore aperto può ricevere (Lc 10, 38-42).
Accoglici, o Padre, nel Figlio Tuo Gesù; si
compia in noi la tua Volontà come si è com-
piuta in Lui, per essere in Lui un unico
Figlio. Te lo chiediamo per l’intercessione
di Maria nostra Madre
.
Nuccio Quattrocchi
Messaggio del 25 agosto 2004:
"Cari figli, vi invito alla conversione
del cuore. Decidetevi, come nei primi
giorni della mia venuta qui, al totale
cambiamento della vostra vita. Così, fi-
glioli, avrete la forza di inginocchiarvi e
davanti a Dio aprire i vostri cuori. Dio
sentirà le vostre preghiere e le esaudirà.
Io davanti a Dio intercedo per ognuno di
voi. Grazie per aver risposto alla mia
chiamata."
Una conversione autentica
L’uomo e la donna sono le sole creature
fra tutte ad essere fatte ad immagine di Dio
(Gen 2, 27) e realizzano la loro natura nella
misura in cui questa immagine rifulge in
loro. Se c’è comunione fra Dio e l’uomo la
sua immagine vive nell’anima ed informa
ogni azione, ogni relazione, ogni atteggia-
mento, insomma emerge visibilmente nella
vita. Il peccato interrompe questa comunio-
ne fra la creatura ed il suo Creatore e causa
la decadenza della natura umana. Questo è
già avvenuto su piano cosmico con il primo
peccato, questo continua ad avvenire oggi
per ogni peccato dell’uomo. Il cristiano non
è immune da peccato, anzi il suo peccato è
più grave perché non danneggia solamente
l’immagine di Dio ma ferisce il Cristo che,
per il battesimo, vive in lui. A rimanere su
un piano solamente umano c’è da dire ora
come allora (Lc 18, 26) chi si potrà salva-
re?
Ma conosciamo la risposta di Gesù: Ciò
che non è possibile agli uomini è possibile
a Dio
(Lc 18, 27).
Forti di questa risposta il nostro cuore si
apre alla speranza, ma perché la speranza
non sia vana occorre il nostro fiat.
Dobbiamo volere, dobbiamo cercare, desi-
derare la salvezza; dobbiamo convertire il
nostro cuore
. Non basta qualche pratica re-
ligiosa, può non bastare neanche la fre-
quenza eucaristica: anche chi ha mangiato e
bevuto in sua presenza può essere discono-
sciuto da Gesù (Lc 13, 26). Maria ci chiama
a deciderci al totale cambiamento della
nostra vita
. È l’invito ad imboccare la via
della salvezza. Se il fervore dei primi tempi
ha ceduto alla stanchezza, se la speranza si
è offuscata, è perché ancora una volta ab-
biamo provato a convertirci da noi anziché
implorare da Dio la nostra conversione.
Maria ci invita a riprendere il cammino
come nei primi giorni della sua venuta a
Medjugorje. Maria non ci chiede di opera-
re noi il cambiamento della nostra vita,
cosa a noi impossibile, ma di deciderci a
questo cambiamento. Se noi veramente de-
sideriamo essere cambiati, onorare l’imma-
gine di Dio che portiamo in noi, lasciare
crescere in noi il Cristo, allora il cambia-
mento della nostra vita avverrà e sarà un
“Se non vi convertirete
e non diventerete come i bambini,
non entrerete nel regno dei cieli”.
(Mt 18,3)
Settembre - ottobre 2004 - Edito da Eco di Maria, C.P.
27 31030 Bessica (TV)
(Italia) - Tel / fax 0423. 470331
A. 20, n. 9-10; Sped.a.p. art.2,com.20/c, leg.662/96 filiale di MN-Autor.tribun.MN: 8.11.86, ccp 14124226
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cambiamento totale, una conversione au-
tentica. La conversione del cuore è il desi-
derio profondo di lasciare operare Dio in
noi, è l’abbandono che Maria ci chiede da
più di 23 anni, è la sostituzione, operata da
Dio, del cuore di pietra con un cuore di
carne
(Ez 36, 26), è l’accoglienza in noi
dello spirito di sapienza e di rivelazione (Ef
1,17). Se prendiamo seriamente la decisio-
ne che Maria ci chiede avremo la forza di
inginocchiarci e davanti a Dio aprire i
nostri cuori
. Il cuore spalancato davanti a
Dio è già una preghiera, anzi preghiera a lui
gradita; è la ripetizione del fiat di Maria, del
fiat di Gesù. Dio non mancherà di ascoltare
questa preghiera; Dio sentirà le vostre pre-
ghiere e le esaudirà
. Se noi, che siamo cat-
tivi, sappiamo dare cose buone ai nostri
figli, quanto più il Padre nostro che è nei
cieli darà cose buone a coloro che gliele
domandano!
(Mt 7, 11).
N.Q.
Il Papa a Lourdes:
150 anni di grazia purissima
“Ho desiderato vivamente di compie-
re questo pellegrinaggio a Lourdes, per
ricordare un evento che continua a rendere
gloria alla Trinità una e indivisa
. La con-
cezione immacolata di Maria è il segno del-
l’amore gratuito del Padre, l’espressione
perfetta della redenzione operata dal Figlio,
l’inizio di una vita totalmente disponibile
all’azione dello Spirito”.
Queste le parole con cui il Santo Padre
ha salutato i fedeli presenti a Lourdes in oc-
casione del 150.mo anniversario della pro-
mulgazione del dogma dell’Immacolata
Concezione
- il 15 agosto scorso, festa
dell’Assunta.
Ancora una volta Giovanni Paolo II ha
voluto essere personalmente presente al-
l’appuntamento con Maria, stella luminosa
del suo pontificato e costante riferimento
nella guida della Chiesa. “Con le sue paro-
le e col suo silenzio la Vergine Maria sta
davanti a noi come modello per il nostro
cammino. È un cammino non facile: per la
colpa dei progenitori, l’umanità porta in sé
la ferita del peccato, le cui conseguenze
continuano a farsi sentire anche nei reden-
ti. Ma il male e la morte non avranno l’ul-
tima parola
! Maria lo conferma con tutta la
sua esistenza, quale vivente testimone della
vittoria di Cristo, nostra Pasqua”.
I fedeli
lo hanno capito. Per questo accorrono in
folla presso questa grotta per ascoltare i
moniti materni della Vergine, riconoscendo
in lei “la donna vestita di sole” (Ap 12,1), la
Regina che risplende accanto al trono di
Dio ed intercede in loro favore.
L’esempio di Maria Assunta in cielo
ha donato a tutti noi orizzonti più vasti ed
una nuova speranza nella quale ogni uomo
può pensarsi in un futuro glorioso, piena-
mente realizzato in Dio, in una realtà trasfi-
gurata alla quale misteriosamente anche il
nostro corpo mortale parteciperà. Maria è
solo la primizia e noi, i suoi eredi: “Oggi la
Chiesa celebra la gloriosa Assunzione al
Cielo di Maria in corpo e anima.
I due
dogmi dell’Immacolata Concezione e
dell’Assunzione sono tra loro intimamente
legati”,
continua il Pontefice nella sua ome-
lia. Entrambi proclamano la gloria di
Cristo Redentore e la santità di Maria, il cui
destino umano è già da ora perfettamente e
definitivamente realizzato in Dio. “Quando
sarò andato e vi avrò preparato un posto, ri-
tornerò e vi prenderò con me, perché siate
anche voi dove sono io”, ci ha detto Gesù
(Gv 14,3). Maria è il pegno del compimento
della promessa di Cristo
. La sua Assunzione
diventa così per noi “segno di sicura speran-
za e di consolazione” (cfr Lumen gentium,
68).
È un tempo decisamente nuovo, in
cui la Madonna si fa sempre più prossi-
ma
ai suoi figli, ci traccia la strada, ci spie-
ga il perrcorso, ci incoraggia, ci accompa-
gna e, contemporaneamente, ci precede. La
sua maternità è un fatto reale, la sua vici-
nanza è palpabile. Giovanni Paolo II lo sa e
non teme di affermarlo con forza, sebbene
ancora molti nella Chiesa fanno fatica al ri-
conoscere la centralità del ruolo di Maria.
Allora il Santo Padre si appella a coloro
che, come Maria, sono “naturalmente”
madri, e che possono comprendere come
nell’apparente debolezza della donna Dio
manifesta tutta la sua onnipotenza: “Da
questa grotta parte uno speciale appello
anche per voi, donne.
Apparendo nella
grotta, Maria ha affidato il suo messaggio
ad una ragazza, quasi a sottolineare la par-
ticolare missione che spetta alla donna
in
questo nostro tempo, tentato dal materiali-
smo e dalla secolarizzazione: essere nella
società di oggi testimone di quei valori es-
senziali
che si vedono solo con gli occhi del
cuore. A voi, donne, il compito di essere
sentinelle dell’Invisibile!
A tutti voi, fratel-
li e sorelle, lancio un pressante appello per-
ché facciate tutto ciò che è in vostro potere
affinchè la vita, tutta la vita, sia rispettata
dal concepimento sino alla sua fine natura-
le. La vita è un dono sacro, di cui nessuno
può farsi padrone”.
Quanta forza in queste parole, quanta
verità, eppure quanto dolore suscita la con-
sapevolezza che il mondo oggi troppo spes-
so nega la vita e si fa schiavo della logica di
morte… E allora risulta appropriato l’ulti-
mo invito del Papa rivolto a noi tutti che, in
un modo o nell’altro, siamo legati dal pote-
re del male: “La Vergine di Lourdes ha in-
fine un messaggio per tutti. Eccolo: siate
donne e uomini liberi
!
Ma ricordate: la li-
bertà umana è una libertà ferita dal pecca-
to. Ha bisogno essa stessa di essere libera-
ta. Cristo ne è il liberatore, Lui che “ci ha
liberati perché restassimo liberi” (Gal 5,1).
Difendete la vostra libertà!
Carissimi, noi sappiamo di poter conta-
re per questo su Colei che, non avendo mai
ceduto al peccato, è la sola creatura per-
fettamente libera.
A Lei vi affido.
Camminate con Maria sulle strade della
piena realizzazione della vostra umanità!”
Redazione
Giungendo alla Grotta di Massabielle il
SANTO PADRE ha voluto desidero rivol-
gere il suo primo saluto ai malati, che
sempre più numerosi vengono nel santuario
di Lourdes, a quanti li accompagnano, a co-
loro che se ne prendono cura e alle loro fa-
miglie.
“Sono con voi, cari fratelli e sorelle,
come un pellegrino presso la Vergine; fac-
cio mie le vostre preghiere e le vostre spe-
ranze; condivido con voi un tempo della
vita segnato dalla sofferenza fisica
, ma
non per questo meno fecondo nel disegno
mirabile di Dio. Ho sempre avuto grande
fiducia, per il mio ministero apostolico,
nell’offerta, nella preghiera e nel sacrifi-
cio di quanti sono nella sofferenza.
Cari fratelli e sorelle ammalati, vorrei
stringervi fra le mie braccia con affetto,
uno dopo l’altro, e dirvi quanto sono vicino
e solidale con voi.
Lo faccio spiritualmente affidandovi
all’amore materno della Madre del
Signore, e chiedendo a Lei di ottenere per
voi le benedizioni e le consolazioni di suo
Figlio Gesù”.
“La vostra sofferenza è la mia”
L’icona torna a casa
Un centinaio di anni fa aveva lasciato la
terra che l’ha generata e adesso, per volontà
del Santo Padre, l’Icona della Madre di Dio
di Kazan’
ha fatto rientro nella sua casa, a
Mosca, nella Chiesa Cattedrale della
Dormizione al Cremlino. Dopo aver attraver-
sato diversi Paesi ed aver sostato per lungo
tempo presso il Santuario di Fatima, più di
10 anni fa è giunta provvidenzialmente nella
casa del Papa ed è stata custodita nella sua
stessa camera: “Il Vescovo di Roma ha pre-
gato dinanzi a questa Icona sacra, imploran-
do che giunga il giorno in cui saremo tutti
uniti
e in cui potremo proclamare al mondo,
con una sola voce e nella comunione visibi-
le, la salvezza del nostro unico Salvatore e la
sua vittoria su tutte le forze malvagie ed
empie che recano danno alla nostra fede e
alla nostra testimonianza di unità”.
Estremamente esplicite queste parole in-
dirizzate ad Alessio II, Patriarca di Mosca
e di tutte le Russie, che ha accolto la delega-
zione guidata dal card. W. Kasper, prefetto
della Congr. per l’unità dei cristiani.
Instancabile nel suo impegno di unificazione
dei cristiani, il Papa continua a compiere
gesti di riconciliazione e di apertura: “Per un
disegno insondabile della Divina Provvi-
denza, nei lunghi anni del suo pellegrinaggio
la Madre di Dio, nella sua Icona sacra cono-
sciuta come Kazanskaya, ha riunito attor-
no a sé i fedeli ortodossi
, come pure i loro
fratelli cattolici di altre parti del mondo,
che hanno pregato ardentemente per la
Chiesa e il popolo che essa proteggeva da
secoli. Più recentemente,
la Divina
Provvidenza ha permesso che il popolo e la
Chiesa in Russia ritrovassero la libertà e che
il muro che separava l’Europa dell’Est
dall’Europa dell’Ovest cadesse. Nonostante
la divisione che, purtroppo, persiste ancora
tra i cristiani, questa Icona sacra appare
come uno dei simboli dell’unità dei discepo-
li del Figlio unigenito di Dio, di Colui verso
il quale essa guida tutti noi”.
Ancora una volta Maria si fa media-
trice di pace, ancora una volta sotto il suo
manto i figli possono trovare riparo, ancora
una volta il Papa indica Lei come strada
maestra che conduce alla riconciliazione:
“La Russia è una nazione da tanti secoli cri-
stiana, è la Santa Rus’. Preghiamo con fidu-
cia Maria, poiché sappiamo che Ella implo-
ra per noi e per tutte le nazioni il dono della
pace”.
Red
2
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Immersa in Dio
Non si deve pensare a voli pindarici o
a strane evoluzioni nell’aria quando imma-
giniamo il momento dell’Assunzione
della Vergine Maria.
Certo, ci viene
spontaneo perché l’iconografia classica la
raffigura in volo, proiettata verso l’alto.
Ma questa rappresentazione è solo un
modo per visualizzare quel mistero che
forse nessun occhio ha veduto
e che, comunque, non ci è
stato raccontato. Sappiamo so-
lamente che è avvenuto. Lo
crediamo per fede, lo accoglia-
mo come dogma proclamato
dalla Chiesa, lo festeggiamo
nel cuore dell’estate come un
avvenimento importante della
storia della salvezza, ma non
conosciamo il modo in cui
Maria è entrata in cielo con
il suo corpo mortale.
Meditando questo evento
straordinario che anticipa la
nostra sorte futura - quando anche noi pe-
netreremo i cieli con le nostre membra -
mi viene in mente l’immagine di un poco
d’acqua posta in prossimità di una spugna:
se esse entrano in contatto, il liquido spa-
risce alla nostra vista e viene assorbito dal
tessuto poroso, che semplicemente lo assi-
mila a sé.
Così mi piace pensare quel momento
glorioso. Maria, costantemente in cammino
verso Dio, viveva protesa con tutto il suo es-
sere verso Lui, in un desiderio sempre più
ardente che la portò, infine, a sfiorare la di-
vina sostanza. In quel preciso istante, quan-
do avvenne il contatto, Dio semplicemente
la assorbì in sé
e Lei scomparve allo sguar-
do umano. È ardito pensarlo? È arbitrario?
Forse. Ma potrebbe essere plausibile. E al-
lora, continuiamo a immaginare…
L’acqua, che ormai imbeve la spugna, a
noi è invisibile e, tuttavia, rimane uguale a
se stessa: integra, intatta, pura. Solamente è
unita ad ogni fibra della spugna e con essa
forma un “tutt’uno”. Così penso Maria
Assunta
: immutata nella sua natura eppure
assimilata dalla Trinità Santissima che la
congiunge a sé in modo perfetto. Maria ri-
mane creatura e, nello stesso tempo, è parte
del Creatore.
Che cosa straordinaria, che delizia d’a-
more tutto questo comporta! È la fusione
della sposa con lo Sposo. È il bacio
dell’Amante che sorbisce con diletto la dol-
cezza dell’amata. È il profumo di un fiore
che permea il cuore e i sensi dell’Innamo-
rato. Come terra arsa dal fuoco dell’amore,
Dio anelava a dissetarsi con Colei che un
giorno era uscita dal suo seno, immacolata,
limpida, fresca come acqua sorgiva. Il “ru-
scello Maria
” al momento del suo ingresso
in Cielo, ha finalmente compiuto il suo
corso: ha attraversato il letto della vita, ha
superato le insidiose rapide delle prove, ha
vinto gli ostacoli dell’incomprensione e ol-
trepassato ogni barriera, persino quella
della morte.
Eccola, allora, correre gioiosa verso Lui
- il mare - per riversarsi con slancio e desi-
derio nell’abisso di misericordia e di bontà,
e vivere lì immersa nella sconfinata profon-
dità del suo amore.
Stefania Consoli
Madre della vita
per l’intera creazione
La Regina della Pace nei suoi messaggi
si rivolge a noi chiamandoci costantemente
“cari figli”, quasi un accorato
appello ai nostri cuori distratti a
coinvolgersi più profondamente
nel dono ineffabile della sua
maternità divina. In molte oc-
casioni la Madonna ci invita in-
sistentemente, con toccante
passione materna, ad un più au-
tentico e consapevole rapporto
filiale: “Come sono contenta
quando mi dite: “Madre mia!”.
Come sarebbe bello se io potes-
si essere la vostra vera madre e
voi i miei figli
(Mess.
25.10.1985).
Cari figli! Io desidero che voi capiate che
io sono vostra madre e che desidero aiutar-
vi
…” (Mess. 25.08.1993); “Adesso, proprio
adesso dovete essere i miei bambini! Non
domani o dopodomani, ma adesso! Se avete
difficoltà datele a me, perché io sono vostra
madre e vi aspetto sempre e vi amo…

(Mess. 15.12.1985); “E da quanto tempo
non incontrate me come madre! In questi
giorni meditate su questo e decidetevi a
cambiare qualcosa
.” (Mess. 28.07.1985).
Ma per quale ragione Maria chiede
così pressantemente di accogliere la sua
presenza viva di Madre nella nostra vita
,
quasi un sigillo decisivo capace di segnare
per sempre la nostra più vera identità e mis-
sione spirituale?
La risposta ci pare tocchi il nucleo pro-
fondo del significato della presenza di
Maria nel mondo in questo tempo. Essa in-
fatti s’iscrive nel grande disegno salvifico
del Padre di ri-generare le membra del
Corpo Mistico di Cristo, di ciascuno di noi
e di tutta la Chiesa - sua Sposa - che, oggi
come non mai, è chiamata a divenire “im-
macolata, senza macchia e senza ruga”
(Ef
5,27), finalmente pronta per le nozze eterne
con il suo Signore.
Questo si realizza necessariamente at-
traverso quella stessa Madre del suo Figlio
divino che Lei, vera ed unica “Theotokos”,
ha partorito nel tempo e che oggi è di nuovo
chiamata a ri-generare nelle anime degli
uomini e in tutta la creazione. Infatti, come
proclama la Chiesa: “questa maternità di
Maria nell’economia della grazia perdura
senza soste …fino al perpetuo coronamen-
to di tutti gli eletti” (Lumen Gentium, 62).
La “maternità nuova” di Maria è
stato infatti per Lei il dono più prezioso
scaturito dal Cuore di Dio
, un dono in-
scindibilmente associato ad un’eccelsa mis-
sione salvifica e regale che, come ogni vera
madre, Lei desidera ardentemente condivi-
dere con i suoi figli, in special modo con
quelli che Lei stessa ha chiamato a servire
più da vicino i progetti di salvezza affidati-
gli dall’Altis-simo in questo tempo. È que-
sto infatti un dono che “nasce dall’intimo
del mistero pasquale del Redentore del
mondo” (Redemptoris Mater N° 44), e che
passa obbligatoriamente attraverso una
“Ritornate al primitivo fervore”
qualità di abbandono illimitato e di offerta
incondizionata della vita a Dio che solo a
Lei tra tutte le creature fu dato di realizzare.
Per questo Lei rappresenta per sempre
l’unica via immacolata
attraverso cui si co-
munica e viene partecipato ai figli il dono
ineffabile della maternità divina. Perciò la
Regina della Pace non cessa di chiamarci ad
accoglierla nella verità profonda del cuore
come nostra vera madre. Lei infatti ci vuole
immettere in uno speciale spazio di comu-
nione con il suo Cuore Immacolato:
Lasciatemi essere il vostro legame con Dio
e con la vita eterna
” (Mess. 02.02.1990). In
un legame di unione totale dei cuori che, ap-
punto, si compie nel modo più perfetto nella
relazione Madre-figlio, elevata e trasfigura-
ta nell’ordine della grazia.
Solo accettando, come Lei ci chiede nei
messaggi, di consegnarle incondizionata-
mente il nostro cuore - “Lasciatemelo fare!
Vi dico di nuovo: aprite i vostri cuori!
Lasciate che io vi guidi! La mia strada
porta a Dio
” (Mess. 18.03.1994), “Come
madre vi prego, aprite il vostro cuore, offri-
telo a me
” (Mess. 18.03.2002), “Io sono
vostra madre e desidero che i vostri cuori
siano simili al mio Cuore
”(Mess.
25.11.1994) - permettendole di modellarlo
ad immagine del suo Cuore Immacolato,
Lei potrà renderci suoi veri “cari figli”.
Figli pienamente partecipi della sua im-
macolatezza e della sua “ardente carità in-
tesa ad operare in unione con Cristo la re-
staurazione della vita sopranaturale nelle
anime”. Solo così l’amore puro di Dio potrà
liberamente scorrere attraverso coloro che
hanno risposto alla chiamata di Maria e ri-
generare realmente la vita del Risorto in
moltitudini di fratelli e nell’intero universo,
secondo gli imperscrutabili disegni
dell’Altissimo.
La maternità divina di Maria si è in-
fatti pienamente realizzata nel tempo ed
ha potuto attingere il suo vero culmine sol-
tanto ai piedi della Croce.
Qui infatti si è
compiuta in Lei la totale fusione del suo
Cuore Immacolato con il Cuore del Padre,
qui Lei ha abbracciato con lo stesso amore
sacrificato del Figlio tutta l’umanità soffe-
rente e ferita dal peccato di ogni tempo, qui
Maria ha ricevuto dalle labbra del Salvatore
morente il dono definitivo della maternità
universale.
Questo non cessa di proclamare la
Chiesa: “Questa nuova maternità di Maria,
generata dalla fede, è frutto del nuovo
amore
che maturò in Lei definitivamente ai
piedi della Croce, mediante la sua parteci-
pazione all’Amore redentivo del Figlio”
(Redemptoris Mater, N° 23).
S’intuisce allora quale debba essere
la concreta via spirituale su cui la Regina
della Pace ci vuole condurre
per renderci
pienamente partecipi del dono della sua
maternità divina e della sua regalità glorio-
sa: “Figli cari! Desidero donarvi il mio
amore affinché lo diffondiate e lo riversiate
negli altri… vostra Madre vi aiuterà

(Mess. 17.09.1988). È la via dell’unione to-
tale dei nostri cuori con il suo Cuore
Immacolato e, in Lei e per mezzo di Lei,
con quello del suo Figlio Gesù: “…per que-
sto sono con voi, per avvicinarvi al mio
cuore e al cuore del mio figlio Gesù
…”
(Mess. 25.08.1993); “Io vi guido verso la
Vita eterna. La vita eterna è mio Figlio: ac-
cettatelo e avrete accettato l’Amore”
(Mess
18.03.1995).
3
Eco 177
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È questa la grande chiamata di
Maria, che esprime il senso profondo di
tutte le sue passate apparizioni nel mondo e
di quelle di questi anni a Medjugorje che, in
un certo qual modo, tutte le ricapitolano e
le riassumono.
Questa è la grande via spirituale che
ci immette concretamente nel raggio salvi-
fico del Cuore di Cristo, facendo di noi veri
canali di vita nuova e di salvezza per tutte
quelle anime, vivi e defunti, che Dio ha mi-
steriosamente collegato alla nostra risposta
d’amore all’invito di Maria.
Questa è la chiamata a divenire veri
padri e madri nell’ordine della grazia di
moltitudini di fratelli in tutto l’universo, a
partorirli a vita nuova ed immortale, nella
luce di una creazione nuova che Maria dis-
chiude ormai sempre più chiaramente da-
vanti agli occhi e al cuore di ciascuno e
della Sposa, che in questo tempo, al cospet-
to del suo Signore, assieme allo Spirito,
dice “vieni!” (Ap. 22, 17).
Giuseppe Ferraro
Una maternità
trasfigurata
Sono diventata mamma qualche mese
prima dei vent’anni. Nella maternità ho
scoperto un dono e una grazia impensata.
Il Signore mi ha chiamato ad essere mamma
altre nove volte. Ogni figlio è stato per me un
incontro sempre più profondo con il Signore,
una gioia sempre maggiore…
Ogni concepimento è stato esperienza di
accoglienza di Gesù, la gravidanza con i suoi
tempi di luce e dolore, esperienza di cammi-
no con Gesù, ogni nascita ogni allattamento
esplodevano in preghiera, in lode, in contem-
plazione di un mistero. Da un affetto più
umano, in ogni figlio che nasceva scoprivo
sempre più la presenza di Dio. Mi attendeva-
no momenti di sofferenza nella mia vita e il
Padre, sapendolo, mi ha posto innanzi una
via: mi ha fatto incontrare Medjugorje.
A distanza di anni, camminando passo
dopo passo, riesco in parte a comprendere
che cosa questo significhi: l’essere accolta
nel grembo di Maria perché ogni male in me
venga purificato, trasformato, e qui Maria
mi ha condotto a occuparmi di un’altra ma-
ternità: quella spirituale.
Ho osservato che la mia anima si può fare
contenitore per accogliere sofferenze, pro-
blemi, difficoltà di tante persone e portarli a
Gesù nell’adorazione e nella s. Messa quoti-
diane perché Lui con il suo Spirito le visiti,
le guarisca, le risorga. Tutto questo è molto
profondo ed anche molto semplice: può av-
venire nella mia vita di ogni giorno accosta-
to ai miei doveri.
Ogni tanto mi sento attirata verso
Medjugorje… Intendo Medjugorje sia
come luogo geografico, sia come luogo di
comunione tra i fratelli che vogliono seguire
il vangelo uniti a Gesù, accompagnati da
Maria, disposti ad ascoltare e mettere in pra-
tica i suggerimenti che la Regina della Pace
ci rivolge in questi tempi. Allora mi accorgo
che la Vergine, nel nascondimento, con
grande discrezione ed umiltà e attraverso
l’amore condiviso tra fratelli, mi dona fidu-
cia e forza, mi prende per mano nel propor-
mi un passettino avanti, mi invita a collabo-
rare in un aspetto nuovo nel trasmettere la
vita
.
Elena Ricci
Paternità e maternità
divina in noi
di p. Tomislav Vlasic’
Il titolo di questa riflessione fa subito
pensare ad un aspetto del matrimonio o alla
sua preparazione. Tuttavia, il tema non può
esaurirsi qui, perché il matrimonio non è
l’unica condizione per essere padri e madri.
Pensiamo, invece, anche alla paternità e alla
maternità divina nell’uomo, a cominciare
dal suo concepimento. Pensiamo alla pater-
nità e alla maternità nei ragazzi che devono
riflettere sulla propria strada: se intrapren-
dere una vita consacrata o matrimoniale.
Vediamo, allora che in questa prospettiva la
paternità e la maternità divina comprende
anche i sacerdoti e i consacrati, secondo il
modello di Maria e Giuseppe, che non
hanno generato nella carne, ma sono stati
padre e madre in modo perfetto. Pensiamo
alla creatività di Dio presente in ogni anima,
una potenza che vuole manifestarsi, essere
libera e trovare in noi uno spazio libero per
esprimersi.
La natura di ogni essere è generare. Se
non genera egli rimane frustrato. Un cri-
stiano che non genera la vita di Dio è
monco… La spiritualità che non genera Dio
non è a posto… L’apertura al dono della pa-
ternità e maternità divina è, perciò, la dispo-
nibilità a generare la vita di Dio negli altri.
In questa prospettiva ci troviamo di fron-
te a due scelte: generare la vita o generare la
morte. Chi genera la vita deve essere neces-
sariamente unito a Dio ed entrare in armonia
con Lui, poiché Dio è la fonte della vita, è la
nostra vita, quella la vita che deve essere in
noi generata. Satana, al contrario, genera la
morte, ogni tipo di morte spirituale.
Che cosa vuol dire generare la vita?
Significa far sì che la vita di Dio scorra
come un fiume, come racconta s. Giovanni
alla fine del libro dell’Apocalisse. Nella sua
visione l’apostolo vedeva come dal tempio
di Dio - la Gerusalemme nuova - sgorgava la
vita (simboleggiata appunto da un fiume),
che non inquinava la vita presente nel
mondo, ma la guariva e la purificava.
Per vivere in modo giusto la paternità e
la maternità divina in noi, è fondamentale
che la nostra vita generi la grazia di Dio e la
diffonda. Vediamo come attraverso di noi
scorrono continuamente i pensieri e i desi-
deri, sia sul livello conscio sia su quello in-
conscio. Se ci uniamo a Dio giorno e notte,
da noi fluirà la vita divina. Anche se non
pensiamo, Dio agisce su tutto l’ambiente,
persino la natura sente arrivare la grazia.
Ci sono di modello Maria e Giuseppe:
laddove due persone mettono da parte tutti i
propri programmi e i desideri, Gesù Cristo
s’incarna in loro. Così avviene in ciascuno
di noi: se ci apriamo in modo incondiziona-
to a Dio, senza permettere al nostro io alcun
dominio, veniamo attraversati dal fiume di
grazia che viene dal cielo.
Per ricevere il dono della paternità e
maternità divina è innanzitutto impor-
tante che la grazia ci coinvolga e ci cambi.
Se non siamo rigenerati, non possiamo esse-
re padri e madri della vita divina, perchè ne
saremmo privi. Possiamo realizzare anche
grandi imprese a sfondo religioso o umani-
tario, predicare raffinate catechesi o lezioni
di teologia, ma se non siamo trasformati
nella vita di Dio non la possiamo neanche
trasmettere. Se invece noi permettiamo alla
grazia di coinvolgerci, di trasformarci e di
elevarci, nulla potrà impedire alla vita divi-
na di utilizzarci come suoi canali. Non esi-
ste alcuna potenza che possa fermarla, nes-
suno può opporsi, nemmeno la morte o gli
inferi.
Nel battesimo siamo diventati figli di
Dio, ma non basta. Dobbiamo essere
padri e madri, genitori: questa è una fede
adulta
. Di qui parte la nostra missione. Ma
chi accoglie questo dono di Dio? Pochi. Chi
si unisce completamente a Dio e desidera
entrare in una comunione mistica con Lui
realizza la chiamata del cristiano. La Chiesa
non ha esitato né ha tardato ad innalzare
sugli altari quei grandi santi che sono stati
padri e madri: in Madre Teresa e in Padre
Pio si coglievano la maternità, la paternità,
si sentiva la vita che passava attraverso di
loro. Eppure non tutti i santi hanno vissuto
questo tipo di esperienza.
Dove e come le madri ed i padri si pos-
sono esprimere? Sappiamo dai mass media
quanti e quali gravi pericoli l’umanità oggi
stia vivendo. Il creato ci è stato affidato af-
finché Dio lo governi attraverso di noi; allo-
ra la preghiera ardente che deve scaturire
dalla nostra maternità e paternità in favore di
tutte le creature sia una preghiera attraverso
la quale Dio operi potentemente con la sua
grazia. Se il dono della paternità e maternità
divina dentro di noi fosse vivo, potremmo
chiaramente riconoscere che siamo tutti sa-
cerdoti, mediatori: è questa la scintilla che
abbiamo ricevuto nel battesimo e che fa di
noi un popolo sacerdotale. Il dono è dentro
di noi.
La storia ha i suoi percorsi: ha delle
crisi, delle svolte, dei momenti trionfanti.
Molte cose ci suggeriscono che è giunto il
momento del trionfo di Maria Santissima,
della sua maternità. Le sue apparizioni ri-
splenderanno; i tempi sono maturi. Le visite
a Medjugorje si affermeranno in modo po-
tente, ma ci vogliono padri e madri, uomini
e donne che generino la vita nuova, affinché
lo Spirito Santo possa agire attraverso di
loro, così come ha fatto con gli Apostoli.
Chiediamoci cosa vogliamo: le appari-
zioni, le visioni o la creatività di Dio dentro
di noi? Qualcuno può ricevere le apparizio-
ni come un segno che Dio dona al mondo -
una grazia particolare - ma tutti possiamo e
dobbiamo essere creativi, nell’originalità in
cui siamo stati formati. Persino chi si sente
l’ultimo è chiamato alla pienezza. Non esi-
ste scarto in Dio!
Cosa vogliamo scegliere: i racconti, le
visioni, le parole o il Dio vivo che genera il
suo Figlio, - la Parola vivente - dentro di
noi? C’è una differenza abissale. Se sceglia-
mo le preghiere e le devozioni che annoiano
Dio e non finiscono mai - iniziate e non fi-
nite, ascoltate e non sentite - non riceveremo
la vita e non sapremo come essa dovrebbe
scorrere attraverso di noi. Bisogna invece
scegliere l’appartenenza a Dio ed Egli tra-
smetterà la vita. Non si potrà allora più dire:
“Dove è Dio?”, perché tutti lo vedremo.
Non si chiederà più: “Come è Dio?”, perché
lo capiremo. Tutta la storia tende a raggiun-
gere l’apice: il-Dio-con-noi e noi-con-Dio.
Nella Sacra Scrittura, sin dall’inizio,
si annuncia la Donna che schiaccerà la
testa del nemico.
Alla luce di quanto abbia-
mo detto, possiamo aggiungere che saranno
i padri e le madri - uniti a Maria - a schiac-
ciare la testa al serpente antico. Coloro che
genereranno la vita saranno anche quelli che
cacceranno la morte e colui che l’ha genera-
ta. È una bella chiamata. A questo Dio ci
chiama. *
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Notizie dalla terra benedetta
“Vogliamo vedere Gesù”
È un appuntamento al quale molti non
vogliono più mancare e a cui altri, incuriosi-
ti, accorrono, per gustare la portata di grazia
che ogni anno a Medjugorje il Festival dei
giovani
dona ai suoi partecipanti. Ma questa
volta in numero delle presenze ha sorpreso
persino gli organizzatori, superando ogni
previsione: ben 30.000 le persone arrivate
nel santuario della Regina della Pace dal 1 al
6 agosto
, ognuna con il desiderio di incon-
trare la Madonna e, in Lei, suo Figlio.
“Vogliamo vedere Gesù” era il tema del-
l’incontro, in linea con il pensiero del Papa,
che ha proposto questo argomento per la
Giornata Mondiale della Gioventù, prevista
per l’estate 2005 a Colonia (D).
L’incontro fondamentale che è scritto
nella profondità del cuore umano è l’incon-
tro tra il Creatore e la creatura e “la più alta
dignità dell’uomo consiste nella sua chia-
mata ad entrare in relazione con Dio in uno
scambio di sguardi che trasforma la vita”
(Messaggio del Santo Padre per la GMG
2005).
Ecco perché i giovani sono accorsi a
Medjugorje, affrontando talvolta viaggi non
proprio comodi e riposanti (“Ho viaggiato
60 ore dall’Australia, sono stravolto, ma non
potevo mancare...”,
racconta Joshua, visibil-
mente appesantito dal cambio del fuso ora-
rio). Come lui tanti altri, ognuno con un pro-
prio bagaglio di storia da consegnare, e un
cuore intriso di speranze da colmare con
delle certezze. I giovani sanno benissimo che
solo Gesù è in grado di sciogliere ogni nodo
che condiziona le loro esistenze, e sa offrire
prospettive di luce dove poter realizzare se
stessi e quei desideri profondi che sono im-
pressi nell’anima sin dal concepimento.
Il programma del Festival ha voluto
quindi rappresentare un percorso che condu-
ceva all’incontro con Lui: con l’amico, con
il fratello, con il Signore Gesù. “Preghiera,
musica e riflessioni ci guideranno a lasciare
che Gesù ci guardi (tema del primo giorno),
perché solo attraverso l’esperienza del Suo
sguardo pieno d’amore potrà nascere in noi
il desiderio di incontrarlo” – spiega il parro-
co fra Branko Rados’ nella sua omelia intro-
duttiva.
“Poi scopriremo che l’incontro con Gesù
dona un senso pieno alle nostre vite (tema
del secondo giorno) e questo incontro si rea-
lizza nell’Eucaristia (tema del terzo giorno)
e nell’Amore Eucaristico, che è un donarsi
senza egoismo e sacrificare se stessi per gli
altri, perché “amare non significa solo sen-
tire, ma è un atto della volontà; l’amore
consiste nel preferire il bene degli altri ri-
spetto al proprio bene”
(Mess. del Santo
Padre per la GMG 2005). Infine, i parteci-
panti saranno invitati a diventare testimoni
di Colui che hanno incontrato (tema del
quarto giorno) perché il mondo cerca veri te-
stimoni dell’Unico che dona la vita”.
Vogliono vedere Gesù i giovani perché
desiderano conoscere la verità sulla pro-
pria vita
: “Io sono la via, la verità e la vita”
gli assicura il Maestro (cfr. Gv 14,6); loro ci
hanno creduto e sono arrivati a Medjugorje
per ascoltarlo.
La voce di Cristo risuona nelle diverse
testimonianze che si avvicendano sul palco
e che mostrano concretamente come ogni
chiamata realizza pienamente la volontà di-
vina se si decide, con sincerità, di compren-
derla e di seguirla (“Mi sono rimaste dentro
le parole di sr. Elvira che ci esortava a non
tardare nelle nostre scelte,
- racconta
Loredana di Pompei – riferendosi soprat-
tutto all’abitudine, sempre più corrente, di
varcare la soglia dei quarant’anni senza an-
cora sapere a cosa si è chiamati…”
).
Giovani coppie, mamme in attesa, con-
sacrati, religiose, sacerdoti, rappresentanti di
nuove comunità che lo Spirito continuamen-
te suscita e crea, veggenti ed altri si avvicen-
dano sul palco. Tante vocazioni accolte,
tante vite realizzate, tanti esempi raccontati,
per tracciare ai giovani un orizzonte verso il
quale dirigersi ed essere felici: “Voi avete
sentito la testimonianza solo di alcuni tra
quelli che hanno ascoltato una voce alla
quale non potevano resistere
ed hanno la-
sciato tutto per servire il Signore”,
dice ai
ragazzi, con tono paterno, p. Jozo Zovko.
A Medjugorje sono migliaia le persone che
tra le lacrime hanno deciso di servire il pro-
prio Dio da religiosa, sacerdote, madre o,
semplicemente, da buon cristiano. Questo
significa fare esperienza della grazia, que-
sto significa vedere Gesù”
.
Ma non c’è incontro con Dio senza
Maria. Lei è l’unica che “sa formare un
cuore contemplativo e ci insegna come giun-
gere a Gesù
” (Mess. del Santo Padre per la
GMG 2005). Ma questa non è una novità per
chi, a Medjugorje, ascolta da anni i suoi
messaggi, nei quali la Vergine ripete:
“Desidero guidarvi tutti a Gesù perchè egli
è la vostra salvezza”
(Mess. 26.06.94).
Maria è generosa, non trattiene per se stessa
il suo tesoro né ci vuole attirare a sé per in-
teresse. Ci chiede solo di entrare nel suo
Cuore Immacolato perché sa che esso è la
via più breve per arrivare a Gesù.
Cristo è l’obbiettivo di ogni nostro pel-
legrinaggio. La Madonna ce lo insegna: la
sua nascita, morte e resurrezione si contem-
plano in ogni rosario, affinché diventino in
noi vita vissuta, parola incarnata. E così,
dopo giorni di preghiera, adorazione e gau-
dio, all’alba del 6 agosto (solennità della
Trasfigurazione), i giovani concludono il fe-
stival con la celebrazione eucaristica. Una
grande ostia si eleva sui loro capi ancora as-
sonnati, mentre nei volti si traccia sereno un
sorriso… Sono contenti i giovani, possono
tornare tranquillamente a casa, perché hanno
realizzato ciò che attendevano: il loro occhi
hanno visto Gesù, i loro cuori hanno con-
templato il suo volto.
S.C.
Io ci sono stato!
Io ero uno di quei 30.000 giovani pre-
senti a Medjugorje durante il festival ed an-
cora oggi ho davanti a me la distesa di tutti
noi in ginocchio in adorazione davanti al
S.S. Sacramento. Cosa facevamo lì sotto il
sole? Perché lasciare casa e spendere i nostri
soldi in un posto così? Eppure le spiagge
della Croazia erano bellissime, erano piene
di divertimenti, di discoteche, di pub... ma io
come tutti gli altri ero lì per un preciso
scopo: volevo vedere Gesù!
La Madonna ci aveva chiamati uno ad
uno con la sua instancabile pazienza, ognu-
no di noi aveva raggiunto Medjugorje in ma-
niera singolare ma tutti eravamo davanti al
palco con le mani alzate per lodare il
Signore. Tutti noi siamo stati toccati dalla
grazia divina
e proprio nella misura in cui
ne avevamo bisogno, quanto più ci aprivamo
a Dio tanto più ci trasformavamo in canali di
grazia per gli altri. Mi risuonano ancora le
parole di p. Ljubo, di sr. Elvira, dei veggen-
ti, di p. Jozo, di tutte le persone che hanno
testimoniato sul palco le loro esperienze di
conversione ed infine: la Parola di Dio! Sì,
la Parola di Dio che ci ha accompagnati in
ogni nostro momento
, dalla preghiera del
mattino fino all’adorazione serale e la senti-
vamo in ogni lingua affinché tutti noi ne po-
tessimo ammirare la bellezza e gustare il
suo sapore.
Noi giovani eravamo giunti a
Medjugorje pieni di domande e desiderosi
di sapere cosa fare della nostra vita, molti di
noi erano in cerca di un cammino vocazio-
nale ma abbiamo capito che dovevamo
prima di tutto cercare il Regno di Dio
e il
resto sarebbe venuto di conseguenza, a quel
punto ogni nostra scelta sarebbe stata detta-
ta dallo Spirito Santo e benedetta dal
Signore. Sia nel matrimonio che nella vita
consacrata il nostro obiettivo deve essere la
santità delle nostre anime e per ogni scelta
che faremo sarà nostra compagna la
croce la quale ci permetterà di elevarci
fino a Dio.
In questo bellissimo avvenimento come
non vedere le braccia di Maria che ci stava-
no stringendo al suo cuore e a quello di suo
figlio. Noi volevamo vedere Gesù e la
Madonna non ha perso tempo
, non ha
aspettato, ce lo ha mostrato in tutto il suo
splendore e noi eravamo come un bellissimo
mazzo di fiori che Lei ha regalato a suo fi-
glio. Non solo abbiamo visto Gesù ma come
Tommaso lo abbiamo toccato e adesso sap-
piamo e possiamo dire che Lui è vivo in
mezzo a noi e non cesserà mai di amarci. Se
adesso il nostro cuore trabocca di gioia non
oso pensare alla felicità che è in cielo in
mezzo agli angeli e ai santi! In un mondo in
cui i giovani sono il segno della perversione,
in cui i giovani sono i protagonisti delle stra-
gi del sabato sera, in cui i giovani sono il
simbolo delle piaghe della società, mentre
tutti si limitano a criticare e a rimpiangere i
“vecchi tempi”, Maria vuole costruire un
mondo nuovo con noi.
Da oggi siamo di-
ventati i suoi testimoni, oggi tocca a noi far
vedere Gesù a chi non lo conosce, a chi ha
sete di verità e di vita.
L’ultimo giorno sul Krizevac siamo pas-
sati dalla notte al giorno con il Rosario in
mano ed abbiamo svegliato l’aurora cele-
brando la S. Messa ed entrando così nella
luce. Il festival però non è finito a
Medjugorje ma continua ancora nel no-
stro cuore
e nella vita di tutti i giorni. Maria
non ci ha lasciato partire da soli e indifesi
ma ci ha rivestiti con le armi della luce,
adesso abbiamo in mano il Rosario, la
Bibbia, il digiuno, la confessione e la s.
Messa, adesso non possiamo più temere nei
giorni tristi e difficili.
La strada non è assolutamente facile ma
la Madonna ha fiducia in noi, lei sa che
non possiamo tradirla e che ognuno di noi
ha un grande compito nella storia della sal-
vezza, è necessario aprirci a Dio e lasciare
che sia Lui a modellare la nostra vita così
come ha fatto Lei. Giovani di tutto il
mondo facciamo vedere Gesù!
Alessandro Macinai
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Una porzione di cielo
Non si può definire altrimenti quello
che il Signore ha donato ai collaboratori
dell’Eco
e ad alcuni altri amici, riunitisi a
Medjugorje dal 25 al 27 agosto per l’an-
nuale ritiro internazionale. La densità
della Grazia era palpabile e la gioia traboc-
cava dai cuori, creando tra i partecipanti un
clima di profonda comunione spirituale.
Diversi motivi hanno spinto ognuno di
noi all’atteso appuntamento: il desiderio di
rispondere sempre più radicalmente alla
chiamata di Maria a donarsi completamen-
te a Lei per arrivare a Gesù; la consapevo-
lezza di essere a servizio di uno strumento
prezioso che raggiunge ogni angolo del
mondo per portare il messaggio della
Madre; l’esigenza di vivere una spiritualità
comune, che doni all’Eco un carattere uni-
tario ed armonioso; il bisogno di conoscer-
si maggiormente per vivere un amore fra-
terno e familiare ed essere sempre più un
cuor solo e un anima sola…
Queste e molte
altre le ragioni, più o meno manifeste - ep-
pure tutte importanti - tanto da rendere que-
sto incontro particolarmente sentito.
La presenza di ognuno era un grande
dono per gli altri, una ricchezza favorita
dalle diverse provenienze (15 i paesi rap-
presentati), dall’originalità personale e cul-
turale, dai diversi stati di vita (coppie, fa-
miglie, bambini, consacrati laici, religiosi,
sacerdoti). Ma soprattutto grazie all’apertu-
ra dei cuori, lo Spirito Santo ha potuto am-
piamente operare in ognuno, aprendo nuovi
orizzonti, illuminando il cammino da per-
correre ma anche confermando i passi già
compiuti.
Il clima di silenzio e raccoglimento ha
favorito l’ascolto interiore e la riflessione
sulle meditazioni suggerite da p. Tomislav
Vlasic’, animatore dell’incontro. La pre-
ghiera mattutina sui monti Podbrdo e
Krizevac ha reso possibile una vera e pro-
pria fusione delle anime. L’adorazione eu-
caristica notturna - a turni per tutte e tre le
notti del ritiro - ha donato ad ognuno lo spa-
zio intimo per incontrare personalmente
Gesù, cuore a cuore. Nella celebrazione
della s. Messa, infine, il sacerdote ha ricapi-
tolato in Cristo tutte le intenzioni, ha consa-
crato i popoli presenti, ha accolto le offerte
presentate da ognuno per elevarle al Padre.
Insieme abbiamo anche festeggiato il
ventennale dell’Eco, nel rendimento di
grazie a Dio per averci permesso di prose-
guire l’opera iniziata da don Angelo e nella
certezza che il Signore continuerà a molti-
plicare i frutti che Eco riesce a seminare nel
mondo. Come ricordo è stata donata ad
ognuno una medaglietta miracolosa d’oro
preparata per l’occasione; una protezione
potente per il lavoro che ancora ci aspetta
in futuro.
Naturalmente tutti i lettori erano con
noi, nelle nostre preghiere e nell’amore con
cui ciascuno svolge il proprio servizio
all’Eco, umile strumento di Maria, piccola
goccia che dona da bere agli assetati di
acqua viva. E per rendere ancora più corale
il nostro abbraccio alla grande famiglia
dell’Eco, lascio lo spazio a chi, tra i parte-
cipanti, ha scritto una sua personale testi-
monianza
su quella “porzione di paradiso”
che in quei giorni gli è stata donata.
sr. Stefania Consoli
(Resp. Redazione)
Robert Prendushi:
Traduttore dell’Eco albanese
Impressioni dal Terzo Convegno
Internazionale dei traduttori? Tantissime. La
più toccante? Sentire dentro di te, come tue,
le preghiere Padre Nostro e Ave Maria, pro-
nunciate in tante lingue del mondo. La
preghiera non ha confini, anzi unisce i
confini.
La preghiera è una sola: quella che
si eleva dal cuore dei popoli verso il nostro
Signore. I temi sviluppati da padre Tomislav
saranno un grande aiuto nel nostro umile la-
voro. Traducendo, pregherò, convinto che
saremo in tanti a pregare insieme.
Beverley Drabsch:
Traduttrice dell’Eco inglese
e resp. Segreteria
Le parole non possono esprimere la
gioia e la pace interiore, e la profonda sen-
sazione di aver bussato alla
porta della casa della
Madonna, dove Maria stessa
ci ha aperto ed accolto.
L’amore che Ella ha riversato
nei nostri cuori era tangibile.
Mi sembrava di camminare
nel giardino dell’Eden
: io
piccola, guidata dalla mano
del Padre da una parte e della
Madre dall’altra.
La guida sapienzale e paterna di Padre
Tomislav mi ha aiutato immensamente, fa-
cendomi vedere più chiaramente la realtà
meravigliosa della comunione dei santi e
dell’incontro tra Cristo e la Chiesa, con la
celebrazione dei sacramenti e, in particola-
re, dell’Eucaristia, nonché della necessità
di preghiere di intercessione per le anime
abbandonate. Lode e infinite grazie a Dio,
Uno e Trino, per averci dato una Madre di
tale bellezza!
Piero Gottardi:
resp. di Eco su internet
...Intanto ho preso la medaglia d’oro!
Quel pomeriggio, al mio rientro, vi avevo
fatto poco caso perché stanchissimo dal
viaggio e dall’insonnia. Oggi ho aperto il
cofanetto e ho capito. La mano che donava
era quella di Pietro ma presenti c’erano don
Angelo e la Madonna! Pensiamo agli olim-
pionici, quanto gioiscono per una gloria
che passa, e io quasi non avevo capito.
Ricevere una “medaglia d’oro” dalla
Vergine non è di tutti i giorni!
Evidentemente sulla sua bilancia meriti
e amore hanno superato errori e miserie.
Che altro dire? Dovrei scrivere per ore; in
quella Casa, ramo vitalissimo del grande
albero di Medjugorje, c’è una forza esplo-
siva. Contro il regno delle tenebre è una
bomba atomica!
Come le volte scorse sono rimasto im-
pressionato dai rapporti nuovi che si
creano fra le persone
: ora credo all’av-
vento non lontano di un tempo nuovo, non
solo perché lo ha preannunciato la Vergine,
ma perché l’ho visto iniziare con i miei
occhi. Non verrà con uno schianto, tutto in
Dio e nella sua Creazione è gradualità e ar-
monia, fra il giorno e la notte ci sono alba
e crepuscolo. L’alba nuova a Medjugorje si
vede già!
Christina Agnani:
Traduttrice dell’Eco svedese
Come traduttrice dell’Eco di Maria in
svedese ho avuto la grande grazia e l’im-
mensa gioia di partecipare al ritiro annuale
organizzato per radunare,
come in una famiglia, i colla-
boratori di Eco: animatori, re-
dattori, commentatori, tradut-
tori, distributori, il personale
della redazione e della segre-
teria ecc.
Durante l’anno viviamo
sparsi,
specialmente in
Europa; è molto confortante
ed incoraggiante incontrarsi, conoscere le
persone che stanno dietro questo lavoro che
svolgiamo insieme, in tutta semplicità,
senza avere alcuna formazione per realiz-
zare un giornale. Siamo madri di famiglia,
pensionati, ingegnieri, insegnanti o profes-
sori di scuola ecc. Siamo venuti
dall’Albania, Australia, Spagna, Germania,
Italia, Polonia, Rep. Ceca, Romania,
Slovacchia, Svezia, Catalogna, Svizzera,
Ungheria, Austria, Croazia (ci mancavano
gli amici dalla Francia, dal Portogallo,
dall’Olanda e dalla Grecia).
La Comunità “Kraljice Mira…”
(Regina della Pace) ci ha ospitati con
grande generosità, e noi ci siamo sentiti ac-
colti a braccia aperte in vera amicizia. Che
gioia trovarsi a tavola tutti insieme, circa 70
persone, per mangiare quel cibo così ben
preparato, in un silenzio meditativo o in al-
legro colloquio. Un banchetto festoso ogni
volta!
Oltre alla riunione di verifica del lavoro
svolto e di previsione per il futuro (utile ad
indicarci come continuare questo compito),
siamo stati incoraggiati spiritualmente
dalla presenza paterna di padre Tomislav
Vlasic e dalle sue relazioni e prediche, con
le quali ci ha aiutato a vivere l’offerta di
noi stessi a Dio Padre, in unione con Gesù
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e con Maria. Padre Tomislav ci ha anche
esortato a portare spiritualmente, nella
Celebrazione eucaristica, i paesi che rap-
presentavamo.
Così io ho cercato di pre-
sentare al Signore i problemi, i peccati, le
sofferenze della Svezia, ma anche della
Finlandia, della Norvegia, della Danimarca
e dell’Islanda. E tutti, senza dubbio, hanno
anche esteso le loro intenzioni per abbrac-
ciare tutti i paesi, per far scendere la bene-
dizione di Dio su tutta l’umanità.
Noi traduttori e collaboratori
dell’Eco siamo persone ordinarie e ci
sentiamo piccoli
, ma riconosciamo che
siamo stati toccati dalla mano di Maria qui
a Medj. Abbiamo tutti sentito nel cuore la
sua chiamata, la sua presenza di cui ci me-
ravigliamo con gratitudine, e vogliamo aiu-
tarla a diffondere nel mondo intero il suo
messaggio:
Dio esiste, Dio ci ama e ci
aspetta nel cielo. Maria, madre di Gesù e
madre nostra ci ama im-
mensamente e perciò visi-
ta la terra ogni giorno da
più di 23 anni. Lei deside-
ra svegliarci, farci com-
prendere quanto siamo
amati e quanto Dio ci
vuole bene.
In questo ambiente
soave della Comunità,
inondati d’amore e d’ami-
cizia, circondati dalla bel-
lezza della natura, dall’aria profumata di
tante erbe aromatiche, di gigli, di rose, dai
canti di galli e al rumore delle cicale nel ca-
lore estivo, non era difficile rinnovare la
scelta di cercare di vivere una vita cristiana
autentica. E siamo sicuri di essere stati aiu-
tati dai fratelli e dalle sorelle, da padre
Tomislav e, anzi tutto, da Maria. La Regina
della Pace ci ha detto di nuovo nel suo mes-
saggio del 25 agosto che sta davanti a Dio
in intercessione per ciascuno di noi.
Maria prega per te che leggi queste
righe, puoi esserne sicuro, siamo tutti i
suoi figli! Grazie Maria, Madre nostra!
Barbara Squassabia:
membro onorario
dell’Assoc. Eco di Maria
A Medj. ognuno arriva
per un suo percorso persona-
le: io ci sono arrivata attra-
verso la via dell’ubbidienza
coniugale. Una mia scelta,
nessuna imposizione, ma la
convinzione che nel matri-
monio non ci possono essere
spazi esclusivi o privati di
uno, non condivisi dall’altro.
Dalla convinzione che gli
spazi privati portano alla separazione, sono
arrivata alla determinazione di accompa-
gnare mio marito in questa via. Ho trovato
qui un luogo dove si concretizza la
Grazia:
nell’offerta,
nell’elevazione,
nella comunione delle anime. L’anima qui
aspira ad essere il Santuario del Signore al
quale ogni anima può venire.
Elena Lehocka:
traduttrice dell Eco slovacco
Siamo stati ospiti della Comunità per la
terza volta. Appena arrivata mi sembrava di
essere in una specie di giardino d’infanzia:
piccoli gesti rivelavano quanto ancora
siamo piccoli. Eppure, già alla fine del riti-
ro, ho potuto notare in tutti noi una mag-
giore consapevolezza e maturità…
P. David Tremble:
Missionario dell’amore di Dio
- Australia -
Proprio come Maria, che
nell’Annunciazione è stata sor-
presa dal saluto dell’Angelo
Gabriele (Lc 1,26), anch’io mi
sono sorpreso del meraviglioso
saluto che ho ricevuto nella
Comunità “Kraljice Mira, potpu-
no tvoji…”
(“Regina della Pace, completa-
mente tuoi…”) durante la mia breve visita
nella Casa di Medjugorje, dove mi trovavo
per il festival dei giovani, insieme ad altri
30 pellegrini australiani.
In quella visita fui invita-
to a ritornare, per parteci-
pare all’annuale ritiro in-
ternazionale dell’Eco.
Non ero sicuro di quello
che mi attendeva ma con
il tempo fui in grado di
dire “SI” come Maria.
Nel corso del ritiro sono
stato profondamente be-
nedetto da p. Tomislav e
da tutti i membri della Comunità: dal loro
amore che si dona e dalla gioiosa testimo-
nianza, dalle loro parole, dai loro canti,
dalle loro vite offerte a Gesù attraverso
Maria.
Questa era la mia prima visita in
Europa. Sono stato ordinato sacerdote 7
anni fa e da 14 anni sono consacrato al
Cuore ferito di Gesù (aperto nell’amore per
il mondo) e sotto la protezione del manto di
Maria. Gli anni passati hanno portato molte
benedizioni come anche molti pesi, deri-
vanti dal mio ministero e dai miei peccati e
debolezze. Nel corso del ritiro (special-
mente durante la s. Messa) ho sperimenta-
to come Gesù mi liberava dai miei fardelli
- ogni volta che la mia mente voleva ritor-
nare a queste distrazioni vedevo che Gesù
le prendeva – la sua mano ferita posata su
di esse, e l’altra mano offerta a me per con-
tinuare insieme il nostro viaggio.
Ringrazio Dio: il ritiro
con la Comunità “Kraljice
Mira…”
mi ha rinnovato
nella mia consacrazione e
nel sacerdozio; ha sostenu-
to il mio consegnarmi di
nuovo a Dio Padre in unio-
ne con Gesù Cristo. Adesso
sono nuovamente rafforza-
to per generare la vita –
proprio come
nell’Annunciazione lo Spirito Santo ha
steso su Maria la sua ombra e attraverso di
Lei ha portato avanti la vita – offrendo al
mondo il suo Salvatore.
Radek Starostik
Collaboratore della Rep. Ceca
L’anno scorso ho partecipato per prima
volta all’incontro dei collaboratori di Eco
di Maria e di chi si sente vicino al cammi-
no della Comunità “Kraljice Mira”.
Quell’incontro aveva significato una par-
tenza su questa strada, su una strada che
non è molto larga e neanche comoda, sulla
quale però, dopo aver fatto qualche passo,
ho capito che porta dalla paura alla gioia,
dalla tenebra alla luce. Posso capire meglio
quale grande dono
siano le parole di
Maria: “Avvenga di
me quello che hai
detto…” .
Quest’anno ho di
nuovo sperimentato
una profonda gioia
negli incontri con le
persone, alcune delle
quali viste per prima
volta nella mia vita, e tuttavia era come se
fossimo tutti parenti
. È quasi incompren-
sibile il fatto che non era neanche molto
difficile lasciare la gioiosa atmosfera del
convegno per tornare là dove è il mio posto
nella vita. L’incontro, infatti, mi ha per-
messo di aspirare profondamente l’aria e
prendere le forze per camminare avanti.
Interessante era anche l’esperienza di
un mio amico, che si è trovato per la prima
volta non solo nella Comunità ma anche a
Medjugorje. Penso che come tanti altri
anche lui abbia vissuto il suo “ritorno a
casa”.
La Parola
Hai detto giusto!
Dio vive, e anch'io!
Come un vento
nel giorno caldo,
oppure come
la pioggia fresca
nella sera,
lo Spirito di Dio
viene su di noi
e il Re
scende in noi.
Non mi manca nulla.
L'amore e la pace
Sono sempre con me.
Un giorno
tutti gli uomini
faranno come me:
giocheranno nel giardino
del Cuore di
Maria Immacolata.
Isabelle
(Violinista svedese
)
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I lettori scrivono…
Maria Luptàkovà dalla Slovacchia –
Cari amici di Eco, vi saluto tutti di cuore e
voglio ringraziarvi tanto per il vostro gior-
nale che mi arriva regolarmente. È pieno di
benedizione e di amore della nostra madre
celeste, Maria, e del nostro Signore Gesù
Cristo. Aspetto sempre con tanta gioia le vo-
stre incoraggianti parole. Apprezzo molto il
vostro impegno e la disponibilità a condivi-
dere i frutti dello Spirito Santo.
Maria Cristina Pereyra da Cordoba
Argentina - Desidero ringraziarvi di cuore
di questo primo invio di Eco. Siamo un pic-
colo gruppo di preghiera ma sentiamo una
gioia tanto grande per la possibilità di avvi-
cinarci così alla nostra e vostra madre, per-
ché per noi è difficile raggiungere
Medjugorje e, in questo modo gioiamo ed
impariamo. GRAZIE!!! Per questa così
bella missione di avvicinarci un po’ di più a
Gesù e alla nostra mamma celeste. Dio vi
benedica e Maria vi accompagni nel vostro
cammino.
Judy Chlebowicz dall’Australia - Dio
vi benedica largamente per quello che fate
per effondere la devozione alla sua Santa
Madre, e per l’ispirazione e incoraggiamen-
to che date alla mia vita spirituale.
J. Douglas Correya dall’India - Ricevo
Eco da un anno e vi ringrazio dal profondo
del cuore. Vi prego di continuare ad inviar-
melo, perché per me Eco è un elisir. Pregate
per noi.
Rosa Pintabona dagli USA - Vi invio la
mia offerta come segno di gratitudine.
Apprezzo moltissimo l’Eco di Maria e at-
tendo con ansia ogni suo invio.
Marie-Aude Caveau dalla Francia -
Grazie per l’invio di Eco di Maria.
sr. Klaretta Griebel dalla Germania -
Grazie per la vostra pubblicazione. Dio be-
nedica il vostro apostolato.
Mrs. Marion Thiesen dal Canada -
Allego la mia offerta per il vostro giornale
che trovo molto interessante e spiritualmen-
te ricco.
Georgette Egue Cheveko dal Benin -
Vi ringraziamo per la gioia immensa che
proviamo quando arriva Eco. Per noi è la
guida cristiana nella nostra vita spirituale
mariana. Apprezziamo altamente il vostro
lavoro.
Francesco Bazzoli dal Burundi -
Grazie per il vostro Eco di Maria. La copia
in italiano che mi arriva la conservo gelosa-
mente. Le copie in Francese sono ben accet-
te specialmente dal clero locale. Ammiro
quello che fate.
Fr. Cirillo Tescaroli dall’Ecuador - Da
tempo ricevo il vostro bollettino Eco di
Maria che è di grande utilità per i program-
mi che realizzo da vent’anni nella Radio
Catolica Nacional di Quito. Grazie.
Mutuna Chiwele dallo Zambia - Sono
uno studente di medicina e per cinque anni
cercavo nuove forme di spiritualità per ri-
empire il vuoto in me creato dalla mia tepi-
dezza. Da quando ho trovato per caso una
copia di Eco ho scoperto che Maria è quella
spiritualità che cercavo ed è già presente
nei nostri cuori. Vi ringrazio che date il mes-
saggio della Madonna, nostra Madre, al
mondo.
M. Connolly, dall’Inghilterra -
Distribuisco copie di Eco a persone e grup-
pi di preghiera in vari parti dell’Inghilterra.
Tutti noi siamo molto grati per il vostro
giornalino. Dio vi benedica.
Teresa Griffith, Centro Medjugorje
di Birmingham, Inghilterra - Grazie per
le copie di Eco. Quelli che lo ricevono tra-
mite noi l’aspettano con ansia. Una volta al-
l’anno portiamo pellegrini a Medjugorje: ri-
empiamo un aereo, e sempre lasciamo circa
10 posti liberi per sacerdoti ai quali non fac-
ciamo pagare. Quest’anno ne porteremo
nove nel mese di settembre. Quelli che sono
venuti con noi rimangono contenti, e parla-
no bene di Medjugorje con altri sacerdoti
della diocesi. Sono molto grata alla
Madonna per una guarigione avuta nel
1985. Anche se è avvenuta dopo un pelle-
grinaggio a Lourdes, la mia fede era stata
fortificata degli eventi di Medj.
F. Malik dall’Inghilterra - Dio vi bene-
dica per il lavoro che fate, e possa la Regina
della Pace custodirvi sempre!
P. Sean Ryle dal Giappone - Apprezzo
molto il lavoro che fate per Eco e che mi
mandate regolarmente in Giappone dove la-
voro.
Cari amici di Eco di Maria,
Il 10 maggio scorso ero a Medjugorje e,
dopo aver pregato nella mattinata la Via cru-
cis sul monte Krizevac ed aver riempito il
pomeriggio di preghiera per gli amici vicino
alla tomba di p. Slavko, udii nel più profon-
do del mio cuore una voce che mi diceva:
“adesso prega per i tuoi nemici”. Lo feci, ma
con grande fatica, perché quel giorno erano
esattamente 5 anni e 5 mesi che i miei geni-
tori erano stati assassinati
(la mamma
dopo essere stata torturata). Per tutta la fa-
miglia erano anni difficilissimi!
L’ultimo libro prediletto dalla Mamma
era «I messaggi di Maria a Medjugorje». Per
me esisteva solo una certezza: un giorno
andrò a Medj. In questo 10 maggio 2004
non sono stata totalmente liberata dalle tante
sofferenze, ma dopo il mio ritorno constato
l’intima convinzione che questa vicenda è
nelle mani di Dio, e che un passo di più è
stato fatto in questo senso. Se prima di
Medj. mi capitava di pregare per i miei ne-
mici, mi sembra che ikn quel luogo il
Signore mi abbia dato la grazia di non di-
menticarli nella preghiera.
Grazie per il vostro giornale che genero-
samente mi inviate; grazie per questa lettura
che in questi 5 anni mi ha aiutato molto. Un
grande grazie a Medjugorje e grazie a tutta
la squadra dell’Eco di Maria.
(una lettrice dell’Eco – FRANCIA)
Robert Kouma Assé dal Camerun -
Da anni ricevo il vostro giornale “L’Eco di
Maria, Regina della Pace” e lo faccio legge-
re a molte persone. I dieci esemplari che ri-
cevo sono per me, in ogni piega, un ottimo
mezzo per edificare il popolo di Dio.
Durante la mia malattia (emiplagia del
lato sinistro) mi sono sentito abbandonato e
profondamente scoraggiato; ed ecco che un
pomeriggio mi fu consegnata la posta: era il
mio Eco! I messaggi di nostra Madre, la
Vergine Maria, che si trovavano nel numero
che leggevo mi ridonarono coraggio e, al
posto di un anno previsto per ricuperare il
lato sinistro del mio corpo, ho impiegato so-
lamente due mesi.
Per aiutarvi a comprendere la mia angoscia,
vi racconto un fatto: mio figlio è stato ordi-
nato diacono senza la mia presenza e quella
di sua madre, che non poteva lasciarmi da
solo. Nel momento in cui vi scrivo, comin-
cio a spostarmi senza l’aiuto di qualcuno e
senza l’appoggio di un bastone.
Cari dirigenti e lettori dell’Eco, aiutate-
mi a dire grazie alla Vergine Maria per la sua
intercessione vicino a suo Figlio. Auguro
lunga vita all’Eco di Maria, Regina della
Pace, e a tutta la sua equipe.
Una lettrice di Belfort, Francia -
Grazie a Maria, nostra Madre, che instanca-
bilmente ci chiama. Possiamo davvero sen-
tire la sua incoraggiante presenza nella no-
stra vita quotidiana. Con tutti i lettori di
Eco ringrazio la squadra che opera fedel-
mente per trasmettere questa medicina
spirituale
: l’universalità del messaggio
della Regina della Pace e le meditazioni che
ci guidano verso sempre maggiori semplici-
tà e profondità. In particolare nel n°174 i
misteri dolorosi, commentati dall’articolo:
“Con le mani intrise di Passione” e nel
n°175: “Il Pane vivo, centro della nostra
vita” e “I veicoli del Redentore”. Importante
è anche l’illuminazione suggerita nel gior-
nale per comprendere il film “La Passione di
Cristo”.
Nella gioia di potere essere sempre in
unione di preghiera per la pace dei cuori, vi
invio la mia riconoscenza ed il mio saluto
fraterno.
Villanova M., 8 settembre 2004
Resp. Ing. Lanzani - Tip. DIPRO (Roncade TV)
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“Dio vi benedica
con ogni benedizione del cielo,
e vi renda puri e santi ai suoi occhi;
effonda su di voi le ricchezze
della sua gloria, vi ammaestri
con le parole di verità,
vi illumini col vangelo di salvezza,
vi faccia lieti nella carità fraterna”.
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